Francesca Chaouqui
Francesca Chaouqui è una perfetta sconosciuta quando Francesco inizia il suo pontificato
Francesca Chaouqui è una perfetta sconosciuta quando Francesco inizia il suo pontificato
Una vaporosa pr. Francesca Chaouqui è una perfetta sconosciuta quando Francesco inizia il suo pontificato.
È una donna, pure giovane, e questo basta e avanza per accreditarla nelle stanze austere della finanza vaticana, sotto assedio per via di scandali, inchieste e intrighi. Lei rappresenta il cambio di passo e lei tesse la sua tela: vorrebbe essere un'icona, è solo una meteora. Gestisce informazioni riservate, molti la scambiano per amica del Papa. Frequenta i giornalisti, dà le dritte giuste, punge come uno spillo i suoi nemici, dipinti come restauratori di un oscuro Ancien Régime. Una favola che non sta in cielo ma in terra trova un certo credito. Il vento soffia nella direzione giusta, la sua, ma non è lo Spirito. E così ci pensa la procura di Terni a scoperchiare il verminaio. Intercettazioni su intercettazioni: uno sciame di rapporti obliqui, mezzi ricatti, soffiate ai cronisti, battute irriferibili sul sesso e disquisizioni erotiche con il sempre presente monsignor Lucio Vallejo Balda, suo potente partner nella Commissione che dovrebbe riformare le finanze vaticane e, già che c'è, per una breve stagione pure suo amante. Terni indaga sul castello di Narni, al centro di un disastro finanziario che coinvolge la curia. Quel che emerge, secondo l'accusa, è una rete imbarazzante con tanto di accessi clandestini a pc carichi di informazioni come caveau e utilizzo spregiudicato delle informazioni riservate. L'indagine esplode quando la cometa di Francesca Chaouqui è già caduta dal firmamento come una stella cadente. Anzi, una stellina: vengono arrestati, lei e l'inseparabile monsignore, dagli inflessibili gendarmi di Papa Francesco che pratica la misericordia ma non si dimentica della giustizia. Sono loro i corvi di Vatileaks o almeno questo pensa il postulatore che è il pm dello stato più piccolo del mondo. E sono stati loro a smistare le carte di due libri gettonatissimi che hanno mostrato in edizione planetaria ammanchi e ruberie fin dentro il Sacro collegio. Dietro i best seller di Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi c'erano le loro manine. Carriera finita. La vaporosa pr è costretta ad uscire di scena. E si vendica spargendo veleno: muoia Francesca con tutti i cardinali.
- Ven, 01/01/2016
http://www.ilgiornale.it/news/francesca-chaouqui-1209197.html
Vi racconto cosa farò in carcere nel 2016
Andrò in carcere, credo ad aprile. Subito dopo Pasqua.
Sconterò un anno e mezzo di pena. Partorirò in carcere e... Che cosa ha scritto
Francesca Immacolata Chaouqui su Facebook
Mancano poche ore alla fine del 2015. Tempo di bilanci.
E di propositi.
Questo è stato un anno incredibile per me. Un anno dove
il bene e il male si sono alternati. L’anno delle decisioni.
A gennaio del 2015 ho scelto di lavorare in proprio. Avevo
avuto una serie di colloqui con alcune aziende ma quello che mi veniva offerto
non era in linea con alcune scelte di campo che avevo fatto. La prima di tutte,
un tempo maggiore da dedicare alla famiglia, tornare a casa in orari decenti.
Così in pochi mesi ho creato una rete di clienti
ritagliandomi lo spazio per lavorare ma anche per il resto, una novità assoluta
nella mia esistenza.
Nel 2015 in Vaticano ho sperimentato il valore reale e
concreto dell’impegno nella carità. Una fondazione, una raccolta fondi
importante, 2 opere importanti per i poveri realizzate. Ho conosciuto in questa
avventura della gente incredibile. Un pezzo di Vangelo animato come li chiamo
io. Sacerdoti, medici, imprenditori schierati vicino agli ultimi. Esperienza
unica.
Ho viaggiato, ho fatto tardi, ho visto più albe che mattine
per la mia solita insonnia, ho riso tanto, visto tanto. Creduto, sperato.
Mi sono arrabbiata e a volte pentita.
Ho litigato con molte persone. Ho ricommesso l’errore di
fidarmi troppo è troppo in fretta di tante persone.
Poi Lui. Prima solo un test di gravidanza: positivo. Poi
l’ecografia. La gioia. La speranza.
Lo sapevo da 1 settimana di essere incinta quando mi hanno
arrestata in Vaticano. Non me lo aspettavo di essere arrestata. Mai neanche
lontanamente l’avrei creduto possibile.
