ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 13 ottobre 2016

L'inascoltata


Fatima in una visione d'insieme
  
Cristianità n. 17-18 (1976) e Cristianità n. 301-302 (2000) (*)



                                                  


Presupposti e lineamenti generali delle apparizioni

Primo presupposto: il dogma della comunione dei santi

1. Per capire l’insieme di visioni e di comunicazioni, di cui furono favoriti Lucia, Francesco [1908-1919] e Giacinta [1910-1920], bisogna aver presente, anzitutto, la dottrina cattolica sulla comunione dei santi. Le preghiere e i meriti di una persona possono andare a beneficio di un’altra. Così, le preghiere, i sacrifici e l’olocausto della vita stessa, offerti dai tre bambini, soprattutto dopo esser stati spiritualmente beneficiati dalle apparizioni della Regina di Tutti i Santi, è logico che potessero servire a un gran numero di anime e perfino a nazioni intere. Quindi, la Madonna è venuta a sollecitare ai tre preghiere e sacrifici. A Giacinta e a Francesco ha chiesto anche l’olocausto della vita, come vittime espiatorie per i peccati degli uomini. A Lucia ha chiesto di restare in questo mondo per compiere una missione di cui poi parleremo.


Secondo presupposto: la mediazione universale di Maria santissima

2. Altro presupposto per la comprensione degli avvenimenti di Fatima è la mediazione universale di Maria santissima. Ella opera, in tutti, come mediatrice somma e necessaria — per libera volontà di Dio — fra il Redentore offeso e l’umanità peccatrice. Mediatrice, d’altro canto, sempre ascoltata, e in quanto tale esercitante un’autentica direzione sugli avvenimenti. Mediatrice regale, che sarà glorificata con la vittoria del suo Cuore materno, che è la più perfetta espressione della vittoria di Dio stesso.

A Fatima la Madonna non ha parlato soltanto per il Portogallo, ma per il mondo intero

3. Parlando ai piccoli pastori la Madonna ha voluto parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, ella ha parlato al Papa e alla sacra gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Purissimo.

La situazione grandemente calamitosa del mondo contemporaneo

4. La Madre di Dio ha fatto queste richieste di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo all’epoca delle apparizioni, cioè nel 1917. La Madonna indicò tale situazione come grandemente calamitosa. L’empietà e l’impurità avevano a tal punto preso possesso della terra che, per punire gli uomini, era esplosa quell’autentica ecatombe che fu la Grande Guerra [1914-1918]. Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo d’emendarsi secondo il richiamo di Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra, ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, un’ecatombe finale, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per il Romano Pontefice: "La Russia [...] diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa [...], il Santo Padre dovrà soffrire molto".

Dopo un’ecatombe finale, di origine ideologica e di portata universale, verrà il Regno di Maria

5. Colpita in questo modo, con tutta una catena di calamità, la dura cervice dell’umanità contemporanea, vi sarà una conversione di anime su larga scala. Tale conversione sarà, in modo particolare, una vittoria del Cuore Purissimo della Madre di Dio: "Finalmente il mio Cuore Immacolato trionferà...". Sarà il Regno di Maria sugli uomini...

La meditazione sui tormenti eterni è efficace e adatta per gli uomini di questo secolo

6. Con l’intenzione d’incitare l’umanità nel modo più efficace possibile ad accogliere questo messaggio, la Madonna fece vedere ai suoi tre confidenti le anime condannate all’inferno. Quadro tragico da loro descritto in modo mirabile, e particolarmente atto a ricondurre alla virtù i peccatori induriti. Questa lugubre visione mostra bene quanto s’ingannano profondamente quanti affermano che, per gli uomini di questo secolo, è inadeguata la meditazione sui tormenti eterni.

