ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 5 agosto 2016

L’apostasia è già incominciata..


L'APOSTASIA DALLA VERITA'


  La prova finale della Chiesa: impostura religiosa e apostasia dalla Verità. Moltissimi fedeli sono turbati e disorientati guardano verso i loro pastori e non trovano in essi quella guida salda autorevole e divinamente ispirata di Francesco Lamendola  

 
 
I tempi della fine, nessuno li conosce: Gesù lo disse espressamente, e sarebbe insolenza e follia pretendere di leggere oltre il velo del mistero impenetrabile nel quale Egli stesso ha voluto avvolgere il destino finale della Chiesa e dell’umanità tutta. Al contrario, Gesù ha messo sovente in guardia circa l’imprevedibilità di quel momento, che giungerà come un ladro nella notte, e sorprenderà gli uomini quando meno se lo aspetteranno. Da ciò, le sue continue esortazioni a vegliare e a pregare: e il sonno innaturale, quasi incomprensibile, che colse i tre apostoli prediletti nell’orto degli olivi, poco prima dell’arresto, quando Gesù stesso li aveva spronati a restare ben desti e a unirsi a lui nella preghiera al Padre, è un simbolo e una anticipazione del sonno morale nel quale potremmo essere sorpresi quando il momento verrà, a cominciare da quelli che erano ritenuti i più saldi nella fede, e, naturalmente, dai pastori del gregge: vale a dire i vescovi, gli arcivescovi e i cardinali, e poi, a seguire, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, e infine i semplici fedeli.

Il fatto, però, che nessuno può predire quando verrà la fine e saremo chiamati in Giudizio, non significa che non dobbiamo esercitare, oltre alla virtù della prudenza e all’esercizio attivo della preghiera, anche la facilità dell’osservazione e del discernimento spirituale; non significa, cioè, che dobbiamo rimanere ciechi e muti davanti allo spettacolo visibile della storia, e che non possiamo, o non dobbiamo, fare le nostre deduzioni circa il comportamento degli uomini e le vicende che riguardano direttamente la Chiesa, i suoi membri, la sua gerarchia, i suoi indirizzi, i suoi comportamenti, il suo insegnamento. Sia pure con modestia, con umiltà, con prudenza, ciascuno, tuttavia, è chiamato a vegliare e a vigilare, ricordandosi bene che il nemico più insidioso e più perfido non è quello che viene da fuori, e che tenta di dare l’assalto alla fortezza dall’esterno, apertamente, ma quello che, strisciando in silenzio, e dandosi l‘aria dell’amico, si adopera dall’interno per provocare la caduta della fortezza, addormentando i compagni, assassinando a tradimento le sentinelle e spalancando le porte affinché i nemici di fuori possano fare irruzione e distruggere e devastare ogni cosa, senza rimedio.
In altre parole: non bisogna assolutamente cadere nella sindrome del complotto; non si deve contribuire ad instaurare un clima di sospetto continuo, di tutti contro tutti; ma non bisogna neppure cadere nell’errore opposto, quello di una placidità ingenua, incosciente, di un buonismo ebete e disarmato, di una acquiescenza fatale, per un malinteso senso di carità e disciplina, verso pratiche sbagliate, comportamenti erronei, affermazioni fuorvianti: in breve, non bisogna avere alcuna indulgenza e alcuna tolleranza nei confronti dell’apostasia. Tale sarà, infatti, la strategia del Diavolo, anzi, tale lo è già adesso: insinuare delle mezze verità nel corpo della Verità cristiana, e da quelle mezze verità trarre delle verità ancor più monche, fuorvianti, ancor più mescolate a dosi massicce di errore e di menzogna; altrimenti, poco a poco, quasi insensibilmente, si rischia di arrivare al punto che i fedeli non capiranno più niente, non si renderanno conto di essere minacciati da una vera e propria impostura religiosa, o se ne renderanno conto troppo tardi, quando ormai sarà difficilissimo, se non impossibile, reagire e ripristinare la Verità nella sua luminosa semplicità e purezza. Ebbene: questi sono precisamente i tempi che stiamo vivendo. Alcune grandi  anime, come la veggente Katharina Emmerich, l’avevano preannunziato: l’era de Diavolo è già incominciata, e noi ci siamo dentro. Dunque, questa è anche l’epoca in cui la Chiesa viene passata al setaccio; e sia i suoi pastori, sia i semplici fedeli, sono vagliati come si fa col grano per separarlo dalla pula.
Scriveva una quindicina d’anni or sono – ma paiono parole scritte oggi - padre Livio Fanzaga, nel suo libro La Donna e il drago. I giorni dell’Apocalisse (Milano, Sugarco, 2002, pp. 66; 85-86):
 