Mio figlio da eroe è riuscito a superare i primi mesi,
quando tutti dicevano che difficilmente ce l’avrebbe fatta. Nel buio di quei
giorni la luce degli amici e dei colleghi. Nessuno è sparito come tutti
pronosticavano: non solo gli amici di sempre anche i “potenti”, la gente con
cui ho contatti per lavoro. Nonostante le paginate sui giornali che hanno
finito per coinvolgere anche loro: la gente sa chi sono davvero, chi mi ha
conosciuto anche solo per una riunione mi ha scritto che mi aspetta in pista
appena questa storia sarà finita.
Ma il 2016 non sarà la fine.
Io verrò condannata. Sono innocente ma sarò dichiarata
colpevole. Non c’è possibilità che il tribunale vaticano, dopo avermi
arrestato, dopo aver creato un processo che doveva concludersi in pochi giorni
e che si sta protraendo per mesi, dopo che questa vicenda ha fatto il giro
dell’universo conosciuto, dica “ci siamo sbagliati” abbiamo messo alla sbarra
una innocente incinta per giunta.
Quindi sarò condannata. Senza prove. Senza motivo. Pagherò
il fastidio di aver obbedito al Papa e non essermi schierata con chi diceva “il
Papa passa, la curia resta”.
Andrò in carcere. Ho rinunciato ad ogni mezzo di appello, e
non ho chiesto nessuna Grazia. Quel tribunale condannandomi dovrà assumersi la
responsabilità di eseguire la pena.
E so che lo farà. Anche lì non c’è scelta. A meno di perdere
ogni credibilità, già compromessa.
Andrò in carcere, credo ad aprile. Subito dopo Pasqua.
Sconterò un anno e mezzo di pena. Partorirò in carcere.
Non può andare diversamente. Ho sistemato già quasi tutto,
suddiviso i clienti fra i colleghi che potranno portare avanti il lavoro
nell’attesa che io esca, ho accettato di farmi assistere da una agenzia
letteraria. In carcere scriverò. Non il libro che avevo in cantiere sulla
mafia, ma la mia storia. Questa storia. Ho fatto credere a mia nonna che forse
partirò per lavoro, mia madre sa la verità, seppur faccia finta di non
crederci. Mio marito è arrabbiato per la mia scelta, non ne parla. Non ancora.
Insomma ho pianificato tutto. Eppure… non è semplice.
Quando accadrà vorrei solo non avere paura, vorrei che le
persone a cui tengo capissero le ragioni per cui un innocente sceglie di non
combattere contro l’ingiustizia. Perché se sei cattolico non ti opponi al
tribunale del Papa. Sai che devi accettare quello che ti è accaduto. La chiesa
sbaglia. E spesso gli uomini fuggono. Ma la chiesa è la sposa di Cristo. E solo
accettandone le debolezze e prendendo sulle spalle le conseguenze degli errori
della chiesa, resterò in Cristo.
Ecco perché andrò volontariamente in galera per un reato che
non ho commesso.
Trascorrerà così il mio 2016. Ci sarà mio figlio, il dono di
questo tempo. Nascerà in carcere e da grande gli spiegherò perché la sua vita è
iniziata lì. Gli insegnerò con gli anni che le sbarre non fermano le idee, il
coraggio, la libertà.
Eccolo qua il mio 2016. Questo è il primo anno in cui so che
dovrò fermarmi. Niente progetti. Niente sogni. 15 metri quadrati
diventeranno il mio mondo nel 2016. Io abituata da troppi anni ad avere come
unico limite l’orizzonte.
Da lì, ricostruirò il mondo. Ripartirò.
Sarà dura. Ma ce la farò.
Pochi mesi ancora prima del carcere. Mi godrò il bello di
ogni cosa. Farò tante cose. Torneró a San Sosti ogni volta che potrò, lavorerò
forte, mi godrò gli amici, la famiglia. Ogni istante. Per sopravvivere a quei
15 metri quadrati in Vaticano.
Da qui il mio augurio a voi.
Siate liberi. Siate forti. Siate coraggiosi. Lottate nel
2016, contro quello che non vi piace. Cambiate la vostra vita. Andate fino in
fondo.
Abbiate voglia di vivere, sempre. Anche quando sembra
impossibile.
Tutto ha senso, anche il male. Anche il carcere. Tutto.
Vivetelo questo tutto. Affrontatelo come se ogni giorno
fosse l’ultimo.
Solo così ogni istante sarà un vero inizio.
Buon 2016.
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