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sabato 17 settembre 2016

Longevità van cercando?

Quando massoneria e gerarchia deviata si uniscono per ricordare la scomparsa di un soldato del G.A.D.U

-A cura della Redazione di Antimassoneria-
Come faranno certi signori ad essere così longevi? David Rockefeller ha festeggiato il suo 101esimo compleanno; Giorgio Napolitano è giunto a 91 candeline. Carlo A. Ciampi si è fermato il 16 Settembre del 2016 all’età di 95 anni. Ovviamente non mancheranno incensi e adulazioni. Molto dobbiamo a Ciampi se l’Italia oggi versa in queste condizioni. Anche dopol’attentato a Giovanni Paolo II, Alì Agca, verrà graziato nel 2000 dall’allora presidente della repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che nella sua brillantissima carriera fu anche governatore della Banca d’Italia, Ministro del tesoro e del bilancio e della programmazione economica. A Ciampi si devono le rovinose privatizzazioni dei gioielli di stato, a beneficio delle grandi corporations controllate dall’alta finanza ebraica con la completa svendita dell’Italia; la svalutazione della lira; e la disastrosa entrata dell’Italia nella UE. Ciampi fu indicato come un appartenente alla P2 dal giudice Felice Casson.
Le voci sulla concreta affiliazione di Ciampi alla massoneria sono tra l’altro anche confermate dal suo rivale Lamberto Dini, direttore generale di Bankitalia sotto il suo governatorato, e dalla vedova del banchiere Calvi, che rivelò in diverse occasioni di aver appreso da suo marito che Gelli si vantava con lui di aver personalmente contribuito a far nominare Ciampi e Dini, affiliati alla P2, ai vertici dell’istituto di via Nazionale. Ma in tutto questo Ciampi è stato anche molto vicino ad alcuni alti esponenti della gerarchia ecclesiastica, ossia quella gerarchia che si sta a tutt’oggi adoperando per la distruzione della Chiesa Cattolica. Ovviamente pochi organi di informazione si sono prodigati nell’illustrare l’eredità che il defunto ex governatore della Banca d’Italia, divenuto per “merito” presidente della Repubblica (il minuscolo è voluto) ci ha lasciato.
Subito dopo la sua partecipazione al summit tenutosi abbordo dello yacht Britannia nel 1992 di proprietà della regina Elisabetta, e sotto la visione, di Mario Draghi George Soros, Giulio Tremonti, carico di finanzieri britannici della City in cui verranno decise le sorti della nostra Lira e di tutte le nostre imprese nazionali, regalate alle multinazionali gestite dall’alta finanza ebraica, la carriera di Ciampi fece un notevole passo in avanti. Come fece Ciampi -già governatore della Banca d’Italia dal ’79 al 1993– a divenire il primo presidente del Consiglio non eletto dal popolo in un “governo tecnico di transizione” dal ’93 al ’94, dopo il maremoto di Tangentopoli (governo tecnico o governo a squadra e compasso che dir si voglia…). Il Ciampi ha poi proseguito la sua ascesa rivestendo la carica di ministro dell’interno (’94-’94); fino a divenire ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica ( dal 1996 al 1997 e poi dal 1998-1999). La sua brillantissima carriera si conclude ovviamente con la prima carica della Stato. Tutto ciò è un mistero, soprattutto se si considera che Ciampi fosse laureato in lettere, quindi privo di qualsiasi qualifica come economista. In tutta la sua carriera mai nessuno ebbe modo di capacitarsi delle sue presunte competenze in ambito finanziario; Ciampi non scrisse mai una parola su temi economici su alcun giornale. Misteri del Grande Architetto. Ciampi tra l’altro è anche uno dei responsabili della famosa “difesa della lira”, una manovra che costò ben 60mila miliardi ai contribuenti italiani, senza però riuscire a difenderla. Ovviamente stava eseguendo solo gli ordini dei cosiddetti poteri forti internazionali.