Prove dell’autenticità del messaggio di Fatima

7. Per provare la realtà delle apparizioni, e quindi l’autenticità del messaggio, la Vergine dispose tre ordini di avvenimenti:

a. Affluenza di un grande numero di spettatori nel momento in cui parlava ai veggenti. Benché soltanto costoro fossero i destinatari immediati del messaggio, i presenti, con una penetrazione psicologica comune, potevano rendersi conto che i tre bambini non mentivano e non erano oggetto di un’illusione, affermando di essere in contatto con la Madonna, ma udivano realmente un essere invisibile per gli altri, al quale parlavano.

b. Il prodigio delle trasformazioni cromatiche e dei movimenti del sole. Questo prodigio fu notato in una zona tanto più vasta del luogo delle apparizioni, che non può essere spiegato con un fenomeno di suggestione collettiva, per altro eccezionalmente difficile da prodursi nelle migliaia di persone — dalle cinquanta alle settantamila — presenti alla Cova da Iria.

c. Fu confermata la profezia secondo cui, poco dopo le apparizioni di Fatima, sarebbe giunta alla fine la prima guerra mondiale. Come fu pure confermato l’annuncio secondo cui, se l’umanità non si fosse emendata, sarebbe esplosa un’altra guerra mondiale. La luce straordinaria che illuminò i cieli dell’Europa prima della seconda conflagrazione [1939-1945] fu un fatto osservato in diversi paesi e universalmente noto (1). La Signora aveva preavvertito i veggenti che questo sarebbe stato il segno della punizione imminente. E poco dopo la punizione venne.

d. La previsione del castigo supremo, che è la diffusione del comunismo, cominciò a realizzarsi poco dopo le apparizioni. È importante notare che la santissima Vergine annunciò che "la Russia [...] diffonderà i suoi errori nel mondo", ma che, al momento della profezia — il 13 luglio 1917 —, l’espressione era più o meno inintelligibile. Infatti, lo zarismo era appena caduto, sostituito dal regime ancora borghese di [Aleksandr Fëdoroviã] Kerenskij [1881-1970], e non si poteva sapere quali sarebbero stati questi errori russi. Né si poteva chiaramente trattare della diffusione della religione greco-scismatica, mummificata e privata di qualsiasi forza espansiva. Così, l’ascesa dei marxisti al potere nell’infelice Russia, nel novembre del 1917, fu già un eloquente inizio di conferma della profezia. Poi, il Partito Comunista russo iniziò la propagazione mondiale dei suoi errori, il che accentuò ancora di più la coincidenza fra quanto la Vergine aveva annunciato e il corso degli avvenimenti. Dopo la seconda guerra mondiale l’espansione comunista si accentuò ancora molto di più, perché numerose nazioni, soggiogate con la frode e con la forza, caddero sotto il dominio sovietico. La Russia divenne così un pericolo mondiale. E un’aggressione comunista è oggi come una spada di Damocle sospesa sull’Occidente. In questo modo la minaccia formulata dalla Madonna, che poteva parere confusa e inverosimile nel 1917, si presenta nel 1967 come un pericolo che riempie di paura tutta la terra.

Le due famiglie spirituali del mondo contemporaneo

Di fronte a queste affermazioni, di una grandezza apocalittica, bisogna fare un’osservazione. Il mondo attuale si sta sempre più dividendo in due famiglie spirituali. Una pensa che l’umanità è prigioniera di un fascio di errori e d’iniquità, che sono cominciati nella sfera religiosa e culturale con l’Umanesimo, il Rinascimento e la Pseudo-Riforma protestante. Tali errori si sono aggravati con l’illuminismo e il razionalismo, e sono culminati nella sfera politica con la Rivoluzione francese. Dal terreno politico sono passati al campo sociale ed economico, nel secolo XIX con il socialismo utopistico e con il socialismo cosiddetto scientifico. Con l’avvento del comunismo in Russia, tutta questa congerie di errori ha avuto un esordio di trasposizione, incipiente ma massiccia, nell’ordine concreto dei fatti, e ne è nato l’impero comunista moloc, che va dal cuore della Germania fino al Vietnam e la cui unità è indiscutibile, dal momento che la divisione fra la "linea russa" e la "linea cinese" non è niente di più di un inganno propagandistico. Contemporaneamente, soprattutto a partire dalla Grande Guerra, la moralità, in Occidente, ha cominciato a declinare con una rapidità spaventosa, preparandolo alla capitolazione di fronte al comunismo, che è la più audace espressione dottrinale e istituzionale dell’immoralità. La concezione storica contenuta in queste considerazioni si trova esposta nell’articolo La crociata del secolo XX (2), e abbiamo cercato di dare a essa uno sviluppo più ampio nel saggio Rivoluzione e Contro-Rivoluzione (3). Infine, si trova enunciata con grande elevatezza e chiarezza nello storico documento in cui duecento Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II [1962-1965] — per iniziativa delle LL. EE. Rev. me mons. Antonio de Castro Mayer [1904-1991] e mons. Geraldo de Proença Sigaud — chiesero una nuova condanna del marxismo (4). Per le innumerevoli anime di tutti gli stati, condizioni di vita e nazioni, che condividono questo modo di pensare, il messaggio di Fatima è tutto quanto vi è di più coerente con la dottrina cattolica e con la realtà dei fatti.

