SANTA MARTA E SANTABARBARA
Iniziamo la presente riflessione facendo riferimento a fatti e situazioni dei nostri giorni. L’analisi, comunque, non può non risentire dell’interpretazione che anche il comune buon senso dà ad alcuni eventi che suscitano sconcerto. L’impronta e la visuale di determinate realtà mettono in luce lo sfacelo ecclesiale. Il 31 ottobre Bergoglio andrà in Svezia. Le perplessità, in campo religioso, convergono sulle fragili istanze della Chiesa luterana. Svincolata dalle proprie radici ed incapace ad incidere nella società la rappresentanza luterana presenta uno scenario avvilente con parrocchie chiuse, chiese abbandonate e senza fedeli. Malgrado le aperture (introduzione del matrimonio gay nel 2005) nessuna misura adottata sarebbe in grado di rimediare ad una situazione così catastrofica.
Dicevamo che il 31 ottobre, anniversario della promulgazione delle 95 tesi affisse da Lutero nella Chiesa di Wittemberg, Bergoglio sarà in Svezia (Lund) per riaffermare il riavvicinamento ufficiale e la piena comunione ecclesiale. In Germania tale ricorrenza oltre che religiosa è anche civile in alcune regioni La strategia della mano tesa rimanda, secondo le consuetudini ecumeniche, alla settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (Ottavario) conclusasi alla fine di gennaio. L’Ottavario è ancora legato alla commemorazione liturgica della conversione di S. Paolo che dall’ebraismo passò all’apostolato cristiano divulgando il Vangelo in ogni angolo del mondo. Nella rievocazione della conversione dell’Apostolo confluiva (prima del Concilio) l’auspicio sintetizzato dalla preghiera per il ritorno (e non per l’unità) nella Chiesa romana degli ebrei e dei fratelli separati con il ripudio dei loro errori. In tal senso l’Ottavario era stato inteso e definito dai Pontefici romani i quali avevano sollecitato la fine delle divisioni con il ritorno alla Paternità spirituale del Vicario di Cristo. Con la creazione del Segretariato per l’unione dei cristiani (voluto da Roncalli) i rapporti ecumenici hanno portato a “riesaminare” l’invalidità della fede dei separati ed a modificare radicalmente anche le finalità della preghiera protesa ad invocare non più il ritorno alla comunione con la Sede di Pietro ma l’unificazione delle diverse credenze. Bergoglio, fautore d’una chiesa in cui ci sia posto per tutti, intende andare oltre perfezionando il ministero dell’unità con il riconoscimento della dignità di Lutero, purificando la memoria, censurando gli eccessi, gli abusi e la coscienza erronea degli artefici della Controriforma. Da tempo si percepisce l’ansia bruciante di “canonizzare” l’inquisito, vittima della Chiesa dogmatica di Roma, portando gli inquisitori sul banco degli accusati. Il trionfo della teologia di Bergoglio, infatti, è legato proprio all’esaltante ed incommensurabile assioma: Roma non deve esigere, deve fare ammenda con l’ammissione di colpe per le offese inferte ai separati colpiti dai fulmini della scomunica. Gli occhi dei Prelati che contano, comunque, sono su di lui. Abbiate fede, scriveva il padre della riforma, e peccate gravemente, sarete salvati anche quando commettereste fornicazioni e omicidi mille volte al giorno. Nel 1546 Lutero moriva. Il luteranesimo, propagato in Germania, si accingeva a penetrare nei Paesi cattolici del nord Europa. Quattro secoli non basteranno per misurare tutte le conseguenze tragiche che si abbatteranno su parte dell’Europa cattolica con l’opera del riformatore teutonico che non si fermò solo all’abolizione della