ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 4 febbraio 2016

La 'Notte dei testimoni'

Aleppo, la collera del vescovo
Durante la 'Notte dei testimoni' organizzata annualmente da Aiuto alla Chiesa che Soffre, l'Arcivescovo greco melchita di Aleppo, mons. Jean-Clément Jeanbart, dopo aver descritto la drammatica situazione degli aleppini, il vescovo siriano ha parlato ai giornalisti che sono venuti ad ascoltare. La traduzione dall'originale di Boulevard Voltaire 
"I media europei hanno continuato a distorcere il quotidiano di chi soffre in Siria e hanno anche utilizzato per giustificare quello che sta accadendo nel nostro paese delle informazioni senza mai controllarle», ha cominciato, fustigando le fonti di stampa create durante la guerra e usate da molte agenzie di stampa.
“Strumenti dell'opposizione armata, come l'Osservatorio siriano per i diritti umani, fonte indiscussa dei media occidentali”.
"Dovete capire che tra lo Stato islamico e il governo siriano, la nostra scelta è presto fatta. Possiamo condannare il regime per alcune cose, ma voi non avete mai cercato di essere obiettivi ", ha ulteriormente accusato. Quando gli è stato chiesto se aveva potuto spiegare la sua posizione alle autorità francesi, monsignor Jeanbart ha detto di aver provato, prima di sentirsi dire che doveva essere "meno critico".   
Per lui, tuttavia, l'Occidente ha continuato a tacere su quanto commesso dall'opposizione armata, al contempo denigrando il governo siriano e il suo presidente. " Bachar Assad ha molti difetti, ma sappiate che ha anche qualità ", ha spiegato," le scuole erano gratuite; gli ospedali, le moschee e le chiese non pagano nessuna tassa: ma quale altro governo nella regione fa queste cose, siate onesti? Ricordatevi anche che, se noi preferiamo sostenere il governo oggi, è perché temiamo l'istituzione di una teocrazia sunnita che ci priverebbe del diritto di vivere sulla nostra terra”.   
E ha continuato: "Sì, ho cercato di dire tutte queste cose alle autorità francesi, ma cosa vi aspettate da un Laurent Fabius che pensa di essere un Padreterno nel decidere chi merita o meno di vivere su questa Terra? "ha risposto, visibilmente stanco (Laurent Fabius aveva detto che Assad non merita di essere sulla terra). "E 'possibile che la Francia - che amo e che mi ha educato attraverso le comunità religiose che si erano stabilite in Siria - sia cambiata così tanto? E' possibile che i suoi interessi e il suo amore per il denaro abbiano avuto la precedenza sui valori che una volta difendeva? " ha continuato l'arcivescovo con amarezza.  
Sui vescovi francesi mons. Jeanbart ha detto: "La Conferenza dei Vescovi di Francia avrebbe dovuto fidarsi di noi, sarebbe stata meglio informata. Perché i vostri Vescovi sono stati in silenzio circa una minaccia che è ora anche la vostra? Perché i vescovi sono come tutti voi, avvezzi al politicamente corretto! Ma Gesù non è mai stato politicamente corretto, è stato politicamente giusto! " è sbottato.  

"La responsabilità di un vescovo è quella di insegnare, e usare la sua influenza per trasmettere la verità. I vostri vescovi perché hanno paura di parlare? Naturalmente saranno criticati, ma darà loro la possibilità di difendersi e difendere questa verità. Dobbiamo ricordare che il silenzio a volte è un segno di assenso".   
E' anche la politica migratoria dei paesi occidentali che l'arcivescovo ha criticato: "L'egoismo e gli interessi servilmente difesi dai vostri governi alla fine uccideranno anche voi. Aprite gli occhi, non avete visto quello che è successo di recente a Parigi? " ha aggiunto l'arcivescovo, prima di concludere supplicando:" Abbiamo bisogno che voi ci aiutiate a vivere a casa nostra! [...] Non posso accettare di vedere la nostra Chiesa di duemila anni scomparire. Preferisco morire piuttosto che vivere questo”. 
MARCO TOSATTI 03/02/2016

Si avvicina la liberazione di Aleppo con l’avanzata dell’Esercito siriano mentre i negoziati a Ginevra vengono interrotti