Vi è pure un’altra famiglia spirituale, per la quale i problemi del mondo contemporaneo hanno un rapporto scarso o inesistente con l’empietà — considerata come deviazione colpevole dell’intelligenza — e con l’immoralità. Essi nascono esclusivamente da involontari equivoci, che una buona diffusione di dottrina e una conoscenza obiettiva della realtà possono dissipare. Questi equivoci derivano, inoltre, da carenze economiche. Figli della fame, scompariranno quando nel mondo non vi sarà più fame. E non moriranno prima di allora. Con l’aiuto della scienza e della tecnica, la crisi dell’umanità si risolverà. Ma non solo. Poiché manca, come nota caratteristica delle catastrofi e dei pericoli in mezzo ai quali ci dibattiamo, il fattore "colpa", la nozione di un castigo universale diventa incomprensibile. Tanto più quanto, per questa famiglia spirituale, il comunismo non è intrinsecamente perverso, e con esso sono possibili compromessi che evitino scomode persecuzioni.

È chiaro che, per amore di brevità, la descrizione di queste due famiglie spirituali rende un poco schematico il panorama. Fra l’una e l’altra vi sono molte gamme. Non vi è però spazio per descriverle in questa sede. Nella misura in cui qualcuna delle correnti intermedie si avvicina a un polo o all’altro, per essa diventa sempre più comprensibile o incomprensibile il messaggio di Fatima. Fatima costituisce quindi, in questo senso, un autentico spartiacque delle mentalità contemporanee.

Comunque, fatta eccezione per la parte mantenuta ancora segreta, le richieste, gli ammonimenti, le profezie — tutte, sia ben chiaro, con semplice carattere di rivelazioni private... — della Cova da Iria sono in avanzato stadio di conferma. Agli scettici diciamo: "Chi vivrà vedrà...".

Il messaggio di Fatima non è stato ascoltato

Si svolgeranno gli avvenimenti previsti a Fatima, e fino a questo momento non ancora realizzati? È la domanda che si fa l’umanità contemporanea. In via di principio non vi è possibilità di dubbio. Poiché una parte delle profezie si è già realizzata con impressionante precisione, il fatto prova il loro carattere soprannaturale. E, provato questo carattere, non è possibile mettere in dubbio che il messaggio celeste si realizzi completamente.

Ma qualcuno potrebbe obiettare che le profezie del 13 luglio 1917 hanno un carattere condizionale. Esse si realizzerebbero nel caso che il Papa e, in unione con lui, i vescovi non avessero fatto la consacrazione della Russia e del mondo al Cuore Immacolato di Maria. Ebbene, questa consacrazione è stata fatta da Pio XII quanto al mondo nel 1942, e quanto alla Russia in particolare nel 1952. Quindi, si deve sperare che i castighi previsti dalla Madonna del Rosario non vi saranno...

A questa obiezione possono essere date due risposte.

In primo luogo, secondo parole di Nostro Signore a suor Lucia nel 1943, da lei riferite in una lettera al suo confessore, padre José Bernardo Gonçalves S.J. [1894-1966], la consacrazione del mondo fatta da Pio XII, benché sia stata di divino gradimento, non osservò tutte le condizioni indicate dalla Madre di Dio. Di conseguenza, sembra discutibile che tale consacrazione abbia l’effetto di allontanare le calamità previste. A queste parole, comunicate da Nostro Signore a suor Lucia, bisogna dare tutto il credito, perché, essendo ella rimasta in questa vita con una missione concernente il messaggio di Fatima, è normale che riceva dal Cielo comunicazioni di questa natura, atte a orientare il mondo nell’interpretazione da dare al messaggio stesso, e anche al rapporto di questo con lo svolgersi degli avvenimenti. E, per questa stessa ragione, è normale anche che Gesù e sua Madre diano alla religiosa fedele e tanto amata dai Sacri Cuori tutta l’assistenza perché compia questa missione senza cadere in errore e senza indurre in errore l’umanità.

