Efeso era città antichissima sulla costa ionica dell’Asia Minore, centro dei commerci mediterranei. Oggi vi sorge un villaggio dallo strano nome, Ayasoluk. Sotto il nome turco si nasconde quello greco di Aghios Theologos, cioé il Santo che parla di Dio, riferito a San Giovanni apostolo ed evangelista, che lì svolse la sua missione di Vescovo fino a quando lo lasciarono in libertà. Con lui visse Maria, Madre di Gesù. Una sola persona. Efeso nel 430/31 d.C. fu sede di un illustre Concilio ecumenico che penetrò Gesù intimo, ancora più a fondo di quello di Nicea (325 d.C.). All’inizio del V secolo a Costantinopoli sedeva il Vescovo, il monaco Nestorio, zelante e ardente, ma nella sua predicazione vi era un punto gravemente critico. Egli diceva che «il Figlio di Dio e Gesù di Nazareth sono due persone distinte. La prima viene da Dio. La seconda, chiamata Gesù, viene solo da Maria». Maria secondo Nestorio è soltanto madre di un uomo che ospitava la divinità. Pertanto, sempre secondo costui, Gesù non è Figlio di Dio, ma solo figlio di Maria: una falsità enorme, abissale.
Se Nestorio avesse vinto, il Cristianesimo sarebbe sprofondato, così come se avesse vinto Ario, un secolo prima. Egli non vinse, vinse un’altra volta Gesù, il Cristo. Ad Efeso, dove nel 431 d.C. Papa San Celestino I convocò il III Concilio della Chiesa universale, si condannò l’eresia di Nestorio e si definì che Gesù è una sola Persona, la Persona del Figlio di Dio che vive in due nature, la natura divina e quella umana. Tutto il Concilio di Efeso si condensa in queste sacre, solenni parole: «Noi adoriamo un solo Figlio e Signore Gesù» (Denzinger, n.250). Cerchiamo di capire nel modo più semplice e chiaro possibile. Con il rispetto infinito e trepido di una fede adorante, la Chiesa dei primi secoli ha accolto Gesù, ha riflettuto su ciò che Egli ha fatto e ha detto di Sé, ha ascoltato la voce dello Spirito Santo che guida alla Verità tutta intera, il Maestro che avrebbe eternamente illuminato i credenti. Poi la Chiesa ha parlato: Gesù è veramente esistito; è esistito come individuo distinto dagli altri; individuo che conosce, ama, vuole e liberamente agisce. Quindi Gesù è realmente persona, ma sempre l’identica persona. Uno e medesimo appare il Gesù di Betlemme, di Nazareth, di Betania, del Calvario; uno e medesimo il Gesù che lavora con le sue mani e ridà la vita ai morti, che obbedisce a Maria e a Giuseppe e dichiara di fare la volontà del Padre suo che è nei cieli; che vive con gli amici e dichiara che Lui e il Padre sono una cosa sola; che benedice i piccoli della Galilea e annuncia che verrà a giudicare il mondo; che piange per l’infelice sorte della sua patria e afferma davanti al Sinedrio di essere il Messia e il Figlio del Dio vivente. Dunque una sola Persona è Gesù. Se non fosse così, nel Vangelo non si capirebbe niente. Due nature La Chiesa ha capito intimamente Gesù. Il Figlio di Dio, facendosi uomo, unisce a Sé la natura umana, cioé il corpo e l’anima come abbiamo noi, con un vincolo nuovo, mai immaginato prima, realissimo, profondo, misterioso. Un vincolo che non verrà meno, mai più. Per sempre, per l’eternità, il corpo e l’anima di Gesù saranno del Figlio di Dio fatto uomo. Così, quando Gesù piccolo nasce a Betlemme, è il Figlio di Dio che nasce a Betlemme. Quando Gesù giovane lavora a Nazareth, è il Figlio di Dio che lavora a Nazareth. Quando Gesù grande parla, guarisce, consola, perdona, insegna, ama, muore e risorge, è il Figlio di Dio che parla, guarisce, consola, perdona, insegna, ama, muore e