ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 22 aprile 2016

«Ora, Signore, andiamo: tieniti forte»

                        
                       
                          “PADRE VERAMENTE SANTO”

Con il “Novus Ordo Missae”, entrato in vigore il 29 novembre 1969, prima domenica di Avvento, il sacerdote celebrante ha a sua disposizione per la Messa non solo il Canone Romano (che inizia con Padre clementissimo…), unico fino ad allora, ma altre tre Preghiere Eucaristiche, note con il nome di Preghiera Eucaristica I, II e III. Negli anni successivi è stata aggiunta una Preghiera Eucaristica V e ben altre tre dette della “Riconciliazione”, adatte soprattutto in Quaresima. “La più usata” La Preghiera Eucaristica più usata, però, fin da quella tarda domenica del ‘69, è risultata subito la II (che comincia con le parole: «Padre veramente santo, fonte di ogni santità ...»), che difatti sentiamo ogni volta che andiamo a Messa. Perché è così usata da diventare di fatto quasi l’unica? Papa Paolo VI a Jean Guitton confidava che veniva scelta perché conteneva tutto in breve sintesi (si veda: Paolo VI segreto, Ediz. Paoline, 1976). In realtà il motivo è più semplice: è la Preghiera Eucaristica più breve che si dice in meno di cinque minuti. Spesso ho l’impressione che il sacerdote celebrante, dopo aver riempito la testa all’assemblea con tre letture, un’omelia fiume, a volte inconcludente, consideri la Consacrazione dell’Eucarestia e la Comunione soltanto un’appendice della “Parola” tanto decantata!
Il mio amico Pierino mi ha spiegato che il suo “don”, dopo aver fatto scendere sulla sua comunità una cascata di parole, giunto finalmente alla Liturgia Eucaristica, sembra dire a Gesù: «Ora, Signore, andiamo: tieniti forte». Succede spesso che molti dei superstiti di quelli che vanno a Messa neppure più riescano a seguire con attenzione e a prendere parte con la preghiera alla grande “azione sacra” che avviene sull’Altare: Gesù che transustanzia il pane e il vino nel suo Corpo e nel suo Sangue e ripresenta sull’Altare il medesimo sacrificio di adorazione al Padre e di espiazione dei peccati del mondo, che ha offerto sulla Croce circa duemila anni fa. Sempre il mio amico Pierino, che spesso è un monello, dice che questa di oggi non è più la Messa solenne con il Confiteor, il Kyrie, il Gloria, il Credo, il Sanctus, cui seguiva il grande Canone Romano risalente agli Apostoli, ai primi secoli cristiani. É documentato che Papa San Silvestro I, quello del Concilio di Nicea (325 d.C.), già usava il Canone Romano. Potremmo scrivere a lungo su questo argomento, ma rimandiamo al luminoso testo di Francesca da Perillo, Le origini apostolico-patristiche della Messa cosiddetta Tridentina” - Convegno Summorum Pontificum, Maggio 2011. Noi, però, siamo i cattolici per i quali «la Messa è la realtà più sublime della terra e del cielo » (P. Faber). É la Presenza reale e sostanziale di Gesù stesso che rinnova ogni giorno il suo perenne sacrificio sulla Croce, è il miracolo quotidiano della Chiesa, per cui anche celebrata con la Preghiera Eucaristica II è la Messa valida e santa. É vero che solo il Canone Romano mette in chiarissima evidenza che la Messa è il sacrificio di Gesù, come nessun altro testo esprime, ma anche nella Preghiera Eucaristica II, quella più usata oggi, non è negato il sacrificio di Gesù (come potrebbe esserlo?). Si tratta però con l’attenzione e la preghiera di prenderne più coscienza e di sottolineare i punti che affermano questo sacrificio umano – divino di Gesù stesso. In evidenza il sacrificio