ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 27 novembre 2015

Il valore dei “segni”

La meravigliosa storia della Medaglia miracolosa


La Medaglia Miracolosa – Storia e significati

Il 27 novembre  di quest’anno si ricorda il 185° anniversario delle apparizioni della Vergine Maria a  Caterina Labouré, all’epoca 24enne novizia della Compagnia delle Figlie della Carità, fondate da S. Vincenzo de Paoli e da S. Luisa de Marillac. Le apparizioni avvennero a Parigi,  al numero 140 di Rue du Bac, nella Cappella di quella che oggi è la Casa madre della Compagnia, nell’anno 1830, che in seguito gli storici definirono come quello dell’inizio della seconda rivoluzione francese.
                       
Le apparizioni
Le apparizioni avvennero da  luglio a dicembre e la giovane, che la Chiesa proclamerà Santa, si intrattenne per tre volte con la S. Vergine. Durante i mesi precedenti Caterina aveva visto per tre giorni consecutivi San  Vincenzo de Paoli che le mostrava il suo cuore, di tre colori diversi: dapprima le apparve bianco, colore della pace; poi rosso, colore del fuoco; infine nero, simbolo delle disgrazie che sarebbero cadute sulla Francia e su Parigi in particolare.
Poco tempo dopo, Caterina vide il Cristo presente nell’Eucaristia, al di là delle apparenze del pane.
«Ho visto Nostro Signore nel Santissimo Sacramento, durante tutto il tempo del mio Seminario, eccettuate le volte durante le quali dubitavo »
In seguito, il 6 Giugno 1830, festa della Santa Trinità, il Cristo le apparve come un Re crocifisso, spogliato di tutti i suoi ornamenti.
Il 18 luglio 1830, la vigilia della festa di San Vincenzo, che Caterina ama molto, la giovane novizia ricorre a colui di cui ha visto il cuore, traboccante d’amore, perché l’aiuti ad esaudire il suo grande desiderio di vedere la Santa Vergine. Alle 11, 30 di notte, si sente chiamare per nome.
Un misterioso bambino è ai piedi del letto e la invita ad alzarsi: « La Santa Vergine ti attende» le dice. Caterina si veste e segue il bambino che diffonde raggi di luce dappertutto dove passa
Arrivati nella cappella, Caterina si ferma dalla parte della sedia del sacerdote, situata nel coro. Ode allora come il fruscio di una veste di seta. La sua piccola guida le dice: «Ecco la Santa Vergine »
Caterina esita a credere. Ma il fanciullo ripete con una voce più forte: « Ecco la Santa Vergine. »
Caterina corre ad inginocchiarsi presso la Madonna che è seduta sulla sedia (del sacerdote) « Allora, ho fatto un balzo per avvicinarmi a lei, e mi sono messa in ginocchio sui gradini dell’altare, con le mani appoggiate sulle ginocchia di Maria.
Il momento, che ho passato così, è stato il più dolce di tutta la mia vita. Mi sarebbe impossibile dire ciò che ho provato. La Santissima Vergine mi ha detto poi come avrei dovuto comportarmi con il mio confessore e molte altre cose.
Caterina riceve l’annuncio di una missione e la richiesta di fondare una Confraternita di Figlie di Maria. Ciò sarà fatto dal Padre Aladel il 2 Febbraio 1840.