Soldati siriani a Salma liberata

Prosegue sul terreno l’offensiva dell’Esercito siriano sia verso Aleppo, sia  sul fronte Ovest, mentre i gruppi terroristi, appoggiati dai sauditi, turchi e USA , martellati dall’aviazione russa e dai colpi delle forze siriane, subiscono colossali perdite e devono arretrare in cerca di vie di fuga.
Le forze siriane nelle ultime ore hanno respinto un attacco terrorista dell’ISIS (Daesh in arabo) su Deir al- Zur (este) ed hanno ucciso 40 miliziani componenti del gruppo Yeish al-Fatah ad Hama (ovest).

Secondo quanto comunicato dall’agenzia SANA, l’esercito siriano ha distrutto due veicoli caricati con esplosivo che i miliziani jihadisti volevano utilizzare contro le difese dell’aereoporto di Deir al Zur. Vari miliziani sono rimasti uccisi o feriti nell’operazione, ha aggiunto la stessa fonte.
Allo stesso modo la fonte spiega che il gruppo di “Yeish al-Fatah”, oltre ai suoi componenti rimasti uccisi, ha perso un magazzino di munizioni individuato e distrutto in una operazione lanciata dai soldati siriani contro le sue posizioni nella provincia di Hama.
I nuovi successi dell’Esercito siriano fanno registrare l’avanzata inarrestabile delle forze siriane in tutto il territorio della Siria, con l’appoggio dell’aviazione russa-siriana che ha continuato a martellare incessantemente le posizioni dei gruppi terroristi.
Fonte: Hispan Tv
Nota: Non sono bastati gli aiuti in armi, munizioni, equipaggiamenti, fatti arrivare attraverso la Turchia dai Sauditi e dal Qatar ai gruppi jihadisti per cambiare le sorti del conflitto che sono ormai saldamente in mano alle forze del presidente Bashar al-Assad e della coalizione Russa-siriana-iraniana (inclusa Hezbollah) che ha determinato l’arretramento delle milizie jihadiste da tutta la Siria.
Non è bastato neanche lo sfacciato appoggio dell’artiglieria turca che ha aperto il fuoco da dietro al confine turco per appoggiare la ritirata dei gruppi terroristi, mercenari provenienti da vari paesi, che sono stati messi in rotta a seguto della conquista della città di Rabia, nelle vicinanze del confine turco.
Nel frattempo si sono interrotti i negoziati a Ginevra e l’opposizione dei gruppi anti Assad denuncia come l’avanzata delle forze governative renda di fatto del tutto inutili i colloqui in atto per consentire una soluzione pacifica per la Siria, dal momento che l’opposizione siriana sostenuta da Stati Uniti, Arabia Saudita e Turchia, poneva come precondizione del negoziato l’uscita di scena del presidente Bashar al-Assad e la cessazione dei bombardamenti.
L’avanzata dell’esercito governativo starebbe invece a dimostrare l’esatto contrario, ossia la volontà di Assad di riprendere il pieno controllo del Paese ricacciando l’Isis al di fuori dalle zone occupate con il sostegno della Russia, dell’Iran e degli Hezbollah libanesi.
Il tentativo scoperto dell’opposizione siriana è quello di fermare l’avanzata dell’Esercito siriano per consentire ai gruppi terroristi di riorganizzarsi e ricevere nuovi aiuti, armi e miliziani dai loro patrocinatori turchi, sauditi ed americani.
Un gioco in cui Assad ed i russi non cadono, dopo cinque anni di conflitto diretto dall’estero dove si è dimostrato che i miliziani che combattono contro le forze siriane sono tutti stranieri provenienti da decine di paesi che con la Siria non hanno niente a che fare, trattandosi di sauditi, afghani, ceceni, libici, tunisini, egiziani, Kossovari, pakistani ,europei, ecc. tutti arruolati dai gruppi terorristi come ISIS e Al Nusra ed attirati dalle alte paghe finanziate dall’Arabia Saudita.
Alcuni di questi gruppi, a sprezzo del ridicolo, continuano ad essere definiti “oppositori moderati” dai governi di Washington e di Londra .
Nel frattempo continua la stucchevole propaganda sostenuta dai media occidentali che, dopo tutte le menzogne diffuse sulla Siria, continuano ad insistere nella necessità della “transizione” del dopo Assad, seguono a denunciare che gli “oppositori” di Assad vengono bombardati dall’aviazione russa, come se non fosse ormai noto che i gruppi ell’ISIS, Al Nusra, Yeish al-Fatah, ecc. sono tutti saldati in un unico fronte jihadista, costituito da miliziani salafiti, ispirati dall’ideologia wahabita, che hanno come unico obiettivo quello di rovesciare il regime laico di Damasco e costituire un califfato islamico in Siria, spartirsi i territori e proclamare la Sharia come unica legge, con l’idea di sterminare tutti i gruppi sciiti, alawiti, cristiani e drusi da loro considerati “apostati” della religione islamica sunnita. Vedi i loro proclami sul web, compresi quelli diffusi dai così detti “moderati”.
Risulta incredibile che i governi ed i media occidentali continuino a reggere questo gioco di propaganda diretto da Stati Uniti, Arabia Saudita ed Israele per assicurarsi le loro finalità strategiche ed i loro colossali interessi energetici sulla regione.
Queste finalità e questi interessi sono stati compromessi dall’intervento russo in Siria e questo spiega la ulteriore campagna di diffamazione e di contrasto alla Russia di Putin a cui non viene perdonato di aver mandato all’aria la strategia di Washington e dei suoi alleati.
Da 

