ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 2 aprile 2016

Il deserto occidentale

Considerazioni sulla dissoluzione

“L’Italia non è solo l’ultima colonia di chi ha vinto la Seconda Guerra Mondiale, ma l’unica a essere colonia anche di chi l’ha persa e questo a ormai più di settanta anni di distanza”.  (Massimo Viglione)                   

 di Piero Vassallo
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zzzzconsiderazionisulladissoluzioneContro la sconsolata e quasi perfetta assenza di organizzazioni politiche fedeli alla tradizione, e al vuoto desolante e squillante, da cui ha origine la metamorfosi libertina della destra nazionale, la affollata scolastica d’ispirazione tradizionalista dà segni ostinati di una sorprendente vitalità, che (forse) prepara il risveglio degli elettori dal coma liberal-libertino, in cui l’Italia è discesa attratta da illusorie vie d’uscita dalla cultura della sinistra atea ossia dalla perfetta non cultura di Berlusconi e Fini.
Contro i muratori della desolazione agisce instancabilmente l’editore Marco Solfanelli, che in questi giorni propone una robusta antologia (Considerazioni sulla dissoluzione) di saggi e articoli di Massimo Viglione, autorevole interprete di una strategia finalizzata a sottrarre il tradizionalismo cattolico dalla suggestione democristiana, iscritta “nel 25 aprile, festa del mitra e delle foibe”, e dalla oscura mitologia disunitaria.

Viglione afferma che la cultura della destra politica deve aggiornarsi ovvero comprendere che il nemico della Cristianità e dell’ordine civile non risiede a Mosca ma a Washington, capitale della finanza mondialista e fomite dell’eversione. Prodotto squisitamente americano è infatti l’insanabile deficit della politica democristiana: “una destra vera, cioè cattolica e tradizionale, antitetica alla dissoluzione rivoluzionaria, non è mai esistita in questa repubblica”.
Visto l’incombente pericolo del sincretismo religioso, promosso e applaudito dall’ostilità occidentale alla tradizione e alla storia degli italiani, Viglione, respinta la suggestione liberale insieme con le estenuanti mitologie antirisorgimentali, sostiene energicamente che “l’unita politica [della nazione italiana] è un valore che non può essere messo in discussione, pena la distruzione economica de Paese e – quello che nessuno dice – l’invasione del territorio peninsulare e la più completa umiliazione della nostra civiltà e società”. 
Ora il modello politico, che Viglione propone agli italiani refrattari al radical chic, esclude il vano e impotente nostalgismo mentre assume quale modello l’amor di patria, oggi vivente come antidoto al falso ecumenismo e al meticciato culturale.
Si esce dal velleitarismo onirico imitando la legislazione della civilissima e refrattaria Ungheria, che contempla, fra l’altro, il cristianesimo come religione base del popolo ungherese, la protezione della vita del feto sin dal concepimento, la promozione della famiglia costituita da un uomo e una donna.
L’attuazione in Ungheria di un disegno politico conforme alla tradizione civile dei cattolici destituisce il nominalismo della destra libertina, rappresentata da Mara Carfagna, diventata fiera sostenitrice dei diritti dei pederasti, “forse consigliata dal suo amico Italo Bocchino”.
La luce insana del libertinismo, infatti, si diffonde a macchia d’olio nelle magioni degli eversori e dei pornografi di destra.
Lo stile di vita libertino, che ha per base la folla delle mignotte politicanti e/o rampanti e per vertice una senescente oligarchia di erotomani affranti e smidollati, contagia la destra italiana, abbassandola al livello del lupanare elegante.
L’avversario della tradizione italiana non è più solo a sinistra ma ovunque. Scrive Viglione “Esiste un partito del tutto trasversale, che è di fatto la testa d’ariete del mondo omosessualista, abortista, immigrazionista italiano che fa da sponda alla Rivoluzione mondialista, sinarchica e sovversiva in atto a livello planetario”.
Il deserto occidentale suggerisce e quasi costringe a cercare aiuto nell’oriente della politica: “Forse Putin è un po’ cattivo e pericoloso, pensa la gente, ma davvero ha tutte le colpe? E soprattutto davvero stavolta i buoni siamo noi?”
Contro Putin, l’Occidente, “il peggiore dei mondi possibili”, che alza le bandiere dell’eutanasia, dell’usura, del libertinismo, della sodomia, del nudismo, dell’ecumenismo d’accatto “è davvero giustificato a quintuplicare le forze d’attacco al confine della Russia, tradendo peraltro tutti gli accordi internazionali degli anni Novanta?”
Viglione osa alzare lo sguardo sulle pie cause della decadenza occidentale e di conseguenza afferma che “è innegabilmente evidente che l’attuale crisi ha le sue radici anche (non solo) nello spirito di innovazione buonista partito dal Concilio Vaticano II e accresciutosi senza fine nei decenni post-conciliari”.
La crisi della Cristianità, infatti, ha origine dalla smania di avvicinare la fede al delirio agonico in atto nella mente dei moderni, una frenesia che ultimamente è insorta, con ingiustificato rigore, contro l’ordine dei francescani dell’Immacolata, avanguardia della pietà vivente oltre l’infelice e disastrosa avventura della teologia progressista. Viglione rammenta la follia che sconvolge i cattolici intossicati dalla ciancia dei nuovi teologi, ad esempio “le suore americane che predicano aborto, libero amore, libera omosessualità, sacerdozio femminile”.
A proposito del delirio imperversante nella mente dei teologi post conciliari, Viglione rammenta che il cardinale Oscar Maradiaga, in un saggio intitolato Parlare di Dio nel mondo, ha scritto che “la Rivoluzione francese, ed essa soltanto, occupa il posto di rivoluzione autenticamente umana”.
Il delirio clericale è ridicolizzato e sconfitto dal rumore delle sue parole d’ordine. Squilli dell’inutilità contestata dal cardinale Ercole Consalvi a Napoleone, che minacciava la imminente distruzione della Chiesa cattolica.
La discendente cometa del bonapartismo perenne testimonia l’inutilità della guerra contro la Chiesa cattolica e giustifica la fedeltà irriducibile dei fedeli che osano sognare il vero paradiso in terra, “il mondo dei doveri, il mondo del Decalogo dettato da Dio per la salvezza degli eletti”.