La Medaglia
Il 27 Novembre 1830 alle 17,30, durante la meditazione nella cappella, Caterina vede come due quadri viventi che passano in dissolvenza incrociata.
Nel primo, la Santa Vergine è in piedi su una semisfera (globo terrestre) e tiene tra le mani un piccolo globo dorato. I piedi di Maria schiacciano un serpente.
Nel secondo, dalle sue mani aperte escono raggi di uno splendore abbagliante. Nello stesso tempo Caterina ode una voce, che dice:
«Questi raggi sono il simbolo delle grazie che io riverso su coloro che me le domandano».
Poi un ovale si forma attorno all’apparizione e Caterina vede scriversi in un semicerchio questa invocazione, prima sconosciuta.
« O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te ».
scritta in lettere d’ oro.
Subito dopo la medaglia si gira e Caterina vede il rovescio: in alto una croce sormonta la M di Maria, in basso due cuori, l’uno incoronato di spine, l’altro trapassato da una spada. Caterina ode allora queste parole:
«Fai coniare una medaglia, secondo questo modello. Coloro che la porteranno con fede riceveranno grandi grazie»
Nel mese di dicembre del 1830, durante la meditazione, Caterina sente di nuovo un fruscio, questa volta dietro l’altare. Lo stesso quadro della medaglia si presenta vicino al tabernacolo, ma un po’ più in dietro.
«Questi raggi sono il simbolo delle grazie che la Santa Vergine ottiene per le persone che gliele chiedono… Non mi vedrai più».
E’ la fine delle apparizioni. Caterina riferisce al suo confessore, il Padre Aladel, circa le richieste della Madonna. Il Sacerdote reagisce negativamente, proibisce a Caterina di pensare a queste cose.
Il 30 Gennaio 1831, il noviziato termina e Caterina prende l’abito. Il giorno dopo, va all’ospizio di Enghien fondato dalla famiglia d’Orléans, che si trova al N° 12 di via de Picpus, à Reuilly, nella zona Est di Parigi, in un quartiere povero, dove lei servirà i poveri per ben 46 anni, in incognito.

Significati
Le parole e le immagini impresse sul diritto della medaglia esprimono un messaggio con tre aspetti intimamente legati.
« O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te ».

…miracolosa
Qualche mese dopo le apparizioni, Suor Caterina, inviata al ricovero di Enghein (Parigi, 12°) per curare gli anziani, si mette al lavoro. Ma una voce interiore insiste: si deve far coniare la medaglia. Caterina ne riparla al suo confessore, Padre Aladel.
Nel Febbraio 1832 scoppia a Parigi una terribile epidemia di colera, che provocherà più di 20.000 morti. In Giugno le Figlie della Carità cominciano a distribuire le prime 2.000 medaglie, fatte coniare da Padre Aladel.
Le guarigioni si moltiplicano, come le protezioni e le conversioni. Fu un avvenimento straordinario. Il popolo di Parigi chiamò la medaglia «miracolosa».
Nell’autunno 1834 c’erano già più di 500.000 medaglie. Nel 1835 nel mondo intero ce n’era già più di un milione. Nel 1839 la medaglia era diffusa in più di dieci milioni di esemplari. Alla morte di suor Caterina, nel 1876, si contava già più di un miliardo di medaglie!

…luminosa
L’identità di Maria ci è rivelata qui esplicitamente: la Vergine Maria è immacolata fin dal concepimento. Da questo privilegio, che le deriva dai meriti della Passione di suo Figlio Gesù Cristo, ne scaturisce tutta la sua potenza d’intercessione, che ella esercita per coloro che la pregano. Ed è per questo che la Vergine invita tutti gli uomini a ricorrere a Lei nelle difficoltà della vita.
L’ 8 dicembre 1854 Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione: Maria, per una grazia speciale, che Le è stata concessa prima della Redenzione, meritata da suo Figlio, è senza peccato fin dal suo concepimento.
Quattro anni più tardi, nel 1858, le apparizioni di Lourdes confermeranno a Bernadetta Soubirous il privilegio della Madre di Dio.
I suoi piedi sono posati sulla metà del globo e schiacciano la testa al serpente
La semisfera è il globo terrestre, il mondo. Il serpente, come presso gli Ebrei e i Cristiani, simboleggia Satana e le forze del male.
La Vergine Maria stessa, è impegnata nella battaglia spirituale, nella lotta contro il male, di cui il nostro mondo è il campo di battaglia. Maria ci chiama ad entrare nella logica di Dio, che non è la logica di questo mondo. E’ questa la grazia autentica, quella della conversione, che il cristiano deve chiedere a Maria per trasmetterla al mondo.
Le sue mani sono aperte e le sue dita sono ornate di anelli ricoperti di pietre preziose, dalle quali escono raggi, che cadono sulla terra, allargandosi verso il basso.
Lo splendore di questi raggi, come la bellezza e la luce dell’apparizione, descritte da Caterina, richiamano, giustificano e nutrono la nostra fiducia nella fedeltà di Maria (gli anelli) nei confronti del suo Creatore e verso i suoi figli, nell’efficacia del suo intervento (i raggi di grazia, che cadono sulla terra) e nella vittoria finale (la luce), poiché lei stessa, prima discepola, è la primizia dei salvati.