Per farlo, meditiamo insieme le righe più significative della Preghiera suddetta. «PADRE VERAMENTE SANTO... SANTIFICA QUESTI DONI … PERCHÈ DIVENTINO PER NOI IL CORPO E IL SANGUE DI GESÙ CRISTO NOSTRO SIGNORE». I doni posti sull’Altare sono il pane e il vino. Il sacerdote chiede a Dio Padre che essi “diventino”Corpo e Sangue. Così in seguito alle parole della Consacrazione, quelle dette da Gesù nell’Ultima Cena (“questo è il mio Corpo... questo è il calice del mio Sangue”) il pane e il vino sono transustanziati nel Corpo e nel Sangue di Gesù, in Gesù stesso.
 Questo “diventare” del pane e del vino in Gesù non è una cosa magica, neppure un simbolo, ma realtà operata da Dio: non ci sarà più pane né vino, ma Gesù stesso in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, Gesù offerto sull’Altare. Questo “diventare”, questo “cambiare”, la Chiesa lo ha chiamato con il termine più appropriato che esiste: transustanziazione, che non può essere sostituito da altri termini. “Per noi” non significa “secondo noi”, secondo la nostra opinione o il nostro sentimento, ma “a nostro favore”, per la nostra salvezza. Gesù tutto questo lo realizza perché noi abbiamo la Sua reale compagnia e ci sia dato di unirci al suo sacrificio per sperimentare i frutti della sua salvezza. Continua la Preghiera Eucaristica: «GESÙ, OFFRENDOSI LIBERAMENTE ALLA SUA PASSIONE, PRESE IL PANE E RESE GRAZIE, LO SPEZZÒ; LO DIEDE AI SUOI DISCEPOLI E DISSE...». Gesù, quando è entrato nel mondo, si è offerto a compiere la volontà di Dio, si è dato al suo sacrificio, è vissuto per l’ora della sua Passione, “la sua ora”. Nell’Ultima Cena, avvenuta la sera prima del suo patire (come dice il Canone Romano), Gesù si è offerto con piena libertà di Sé alla sua Passione e Morte. Anzi ha anticipato la sua Passione consacrando il pane e il vino nel suo Corpo offerto e nel suo Sangue versato. L’istituzione della Santissima Eucarestia è una cosa sola con la sua Passione. Ed ecco le parole fondamentali, parole mirabili, miracolose e terribili: «QUESTO È IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI» «QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI». Gesù si rende presente non in un modo qualunque, ma nel suo stato di Vittima, nel sacrificio del suo Corpo inchiodato alla Croce, nello spargimento del suo Sangue, come quando è stato svenato nella sua crocifissione e morte. La sua Carne martoriata era là sulla Croce davanti alla derisione dei manigoldi, davanti all’amore senza limite di Maria Santissima sua Madre e dei pochi amici che Lo hanno accompagnato sul Calvario. L’essenza e la realtà del suo sacrificio, essendo il sacrificio del Figlio di Dio che trascende tempi e luoghi, dura in eterno, non è solo di ieri, ma è perenne nei secoli e in eterno. È la realtà vera, sostanziale, ontologica del suo sacrificio. In seguito alle parole di Gesù che il sacerdote ordinato ripete a nome e in persona di Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote, questo suo sacrificio è ripresentato sull’Altare, sotto i nostri occhi, ed a noi che circondiamo l’Altare è dato di avere presente lo stesso Gesù crocifisso e immolato che stava sul Calvario. É concesso di unirci al suo sacrificio acconsentendo con la mente e il cuore, con tutta la nostra volontà, facendo nostre le sue disposizioni di offerta e di obbedienza totale al Padre per la salvezza del mondo. “Cristificati” La traduzione italiana delle parole di Gesù per la Consacrazione del vino nel calice dice «sangue versato per voi e per tutti» ma il testo latino che rispecchia il testo