Secondo il “catechismo della Chiesa cattolica”, prima della seconda venuta di Cristo la Chiesa dovrà passare  attraverso una prova finale “che scuoterà la fede di molti credenti” (n. 675). Si tratta sostanzialmente di una “impostura religiosa” con la quale il “mistero di iniquità” che opera nella storia offrirà agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo del’apostasia dalla verità. La massima impostura  religiosa è quella dell’Anticristo, cioè di un falso messianismo  nel quale l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne. Noi sappiamo i tempi di questa “massima impostura”, ma non vi è dubbio che essa si vada già delineando  con tratti ben preciso nell’attuale fase della storia umana. […]
Nell’ora della prova soltanto la fede genuina resterà accesa come una lampada che nessuna bufera infernale riuscirà a spegnere. Non fu così durante la passione del Signore, quando si scatenò il potere delle tenebre la fede di ognuno, in particolare quella degli apostoli, fu passata al vaglio? Perfino la fede generosa di Pietro vacillò e parve spegnersi. Essa tuttavia ebbe il privilegio di rimanere protetta dalla preghiera del Maestro: “Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Luca, 22, 31). Non ci deve però sfuggire la leale e cruda annotazione dell’evangelista Marco, quando Gesù viene arrestato e portato via in catene: “Tutti, allora, abbandonandolo, fuggirono” (Marco, 14, 30). La fede troppo umana degli apostoli non seppe reggere alla virulenza dell’assalto satanico. Solo la Madre resistette impavida sotto i colpi delle porte dell’inferno e credette anche nel momento in cui non vi era più umana speranza.
Non dobbiamo meravigliarci se nel corso della storia anche la Chiesa deve passare attraverso l’agonia della passione, che si prolunga nel suo corpo sino alla fine del mondo. Questa accadrà certamente nei tempi della fine, quando ci sarà lo scatenamento ultimo del male. “Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale, che scuoterà la fede di molti credenti” (“Catechismo della Chiesa Cattolica, 675). Alla fine infatti si manifesterà il mistero di iniquità sotto la forma di una grande impostura religiosa “in cui l’uomo glorifica se stesso  al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne”. La Chiesa quindi “non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest’ultima Pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e resurrezione” (“Catechismo della Chiesa Cattolica”,  677).
Questo insegnamento del “Catechismo della Chiesa Cattolica”, che ha un valore particolare  per i tempi della fine, riguarda anche un momento storico come il nostro, che sta sperimentando la minaccia di una impostura religiosa, la quale, se non è ancora quella finale, ne è tuttavia una anticipazione e una profezia. La lunga e stupefacente presenza della Regina della pace per riaffermare la fede dei credenti ha una sua logica spiegazione nei tempi, ormai incominciati, dello scatenamento delle forze del male, quando toccherà ai testimoni intrepidi della fede il compito di alleviare la disperazione del mondo.
I primi a essere passati al vaglio saranno coloro che ufficialmente dovrebbero essere i maestri le  guide del popolo di Dio. Allora tutto ciò che vi è di grettamente umano crollerà. Le maschere cadranno; la paglia brucerà; i mercenari fuggiranno; i pavidi tradiranno. Resteranno i soldati veri, quelli plasmati con lo spirito di Maria, a tenere alto il vessillo di Cristo, quando il mondo, imbevuto del livore di satana, griderà ancora una volta il suo: “Crucifige!”. Sono lontani questi momenti? O forse non sono già stati anticipati lungo il Calvario del ventesimo secolo? La croce sul monte Krizevac [a Medjugorje] sta a indicare il cammino prossimo della Chiesa, che soltanto chi ha quella “forte fede” richiesta dalla Regina della pace potrà percorrere fino alla cima.
 
Sì, lo sappiamo benissimo: citare padre Livio Fanzaga, in questi giorni, in questi mesi, è più che mai politicamente scorretto (specie dopo il suo giudizio sulla Boldrini); egli è divenuto la bestia nera di tutti i laicisti neoradicali e di tutti i cosiddetti cattolici progressisti e modernisti, i quali fanno a gara nel tempestarlo d’insulti a causa di ciò che essi chiamano il suo fondamentalismo.
Una perla per tutte: l’invettiva di don Aldo Antonelli, classica espressione della Neochiesa progressista e sinistroide, che, dal suo blog, carico di furore e di rancore, tuona farneticando contro Radio Maria e contro padre Livio, con queste testuali espressioni di pretta marca sessantottina:
 
… Intolleranza spacciata per “fedeltà”! Feticismo scambiato per fede! Fascismo ideologico camuffato da “Verità”! […] Cosa ci si può aspettare da una radio che ritengo diseducativa, politicamente fascista, con delle pennellate anche di nazismo e di razzismo, antisemitismo. E, dal punto di vista ecclesiale, ante e anti-conciliare. […] Questa emittente, 24 ore su 24, dispensa rifiuti tossici, trasmissioni diseducative, che imprigionano la fede all’interno di una religiosità parolaia e feticista, nella quale esiste solo lui, don Livio Fanzaga, l’uomo che parla e dialoga con la sua pancia. Dio fa da passepartout! Si tratta di una religiosità fatta di un lurido scambio, indecente commercio tra preghiere e offerte. Basta recitare un bel po’ di rosari, di giaculatorie, qualche benedizione, e chiedere un’offerta: e si viene sommersi da un diluvio di soldi.
 