…dolorosa
La medaglia porta sul suo rovescio una lettera e delle immagini, che ci introducono nel segreto di Maria.
La lettera « M » è sormontata da una croceLa « M » è l’iniziale di Maria, la croce è quella di Cristo.
I due segni intrecciati mostrano il rapporto indissolubile che lega Cristo alla sua santissima Madre. Maria è associata alla missione di Salvezza dell’umanità da parte del figlio suo Gesù e partecipa, attraverso la sua compassione (cum+ patire= patire insieme), all’atto stesso del sacrificio redentivo di Cristo.
In basso, due cuori, l’uno circondato da una corona di spine, l’altro trapassato da una spada:
il cuore coronato di spine è il cuore di Gesù. Ricorda l’episodio crudele della Passione di Cristo, prima della morte, raccontata nei Vangeli. Il cuore simboleggia la sua Passione d’amore per gli uomini.
Il cuore trafitto da una spada è il cuore di Maria, sua Madre. Si riferisce alla profezia di Simeone, raccontata nei Vangeli, il giorno della presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme da Maria e Giuseppe. Simboleggia l’amore di Cristo, che è in Maria e richiama il suo amore per noi, per la nostra salvezza e l’accettazione del sacrificio del suo Figlio.
L’accostamento dei due Cuori esprime che la vita di Maria è vita d’intima unione con Gesù.
Attorno sono raffigurate dodici stelle.
Corrispondono ai dodici apostoli e rappresentano la Chiesa. Essere Chiesa, significa amare Cristo, partecipare alla sua passione, per la Salvezza del mondo. Ogni battezzato è invitato ad associarsi alla missione del Cristo, unendo il suo cuore ai Cuori di Gesù e di Maria.
La medaglia è un richiamo alla coscienze di ciascuno, perché scelga, come Cristo e Maria, la via dell’amore, fino al dono totale di sé.
Caterina Labouré morì in pace il 31 dicembre 1876: «Parto per il cielo… vado a vedere Nostro Signore, sua Madre e san Vincenzo».
Nel 1933, in occasione della sua beatificazione, si aprì il loculo nella cappella di Reuilly. Il corpo di Caterina fu ritrovato intatto e trasferito nella cappella della rue du Bac; qui venne installato sotto l’altare della Vergine al Globo.