greco dice più giustamente «pro multis». Gesù sicuramente ha detto «per molti», non perché escludesse qualcuno dal suo sacrificio, ma perché il suo sacrificio vale soltanto «per molti» che Lo accettano, per molti che aderiscono alla proposta dell’Alleanza nel suo Sangue. «Versato per molti» come ha detto Gesù, ci chiama tutti all’impegno per essere fedeli a Lui e a non avere la presunzione di salvarci senza merito, come soprattutto oggi si inclina a pensare con la predicazione di una misericordia divina che secondo Kasper e i modernisti odierni sarebbe data a tutti anche se non si cambia vita. Papa Francesco spieghi chiaramente che la misericordia non è il tenerone di “Babbo Natale”, ma la proposta di Dio Padre che vuole sì perdonarci ma richiede la nostra conversione. Compiuta la Consacrazione, Gesù vivo e vero, in stato di Sacerdote e Vittima, è presente con tutto Se stesso sull’Altare, con la realtà del suo Sacrificio di adorazione, di lode e impetrazione. Ora il sacerdote celebrante esprime nella preghiera, anche nella Preghiera Eucaristica II, questo sacrificio, questa offerta: «TI OFFRIAMO, O PADRE, IL PANE DELLA VITA E IL CALICE DELLA SALVEZZA, E TI RENDIAMO GRAZIE PER AVERCI AMMESSI ALLA TUA PRESENZA A COMPIERE IL SERVIZIO SACERDOTALE».
 Vero, verissimo, quanto viene detto, ma facciamo attenzione: il Pane della vita e il Calice della salvezza non sono più pane e vino ma il Corpo e il Sangue di Gesù stesso. Il sacerdote non solo presiede, come si dice oggi in modo banale, ma consacra, immola, sacrifica il Corpo e il Sangue di Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote. «Ti rendiamo grazie» non significa solo ringraziare e lodare come si dice oggi, ma vuol dire: «Padre, Ti adoriamo, Ti riconosciamo unico Dio e Signore, e questa nostra adorazione può dartela solo il tuo Figlio, vero ed unico Tuo adoratore». Questo significa il verbo latino “gratias agere”, o quello greco “eucaristeo”: adorare, lodare, espiare, intercedere salvezza. Continua la Preghiera eucaristica: «PADRE, TI PREGHIAMO UMILMENTE, PER LA COMUNIONE AL CORPO E AL SANGUE DI CRISTO LO SPIRITO SANTO CI RIUNISCA IN UN SOLO CORPO». Ecco, Gesù si rende presente ma lo fa per unirci al suo sacrificio. Noi iniziamo ad acconsentire al suo sacrificio, a rinnovare l’offerta di noi stessi con Lui al Padre, ma il vertice di questa unione al suo sacrificio è la Comunione Eucaristica. Succede così che, se riceviamo la Santa Comunione, Gesù davvero in modo reale trasforma la nostra vita in Lui stesso, nel prolungamento del suo Essere. Non solo ci fa più buoni come condotta morale ma ci trasfigura in Lui. È “il dono cristifico” il nostro essere cristificati, come illustrano i veri teologi cattolici quali, citando i più recenti, Monsignor Antonio Piolanti, Il Mistero Eucaristico (Editrice Vaticana, 1996), e Padre Enrico Zoffoli, La Messa è tutto (Edizioni Passioniste, Roma 1989). Quando siamo a Messa dobbiamo sentire con intelletto d’amore anche la Preghiera Eucaristica II, la quale, pur essendo breve e scarna, contiene tutto, basta prestare attenzione, meditare e pregare. Chiediamo ai sacerdoti che usino spesso anche il Canone Romano, ma anche che dicano più adagio e più con fede e devozione la suddetta Preghiera Eucaristica II. Diventeremo nella fede e nella carità, nella nostra offerta con Gesù, nella nostra comunione eucaristica, una cosa sola con Lui. «Nunc intelligo me non solum emendari, sed transfigurari» ora comprendo che non solo mi devo correggere, ma devo essere trasfigurato in Gesù Cristo.
di fra Candido di Gesù 