In secondo luogo, è importante notare che, alla Cova da Iria, la Madonna ha indicato due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava.

Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la diffusione della pratica della comunione riparatrice dei cinque primi sabati. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio.

E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e d’impurità che lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento d’indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi...

A questo punto bisogna fare un’osservazione, e cioè che, se non si vedono le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna ha affermato nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati avessero continuato ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si rifiutasse ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non venisse. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate.

Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo, se il genere umano restasse sempre più attaccato all’empietà e al peccato. Infatti, finché le cose stessero così, la consacrazione avrebbe qualcosa d’incompleto e di privo di contenuto reale.

Insomma, siccome non si è operata nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile.

Perché non è ancora stata rivelata la terza parte del segreto?

Cade a questo punto il famoso problema della parte ancora non rivelata del segreto di Fatima. Conterrà, forse, parole di perdono e di pace, che ci lascino sperare in un’indefinita impunità per questa indefinita crescita dell’empietà e dell’impurità? Diciamo subito che non riusciamo a capire che cosa vi sia di pietoso in quest’idea. In situazioni analoghe — di un mondo sordo e recalcitrante fino alla fine — le anime sante dell’Antico e del Nuovo Testamento preferirono sempre la misericordia alla giustizia, e il perdono al castigo. Ma preferirono sempre il castigo allo spettacolo dell’empietà vittoriosa, che si beffa impunemente e per un tempo indefinito della maestà di Dio.

Inoltre, sembra assurdo ammettere che la Madonna abbia trasmesso un messaggio pubblico sostenendo che, senza l’emendazione della vita, il mondo sarebbe incorso in terribili castighi, e un messaggio privato nel quale affermasse, in un modo o nell’altro, che nella stessa ipotesi succederebbe il contrario.

È importante, dunque, pregare, soffrire e agire perché l’umanità si converta. E con impegno raddoppiato, perché diversamente il castigo è alle porte.

Un segreto è un segreto. E, a esser logici, nessuno può trarre deduzioni dal suo contenuto finché non lo conosce.

Tuttavia, non è fuori luogo fare a questo punto una congettura. La parte ancora non divulgata del segreto contiene probabilmente particolari spaventosi sul modo in cui si compiranno i castighi annunciati a Fatima. Solo così, infatti, si spiega perché possa sembrare duro renderla pubblica. Se essa contenesse prospettive distensive, tutto porta a credere che sarebbe già stata resa di dominio pubblico.
  


Le luci sacrali dell’aurora del Regno di Maria

È bene che, al termine di queste riflessioni, il nostro spirito indugi nella considerazione delle prospettive ultime del messaggio di Fatima. Oltre la tristezza e le punizioni sommamente probabili, verso le quali avanziamo, abbiamo davanti a noi le luci sacrali dell’aurora del Regno di Maria: "Finalmente il mio Cuore lmmacolato trionferà". È una prospettiva grandiosa di universale vittoria del Cuore regale e materno della santissima Vergine. È una promessa pacificante, attraente e, soprattutto, maestosa ed entusiasmante.

Per evitare il castigo, nella tenue misura in cui è evitabile per ottenere la conversione degli uomini, nella scarsa misura in cui è ancora ottenibile prima del castigo, secondo la comune economia della grazia; per avvicinare il più possibile l’aurora benedetta del Regno di Maria; e per aiutarci a camminare in mezzo alle ecatombi, che tanto gravemente ci minacciano, che cosa possiamo fare? Ce lo indica la Madonna: l’infervoramento nella devozione a lei, la preghiera, la penitenza.

Per stimolarci alla preghiera, rivestendosi successivamente degli attributi propri alle invocazioni di Regina del Santo Rosario, di Madonna Addolorata e di Madonna del Carmelo, ella ci ha indicato quanto le fa piacere essere conosciuta, amata e venerata in questo modo.