risorge. La persona di Gesù, che in Sé unisce la natura umana e la natura divina è mistero: uno degli abissi di mistero, di cui il Cristianesimo è costellato. Ma è un mistero che inaspettatamente si presenta pieno di soavità ineffabile, che ce lo rende familiare. E se la divinità costituisce in Cristo quella dignità sovrana per cui Lo adoriamo, l’umanità diffonde in Lui quel tratto amabilissimo che ce Lo avvicina e che ci attrae a Lui, lo fa nostro, come uno di noi. San Cirillo d’Alessandria, il protagonista del Concilio di Efeso, il santo e battagliero dottore della Chiesa, amava spiegare la dottrina cattolica con una similitudine, solo una similitudine, che l’umile gente capiva. «Ecco – diceva – la natura divina di Gesù è unita realmente alla natura umana, come la nostra anima è unita al nostro corpo». In questo modo la gente capiva. Chi oggi spiega al popolo cristiano, alla gioventù, questa realtà tanto grande e affascinante? Oggi, troppi sedicenti maestri “vendono ciance”, senza più trasmettere Gesù Cristo e far innamorare di Lui: Lui solo, infatti, è ancora e sempre capace di affascinare e di riempire le chiese, qualora fosse predicato, … e di spingere tanti giovani a salire l’altare come suoi sacerdoti! Efeso, nel 431 d.C., è stata un’altra tappa per la maturazione della cristianità. Il suo punto decisivo fu Gesù Cristo: il trionfo di Gesù riconosciuto come Unica Persona. Il Cristianesimo si può accettare e, purtroppo, anche respingere, ma non si può cambiare o accomodare, come si è tentato di fare nel passato e ancora più si tenta oggi con ogni mezzo. Chi lo accetta, lo accetta così. Chi lo respinge, lo respinge così. Il Cristianesimo non ha bisogno di essere ridotto alla misura delle cose umane per ottenere il biglietto di ingresso tra noi. É proprio questo che Nestorio, il Vescovo eretico di Costantinopoli, e altri di ieri e di oggi non riescono a capire o non vogliono capire. Mi si spiega anche la loro avventura; essi, più che Dio, adorano la ragione umana; hanno voglia di analizzare Gesù in Se stesso, con la fredda geometria della ragione umana che compone e scompone le cose come essa vuole in un gioco senza fine in un imbroglio senza fine. La nostra fede di cristiani-cattolici è altro, non rinnega la ragione, ma la supera. L’unità profonda della divinità e dell’umanità nell’unica Persona di Gesù Cristo non si può spiegare mediante modelli delle cose terrene. Quell’unità profonda non è invenzione di uomo, ma è capolavoro di Dio. Io posso con lieta libertà di spirito rivolgermi al Signore Gesù, mio amico, uno e vero, pensare a Lui piccolo a Betlemme e straziato sulla croce, immenso e fiammeggiante sulle nubi del cielo nel giudizio finale del mondo e della storia. Penso a quello per amarLo, e a questo per temerLo, ma sempre per crederLo, così grande e pure così vicino alle creature. Madre di Dio e nostra. I Padri del Concilio di Efeso di conseguenza definirono Maria SS.ma non solo Madre di Gesù, come diceva Nestorio, ma Madre di Dio: Sancta Dei Genitrix, Deipara, aghia Theotokos! La ragazza di Nazareth, la “brunetta” che ha dato alla luce il Salvatore del mondo, restando Vergine, è veramente Madre di Dio! Quando lo seppero gli Efesini, uscirono incontro ai Padri del Concilio con le fiaccole accese, e la notte sulla costa dell’Asia Minore brillò di luci sino al mattino. Così illustra tanto mistero – il fondamento di tutta la grandezza e i privilegi di Maria SS.ma – l’essere Madre di Dio, il teologo romano Pietro Parente: «Nella Sacra Scrittura Maria è chiamata più