Siria: Viaggio a Maaloula, la città cristiana che Assad ha salvato dai terroristi

Maaloula, città cristiana in Siria
di Eugenio Palazzini e Alberto Palladino
Maaloula, 3 feb – A Maaloula tutti la chiamano Signora della Pace, ci osserva arrivare dalla cima del brullo crinale che domina la città insieme alle bandiere della Siria sovrana. È la statua della Madonna che i terroristi di al-Nusra abbatterono come primo barbaro gesto non appena occupato questo luogo a un’ora di macchina da Damasco, simbolico ma soprattutto strategico per le sorti del conflitto.
La prima cosa fatta dall’esercito di Assad nell’aprile del 2014 non appena riconquistato il cuore della cristianità siriana, l’unico luogo al mondo dove ancora si parla l’aramaico, la lingua di Gesù Cristoè stata rimettere al suo posto la Signora della Pace. A compiere questo gesto dal forte significato, non solo per gli abitanti cristiani, furono soldati musulmani dell’esercito governativo. Qua nessuno ha mai colto, con buona pace dei nemici dell’armonia, il concetto di scontro di civiltà.
maaloula-Assad visita Monastero
Torniamo a Maaloula dopo 4 mesi, lo scorso settembre i segni del conflitto erano evidenti, tra edifici distrutti e negozi ancora chiusi a causa della devastazione perpetrata dai terroristi che non esitarono a torturare e uccidere i cittadini di ogni credo fedeli al proprio governo, stuprando le donne e lanciando bombe a casaccio tanto per colpire nel mucchio. Adesso poco è cambiato ma molti abitanti, costretti a fuggire nella vicina capitale sono tornati e il gestore del negozio di fianco al monastero di Santa Tecla ci guarda sorridente. Solo pochi mesi fa il negozio era ancora chiuso e la saracinesca ammaccata era abbassata, crivellata dai buchi delle pallottole. Lo sono ancora molti negozi di Maaloula, chiusi e ammaccati. Eppure la bandiera siriana rosso bianco nera dipinta su ognuno di essi, come sui muri delle case, serve già a dare un segnale di speranza al popolo.
All’interno del monastero sono ancora ben visibili i segni delle martellate sugli antichi mosaici e le preziose Bibbie conservate da secoli nella biblioteca bruciata sono andate perse per sempre. Non esiste più neppure l’hotel Panorama, con la caffetteria italiana La Grotta fino a cinque anni fa punto di ritrovo quotidiano di turisti e pellegrini provenienti da tutto il mondo. È stato l’ultimo edificio della città, in cui si erano asserragliati 4 mila jihadisti, ad essere riconquistato dall’esercito di Assad. Adesso è poco più che un cumulo di macerie. Camminiamo all’interno dell’ex hotel calpestando vetri rotti e cicche di sigarette, il soldato che ci precede era in prima linea nella battaglia finale per la riconquista. È ancora qua, ha lo sguardo limpido di chi ha sconfitto il buio della barbarie, e sorride. Non si muoverà dal suo avamposto, ci dice, “fino alla vittoria finale”.
Vedi Video: Il Primato Nazionale
Fonte: Il Primato Nazionale

