Oggi
si parla tanto di "obbedienza" ma, chiediamoci: a chi? a cosa? e come?
Non certo ad un vangelo personalizzato, non certo ad un dio fatto a
nostra immagine. Padre Brown ci aiuta a riflettere su questo tema.
Letture del 20 aprile 2016
At 12,24-13,5 - Riservate per me Bàrnaba e Sàulo.
Gv 12,44-50 - Io sono venuto nel mondo come luce.
Filo
conduttore che lega queste due letture che abbiamo appena ascoltato è
l'obbedienza, anche se sembra così, sotto traccia, è anche evidente:
l'obbedienza a Dio, ai Comandamenti di Dio.
«Le
cose dunque che io dico - ci dice Gesù - le dico così come il Padre le
ha dette a me», ciò vuol dire che Gesù non s'inventa nulla di originale.
Gesù è il Verbo incarnato, la Parola di Dio che diventa carne e
trasmette, svela agli uomini, la volontà di Dio, la sua legge, i suoi
comandamenti, Comandamenti che servono per ottenere la vita eterna, per
entrare per quella porta di cui Gesù ci ha parlato qualche giorno fa e
che è Lui stesso, la porta dell'ovile attraverso il quale, sempre Lui il
Buon Pastore, ci invita e ci chiama.
L'obbedienza
di Gesù che si sottomette alla volontà del Padre, anche nell'estrema
ora dell'agonia, quando la tentazione si fa fortissima, ecco che Gesù
rinnova la sua obbedienza a Dio Padre: "Padre - ricordiamo tutti le
parole di Gesù nell'orto degli Ulivi - allontana da me questo calice, ma
sia fatta la tua, non la mia, volontà."
Tutta la vita di Gesù è all'insegna dell'obbedienza a Dio Padre.
Gesù
non fa il "fenomeno"... Gesù non fa "l'originale", Gesù non fa quello
che dice "sì il Padre ha detto, però io vi dico qualcosa di diverso...",
oppure: "il Padre mi avrebbe detto così e colà... ma siccome non lo
capite e magari questo linguaggio è duro, ecco che allora vengo io, la
prolunga del Padre, che vi racconto un vangelo più leggero, più soft....
più soffice, più adatto al vostro palato, più sensibile alle vostre
orecchie.."
No, non
è così! Naturalmente queste cose le ho detto in maniera paradossale
perché sappiamo bene che Gesù non ha cambiato nulla di quella che è
stata la volontà e il messaggio di cui è stato portatore da parte di Dio
Padre, e questo perché è la Verità.
La
Verità non si manipola, la verità non la si rende malleabile, non si
deve in qualche modo adattare perché attira, perché cambia, perché
trasforma e converte, sennò non è Verità, è mezza verità e penso che -
di mezze verità - ne abbiamo tutti fin sopra i capelli...
Anche
la prima Lettura è all'insegna dell'obbedienza. San Paolo all'inizio
della sua missione obbedisce a Dio - oggi abbiamo proprio la chiamata
precisa da parte del Signore attraverso lo Spirito Santo: «Riservate per
me ....» e a cosa li riserva il Signore? all'evangelizzazione,
all'annuncio missionario. E da lì cominciano i grandi viaggi missionari
di Paolo, all'inizio con Barnaba (poi ci saranno dei problemi che vi
racconterò più avanti), ma comincia così, comincia con un atto di
obbedienza. San Paolo si mette al servizio del Vangelo, all'annuncio
missionario a "tutte le genti", nessuno è escluso.
L'insegnamento, allora, per la Chiesa di oggi, per noi, è proprio questo: essere obbedienti alla volontà del Padre.
Non
inventarci il Vangelo di testa nostra, non il famoso vangelo del
"secondo me", ma il Vangelo secondo Gesù, secondo Dio. Non pensate di
risultare graditi al mondo se in qualche modo manipoliamo la Verità del
Vangelo, o in qualche modo ci sembra di renderlo più appetibile, più
popolare, perché alla fine noi non solo tradiamo l'uomo, ma tradiamo
Gesù Cristo e tradiamo Dio, ed è una cosa molto grave, gravissima!
E l'obbedienza è anche invito da parte del Signore ad annunciare a tutti il Vangelo.
Noi
viviamo in tempi in cui sembra che il Vangelo sia superfluo, che ognuno
ha la sua religione, si tiene la sua non c'è problema addirittura anche
se uno non ha nessuna religione non c'è problema... Ora, se fosse così,
San Paolo non sarebbe stato "riservato" dallo Spirito Santo per
annunciare cosa? Andare a rompere le scatole ai greci di Salamina, o di
Tessalonica, o ai - oggi Turchi - ma allora i Cappadoci, piuttosto che
abitanti di Smirne, di Efeso.... cosa andava a fare?
Che
cosa sono venuti a fare i missionari da noi? a far cosa? a romperci le
scatole? a noi che avevamo le nostre religioni, i culti dei nostri
antenati, a noi che avevamo i nostri dèi pagani, perché non ci hanno
lasciato quelli? stavamo bene così!?
E come
tantissimi altri popoli e nazioni: perchè sono andati ad annunciare il
Vangelo se non serve a niente, se tanto è uguale, se tutte le vie sono
identiche?
Fratelli
e sorelle, noi oggi dobbiamo fare - tutti - un severo esame di
coscienza, a noi stessi innanzi tutto e chiederci se la nostra
obbedienza a Dio Padre passa anche attraverso l'umiltà dell'ascolto
sincero della Sua volontà e della Sua Parola. Se in qualche modo, magari
per accomodare noi stessi, o per rendere a noi stessi la vita un pò più
facile, abbiamo in qualche modo manipolato il Vangelo a nostro uso e
consumo, tendiamo magari a farlo anche per gli altri pensando di essere
graditi, pensando di fare un servizio e in realtà stravolgiamo la Verità
e se - l'annuncio missionario - sia ancora oggi valido e attuale.
Vale
ancora la parola di Gesù di andare, battezzare, convertire, annunciare
il Vangelo oppure... tanto è lo stesso, ognuno si arrangi e si salvi chi
può...?
Ognuno
di noi, credo, ha già la risposta, ovviamente. Io prego per me, ma
preghiamo anche insieme per gli altri che a questa risposta - che tutti
ci siamo dati - sappiamo essere anche coerenti e sappiamo agire di
conseguenza.
Sia lodato Gesù Cristo
Cliccando qui si torna alla raccolta delle Omelie del nostro Padre Brownhttp://www.cooperatoresveritatis.net/it/obbedienza-si-ma-al-volere-di-dio
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