11 commenti:

  1. Sul finire degli anni 90 un sacerdote non giovanissimo della FSSPX, quando gli dissi che mi sentivo in colpa per il fatto che non frequentava la Messa nella mia parrocchia insieme alla mia Comunità e chiedevo se fosse il caso di farlo almeno saltuariamente(nel senso che sarei andata ordinariamente ad assistere la Messa Vetus ordo e solo qualche volta quella NO) mi disse: "in colpa? Scherzi vero, se tutto va bene manco è valida. Certamente è dubbia(in relazione a difetti di forma e al fatto che possa essere celebrata da un sacerdote consacrato col nuovo rito di Paolo VI) quindi per te che lo sai è doveroso evitarla. Certo potrebbe essere valida nel caso il sacerdote fosse stato ordinato da un vescovo consacrato col vecchio rito ma a condizione che nella formula consacratoria dica "versato per molti" non "per tutti"(cosa oltretutto mi pare tornata alla ribalta qualche anno fa con Ratzinger non ricordo se da card o già da Papa), in tal caso anche con sacerdote validamente ordinato la transunsanziazione non dovrebbe compiersi, o almeno vi sono fortissimi dubbi al riguardo e dato che un sacramento dubbio è da considerarsi come nullo, fai tu i conti". Poi disse qualcosa riguardo l'intenzione, ovvero che i sacerdoti di oggi non si considerano più dei veri e propri "sacrificatori" e quindi anche l'intenzione creerebbe problemi non da poco. In ogni caso mi disse di evitare la messa NO in maniera tassativa perché io comunque potevo recarmi in una cappella della FSSPX abbastanza agevolmente. Boh, io continuo ad andare al Vetus Ordo, così almeno sono sicura di non sbagliarmi, oltretutto mi anche consigliato di evitare. Al tempo mi è stato pure detto che tutti i sacerdoti che volevano collaborare con la FSSPX venivano segretamente riordinati sotto condizione.

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    1. Al tempo mi è stato pure detto che tutti i sacerdoti che volevano collaborare con la FSSPX venivano segretamente riordinati sotto condizione.

      Qual'è questa condizione?

      Detta così, la signora qui sopra, sta insinuando dubbi sulla bontà dell'Opera di Resistenza della FSSPX. Perchè la signora invece di scrivere non si è informata dalla stessa FSSPX per esempio? Chissà... che forse non sia il fatto che la "condizione" da lei paventata, non sia altro che il giuramento antimodernista come facevano TUTTI i Sacerdoti prima del conciliabolo vaticano 2?

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    2. Non penso sig.ra Liona che Donata abbia voluto "insinuare dubbi" usando la locuzione "sotto condizione". E' un linguaggio "tecnico" che intende, (in modo sacrosanto visto che l'Ordine lo si può ricevere una sola volta nella vita) sostenere che la riordinazione sarebbe valida solo nel caso in cui, quindi a condizione che, la prima non lo sia stata. In poche parole indica una riordinazione in caso di precedente dubbia ordinazione! Nessuna insinuazione! Poi bisognerebbe chiedere direttamente alla sig.ra Donata se la mia interpretazione delle sue parole sia o meno quella giusta, ma penso proprio di sì!

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  2. Io posso partecipare al solo NOM, e mi sembra potrebbe tronarle utile il seguente articolo
    http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV910_Augustinus_Invalidita_o_illiceita.html

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    1. Il NOM è invalido punto. Almeno questa è la linea della FSSPX, intra muros lo ammettono tutti. So per certo che articoli del genere sono un abile espediente non traumatico per non scandalizzare i fedeli che fossero interessati a cominciare a frequentare la FSSPX, una volta entrati stabilmente, i sacerdoti durante la direzione spirituale preparano pian piano i vari fedeli ad accettare tale verità anche se oggi la maggior parte delle volte viene lasciato intendere vagamente salvo poi sconsigliare altamente ai fedeli di partecipare al NOM(che nel migliore dei casi è SACRILEGO, questo la FSSPX invece lo insegna senza troppi giri di parole, il Nitoglia in primis) ottenendo di fatto che nella pratica ci si ottenga lo stesso risultato che si otterrebbe se si andasse in giro a dire esplicitamente che il NOM è invalido. Non solo, come ha detto la sig. Donata e la sig. Liona, è verissimo che sempre intra muros nessuno dei seminaristi accetterebbe mai di essere consacrato con nuovo rito di Montini, poiché convinti della sua invalidità: in poche parole la FSSPX considera non sacerdoti tutti candidati ordinati da Vescovi a loro volta consacrati col nuovo rito. Infine i vari capi della FSSPX hanno come obiettivo nientemeno che quello dei modernisti che si infiltrarono nella Chiesa: ovvero voglio(o meglio si illudono) di infiltrarsi e cambiare le cose dall'interno per questo cercano disperatamente un accordo. Comunque coi Sacramenti non si scherza, si legga la vicenda di Sant'Ermenegildo e parliamo di Eucaristia certamente valida(era anche lui tentato dal Diavolo????). Lei cerca solo di giustificarsi, mi spiace per lei!