Inoltre, la Vergine di Fatima ha insistito in modo assolutamente speciale sulla devozione al suo Cuore lmmacolato. Nei suoi messaggi ella ha fatto riferimento al suo Cuore più di sette volte.

Quindi, il valore teologico, per altro già così provato, della devozione al Cuore Immacolato di Maria, trova a Fatima una preziosa e impressionante conferma. D’altro canto, l’insistenza della santissima Vergine prova abbondantemente la grandissima opportunità di questa devozione.

Chi prende sul serio le rivelazioni di Fatima deve, quindi, ricordare che l’incremento della devozione al Cuore Purissimo è uno dei più elevati propositi di un sano aggiornamento (5) della pietà.


 Plinio Correa de Oliveira

Note:

(*) Fátima, numa visão de conjunto, in Catolicismo, anno XVII, Campos (Brasile) maggio 1967, n. 197. L’articolo è comparso, senza il riferimento all’occasione della sua stesura — il cinquantesimo anniversario delle apparizioni di Fatima e la pubblicazione di un numero pressoché monografico sul tema del mensile Catolicismo —, in trad. it., in Cristianità, anno IV, n. 17-18, maggio-agosto 1976, pp. 2-4; poi come prefazione delle diverse edizioni italiane dell’opera di Antonio Augusto Borelli Machado, Le apparizioni e il messaggio di Fátima secondo i manoscritti di suor Lucia, trad. it. pubblicata per la prima volta ibid., pp. 5-15, quindi in volume, Cristianità, Piacenza, 1977. Note e inserti fra parentesi quadre redazionali; traduzione riveduta.

(1) Il riferimento è all’aurora boreale straordinaria verificatasi nella notte fra il 24 e il 25 gennaio 1938.

(2) Cfr. Plinio Corrêa de Oliveira, La crociata del secolo XX, trad. it., in Cristianità, anno II, n. 7, settembre-ottobre 1974, pp. 1-4; riproposto ibid., anno XXIII, n. 246, ottobre 1995, pp. 7-12.

(3) Cfr. Idem, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, con lettere di encomio di S. E. mons. Romolo Carboni [1911-1999], arcivescovo titolare di Sidone e nunzio apostolico, e con un saggio introduttivo su L’Italia tra Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, di Giovanni Cantoni, 3a ed. it. accresciuta, Cristianità, Piacenza 1977.

(4) Cfr. il documento in Cristianità, anno IV, n. 19-20, settembre-dicembre 1976, p. 21.


(5) In italiano nell’originale.6
http://www.pliniocorreadeoliveira.info/IT_6705_fatima_visione_dinsieme.htm#.V__hcCOLQk9

UN SEGNO ANCHE PER L'OGGI. LE IMMAGINI DEL MIRACOLO DEL SOLE A FATIMA, IL 13 OTTOBRE DI 99 ANNI FA

Un segno anche per l'oggi. Le immagini del miracolo del sole a Fatima, il 13 ottobre di 99 anni fa
Il 13 ottobre del 1917 circa settantamila persone, provenienti da ogni parte del Portogallo, si raccolgono alla “Cova de Iria” (Fatima). Già da molte settimane si è diffusa la notizia dell’apparizione della “Signora” e del miracolo che Ella ha promesso di compiere. In mezzo alla gente comune ci sono anche nobili, ingegneri, medici, notai e, ovviamente, giornalisti e fotografi.
Dal cielo, completamente coperto di nubi, scende una pioggia incessante. Scortati dai familiari, arrivano Francesco, Giacinta e Lucia, i tre piccoli veggenti. Raggiungono, a fatica, il leccio su cui abitualmente si posa la “Signora” ed iniziano a pregare il Rosario. A mezzogiorno, nonostante continui a cadere la pioggia, Lucia dà ordine di chiudere gli ombrelli e la folla obbedisce. Pochi istanti dopo appare la “Signora”, più luminosa del solito. Tutti i presenti notano una nuvoletta bianca muoversi intorno al gruppo.

Lucia chiede: «Chi siete e che volete da me?». Questa volta la celeste Signora risponde di essere la Madonna del Rosario e di volere che in quel luogo venga costruita una cappella in suo onore. Raccomanda di recitare sempre il Rosario e annuncia a Lucia che avrebbe guarito alcuni degli ammalati presenti, poi conclude: «Bisogna che tutti si convertano, che domandino perdono dei loro peccati e che non offendano più Nostro Signore che è troppo offeso».