Messa, alla negazione della devozione alla Vergine, alla distruzione delle immagini sacre, al rifiuto del culto ai Santi e del S. Rosario. Negando il dogma eucaristico soppresse il sacrificio della Messa, la confessione, il principio della santità, il celibato insegnando che per la giustificazione basta la fede senza le opere. Al matrimonio dei preti e all’ordinazione delle donne al sacerdozio seguiranno l’esegesi vincente diretta all’uomo ed i suoi valori con la teatralità d’una liturgia allietata da danze e batti mano. Da mezzo secolo tra le mura delle Chiese cattoliche troneggia la “tavola di Lutero”, si esalta la teologia antropologica (e non l’uomo da convertire), si celebra in lingua volgare con l’abbandono dei paramenti sacri, con lo squallore degli altari senza il Santissimo, con gesti, segni, saluti, canti, battimani, abbracci, baci e con l’assemblea al vertice della liturgia. Mancano il sacerdozio femminile e l’abolizione del celibato (conquiste sempre ambite dal clero) perché la Chiesa del Vaticano II possa assimilarsi a quella protestante la cui profanazione non ha raggiunto i livelli del nostro cristianesimo. La circostanza dell’evento scismatico da festeggiare con la trasferta di Bergoglio in Svezia induce ad alcune precisazioni. Credere secondo il cattolicesimo non è più necessario. Da oltre mezzo secolo la Chiesa di Roma non è più abilitata a considerarsi la sola Maestra di Verità. È ovvio che condurre i cattolici nell’ovile dei luterani aiuta a legittimare l’autorità dottrinale della giustificazione. Infatti al tradizionale riferimento religioso (decaduto) della Giustizia Divina (che impedisce l’accesso al Regno dei Cieli) si contrappone la felice scoperta della Misericordia. Essa è la sola a salvare perché la salvezza non dipende dalla risposta positiva alla Grazia, come si credeva un tempo, ma dalla cooperazione dell’individuo ai piani di Dio che giustifica tutte le nefandezze e perdona anche contro la propria volontà. Chiudiamo lo scenario ammorbato dall’ampia pestilenza dell’arbitrio perpetrato a nome del Vaticano III e passiamo a sottolineare l’atteggiamento dei cattolici nella recente manifestazione in favore della famiglia. Atteggiamento conforme alla visione morale dell’unione coniugale ispirata ai valori spirituali della tradizione. Precisiamo che sul tema della famiglia il confronto non è stato solo tra la visione cattolica e la visione laica (atea) delle realtà. Il confronto autentico è stato tra i cattolici praticanti e l’Autorità suprema del Palazzo apostolico condizionata dalla reticenza, dall’ossequio alla laicità dello Stato e dallo strano miscuglio di politica e religione. Tutto questo ci porta all’interno del pensiero di Bergoglio acclarato dallo spessore d’una deriva senza limiti per la mancata distinzione tra bene e male. Si pensa che dall’amnesia provengano gli aspetti sgradevoli del blocco teologico su una distinzione tanto basilare. Il detentore delle Chiavi del Regno, infatti, dimentica che le porte dell’inferno sono sempre aperte e che proprio quel Regno, da affermare anche a costo di persecuzioni atroci, inizia a costruirsi tra le mura domestiche della famiglia cristiana. Ma i riflessi condizionati di Bergoglio sono stati da tempo proiettati sulle finalità dell’unione valutando la coppia in base alle libere scelte, alle esigenze della natura e alle certezze legislative. Ci chiediamo quale Fede abbia costui dopo le controversie Sinodali dove non è stato facile fargli capire l’importanza dell’unione sacramentale nell’unico matrimonio