Che fine ha fatto Don Massimiliano Pusceddu?
Un articolo de Il Riformatore riprende la vicenda del prete cagliaritano, tacitato dal suo vescovo per non turbare la comunità LGBTXYZ. Un canale Youtube sospeso, un numero telefonico inesistente e uno scandalo che non si può cancellare insabbiandolo.
di Michele Majno
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I nostri lettori conoscono bene la vicenda di Don Massimiliano Pusceddu, il sacerdote cagliaritano sottoposto a linciaggio mediatico e diocesano per aver citato in un’omelia il passo della lettera ai Romani, 1, 21 – 32, in cui San Paolo parla del gravissimo peccato della sodomia e delle sue inevitabili conseguenze.
Me ne occupai io stesso in un articolo pubblicato su Riscossa Cristiana il 10 giugno (clicca qui) e l’argomento fu ripreso dal Direttore con un articolo del 23 giugno (clicca qui), quando l’arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, si piegò al frocio-diktat, imponendo a Don Pusceddu “un congruo periodo di silenzio totale” (per questo ho parlato di linciaggio non solo “mediatico”, ma anche “diocesano”).
Un interessante articolo di Pietro Romano, pubblicato ieri sul sito Il Riformatore (clicca qui), e di cui consiglio a tutti la lettura, ripropone la surreale vicenda di Don Massimiliano Pusceddu, prete punito per cattolicesimo, facendone anche un utile riassunto.
E per ora Pietro Romano non può far altro che porsi la domanda che anche noi abbiamo messo come titolo: che fine ha fatto Don Pusceddu?
Sparito, tacitato, oscurato. Non è mai esistito e in ogni caso, se qualcuno se ne ricorda, soprattutto se è un sacerdote, guardi bene al suo esempio: nella neochiesa chi sgarra viene punito inesorabilmente. Quindi, zitti e buoni. Credere, obbedire, combattere. Peccato che non si creda più a Nostro Signore Gesù Cristo, ma questi sono dettagli che non turbano i sonni dei dirigenti di questa curiosa ditta che è la neochiesa.
Così abbiamo un canale Youtube “momentaneamente sospeso”. Basta cliccare suhttps://www.youtube.com/channel/UCKkVzHVjg7ifawLqGHQE59g per verificare. Cosa c’era di scandaloso su quel canale? Le videoregistrazioni delle omelie di Don Pusceddu. Roba pericolosa, dal momento che addirittura, orrore, il sacerdote di San Lucifero in Vallermosa arrivò a ricordare la netta condanna della sodomia pronunciata da San Paolo. Il quale San Paolo, sia detto per inciso, a sua volta non inventava nulla di nuovo. Ricordava la dottrina cattolica. Ammoniva, cercava di portare anime a Cristo, come era suo dovere. Lo stesso dovere che Don Pusceddu ha assolto con la terribile e incriminata omelia. Lo stesso dovere che evidentemente non interessa ad Arrigo Miglio, che piegandosi al frocio-diktat ha fatto un gran favore al diavolo, al quale ha assicurato tante anime in più.
Oggi ho voluto provare a telefonare alla parrocchia di San Lucifero a Vallermosa (CA). Il numero che si trova sia sul sito della diocesi di Cagliari, sia sulle Pagine Bianche, 078179089, viene dato in risposta automatica come “inesistente”. Magari questo non vuol dire nulla; o forse sì.
Ma non è certo questo il punto. Quello che più ci preme è che la vicenda di Don Massimiliano Pusceddu non cada nell’oblio, come invece desiderano gli amministratori (francamente risulta difficile chiamarli “pastori”) della neochiesa.
Il caso è tanto chiaro quanto scandaloso: un sacerdote ha citato San Paolo, ha ribadito che la sodomia è un peccato, e ora quel sacerdote è stato punito, immerso in un “congruo periodo di silenzio totale”. Totale, si noti bene. E nessuno sa cosa voglia dire “congruo” nel linguaggio di Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari. Un mese? Due mesi? Un anno? Una vita?
La neochiesa è così istericamente pronta a giustificare e blandire gli omosessuali che diventa lecito pensare che, oltre alla pavidità e al conformismo, ci sia anche il conflitto di interessi. O no?