Dopo aver detto questo, apre le mani che si riflettono nel sole. A questo punto, mentre Lucia grida: «Guardate il sole!», avviene il miracolo che lei aveva chiesto perché tutti credessero: Le spesse nubi si squarciano ed appare il sole che comincia a roteare, a cambiare di colore, a danzare nel cielo e poi ad avvicinarsi progressivamente alla terra, come se stesse per precipitarvi.

Riportiamo la testimonianza del dottor Almeida Garrett:
«Improvvisamente udii il clamore di centinaia di voci e vidi che la folla si sparpagliava ai miei piedi… voltava la schiena al luogo dove, fino a quel momento, si era concentrata la sua attesa e guardava verso il sole dall’altro lato. Anche io mi sono rivoltato verso il punto che richiamava lo sguardo di tutti e potei vedere il sole apparire come un disco chiarissimo, con i contorni nitidi, che splendeva senza offendere la vista. Non poteva essere confuso con il sole visto attraverso una nebbia (che non c’era in quel momento) perché non era né velato né attenuato. A Fatima esso manteneva la sua luce e il suo calore e si stagliava nel cielo con i suoi nitidi contorni, come un largo tavolo da gioco. La cosa più stupefacente era il poter contemplare il disco solare, per lungo tempo, brillante di luce e calore, senza ferirsi gli occhi o danneggiare la retina. Udimmo un clamore, il grido angosciato della folla intera. Il sole, infatti, mantenendo i suoi rapidi movimenti rotatori, sembrò essere libero di muoversi nel firmamento, e di spingersi, rosso sangue, verso la terra, minacciando di distruggerci con la sua enorme massa. Furono dei secondi davvero terribili».

Il Vescovo di Leiria, nella sua Lettera Pastorale sul culto della Madonna di Fatima così ha scritto: «Il fenomeno solare del 13 ottobre 1917, riferito e descritto nei giornali dell’epoca, è stato quanto mai meraviglioso e lasciò una indelebile impressione in quanti ebbero la felicità di presenziarvi. Questo fenomeno, che nessun osservatorio astronomico ha registrato, e perciò non naturale, è stato costatato da persone di tutte le categorie e classi sociali, credenti e miscredenti, giornalisti dei principali giornali portoghesi, e ancora da individui distanti parecchi chilometri dal luogo dove avveniva; il che sfata ogni spiegazione di illusione collettiva».

I bambini Giacinta e Francesco, come predetto dalla Madonna, dopo molte sofferenze, vanno in Paradiso. Non così Lucia (custode del terzo segreto), alla quale la Madonna dice: «Dio vuole che tu rimanga nel mondo per far conoscere il mio Cuore Immacolato … Poi verrai anche tu in Paradiso». Lucia si fa suora di clausura, nel convento di Coimbra, dove rimane fino alla sua morte avvenuta il 13 febbraio 2005.
http://www.iltimone.org/32271,News.html

13 ottobre 1917: il miracolo del sole a Fatima


Cova da Iria (Portogallo). Il giorno del "segno" miracoloso promesso dalla Signora è giunto.


[...] Quale vista si presentò quando alla fine [i tra bambini] arrivarono vicino alla scena delle Apparizioni! Non meno di 70.000 uomini, donne, bambini, gente di tutte le età e condizioni,stavano la sotto la pioggia, pazientemente in attesa di loro: era una massa oscura, sotto un numero infinito di ombrelle e coperte inzuppate: ed era così stipata tra la strada ed il leccio, che i fanciulli riuscirono a passare solo per l’aiuto di un autista, che prese Jacinta e se la pose sulle spalle, gridando: «Fate strada a bambini che hanno veduto la Madonna!».