Povero Crocifisso, rimosso in nome della bontà laica: vergogna nel Milanese
27 novembre 2015 ore 11:33, Americo Mascarucci
Un concerto di Natale in una scuola del Milanese è stato rinviato e il crocifisso "rimosso" in nome "della laicità". 
L'episodio, probabilmente destinato a suscitare polemiche, segue quello avvenuto in un istituto del Bergamasco. A riportarlo è il quotidiano Il Giorno. 
E' accaduto all'Istituto comprensivo Garofani di Rozzano (Milano) dove "hanno deciso di applicare una linea rigorosamente improntata alla laicità in occasione dei festeggiamenti natalizi che cadono dopo la strage terroristica di Parigi. Una linea contestata da un gruppo di genitori, che sta preparando una lettera di protesta contro la scelta del dirigente scolastico reggente, Marco Parma (già candidato sindaco per la lista civica 'Aria pulita' e per il M5S a Rozzano)". 
"Nel mirino dei genitori - scrive il quotidiano - è finita innanzitutto la cancellazione della 'Festa musicale di Natale' che negli ultimi anni si era tenuta a teatro". Un appuntamento con canti e cori non solo natalizi. Ma quest'anno alcuni genitori avevano chiesto di inserire alcuni canti più squisitamente natalizi come 'Adeste fideles' e 'Tu scendi dalle stelle'.
I vertici scolastici hanno deciso di spostare il concerto dopo le festività cambiandogli addirittura il nome: non più "Concerto di Natale", bensì "Concerto d'Inverno" e questo perché mentre il Natale ha un significato prettamente cristiano, l'inverno riveste invece un carattere di universalità, o meglio di neutralità.
Il secondo elemento di polemica tra dirigenti scolastici e genitori riguarda l’esposizione del crocifisso nelle aule. E le versioni dei vertici divergono. Parma sostiene che "i crocifissi non ci sono da tempo, un paio di genitori ha proposto di metterli nelle aule e il Consiglio di Istituto a giugno ha respinto la proposta". La Godi, invece, spiega "che in due aule i crocifissi c’erano e nelle altre no. La decisione del Consiglio di Istituto è stata quella di uniformare e togliere i crocifissi che c’erano". Risultato finale: concerto di Natale cancellato e crocifisso rimosso. 
Complimenti davvero, non c'è che dire! 
Tuttavia certo interesse per l'altrui sensibilità eventualmente ferita dei non cristiani - sembra tanto un pretesto utile per cancellare sempre di più la religione dalle scuole e far maturare nelle nuove generazioni una coscienza laica basata sul rifiuto dei simboli religiosi e sul ripudio delle radici cristiane dell'Italia. Un dogmatismo a rovescio, una sorta di educazione al pensiero unico. Sradicando la religione dalla società, è la pretesa dei laicisti duri e puri fra cui si annoverano purtroppo tanti insegnanti e dirigenti scolastici, si favorirebbe l'integrazione. Poi arrivano le stragi di Parigi e persino il Premier Matteo Renzi si rende conto che è necessario investire in cultura per riscoprire e riaffermare la nostra identità. 
Perché proprio quell'integrazione che si è sempre pensato di favorire eliminando i crocefissi dalle aule e i presepi dalle scuole,  ha generato i fondamentalisti che poi ci colpiscono mentre stiamo al ristorante, al cinema, nei centri commerciali, ovunque. Noi ci siamo in pratica piegati a loro rinunciando ad essere noi stessi e loro, dopo averci "condannato" a rinunciare alle nostre tradizioni, ci condannano a morte con le stragi e gli attentati. 
Eppure di fronte ad episodi come quelli di Rozzano proprio quell'Islam che nei paesi musulmani difende con orgoglio il proprio credo, non rinuncia alle proprie tradizioni e non si preoccupa di offendere la sensibilità dei non islamici (ad esempio quella di non essere svegliati in piena notte dai muezzin che predicano dagli altoparlanti invitando alla preghiera e recitando i versi del Corano) ci fa provare invidia di fronte ad un Occidente che al contrario è pronto a sacrificare storia, cultura, arte, tradizione e fondamenti religiosi pur di apparire così tanto "politicamente corretto".
Se pregare il Padre Nostro è "offensivo"
Un multisala Vue
Il Padre Nostro, la preghiera insegnataci da Gesù, può risultare offensiva per qualcuno? Sì, secondo le tre maggiori catene di cinema britanniche, Cinemaworld, Vue e Odeon, hanno deciso di non proiettare il messaggio promozionale della Chiesa Anglicana, Just Pray, in cui persone di ogni colore ed estrazione sociale, a partire dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, recitano il Padre Nostro. Il breve video doveva andare sugli schermi prima del prossimo sequel di Guerre Stellari, il Risveglio della Forza, in uscita per il 18 dicembre, una settimana prima di Natale. Era previsto che fosse vista da una audience di almeno 5 milioni di persone. Ma non sarà nella stragrande maggioranza delle sale. E, per una volta, cristiani, musulmani e atei sono uniti contro questa incredibile decisione.