 – di Piero Vassallo

Il Patriarca di Mosca riconosce e denuncia il complotto mondialista (Nuovo Ordine Mondiale)

Sabato, 2 Aprile 2016
 - di Sergio Basile -
Kirill: "la Chiesa deve indirizzare tutte le sue forze, parole e
pensieri, per contrastare direttamente questa eresia
della contemporaneità"
video in allegato

di Sergio Basile
Kirill - Nuovo Ordine Mondiale
 La denuncia del Patriarca:  "Un cammino di esilio rivoluzionario"        
Mosca, Roma – di Sergio Basile – Nella sua omelia del 21 marzo scorso, in occasione della festa del Trionfo dell'Ortodossia, il Patriarca di Mosca Kirill ha attaccato la logica mondialista protesa a varare leggi che garantiscono quello che ha definito, senza mezzi termini, "il diritto di ogni scelta, compresa la scelta del peccato" (vedi anche qui  Patriarca di Mosca contro l'“eresia globale”). La notizia, come prevedibile, non ha suscitato l'interesse degli asserviti media di regime mondialisti, eppure il fatto assume ai nostri occhi proporzioni davvero eccezionali (1).  "Le conseguenze potrebbero essere apocalittiche", ha poi aggiunto l'alto prelato ortodosso, chiamando in causa la "tentazione eretica (anti-cristiana) di inchinarsi all'uomo".  La presunta e sbandierata odierna lotta per l'affermazione relativistica dei cosiddetti diritti umani, secondoKirill, "bandisce Dio dalla società, riconoscendo l'individuo e i suoi diritti quali depositari unici di una presunta verità superiore". "Ciò – ha poi aggiunto – ha portato l'uomo ad avviare un inesorabile e triste cammino di esilio rivoluzionario, lontamo da Dio: ma anche dalla vita dell'uomo e della società".
(1) Ciò dal momento che - se non per altro - l'ortodossia orientale, pur nelle sue gravi ed innegabili divergenze rispetto al Cattolicesimo (vedi qui Cattolicesimo e ortodossia: lo stesso cristianesimo?), rappresenta assieme alla Chiesa Cattolica, la custode della verità inconfutabile in merito alla reale presenza di Cristo nell'Eucaristia e di conseguenza è e resta, pur sempre, un importante testimone contro l'attuale caos anticristiano dilagante
 Nuovo Ordine Mondiale – Kirill riconosce il complotto mondialista     
"L'idea di una vita senza Dio si sta sviluppando su larga scala in tutto il mondo - ha concluso - e in molti paesi sviluppati ci sono sforzi concertati (quindi Kirill riconosce un vero e proprio complotto su scala globale - vedi qui Nuovo Ordine Mondiale – Sinarchia satanica che si vince con le armi dello Spirito, e qui il Piano per il Governo Mondiale nell’ora presente) di approvare leggi che autorizzano l'individuo a ogni scelta, tra cui quella del peccato:  parliamo, dunque, di eresia globale dell'uomo di inchinarsi ad una nuova idolatria, che separa Dio dalla vita umana a livello globale. Non c'era mai stato niente del genere prima d'ora (…) e la Chiesa deve indirizzare tutte le sue forze, parole e pensieri, per contrastare direttamente questa "eresia della contemporaneità, le cui conseguenze possono essere apocalittiche".
 Per quelli che ancora non vogliono comprendere…                                   