Le documentazioni sull’affiliazione di Ciampi alla massoneria cosiddetta “deviata” come la P2 (…) sono state pubblicate da diversi autori tra cui Ferruccio Pinotti nel suo saggio “Fratelli d’Italia” senza che questi venissero mai smentiti, né tanto meno querelati dal diretto interessato. Ma guarda caso anche la “massoneria buona” ha voluto manifestare il proprio dolore per la perdita di questo soldato che tanto bene ha fatto per la causa del Grande Architetto, non meno di quella “massoneria deviata” che ne ha sostenuto l’ascesa. Ecco in basso l’omaggio reso del Grand’Oriente d’Italia al compianto Carlo Azeglio Ciampi, pubblicato sul sito ufficiale del GOI:
“Il Grande Oriente d’Italia partecipa commosso al dolore degli italiani per la scomparsa di Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica dal 1999 al 2006, ex presidente del consiglio, varie volte ministro e per 14 anni governatore della Banca d’Italia.  “Ciampi per noi massoni – ha detto il Gran Maestro Stefano Bisi, ricordandone la figura – che abbiamo profondi valori e crediamo nei simboli, e’ stato un grande uomo al servizio del suo Paese. Ha ridato a tutti gli italiani l’orgoglio di essere italiani facendo onorare nel modo giusto la parata del 2 giugno,  l’inno nazionale e altri simboli che erano stati un po’ trascurati da un Paese che spesso dimentica la propria Storia. Il suo alto senso dello Stato, la sua continua opera di trasmissione dei valori enunciati dalla Costituzione e la sua applicazione civica lo fanno entrare di diritto nel Pantheon dei padri della Patria”.  Ciampi, che si è spento in una clinica romana all’età di 95 anni, nel corso della sua vita ha sempre guardato alla Massoneria e al Grande Oriente d’Italia con profondo rispetto per il ruolo storico svolto dalla Libera Muratoria non solo nel periodo risorgimentale. Alla moglie Franca ed ai familiari vanno le condoglianze del Gran Maestro e di tutti i fratelli del Grande Oriente d’Italia. Nel discorso di fine anno del 2003 il presidente Carlo Azeglio Ciampi rivolge alcune parole ai giovani, ricordando loro l’importanza della solidarietà e dell’ambiente da salvaguardare: ”Cercate di vivere in armonia con i ritmi della natura” (sito grande oriente)
Che la massoneria celebri con tanto trasporto uno dei suoi uomini “al servizio del Paese entrato nel “Pantheon dei Padri della Patria” (…) possiamo anche capirlo. Ciò che è  difficile da accettare è la posizione ufficiale all’alta gerarchia che da alcuni anni esprime pareri conformi a quelli dei muratori (pensare tutti i Santi Papi che hanno lottato per combattere l’influenza nefasta della massoneria nel mondo!) In un telegramma indirizzato alla moglie, la signora Franca Pilla, papa Bergoglio afferma che Ciampi ha ricoperto «le pubbliche responsabilità con signorile discrezione e forte senso dello Stato». «Nel ricordare la sincera amicizia che legava questo illustre uomo delle istituzioni a San Giovanni Paolo II» (clicca qui)
Questo è l’addio dato dall’Osservatore Romano: “Ciampi è stato un tecnico dalla robusta formazione umanista e un economista di quella generazione che ha imparato i principi della democrazia e del bene comune vivendone la privazione in tempi bui”.
Avvenire ricorda con commozione il suo carattere sanguigno, ironico e schietto,  la “sana laicità” di questo nuovo padre della patria scomparso, nonché il suo impegno per salvare la nostra moneta e la nostra economia che lo costrinse a fare scelte dolorose (dolorose non per lui sicuramente NdR)“Partigiano, di cultura azionista. Laico ma non laicista, anzi cattolico praticante, con 10 lunghi anni di studi dai Gesuiti, fino al diploma classico. ‘Ero l’unico credente in un movimento di atei’, raccontò lui stesso di sé ricordando la figura del professor Guido Calogero, filosofo – un po’ eretico – dell’idealismo, condannato al confino a Scanno, in Abruzzo, dove Ciampi lo raggiungerà, dopo il rifiuto ad aderire alla Repubblica di Salò”.(clicca qui)
E ancora continua Avvenire: “Infatti, un giudizio condiviso dalla stragrande maggioranza degli italiani vede il suo settennato caratterizzato da un’opera continua di garante dell’unità del Paese, cercando anche di recuperare, come ha detto qualcuno, ( la memoria condivisa: riscoperta del concetto di Patria, difesa puntuale della Costituzione e così via”. (sarà il Grande Oriente questo “qualcuno? NdA) E “a ciò corrisponde il grande affetto degli italiani e la nostra stima, che lo accompagnano nel momento in cui lascia il Quirinale.” (clicca qui)