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    2. Mi risulta che la FSSPX, non condizioni nessuno a non frequentare il NOM o messa nuova di Montini! Mi risulta altresì, che lo stesso Mons. Lefebvre dicesse che il NOM è valido ma illecito.

      Il significato di illecito in questo caso significa: rito liturgico celebrato non conforme alle regole teologiche e canoniche tradizionali perchètende al protestantesimo.

      Conclusione: la FSSPX, che è Opera voluta da Dio per la salvezza delle anime, mette in guardia dai pericoli, ma mai obbliga qualcuno contro il suo volere. Uomo avvisato mezzo salvato.

      Non credo che la FSSPX, voglia infiltraarsi come i modernisti, ci hanno provato quei che sono fuoriusciti (IBP, FSSP, e altri come i FI, Gricigliano ecc...) risultato? Niente e non poteva che essere così del resto, chi decide di emulare altrui e/o di profittare il coraggio e/o la strada aperta , senza nemmeno dire grazie o addirittura sciorinare critiche, prima o poi è costretto a fermarsi e guardare il pugno di mosche che gli è rimasto tra le mani.

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    3. errata corrige:

      Non credo che la FSSPX, voglia infiltrarsi come i modernisti. Ci hanno provato quei che sono fuoriusciti (IBP, FSSP, e altri come i FI, Gricigliano ecc...) risultato? Niente e non poteva che essere così del resto, chi decide di emulare il coraggio altrui e/o profittare della strada aperta , senza nemmeno dire grazie o addirittura sciorinare critiche al suo indirizzo, prima o poi è costretto a fermarsi e guardare il pugno di mosche che gli è rimasto tra le mani.

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    4. Senta sig.ra Liona legga bene quello che uno dice: INTRA MUROS significa che lo dicono in segreto. Lefevbre inoltre ha definito i preti nuovi BASTARDI e i "sacramenti" nuovi BASTARDI che NON PRODUCONO LA GRAZIA, se poi il mese dopo ha detto il contrario e quello dopo ancora il contrario del contrario, questi sono problemi suoi di cui avrà sicuramente dovuto rendere stretto conto a Dio. In ogni caso anche le ordinazioni e consacrazioni della FSSPX sono illecite ma quelle vanno bene, la messa è illecita però non va bene. Lo sanno TUTTI gira che ti rigira cosa realmente pensano i membri della FSSPX....solo lei a quanto pare non è ancora scesa dal pero!

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    5. Il pensiero contorto dell'anonimo, delle 23:06 cui sopra, è il tipico linguaggio dell'ambiente sedevacantista, sedeprivazionista e/o modernista, dato che, sono due facce della stessa medaglia.


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    6. Hai perfettamente ragione, sono due facce della stessa medaglia, il massimalismo eretico, il peggiore! Ero incerto se annullare quei commenti, ma conviene a tutti conoscerli.. per "non ti curar di loro, ma guarda e passa..!"

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    7. Grazie carissimo Brontolo e concordo su quanto scrivi.

      Hai ragione anche di non annullare i commenti, così altri avranno la possibilità di farsi un'idea di come procedono questi tizi. Grazie ancora e un caro saluto.

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