Centinaia di terroristi scappano in Turchia di fronte all’offensiva dell’ Esercito siriano e cercano un “passaggio” per l’Europa

Terroristi scappano verso la Turchia
Centinaia di terroristi takfiri sono in fuga dalle province di Aleppo e di Latakia a causa della rapida avanzata dell’Esercito siriano, che ha conquistato nelle ultime ore varie località del nord ed ha tagliato le vie di rifornimento dei gruppi armati che utilizzano le vie di collegamento con la  Turchia.
I terorristi inoltre hanno subito forti perdite per l’avanzata delle forze dell’Esercito siriano nella parte nord della provincia di Aleppo. Decine di miliziani sono morti e molti altri sono rimasti feriti nei combattimenti con i soldati siriani ed i loro alleati (Hezbollah e reparti iraniani) che hanno portato a compimento diversi attacchi questa settimana.
Una delle cause di questa fuga in massa verso la Turchia è stata il fatto che l’Esercito sta tagliando le vie di rifornimento ed anche di fuga, per i terorristi jihadisti dei vari gruppi. Lo scorso Martedì, l’Esercito siriano ha annunciato che era stato bloccato uno dei  principali percorsi utilizzati dai terorristi, che si trova al sud di Ratyan, una località presa di recente dai soldati siriani nel nord est della provincia.
“Il blocco di questo percorso di rifornimento obbligherà i terroristi a fare fronte ad un grave problema nella zona nord ed ovest della provincia, in specie in questi giorni quando le forze governative hanno lanciato un attacco massiccio per liberare Nubbul e Zahra”, ha aggiunto il comunicato dell’Esercito.
Foreign Fighters
L’artiglieria turca copre la ritirata dei miliziani
Dall’altra parte del confine, le Forze Armate della Turchia stanno coprendo con il fuoco dell’artiglieria la fuga dei terroristi nel nord della provincia siriana di Latakia, ha denunciato un fonte militare citata dall’agenzia Sputnik.
“L’artiglieria turca apriva il fuoco ogni qualvolta che i gruppi terroristi retrocedevano, permettendo ai miliziani di fuggire e raggiungere il territorio turco”, come ha segnalato la fonte.
Inoltre la stessa fonte ha precisato che le truppe del presidente turco Recep Erdogan attaccano le posizioni dell’Esercito siriano.  Risulta che alcuni proiettili dell’artiglieria turca hanno colpito zone civili.
Lo scorso Lunedì il Governo siriano ha richiesto alla Turchia di cessare la violazione della sovranità del paese  e di rispettare le norme internazionali dopo che le forze turche avevano attaccato nel nord del paese causando vittime tra la popolazione civile.
La copertura dell’artiglieria turca sta di fatto proteggendo la fuga dei terroristi e molti di questi sono intenzionati ad imbarcarsi verso la Grecia e da lì entrare in Europa, visto che questi dispongono di falsi documenti siriani sottratti, con cui potranno mescolarsi ai richiedenti asilo nei paesi europei dove arriveranno.
Risulta certo che Il comando dell’ISIS e degli altri gruppi terorristi ha dato ordine, ai militanti dello Stato Islamico e di Al Nusra che riparano in Europa, di compiere attacchi terroristici all’interno dei paesi europei. In particolare in Francia, in Belgio in Italia ed in Gran Bretagna.  Vedi: Foreign fighters dell’Isis pronti a colpire in Europa con attacchi in stile Mumbai”
I miliziani potranno approfittare dello stato di enorme confusione che regna in paesi come Grecia ed Italia dove tutti i migranti e profughi vengono accolti, alloggiati e nutriti, senza che per questo sia necessario accertarsi della vera identità di questi elementi. I servizi di  intelligence sono stati messi in allarme.
Fonte: Al Manar 
Traduzione e sintesi: Luciano Lago

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