I boicottaggi contro film e opere di ispirazione cristiana sono abbastanza frequenti di questi tempi. Pensiamo solo, restando in Italia, all’accoglienza ricevuta da film come Katyn(proiettato solo nelle parrocchie) o Cristiada (arrivato con grandissimo ritardo e su un circuito limitato). Ovviamente le giustificazioni sono sempre di natura tecnica o commerciale: la stagione è sempre quella “sbagliata”, il soggetto “non attira il pubblico” (salvo che poi i cinema parrocchiali scoppiano di gente) e cose simili. Nel caso della censura al video Just Pray, però, la motivazione della concessionaria di pubblicità Dcm (di proprietà di Odeon e Cinemaworld) è abbastanza esplicita: “Alcune pubblicità – anche inavvertitamente – posso oltraggiare coloro che credono in differenti idee politiche, così come in differenti religioni o non hanno alcun credo. Da questo punto di vista, la Dcm pone sullo stesso piano tutte le convinzioni politiche e religiose”. Quindi: il Padre Nostro sarebbe “offensivo”. Le stesse tre catene di cinema, stando a quanto rileva il quotidiano conservatore britannico The Daily Mail (quello che ha scoperchiato il caso), è solita proiettare, prima di film per bambini, anche pubblicità di alcolici (e gli alcolici, in Gran Bretagna, sono vietati ai minori di 15 anni), oppure spot di videogiochi violenti Vm 18. Non si è mai posta troppo il problema di cosa possa offendere o no il pubblico, da un punto di vista morale. Dal punto di vista politico, nel corso della campagna per il referendum indipendentista scozzese, la Dcm aveva distribuito nelle sale gli spot sia del Sì che del No. E aveva ricevuto una valanga di proteste da parte dei sostenitori di entrambe le parti. Per una questione molto più divisiva (nel senso letterale del termine) quale una secessione, gli spot erano stati proiettati fino all’ultimo, tenendo fede al principio di libertà di espressione.
Fin dalla scorsa primavera tutto stava procedendo tranquillamente. A maggio, la Dcm aveva offerto alla Chiesa d’Inghilterra uno sconto del 55% per incoraggiare la diffusione del suo spot. Le autorità erano d’accordo: il video si era guadagnato l’Universal Classification (adatto a tutti i tipi di pubblico) dalla Bbfc (British Board of Film Classification) ed era stato approvato dalla Caa (Cinema Advestising Association) senza riserve. Cosa sia cambiato non si sa. Ma secondo l’inchiesta del Daily Mail, è avvenuto un cambio abbastanza improvviso di direzione del consiglio d’amministrazione della concessionaria nel mese di agosto. Il motivo? Odeon, Cinemaworld e anche Vue avevano posto il veto. Alla fine di agosto, la Chiesa di Inghilterra si era rivolta alla Dcm, ottenendo risposte rassicuranti. Ma il 16 settembre è arrivata un’altra doccia fredda, con un’email mandata dal direttore finanziario della concessionaria al responsabile della comunicazione della Chiesa, il reverendo Arun Arora: “Dopo aver esaminato a fondo la vicenda, sono spiacente di comunicarle che non siamo nelle condizioni di procedere con la campagna proposta dalla Chiesa di Inghilterra. La Dcm segue una politica di non diffusione di pubblicità legate a un credo personale. I nostri membri hanno pensato che proiettare questo video comporti il rischio di offendere, o oltraggiare certi settori del pubblico. Noi alla Dcm abbiamo avuto un’esperienza di prima mano quando abbiamo ricevuto numerosi commenti negativi dal pubblico dopo la nostra decisione di distribuire le campagne sia del Sì che del No prima del voto sull’indipendenza scozzese. Dopo quanto appreso da questa lezione, il consiglio di amministrazione della Dcm ha preso la decisione di non proiettare più pubblicità riguardanti la politica o la religione”.
Politica e religione, però, non sono la stessa cosa. O sì? La Chiesa di Inghilterra, sin da quando nacque sotto Enrico VIII (1491-1547), è una Chiesa di Stato. Al suo vertice non c’è l’arcivescovo di Canterbury, ma la regina Elisabetta II. Censurando la sua pubblicità “perché potrebbe offendere il pubblico”, la concessionaria pubblicitaria più importante dei cinema inglesi, ha di fatto censurato la regina. Ai tempi di Enrico VIII le teste dei suoi consiglieri d’amministrazione avrebbero ornato i ponti del Tamigi. Al giorno d’oggi i tempi son cambiati. L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, si limita a constatare che le motivazioni di questa censura preventiva siano ridicole: “Sarebbe come dire che una messa natalizia possa offendere qualcuno”. E minaccia di far causa alla concessionaria di pubblicità per discriminazione religiosa. Secondo il premier conservatore David Cameron, questa decisione è “ridicola”. Secondo il sindaco di Londra, il conservatore Boris Johnson, è “un oltraggio”. Ma la reazione più imprevedibile è giunta dalla comunità musulmana (per “tutelare” la quale si è deciso di provvedere alla censura) che ha preso le difese dei connazionali cristiani. L’autocensura è “incredibilmente sconcertante”, secondo Ibrahim Mogra, vice-segretario del Muslim Council of Britain. Ma anche Richard Dawkins, biologo e ateo militante (la versione inglese di Odifreddi) ha preso le difese della libertà di religione in questo caso: “Se qualcuno si ritiene offeso da una preghiera, merita di essere offeso”.
In ogni caso, per ora la censura resta. Prossimamente sugli schermi inglesi andrà, invece, senza problemi, la pubblicità di promozione delle politiche dell’Onu contro la povertà. Con Liam Neeson che recita “la voce di Dio”. E’ la nuova religione globale?
di Stefano Magni 27-11-2015