Se questo è il tenore e se queste sono le ragioni dell’astio, dell’insofferenza che simili preti hanno nei confronti di padre Fanzaga, allora crediamo che finire nel mirino di costoro sia un onore e un segno del fatto che si sta facendo bene il proprio mestiere di cristiani. E qui chiudiamo la parentesi, e torniamo al nostro tema principale; ci basta aver mostrato quale tipo di reazioni suscitano coloro i quali pongono certe domande: perché porre domande come quelle che ci siamo fatti all’inizio, cioè se siamo giunti alla fine dei tempi e se la Chiesa sta vivendo l’ora della grande tribolazione, è divenuto più che mai politicamente scorretto. Non soltanto non si dovrebbe parlare di tali cose, ma non si dovrebbe neppure insinuare il sospetto che valga la pena d’interrogarsi in proposito: è giudicato inammissibile il solo fatto di suggerire che, forse, esiste una relazione fra le profezie dei tempi ultimi - presenti nell’Antico e nel Nuovo Testamento, nei libri dei Padri della Chiesa, nelle visoni di alcuni grandi mistici e santi di ogni tempo, e  nei messaggi delle apparizioni mariane, da quella di Rue du Bac, a La Salette, Lourdes, Fatima e altre – e il cancro che ha assalito von violenza il corpo della Chiesa e che ora, dall’interno, minaccia di divorarla e distruggerla.
Se il tempo preciso dell’Anticristo, della grande apostasia nella Chiesa e della battaglia finale tra il Bene e il Male, nessuno lo può conoscere, resta il fatto che esistono indizi preoccupanti, e più che indizi, dati di fatto concreti, in base ai quali è possibile affermare, a nostro parere, che l’apostasia è già incominciata, e che, dentro la Chiesa, forze potenti stanno sferrando l’ultimo assalto per impadronirsene del tutto e piegarla, così, a delle logiche mondane, a dei disegni extra cristiani, anzi, nettamente anticristiani, il cui scopo ultimo è la distruzione della fede in Cristo e la sua sostituzione con una sorta di auto-deificazione dell’uomo, travestita, probabilmente, da sincretismo religioso o da deismo gnostico e massonico. Moltissimi fedeli sono turbati, disorientati, smarriti: guardano verso i loro pastori e non trovano in essi quella guida salda, autorevole e divinamente ispirata, che si aspetterebbero; trovano, invece, degli uomini ebbri di orgoglio, di presunzione, tutti presi e agitati da umane passioni – anche l’anelito alla giustizia è una passione umana; e, se assolutizzato e vissuto come un bisogno anteriore e superiore alla ricerca di Dio, una passione maligna e distruttiva – e totalmente incapaci di porgere con fedeltà, con purezza e mansuetudine il vero messaggio di Cristo, che è un messaggio di amore, ma anche di timor di Dio, nel quale si ricorda all’uomo che egli, senza Dio e contro Dio, non solo non si realizza, ma si perde e si annienta.
Il cristiano sa bene che, restando strettamente unito a Cristo, come il tralcio alla vite, egli gode anche della comunione con il Padre, e diventa capace di compiere qualunque impresa, anche la più difficile; ma che, ridotto alle sue sole forze umane, diviene del tutto impotente, e i suoi disegni si disperdono come fumo al vento. Egli sa anche che esiste una mediatrice preziosa, insostituibile, fra sé e Dio, la Madonna, sotto il cui mantello corrono a rifugiarsi tutte le anime sofferenti e assetate di pace, di pane, di amore, di verità e di giustizia. Sa, infine, che gli Angeli e i Santi sono al suo fianco per sostenerlo e per fargli da scudo nei momenti più difficili e tempestosi, purché egli non si stanchi mai di pregare e confidare in loro. Molti teologi progressisti e modernisti tendono a sfumare e, se possibile, muovendosi con astuzia, a sopprimere le fonti perenni e vivificanti del Vangelo: la fede nella Santissima Trinità e la devozione alla Madonna, agli Angeli e ai Santi. Se ci riuscissero, per la Chiesa sarebbe la fine. Ma non ci riusciranno, perché Gesù stesso ha assicurato: Non praevalebunt...
 
La prova finale della Chiesa: impostura religiosa e apostasia dalla Verità
 
di
 
Francesco Lamendola


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.