Sicuramente le illuminanti dichiarazioni del Patriarca di Mosca non potranno lasciare indifferenti quei cristiani e quei pastori – tiepidi e miseramente apatici - che, nel mondo come in Italia, pur subendo ogni giorno abusi e delitti di ogni sorta (persecuzioni ideologiche, militari, terroristiche ed economico-monetarie – vedi qui La più maestosa opera satanica della storia: la moneta-debitoancora non comprendono la gravità della situazione e non elaborano le adeguate strategie di difesa e contrattacco – spirituali e non - limitandosi a decifrare i gravi fatti di cronaca riportati senza cogliere l'essenza di un evidente filo rosso che unisce i punti di unincontestabile complotto mondiale per l'annientamento della Cristianità.
 Papi e santi scomodi                                                                                         
Già l'allora Cardinal Ratzinger aveva denunciato in più occasioni, addirittura in un documentato libro, il complotto mondialista (vedi qui Ratzinger e il Nuovo Disordine Mondiale, qui In difesa di Papa Benedetto XVI – Prima Parte e qui In difesa di Papa Benedetto XVI – Seconda Parte), riprendendo e rilanciando con forza le storiche accuse di alcuni dei suoi più autorevoli predecessori, tra i quali San Pio da Pietrelcina e Benedetto XV(vedi qui Nuovo Ordine Mondiale: le profezie di Padre Pio e Benedetto XV). Non a caso, evidentemente, Ratzinger si presentò alla Cristianità Universale ed al mondo intero, dalla mitica balconata di San Pietro, come pontefice della Chiesa Cattolica con il nome di "Benedetto XVI", continuando idealmente la battaglia avviata dal suo eminentissimo (omonimo) predecessore e dallo stesso San Benedetto da Norcia, colui il quale cambiò per sempre, in positivo, il volto (cristiano) dell'Europa. Forse per questo Benedetto XVI fu perseguitato fin dall'interno delle sacre stanze vaticane e – probabilmente – costretto ad un "ritiro forzato": d'altronde nessuno può scordare una delle pagine più imbarazzanti della sua vita da pontefice, durante la sua – umiliante – ultima visita a Berlino (vedi video qui Uno dei momenti più imbarazzanti e umilianti per Papa Benedetto XVI): segno manifesto di una guerra spirituale e politico-ideologica combattuta all'interno della Chiesa e della minacciosa presenza di una potentecorrente clerical-giudeo-massonica e filo-mondialista contraria al suo operato (e di conseguenza contraria all'operato del suo illustre e diretto predecessore, San Giovanni Paolo II: il Papa scomodo, ferito amorte ma miracolato dallVergine di Fatima, in quel lontano mercoledì 13 maggio 1981 – vedi i video quiAttentato a Giovanni Paolo II e qui Attentato al Papa mercoledì 13 maggio 1981 ).
 L'eredità di Don Albino                                                                                    
D'altronde non si può neppure gettare nel dimenticatoio l'esperienza (scomoda per i nemici di Cristo) vissuta fino alla fine dal grande (quanto dimenticato) Giovanni Paolo I (vedi qui A Don Albino – Lettera Postuma a un uomo di Dio) custode della tradizione della Chiesa e convinto oppositore del mondialismo-massonico. In conclusione una cosa è certa: l'eco delle pubbliche dichiarazioni di Kirill  - per quanto silenziata - non potrà non indurre  l'intera comunità cristiana ad un concreto esame di coscienza, predisponendo la stessa alla ricerca delleadeguate contromisure, spirituali e non, alla deriva mondialista in atto.
Sergio Basile (Copyright Qui Europa © 2016)
Partecipa al dibattito - Redazione Quieuropa - infounicz.europa@gmail.com
Il Patriarca di Mosca riconosce e denuncia il complotto
mondialista (Nuovo Ordine Mondiale)
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