ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 26 dicembre 2015

Ognuno dà il Pane che ha..!

Il corretto modo di fare la Comunione

Tutti noi sappiamo che il sacramento dell’Eucaristia, e in particolare la sacra Comunione, è il tesoro massimo, il vero cuore spirituale e la santità stessa della Chiesa. D’altra parte si deve constatare che il momento della sacra Comunione, in non poche assemblee liturgiche dei nostri giorni, diventa meno sacrale e augusto e riveste sempre più un carattere di quotidianità, giacché mancano quasi del tutto evidenti segni esteriori di adorazione verso le sacre Specie e la cura riverente dei frammenti dell’ostia sacra.
A questa situazione ha contribuito in gran parte innegabilmente anche l’uso di ricevere la sacra Comunione in piedi e nella mano. Sembra che i pastori della Chiesa si siano abituati a questa situazione.
Ogni sacerdote deve sentire nella sua anima l’ardente desiderio perché il Signore sia ricevuto dai fedeli nella sacra Comunione in stato di grazia, in stato di amicizia con Dio conformemente alla verità divinamente rivelata e trasmessa da san Paolo: “Ciascuno esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice. Perché chi mangia e beve indegnamente il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1 Cor 11,28-29).
Altrettanto ogni sacerdote deve contribuire perché al Signore Eucaristico sia reso anche il dovuto e inequivocabile gesto d’adorazione esterna come frutto naturale dell’atteggiamento e della purezza interiore. Il momento della sacra Comunione, una volta divenuto più sacro e augusto, avrà anche una forza d’irradiazione edificante ed educativa come lo mostra la millenaria tradizione della Chiesa del Rito Latino e ancora oggi l’esempio di tutte le Chiese orientali. 
La pratica di ricevere la Comunione direttamente in mano espone innegabilmente il Corpo di Cristo – poiché provato dai fatti quotidiani accertati in tutto il mondo – a una notevole perdita dei frammenti eucaristici che saranno calpestati e facilita inoltre il furto delle ostie sacre. Possiamo restare ancora indifferenti davanti a questi fatti? Per un’anima che ama veramente il Signore tali fatti non dovrebbero apparire veramente orribili? Perché non ritornare al modo più sicuro, più sacro e sperimentato da oltre un millennio di ricevere il Corpo di Cristo direttamente in bocca, evitando così la dispersione dei frammenti e riducendo notevolmente i casi del furto delle ostie sacre? [...]
Il culto pubblico del nostro Dio incarnato richiede, però, oggettivi e inequivocabili segni di adorazione e di sacralità riguardo al Corpo di Cristo per garantire massimamente atti interiori e anche esteriori di adorazione, di umiltà e di intima devozione. Se un fedele crede profondamente nel più grande dei miracoli, cioè nella presenza reale di Cristo nel pane transustanziato, e se ama ardentemente Cristo e il Suo onore, non si sentirà triste od offeso se la Chiesa lo invita a ricevere Cristo direttamente in bocca, essendo questo modo più sicuro e meno simile al modo di assumere un cibo comune e perché in questa maniera si perdono meno frammenti e si riduce il furto delle ostie? Considerando questi aspetti con fede e amore, il fedele dovrebbe rinunciare a una sua abitudine o preferenza personale (per esempio, ricevere la Comunione in mano e in piedi), poiché qui si tratta primariamente del Signore e non dell’io del comunicante.
Tutti i possibili argomenti in favore di continuare con la prassi di ricevere il Corpo di Cristo in piedi e sulla mano perdono la loro consistenza davanti a fatti oggettivamente gravi (e spesso orribili) come quelli della dispersione dei frammenti eucaristici, del furto delle ostie sacre e dell’offuscamento dell’aspetto sacrale, sublime e solenne della Comunione Eucaristica.
Sembra esserci da parte di molti Pastori della Chiesa un’insufficiente coscienza della situazione realmente grave causata dalla pratica della Comunione in mano, forse a causa di una specie di letargia pratica riguardo al Signore Eucaristico che è il tesoro più importante e più sacro della Chiesa. Una tale letargia pratica spesso è causata da un’attenzione unilaterale a quello che è temporale e alle cose amministrative e terrene. I Pastori della Chiesa sono i primi che devono esaltare Cristo e darGli il primato in tutti gli aspetti secondo l’esempio degli Apostoli e dei santi vescovi: “Lui deve avere il primato in tutte le cose” (Col 1,18).
Talvolta si può osservare durante la liturgia una mancanza di sensibilità nel prestare attenzione e onore a Cristo. Nello stesso tempo, però, le stesse persone sono angosciate e persino scrupolose nel preparare e osservare i minimi dettagli per onorare persone umane in occasione di ricevimenti, raduni o conferenze. In tali occasioni spesso nessun dettaglio è trascurato mentre nel ricevere il Re dei re durante la santa Comunione i gesti dettagliati di adorazione, di sacralità e sicurezza sono trascurati senza scrupoli.
Si pu anche notare questo: quando i piccoli nella Chiesa (persone pie e bambini) vogliono mostrare verso il Corpo di Cristo chiari gesti di venerazione durante la santa Comunione, ci sono dei chierici chi impediscono di farlo. In tali situazioni viene in mente spontaneamente una simile scena nel Vangelo: quando Gesù entrò a Gerusalemme, i discepoli e alcuni bambini gettarono vesti e rami di palme sulla strada per onorarLo. “Alcuni farisei tra la folla gli dissero: ‘Maestro, rimprovera i tuoi discepoli’. Ma Egli rispose: ‘Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre” (Lc 19,39-40). Alle volte si ha l’impressione che la vera portata dell’incredibile miseria nella quale si trova ai nostri giorni il Signore Eucaristico durante la distribuzione della santa Comunione è paradossalmente nascosta a un gran numero di vescovi e di sacerdoti, ma rivelata al contrario agli occhi della fede e ai cuori dell’amore dei piccoli nella Chiesa. [...]
Dobbiamo ascoltare anche la voce dei piccoli nella Chiesa, cioè la voce di innumerevoli fedeli, bambini, giovani, padri e madri di famiglia, anziani, i quali nella manifestazione visibile del loro rispetto e amore verso il Signore Eucaristico sono stati umiliati e disprezzati in mezzo alla Chiesa da parte di un clericalismo arrogante e senza dubbio farisaico.
Questi piccoli amanti e difensori dell’Eucaristia rinnoveranno la vita della Chiesa ai nostri giorni e a loro si applicano a giusto e meritevole titolo queste parole di Gesù: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25). Questa verità ci dia speranza e luce in mezzo alle tenebre e aumenti la nostra fede e il nostro amore per Gesù Eucaristico giacché, quando abbiamo Gesù Eucaristico, abbiamo tutto e nulla ci mancherà.