voluto da Cristo. Dissidente e fautore di un contromagistero Bergoglio non scende in campo in difesa del gregge ma è solidale con i lupi e con il mondo paganeggiante. A Cana (Gv.2,2) Gesù ha benedetto il matrimonio ed ha sancito la sacralità della famiglia. Una società costituita da famiglie governate da Cristo e guidate rettamente dalla Chiesa è una società costruita sulla roccia. La manifestazione in difesa della famiglia, espressione della volontà di una parte della società che vuole seguitare ad ispirarsi ai valori cristiani, ha trovato paradossalmente sulla sua strada l’ostilità della casta religiosa, ossia di quella parte che è solidale con i Paesi favorevoli allo svolgersi del vivere umano contro natura e contro i Decreti di Cristo. Siamo all’abominio, alla logica dell’antico serpente che moltiplica l’autorità nel Tempio di Dio. La via di uscita non la offre lo scisma ma Cristo con i suoi diritti imprescindibili ed irrinunciabili sulle Nazioni, sui popoli e sul Papa che in appena tre anni ha già prodotto una triste sequela di frutti velenosi irridendo la Regalità di Cristo, coinvolgendo nel crollo tenebroso la cattolicità. Un’ultima precisazione. Abolire il Verbo e gli strumenti nel testimoniarLo è anche opera di cultura mediatica. Non siamo alla perdita della concezione cristiana (già concretata) ma del comune buon senso. Lo dicevamo agli inizi. L’Arcivescovo di Milano Card. Scola ha suggerito, qualche giorno fa, di inserire nella realtà pubblica dello Stato anche le feste islamiche. Il prossimo suggerimento potrà prevedere l’inserimento di tali feste nel calendario liturgico della Chiesa cattolica. Torniamo alla gioconda velleità di Bergoglio, che non è solo quella di festeggiare con i luterani lo scisma a Lund (Svezia). Un tempo erano i Papi che si spostavano ed andavano nei Santuari a venerare i Santi. Oggi sono i Santi ad essere convocati per elevare le percentuali di consenso d’una pianticella (Giubileo) morta sul nascere. È di qualche giorno fa la notizia che tra i prodotti “teologicamente” efficaci, tratti dall’accademia delle teste pensanti, Bergoglio ne ha scelto un paio: Napolitano e la Bonino sono tra i grandi dell’Italia di oggi. Sono questi i migliori acquisti ad uscire a testa alta trattandosi di una ineccepibile e solida valutazione “dogmatica”. A testa bassa, invece, escono gli ignari cattolici sui quali si concentra il fuoco amico con la tragica liturgia dell’esperienza in grado di canonizzare i demoni e le loro opere. Santa Marta, trasformata in santabarbara, è il luogo della saggezza quotidianamente declamata con l’esplosione roboante di artifici. Il carnevale è passato; speriamo passino anche le carnevalate.
di Nicola Di Carlo
http://www.presenzadivina.it/272.pdf
Iniziamo la presente riflessione facendo riferimento a fatti e situazioni dei nostri giorni. L’analisi, comunque, non può non risentire dell’interpretazione che anche il comune buon senso dà ad alcuni eventi che suscitano sconcerto. L’impronta e la visuale di determinate realtà mettono in luce lo sfacelo ecclesiale. Il 31 ottobre Bergoglio andrà in Svezia. Le perplessità, in campo religioso, convergono sulle fragili istanze della Chiesa luterana. Svincolata dalle proprie radici ed incapace ad incidere nella società la rappresentanza luterana presenta uno scenario avvilente con parrocchie chiuse, chiese abbandonate e senza fedeli. Malgrado le aperture (introduzione del matrimonio gay nel 2005) nessuna misura adottata sarebbe in grado di rimediare ad una situazione così catastrofica.
