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sabato 23 aprile 2016

Il Giubileo dei giubilati


Fuori i barbari dal Vaticano. E un francescano a Milano


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In Vaticano l'offensiva contro il cardinale George Pell, prefetto della segreteria per l'economia, è sempre più arrembante, e ha i suoi attori chiave nei numeri uno e due della segreteria di Stato, il cardinale Pietro Parolin e l'arcivescovo Angelo Becciu.
Il 21 aprile Pell è stato ricevuto dal papa, che l'ha chiamato due anni fa dall'Australia per ricoprire l'inedita carica e non si sa fino a quando andrà avanti a difenderlo.

Sta di fatto che i poteri di Pell sono sempre più erosi e il "rumor" diffuso ad arte dai suoi avversari è che sarà congedato appena compirà i 75 anni il prossimo 8 di giugno, nonostante il suo mandato duri fino al 2019.
Il dato politico più evidente che fa da sfondo a questa offensiva contro il cardinale australiano è il recupero di potere, in curia, della segreteria di stato e della cerchia dei diplomatici, rispetto ai "barbari" venuti da fuori e privi dei diplomi della pontificia accademia ecclesiastica.
Per i diplomatici di lungo corso che in curia occupano posizioni di peso l'età infatti non conta, a differenza che per l'abusivo Pell.
Il cardinale Beniamino Stella, ad esempio, prefetto della congregazione per il clero al posto del giubilato Mauro Piacenza, compirà anche lui 75 anni il prossimo 18 agosto. Ma nessuno mormora che lascerà il posto.
Il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del sinodo dei vescovi, i 75 anni li ha già compiuti lo scorso 29 settembre. Ma è sempre lì è non si intravvede il minimo avvicendamento.
Il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del pontificio consiglio per i migranti, è già sopra i 78 anni, compiuti il 3 febbraio. Ma di congedarlo non se ne parla.
Per non dire dell'intramontabile cardinale Santos Abril y Castelló – già nunzio in Argentina molto apprezzato dall'allora arcivescovo di Buenos Aires – che lo scorso 21 settembre ha spento le 80 candeline, ma è sempre inchiodato alla presidenza della commissione cardinalizia di vigilanza sullo IOR e non è certo tra i sostenitori di Pell.
Allargando lo sguardo al mondo intero e all'età di vari famosi cardinali, anche lì non mancano le incongruenze.
Il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, compirà i 75 anni il prossimo 7 novembre e viste le scortesie che Francesco gli ha più volte riservato il suo pensionamento avverrà all'istante. Luis Badilla, direttore del sito paravaticano "Il Sismografo" e con buone fonti a Santa Marta, ha già lanciato il nome delsuccessore: il francescano Pierbattista Pizzaballa, 51 anni, attuale Custode di Terra Santa e nelle grazie del papa (vedi foto, con lui tra Abu Mazen e Francesco).
Ma in rapida uscita, a motivo dei 75 anni che ha compiuto lo scorso 8 marzo, potrebbe essere anche il cardinale Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban, colonna dell'episcopato africano e uno dei tredici della famosa lettera che all'inizio dello scorso sinodo fece infuriare il papa.
Mentre invece continuano a restare indisturbati alla testa delle rispettive diocesi, nonostante compiranno nei prossimi mesi addirittura gli 80 anni, i cardinali Karl Lehmann di Magonza, Jaime Ortega y Alamino dell'Avana e Nicolás López Rodríguez di Santo Domingo.
Un altro cardinale che valicherà quest'anno la soglia degli 80 e quindi non entrerà più in un conclave è Anthony Okogie, arcivescovo emerito di Lagos.
In Italia il cardinale vicario di Roma Agostino Vallina ha passato i 76 anni e della sua successione si fa da tempo un gran parlare e basta. Tutto tace invece sul congedo del cardinale di Ancona Edoardo Menichelli, che di anni ne compirà in settembre 77.

Settimo Cielo di Sandro Magister 23 apr http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/04/23/fuori-i-barbari-dal-vaticano-e-un-francescano-a-milano/Tutti i nuovi dissidi tra curia e George Pell sulle finanze del Vaticano

La ricostruzione di Matteo Matzuzzi
Con due lettere inviate dalla Segreteria di Stato, firmate rispettivamente dal cardinale Pietro Parolin e dal Sostituto mons. Angelo Becciu, la Segreteria per l’Economia è stata informata che la revisione esterna dei bilanci della Santa Sede e della Città del Vaticano, affidata alla società PricewaterhouseCoopers, è stata sospesa.
LE RAGIONI DELLA SOSPENSIONE
Secondo quanto scrive Andrea Tornielli su Vatican Insider, “il problema non è legato al lavoro di PricewaterhouseCoopers, per altro appena alla fase iniziale: la società non si è comportata in maniera scorretta e non si tratta né di una responsabilità da parte di PwC né di una resistenza da parte della curia”. Si tratterebbe di possibili anomalie relative alla procedura che ha portato alla stipula del contratto.
CRITICO IL FINANCIAL TIMES
Ben più duro è il Financial Times, che scrive di una battuta d’arresto che “mette in evidenza come sia radicata l’opposizione agli sforzi di riforma di Papa Francesco”. Un’opposizione che albergherebbe “dentro segmenti della Curia romana e della burocrazia vaticana”, che è “tradizionalmente assai prudente su cambiamenti e modernizzazione”. Il quotidiano della City londinese arriva anche a chiedersi se la posizione del presidente dello Ior,Jean-Baptiste de Franssu, ora sia messa in discussione. Franssu che “è stato determinante nel condurre una pulizia dell’istituto, in precedenza visto come un hub per il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale”.
COLPO A PELL
Edward Pentin, del conservatore National Catholic Register, è stato il primo a dar conto dello stop imposto a PwC, commentando che “questo è un duro colpo per l’intero processo di riforma”. Il motivo? Secondo Pentin, “c’è stato uno choc” una volta appreso “quanto rigoroso sarebbe stata l’opera della società di revisione”. Gli standard internazionali, insomma, “sono avvertiti come un po’ invadenti”.
LA SORPRESA DEL PREFETTO
Il cardinale George Pell, Prefetto della Segreteria per l’Economia, si è detto “un po’ sorpreso” per la decisione annunciata nelle due lettere della Segreteria di Stato, ma si è detto sicuro che la procedura di revisione “riprenderà a breve”. Pell, tra le altre cose, è stato ricevuto dal Papa giovedì scorso in udienza. Intervistato sull’argomento daTv2000, il canale televisivo della Cei, mons. Becciu ha chiarito che “si tratta di una sospensione e non della chiusura del contratto. Si devono perfezionare alcuni accordi. Si devono rivedere alcuni articoli firmati con la parte contraente anche perché ci siamo accorti che il contratto non è stato firmato con l’organismo pertinente”.
LE DISPOSIZIONI DI BECCIU
Scrive John Allen sul portale americano Crux che la lettera inviata da Becciu il 12 aprile era perentoria e informava “tutti gli enti del Vaticano” che la revisione a opera di PwC era stata “immediatamente sospesa”. Con la postilla che tutte le lettere di autorizzazione rilasciate dai dicasteri alla società incaricata di controllare conti e bilancio dovevano essere revocate. Una smentita totale rispetto alle indicazioni che Pell aveva dato a fine febbraio: un documento circolare in cui si chiedeva agli enti di concedere subito i permessi necessari a PwC affinché potesse accedere ai bilanci.

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