Mons. Athanasius Schneider

Da Non è pane, è Gesù ⇒ I LIBRI DEL RITORNO ALL'ORDINE  
http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=1339


Pranzo di Natale, in seicento a Sant'Egidio. Parolin: «Il Papa vi vuole bene»

Pranzo di Natale, in seicento a Sant'Egidio. Parolin: «Il Papa ...

www.ilmessaggero.it/.../sant_egidio_600_ospiti_pranz...



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«Abbiamo mangiato bene, gli uni accanto agli altri, ma soprattutto abbiamo fatto esperienza di fraternità e amore reciproco - ha detto Parolin -. Siamo tutti figli di Dio e fratelli fra di noi. Sono felice ed emozionato. Mi auguro che continui così tutti i giorni della nostra vita. Grazie per avermi invitato». 

Come ogni anno dal 1982 Sant'Egidio, che ha la sua sede principale a Trastevere, offre il pranzo di Natale nella Basilica ad anziani soli, senza tetto, Rom, immigrati e italiani in difficoltà. Quest'anno è particolarmente numerosa la percentuale di rifugiati e richiedenti asilo, viene riferito. In tutta Roma Sant'Egidio ha accolto a pranzo oggi 20 mila persone, ben 200 mila in 650 città del mondo, soprattutto in Africa, Asia e Sud America, secondo le cifre fornite dalla Comunità. È stato creato l'hashtag #mercychristmas, in cui 'mercy' richiama la misericordia del Giubileo straordinario.
http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/sant_egidio_600_ospiti_pranzo_natale_parolin-1446538.html

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