Dicevamo che il 31 ottobre, anniversario della promulgazione delle 95 tesi affisse da Lutero nella Chiesa di Wittemberg, Bergoglio sarà in Svezia (Lund) per riaffermare il riavvicinamento ufficiale e la piena comunione ecclesiale. In Germania tale ricorrenza oltre che religiosa è anche civile in alcune regioni La strategia della mano tesa rimanda, secondo le consuetudini ecumeniche, alla settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (Ottavario) conclusasi alla fine di gennaio. L’Ottavario è ancora legato alla commemorazione liturgica della conversione di S. Paolo che dall’ebraismo passò all’apostolato cristiano divulgando il Vangelo in ogni angolo del mondo. Nella rievocazione della conversione dell’Apostolo confluiva (prima del Concilio) l’auspicio sintetizzato dalla preghiera per il ritorno (e non per l’unità) nella Chiesa romana degli ebrei e dei fratelli separati con il ripudio dei loro errori. In tal senso l’Ottavario era stato inteso e definito dai Pontefici romani i quali avevano sollecitato la fine delle divisioni con il ritorno alla Paternità spirituale del Vicario di Cristo. Con la creazione del Segretariato per l’unione dei cristiani (voluto da Roncalli) i rapporti ecumenici hanno portato a “riesaminare” l’invalidità della fede dei separati ed a modificare radicalmente anche le finalità della preghiera protesa ad invocare non più il ritorno alla comunione con la Sede di Pietro ma l’unificazione delle diverse credenze. Bergoglio, fautore d’una chiesa in cui ci sia posto per tutti, intende andare oltre perfezionando il ministero dell’unità con il riconoscimento della dignità di Lutero, purificando la memoria, censurando gli eccessi, gli abusi e la coscienza erronea degli artefici della Controriforma. Da tempo si percepisce l’ansia bruciante di “canonizzare” l’inquisito, vittima della Chiesa dogmatica di Roma, portando gli inquisitori sul banco degli accusati. Il trionfo della teologia di Bergoglio, infatti, è legato proprio all’esaltante ed incommensurabile assioma: Roma non deve esigere, deve fare ammenda con l’ammissione di colpe per le offese inferte ai separati colpiti dai fulmini della scomunica. Gli occhi dei Prelati che contano, comunque, sono su di lui. Abbiate fede, scriveva il padre della riforma, e peccate gravemente, sarete salvati anche quando commettereste fornicazioni e omicidi mille volte al giorno. Nel 1546 Lutero moriva. Il luteranesimo, propagato in Germania, si accingeva a penetrare nei Paesi cattolici del nord Europa. Quattro secoli non basteranno per misurare tutte le conseguenze tragiche che si abbatteranno su parte dell’Europa cattolica con l’opera del riformatore teutonico che non si fermò solo all’abolizione della Messa, alla negazione della devozione alla Vergine, alla distruzione delle immagini sacre, al rifiuto del culto ai Santi e del S. Rosario. Negando il dogma eucaristico soppresse il sacrificio della Messa, la confessione, il principio della santità, il celibato insegnando che per la giustificazione basta la fede senza le opere. Al matrimonio dei preti e all’ordinazione delle donne al sacerdozio seguiranno l’esegesi vincente diretta all’uomo ed i suoi valori con la teatralità d’una liturgia allietata da danze e batti mano. Da mezzo secolo tra le mura delle Chiese cattoliche troneggia la “tavola di Lutero”, si esalta la teologia antropologica (e non l’uomo da convertire), si celebra in lingua volgare con l’abbandono dei paramenti sacri, con lo squallore degli altari senza il Santissimo, con gesti, segni, saluti, canti, battimani, abbracci, baci e con l’assemblea al vertice della liturgia. Mancano il sacerdozio femminile e l’abolizione del celibato (conquiste sempre ambite dal clero) perché la Chiesa del Vaticano II possa assimilarsi a quella protestante la cui profanazione non ha raggiunto i livelli del nostro cristianesimo. La circostanza dell’evento scismatico da festeggiare con la trasferta di Bergoglio in Svezia induce ad alcune precisazioni. Credere secondo il cattolicesimo non è più necessario. Da oltre mezzo secolo la Chiesa di Roma non è più abilitata a considerarsi la sola Maestra di Verità. È ovvio che condurre i cattolici nell’ovile dei luterani aiuta a legittimare l’autorità dottrinale della giustificazione. Infatti al tradizionale riferimento religioso (decaduto) della Giustizia Divina (che impedisce l’accesso al Regno dei Cieli) si contrappone la felice scoperta della Misericordia. Essa è la sola a salvare perché la salvezza non dipende dalla risposta positiva alla