ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 2 aprile 2016

La sorte delle bestie

C’è agnello e Agnello


El-Cordero-Expiatorio
di Benedetta Moreschini 
La Pasqua che è appena passata (e che in realtà stiamo ancora festeggiando perché, fino alla Pentecoste, ci aspettano 50 giorni di gioia), mi ha lasciato dentro una riflessione.
Riflessione dettata dalla visione di svariati post sui social che pretendono di voler difendere la sorte degli agnelli sacrificati a Pasqua per essere mangiati , come da tradizione. Spesso tali post sono corredati da video più o meno verosimili, nei quali viene mostrato il modo “barbaro” in cui gli agnellini vengono strappati alle madri e uccisi in modo becero per la goduria dei nostri palati.
Premetto che a me l’agnello non piace e che non lo mangio né a Pasqua né mai, quindi non sono “di parte”…
La riflessione che ho fatto, in pochissime parole è la seguente: l’agnello (animale) ha preso il posto dell’ Agnello Gesù. La Pasqua, la festa più importante per i Cristiani, le festa delle feste, è diventata il simbolo della presunta crudeltà dell’uomo contro gli animali.
Siamo arrivati ad adorare ed avere a cuore la sorte delle bestie, piuttosto che ad adorare il Signore, che Lui sì che è stato davvero ucciso barbaramente, è morto per noi e che per noi è Risuscitato, aprendoci le porte del Paradiso.
Stiamo assistendo alla messa in atto di una nuova religione: il culto della bestia. Oso definirlo come qualcosa di molto vicino al Satanismo. La sorte degli esseri umani non ci interessa più, ci lascia indifferenti. La cosa importante è non abbandonare i cani in autostrada, non mangiare carne perché negli allevamenti intensivi gli animali vivono male, non mangiare le uova perché le galline soffrono, non indossare lana perché le pecore buttano litri di sangue quando le tosano (vabbè… ho esagerato…).
Che sia chiara una cosa: non sto implicitamente difendendo il maltrattamento degli animali. Sono Creature di Dio che vanno rispettate in quanto tali. Però tra il rispetto e l’umanizzazione ce ne passa… eh sì, perché questo è il presupposto dell’ideologia animalista: tutte le creature sono allo stesso livello. Gli animali sono come e noi e noi siamo come tutti gli altri animali. Allora se noi non dobbiamo mangiare carne per non fare del male alle mucche,e visto che tutti siamo animali e tutti siamo uguali, nemmeno il leone può mangiare la gazzella… No vabbè sfido chiunque a convertire un leone al veganismo. Come? Quello è l’istinto e noi invece possiamo scegliere perché abbiamo una mente razionale? Ah… allora vedete che non siamo proprio allo stesso livello? Possiamo dire che noi umani siamo un tantino al di sopra di tutti gli altri animali?
Direi un bel po’ al di sopra.
A parte il fatto che non ho mai conosciuto nessuna bestia che costruisce strade, palazzi, aeroporti, che studia, va all’università, che agisce al di fuori del bisogno e dell’istinto, che ha una spiritualità o che scopre le onde gravitazionali. Ma poi io da Cattolica dico che l’uomo è l’unica Creatura nella quale Dio ha soffiato il Suo alito di vita e l’unica Creatura fatta a Sua immagine e somiglianza. E questo significa che, al contrario di tutte le altre bestie, noi abbiamo un’anima e siamo fatti per l’eternità.
Certo che non è giusto maltrattare gli animali, ma è Dio stesso che dice: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra” .
Definizione di dominare: tenere soggetto alla propria autorità, volontà. E anche: essere superiore, prevalere. Si capisce che chi domina non può stare allo stesso livello di chi è dominato.
Il fatto è che, come purtroppo tanto altro, l’animalismo sembra una cosa positiva, mascherato com’è da una spessa patina di buonismo che cela la sua vera natura: elemento che vuole allontanare l’uomo da Dio, facendogli credere di stare facendo una cosa buona, quando invece lo porta all’idolatria, perché si arriva ad adorare la creatura al posto del Creatore. Una creatura molto semplice da amare e con la quale è facile entrare in relazione: l’animale non chiede niente in cambio dell’affetto che gli si dà, non crea problemi, non controbatte… è “comodo” amare un animale, fondamentalmente perché non parla  (Per lo stesso motivo, invece, è molto più difficile entrare in relazione con gli esseri umani, … soprattutto con noi donne…)
Tra l’altro proprio in questa Pasqua abbiamo assistito all’ennesima strage di cristiani in Pakistan.
Però noi, a Pasqua, pensiamo a non mangiare l’agnello.
Mentre il vero Agnello ancora in tutto il modo, viene quotidianamente abbandonato, torturato e ucciso.
DI AUTORI VARI

1 commento:

  1. io conosco la storia di altri agnellini, agnellini che ogni giorno vengono smembrati, bruciati con sostanze saline ,uccisi nella completa indifferenza e anzi con la soddisfazione di essersi liberati di una ameba che giorno dopo giorno chiede di vivere in quel grembo che dovrebbe essere per loro la prima culla fatta di amore e di calore, invece vi trovano solo la morte. Questi sono gli agnellini di Gesù.jane

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