VOLETE UN ASSAGGIO DELLA VIOLENZA CHE ATTENDE CHI DIFENDE LA FAMIGLIA? GUARDATE LA GERMANIA

Volete un assaggio della violenza che attende chi difende la famiglia? Guardate la Germania

25 ottobre 2015. Nel teatro Schaubühne di Berlino, va in scena uno spettacolo intitolato Fear(“Paura”). Sul palcoscenico appaiono degli zombie di nazisti le cui facce sono quelle di cinque personaggi pubblici che in Germania si battono contro la ridefinizione del matrimonio e della sessualità umana. Mentre vengono cavati gli occhi alle sagome si sente una voce dire: «Gli zombie muoiono solo quando gli spari direttamente nel cervello e il loro cervello muore. Questo è l’unico modo».
25 ottobre 2015. L’auto di uno dei cinque personaggi pubblici rappresentati nello spettacolo viene bruciata.
3 novembre 2015. La macchina di un altro dei protagonisti viene bruciata insieme al negozio di famiglia.
Gli autori di Paura negano ogni possibile legame tra la loro opera e i fatti.

Gli “zombie nazisti” rappresentati nello spettacolo sono Beatrix von Storch, membro del parlamento europeo e del partito “Alternativa per la Germania” (Afd), che ha subìto l’attentato del 25 ottobre, Hedwig von Beverfoerde, tra i leader dell’organizzazione “Demo für Alle” che si batte contro l’indottrinamento gender nelle scuole (è lei il bersaglio del 3 novembre), Frauke Petry, dirigente di Afd, e la giornalista Birgit Kelle. La quinta “zombie” è infine Gabriele Kuby, sociologa, critica letteraria, scrittrice, ex femminista sessantottina convertita al cristianesimo. «La battaglia si sta spostando da un piano verbale a uno fisico», dice Kuby a tempi.it, confessando di temere ripercussioni violente, ma «non per questo smetterò di difendere l’uomo e la famiglia».
Come ha reagito quando ha saputo dello spettacolo?
Non ho visto lo spettacolo perché per me potrebbe essere pericoloso partecipare, anche se il teatro ha dichiarato che la violenza contro di noi non c’entra nulla con lo spettacolo, che comunque tornerà in scena il gennaio prossimo.
Ha intenzione denunciare gli autori per diffamazione e istigazione alla violenza?
Direbbero che c’è un conflitto fra i diritti della persona e la libertà di espressione artistica. Ed è difficile contestarli a causa del relativismo che colpisce anche l’interpretazione delle leggi da parte dei giudici: se non c’è una verità oggettiva, allora non c’è limite alla libertà di parola. Sto valutando se procedere a giudizio come hanno già fatto le persone che hanno subìto gli attentati.
Teme per la sua incolumità?
Sì, e soffro perché l’autore dello spettacolo mi fa apparire come una nazista, mentre sono solo una cattolica. Durante lo spettacolo hanno usato la mia voce, registrata quando parlavo contro la sessualizzazione forzata dei bambini nelle scuole. Ma il mio discorso è stato tagliato per farmi dire l’opposto: metto in guardia dalla nascita di un nuovo totalitarismo mentre sembra che ne auspichi il ritorno. Oggi chi si pone contro la visione pansessuale viene dipinto come un nemico della libertà, mentre quello che faccio è solo difendere la Costituzione tedesca, la famiglia e i diritti dei bambini innocenti.
Le violenze hanno avuto conseguenze sul suo lavoro?
Sì, ma non smetterò di difendere la verità per il bene della famiglia e dell’essere umano, sebbene il pensiero relativista totalitario sembri prevalere. Come siamo orgogliosi di persone che hanno resistito ai nazisti, diventando per noi fonte di ispirazione, così spero di incoraggiare la generazione futura. La verità può essere messa a tacere temporaneamente, ma non può essere distrutta.




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