Grazia, come si credeva un tempo, ma dalla cooperazione dell’individuo ai piani di Dio che giustifica tutte le nefandezze e perdona anche contro la propria volontà. Chiudiamo lo scenario ammorbato dall’ampia pestilenza dell’arbitrio perpetrato a nome del Vaticano III e passiamo a sottolineare l’atteggiamento dei cattolici nella recente manifestazione in favore della famiglia. Atteggiamento conforme alla visione morale dell’unione coniugale ispirata ai valori spirituali della tradizione. Precisiamo che sul tema della famiglia il confronto non è stato solo tra la visione cattolica e la visione laica (atea) delle realtà. Il confronto autentico è stato tra i cattolici praticanti e l’Autorità suprema del Palazzo apostolico condizionata dalla reticenza, dall’ossequio alla laicità dello Stato e dallo strano miscuglio di politica e religione. Tutto questo ci porta all’interno del pensiero di Bergoglio acclarato dallo spessore d’una deriva senza limiti per la mancata distinzione tra bene e male. Si pensa che dall’amnesia provengano gli aspetti sgradevoli del blocco teologico su una distinzione tanto basilare. Il detentore delle Chiavi del Regno, infatti, dimentica che le porte dell’inferno sono sempre aperte e che proprio quel Regno, da affermare anche a costo di persecuzioni atroci, inizia a costruirsi tra le mura domestiche della famiglia cristiana. Ma i riflessi condizionati di Bergoglio sono stati da tempo proiettati sulle finalità dell’unione valutando la coppia in base alle libere scelte, alle esigenze della natura e alle certezze legislative. Ci chiediamo quale Fede abbia costui dopo le controversie Sinodali dove non è stato facile fargli capire l’importanza dell’unione sacramentale nell’unico matrimonio voluto da Cristo. Dissidente e fautore di un contromagistero Bergoglio non scende in campo in difesa del gregge ma è solidale con i lupi e con il mondo paganeggiante. A Cana (Gv.2,2) Gesù ha benedetto il matrimonio ed ha sancito la sacralità della famiglia. Una società costituita da famiglie governate da Cristo e guidate rettamente dalla Chiesa è una società costruita sulla roccia. La manifestazione in difesa della famiglia, espressione della volontà di una parte della società che vuole seguitare ad ispirarsi ai valori cristiani, ha trovato paradossalmente sulla sua strada l’ostilità della casta religiosa, ossia di quella parte che è solidale con i Paesi favorevoli allo svolgersi del vivere umano contro natura e contro i Decreti di Cristo. Siamo all’abominio, alla logica dell’antico serpente che moltiplica l’autorità nel Tempio di Dio. La via di uscita non la offre lo scisma ma Cristo con i suoi diritti imprescindibili ed irrinunciabili sulle Nazioni, sui popoli e sul Papa che in appena tre anni ha già prodotto una triste sequela di frutti velenosi irridendo la Regalità di Cristo, coinvolgendo nel crollo tenebroso la cattolicità. Un’ultima precisazione. Abolire il Verbo e gli strumenti nel testimoniarLo è anche opera di cultura mediatica. Non siamo alla perdita della concezione cristiana (già concretata) ma del comune buon senso. Lo dicevamo agli inizi. L’Arcivescovo di Milano Card. Scola ha suggerito, qualche giorno fa, di inserire nella realtà pubblica dello Stato anche le feste islamiche. Il prossimo suggerimento potrà prevedere l’inserimento di tali feste nel calendario liturgico della Chiesa cattolica. Torniamo alla gioconda velleità di Bergoglio, che non è solo quella di festeggiare con i luterani lo scisma a Lund (Svezia). Un tempo erano i Papi che si spostavano ed andavano nei Santuari a venerare i Santi. Oggi sono i Santi ad essere convocati per elevare le percentuali di consenso d’una pianticella (Giubileo) morta sul nascere. È di qualche giorno fa la notizia che tra i prodotti “teologicamente” efficaci, tratti dall’accademia delle teste pensanti, Bergoglio ne ha scelto un paio: Napolitano e la Bonino sono tra i grandi dell’Italia di oggi. Sono questi i migliori acquisti ad uscire a testa alta trattandosi di una ineccepibile e solida valutazione “dogmatica”. A testa bassa, invece, escono gli ignari cattolici sui quali si concentra il fuoco amico con la tragica liturgia dell’esperienza in grado di canonizzare i demoni e le loro opere. Santa Marta, trasformata in santabarbara, è il luogo della saggezza quotidianamente declamata con l’esplosione roboante di artifici. Il carnevale è passato; speriamo passino anche le carnevalate.
di Nicola Di Carlo
http://www.presenzadivina.it/272.pdf
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