volte Madre di Gesù (Mt. 1,18; Gv. 19,25). Anzi Elisabetta La saluta “Mater Domini mei”, la Madre del mio Signore, la Madre di Dio. A provare teologicamente questa Verità di fede – il primo dogma mariano – basta credere come i Padri di Efeso: Cristo è il Verbo incarnato, unica Persona divina sussistente nella natura divina e nella natura umana. Ora Maria ha dato alla luce Gesù nella sua integrità personale, secondo la natura umana: pertanto Ella è veramente Madre del Verbo, cioé di Dio. Né vale obiettare che il Verbo con la sua natura divina non deriva da Maria, alla quale già pre-esisteva: San Cirillo rispondeva che l’anima umana è infusa da Dio e non deriva dai genitori; eppure ognuno di noi non dubita di chiamarsi figlio della propria madre secondo tutto se stesso. Gesù è Figlio di Dio e resta tale anche quando assume la natura umana. Così Egli è anche Figlio di Maria». Ne segue – è sempre Pietro Parente che spiega – che «Maria, Madre vera del Figlio di Dio, è Madre spirituale di tutto il genere umano, alla cui salvezza Ella coopera insieme con il Redentore. Questa verità è adombrata sul Calvario, quando Gesù morente affida sua Madre a Giovanni e Giovanni a sua Madre: “Donna, ecco tuo Figlio”. “Ecco, tua Madre” (Gv. 19, 26-27). Già Origene aveva commentato: “Cristo vive in ogni cristiano che perciò è detto giustamente figlio di Maria”. I Padri della Chiesa fanno un parallelismo tra Eva, madre dei peccatori (=morti alla vita della Grazia), e Maria, Madre dei vivificati dalla Grazia di Cristo. Oltre al testamento di Gesù morente, c’è una profonda ragione teologica toccata già da Sant’Agostino (De Virginitate 5,6): Maria è Madre di tutti gli uomini perché è Madre di Cristo, del Quale gli uomini, rigenerati dal Battesimo, sono membri. San Pio X, nell’enciclica “Ad diem illum”, poté scrivere: “Nello stesso seno castissimo della Madre, Gesù prese la carne e insieme un corpo spirituale, composto dai futuri suoi fedeli. Sicché in una maniera spirituale e mistica noi cerchiamo e siamo figli di Maria SS.ma ed Ella è la Madre di tutti noi”» (da: ParentePiolanti-Garofalo, Dizionario di Teologia dogmatica, Ed Studium, Roma, 1957, pp.257-258). É maggio, amici, il mese di Maria SS.ma. Ebbene, de Maria, nunquam satis: di Maria non diremo mai abbastanza, per Maria non faremo mai abbastanza. Basta pensare a ciò che scrive il beato Aelredo di Rievaulx: «Ella è nostra Madre, madre della nostra vita, madre della nostra incorruzione, madre della nostra luce... Ella che è Madre di Cristo, è madre della nostra sapienza, madre della nostra giustizia, madre della nostra santificazione, madre della nostra redenzione. Perciò Maria per noi è Madre più della nostra madre, più di tutte le madri» (Discorso 22, “per la natività di Maria”, PL 195, 322- 324). Già, così è la Madonna, non La ameremo mai abbastanza, non confideremo mai abbastanza in Lei. In questo mondo orribile, la Chiesa, ora squassata, ritroverà la sua nuova primavera solo da Maria SS.ma, più Madre di tutte le madri e condottiera delle anime al Cristo. Non posare più il suo Rosario, per chiamarLa, perché faccia presto.
di fra Candido di Gesù
Presenza Divina
http://www.presenzadivina.it/274.pdf
Pensate che meraviglia meravigliosa ! Siamo figli salvati , fratelli, sorelle, padri e madri di Gesù. Abbiamo la Madre Santissima che ci guida al Cuore Sacratissimo del Suo Tre volte Santo Figlio Gesù. A che servono le nostre misere parole ? Qui c'è solo da fare le capriole per la gioia!!!!! jane
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