Signor Arrigo Miglio, non ha proprio nulla da dirci?
http://www.riscossacristiana.it/che-fine-ha-fatto-don-massimiliano-pusceddu-di-michele-majno/
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I nostri lettori conoscono bene la vicenda di Don Massimiliano Pusceddu, il sacerdote cagliaritano sottoposto a linciaggio mediatico e diocesano per aver citato in un’omelia il passo della lettera ai Romani, 1, 21 – 32, in cui San Paolo parla del gravissimo peccato della sodomia e delle sue inevitabili conseguenze.
Me ne occupai io stesso in un articolo pubblicato su Riscossa Cristiana il 10 giugno (clicca qui) e l’argomento fu ripreso dal Direttore con un articolo del 23 giugno (clicca qui), quando l’arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, si piegò al frocio-diktat, imponendo a Don Pusceddu “un congruo periodo di silenzio totale” (per questo ho parlato di linciaggio non solo “mediatico”, ma anche “diocesano”).
Un interessante articolo di Pietro Romano, pubblicato ieri sul sito Il Riformatore (clicca qui), e di cui consiglio a tutti la lettura, ripropone la surreale vicenda di Don Massimiliano Pusceddu, prete punito per cattolicesimo, facendone anche un utile riassunto.
E per ora Pietro Romano non può far altro che porsi la domanda che anche noi abbiamo messo come titolo: che fine ha fatto Don Pusceddu?
Sparito, tacitato, oscurato. Non è mai esistito e in ogni caso, se qualcuno se ne ricorda, soprattutto se è un sacerdote, guardi bene al suo esempio: nella neochiesa chi sgarra viene punito inesorabilmente. Quindi, zitti e buoni. Credere, obbedire, combattere. Peccato che non si creda più a Nostro Signore Gesù Cristo, ma questi sono dettagli che non turbano i sonni dei dirigenti di questa curiosa ditta che è la neochiesa.
Così abbiamo un canale Youtube “momentaneamente sospeso”. Basta cliccare suhttps://www.youtube.com/channel/UCKkVzHVjg7ifawLqGHQE59g per verificare. Cosa c’era di scandaloso su quel canale? Le videoregistrazioni delle omelie di Don Pusceddu. Roba pericolosa, dal momento che addirittura, orrore, il sacerdote di San Lucifero in Vallermosa arrivò a ricordare la netta condanna della sodomia pronunciata da San Paolo. Il quale San Paolo, sia detto per inciso, a sua volta non inventava nulla di nuovo. Ricordava la dottrina cattolica. Ammoniva, cercava di portare anime a Cristo, come era suo dovere. Lo stesso dovere che Don Pusceddu ha assolto con la terribile e incriminata omelia. Lo stesso dovere che evidentemente non interessa ad Arrigo Miglio, che piegandosi al frocio-diktat ha fatto un gran favore al diavolo, al quale ha assicurato tante anime in più.
Oggi ho voluto provare a telefonare alla parrocchia di San Lucifero a Vallermosa (CA). Il numero che si trova sia sul sito della diocesi di Cagliari, sia sulle Pagine Bianche, 078179089, viene dato in risposta automatica come “inesistente”. Magari questo non vuol dire nulla; o forse sì.
Ma non è certo questo il punto. Quello che più ci preme è che la vicenda di Don Massimiliano Pusceddu non cada nell’oblio, come invece desiderano gli amministratori (francamente risulta difficile chiamarli “pastori”) della neochiesa.
Il caso è tanto chiaro quanto scandaloso: un sacerdote ha citato San Paolo, ha ribadito che la sodomia è un peccato, e ora quel sacerdote è stato punito, immerso in un “congruo periodo di silenzio totale”. Totale, si noti bene. E nessuno sa cosa voglia dire “congruo” nel linguaggio di Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari. Un mese? Due mesi? Un anno? Una vita?
La neochiesa è così istericamente pronta a giustificare e blandire gli omosessuali che diventa lecito pensare che, oltre alla pavidità e al conformismo, ci sia anche il conflitto di interessi. O no?
Signor Arrigo Miglio, non ha proprio nulla da dirci?
– di Michele Majno
Di morte purtroppo in questi giorni si sente parlare troppo, soprattutto di morte violenta. Allora stupisce leggere che c’è chi associa disinvoltamente – non si capisce se come augurio, profezia o minaccia – la scura signora ad avversari delle proprie posizioni politiche e sociologiche.
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