Come definire queste osservazioni dei giornali che si definiscono “cattolici”? Un vero e proprio rigetto dei principi cristiani e un voltafaccia all’opera dei santi papi che nei secoli hanno combattuto la massoneria da Clemente XII nel 1738, fino a Pio XII.
Nessun papa come il Beato Pio IX soffrì l’assalto dei frammassoni, definito dal Garibaldi “mezzo metro cubo di letame”. Pio IX fu perseguitato dai fratelli risorgimentalisti persino da morto, quando i massoni assaltarono la processione funebre cercando di buttare la salma del Papa nel Tevere.
Così si esprimeva Francesco Crispi a riguardo della diversità di ideali e fini tra la Chiesa Cattolica e la libera muratoria e sugli obiettivi che andavano raggiunti:
“La questione del Papa non si può risolvere che in due modi: o con la rivoluzione o con la Conciliazione. La rivoluzione è la sola che può imporre l’Italia a Roma. La rivoluzione la quale non dovrebbe essere solamente politica, ma religiosa, è la sola che potrà dare all’Italia la vera capitale. Con la conciliazione entriamo in un ordine di idee del tutto differente, noi siamo obbligati a transigere: la Chiesa Romana signori è Cattolica, cioè Universale. Questa condizione che è una forza per lei è un danno per noi. La Chiesa Cattolica romana non può quindi diventare una Chiesa nazionale, e voi non potete trattarla come tutte le altre chiese, il cui capo è un suddito del re. Essa per la sua indole universale bisogna che viva da sé, che non si assoggetti ad alcuna potestà temporale, perchè altrimenti le mancherebbe quell’indipendenza che vogliono in Essa le nazioni le quali credono in Lei. Il Pontefice romano non può divenire cittadino di un grande stato discendendo dal trono su cui lo venera tutta la cattolicità, bisogna che sia principe e signore a casa sua a nessuno secondo, d’altra parte il re d’Italia non può sedere accanto ad un monarca a lui superiore”.
Quello che capì Crispi era che Roma andava presa, conquistata a tutti i costi a beneficio del nuovo Stato massonico. E’ un vero peccato che i signori della gerarchia e dei giornalisti che scrivono per le maggiori testate cosiddette “cattoliche”abbiano dimenticato la violenza e la tragicità di quelle cannonate del 1870, ignorando la lunga e dolorosa passione della Chiesa per essere assorbita nel marasma dei grandi poteri forti anch’essi ahimè universali. (VIDEO-Pio IX e il Risorgimento italiano: cos’è successo?- ) Ed è un vero peccato che coloro che ricordino loro certi eventi debbano continuare ad essere linciati dal nuovo pensiero ufficiale di una certa gerarchia che di cattolico non ha proprio nulla, ma del resto come disse San Tommaso Moro:
“Se ho contro di me tutti i vescovi, ho con me tutti i Santi e i Dottori della Chiesa”,
tra cui i santi Papi e San Giovanni Bosco, San Massimiliano Kolbe e tutti i Santi  che hanno lottato per abbattere questo male.
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17/9/2016

1 commento:

  1. Jade

    "De mortuis nihil nisi bene" così recita un adagio di un tempo che neppure ci ricordiamo. Non crediamo comunque che questo sia stato il 'movente' della massoneria che ha ispirato il suo 'coccodrillo' strappalagrime.
    Ricorda un poco la storiella di uno che arriva in cimitero in ritardo per la sepoltura di un conoscente, e sentendo una sfilza di elogi sperticati sul morto
    dice:" Devo essere al funerale sbagliato".
    Ma quanto tempo ancora pensano di prendere per i fondelli la gente, che oltretutto
    l'ha VISSUTO, quello 'splendido periodo' del "Patrigno della Patria" il cui operato ha avuto le devastanti conseguenze che paghiamo tutt'ora?

    Se ci fossero ancora dubbi sull'appartenenza di Bergoglio alla massoneria, li dovrebbe aver tolti con la sua 'benedizione' al leader massimo.

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