Ti Marto lo seguiva con Lucia e Francisco. Quando raggiunsero il posto delle apparizioni, egli fu sorpreso di trovarvi già sua moglie. Egli l’aveva dimenticata nella sua preoccupazione per Jacinta. «La mia Olimpia era venuta per un’altra via e non saprei dire quale», confessa egli. 
In ogni modo essa si trovava là presso il tronco del leccio, che Maria Carreira aveva avuto la cura di decorare, ponendovi la tavola per le elemosine sotto ghirlande di fiori. La folla si spingeva e ingrossava sempre più: abbassava le ombrelle, si riuniva assieme come per scaldarsi, scandagliava il plumbeo cielo di est. Voci sonore ripetevano il Rosario in diverse cadenze ritmiche. Un prete, che era rimasto a pregare tutta la notte sotto la pioggia e nel fango, stava leggendosi il breviario ed ogni tratto guardava l’orologio. Improvvisamente si volta verso i fanciulli e chiede a che ora sarebbe arrivata la Madonna. 
«A mezzogiorno», risponde Lucia. 
Egli da un’altra occhiata al suo orologio e dice in tono di rimprovero: 
«È già mezzogiorno. La Madonna non è bugiarda. Vedremo». 
Quasi tutta la gente ora rispondeva al Rosario: 
«Ave Maria, cheia de graça, o Senhor è convosco… Santa Maria, Màe de Deus, rogai por nos icadores…».



«Abbassino le ombrelle!» gridò Lucia. Il perché non seppe mai dirlo. Uno dopo l’altro obbedirono benché la pioggia cadesse ancora. «Abbassare le ombrelle» dissero uno dopo l’altro. Tutti sopportarono pazientemente la pioggia. 
Passarono ancora alcuni minuti. Il prete guardò di nuovo il suo orologio. «Mezzogiorno è passato», diss’egli in melanconica conclusione. «La si finisca una buona volta! Che è tutta un’illusione!». Cominciò a spingere i fanciulli con le proprie mani, se dobbiamo credere alla memoria di Maria Carreira. Ma Lucia, quasi piangendo, si rifiutò di muoversi, dicendo: 
«Chi vuol andarsene, può andare, ma io non vado, la Madonna mi ha detto di venire. Noi l’abbiamo veduta altre volte e la vedremo di nuovo ora». 
Mormorii di disappunto e lamenti cominciarono ad udirsi delle persone lì attorno. Ma ecco che improvvisamente Lucia guarda ad oriente e grida: «Jacinta inginocchiati, perché vedo la Madonna là, vedo il chiarore!». 
«Guarda bene, figlia!» era la voce squillante di Maria Rosa. «Non lasciarti ingannare!». 
Lucia non udì il monito. Quelli vicino a lei notarono che la sua faccia si era fatta rosea, di una bellezza trasparente. Essa ora fissava con trasporto la Signora, che stava in un chiarore di luce bianca, sui fiori che Maria Carreira aveva posto a decorare il tronco del leccio. 
«Che vuole la Signora da me?». 
Lucia era in ginocchio cogli altri. La pioggia fine le cadeva sulla faccia rivolta all’insù. 
«Voglio dirti di far loro costruire qui una cappella in mio onore. Io sono la Madonna del Rosario. Che continuino a dire il Rosario ogni giorno. La guerra finirà, ed i soldati torneranno presto alle loro case». 
«Io ho tante cose da chiedervi», disse Lucia. «La guarigione di qualche persona ammalata, la conversione di qualche peccatore…». 
«Alcuni sì, altri no. È necessario che emendino la loro vita, e domandino perdono dei loro peccati». 
La sua faccia si fece più seria mentre continuava: «Che non offendano più oltre nostro Signore Iddio, perché Egli è già troppo offeso». 
Con questo la Madonna del Rosario aprì come sempre le mani bianche e parve a Lucia che la luce che usciva da esse salisse fino al punto del sole, direttamente al di sopra, e quella luce era brillante di ogni raggio solare. Forse fu in questo istante, che la folla vide le nubi separarsi, come due cortine che si aprivano ai lati, ed il sole apparire tra queste nello sfondo blu limpido, come un disco di fuoco bianco. È certo, che molti udirono Lucia gridare: «Guardate al sole!» ma essa disse ciò nell’estasi, e non se ne ricorda affatto. Perché era teneramente assorta in qualche cosa che vedeva al posto del sole.



Mentre la Madonna disparve in quella stessa luce che veniva dalle sue mani distese, ecco là su, allo Zenit tre quadri che simboleggiavano uno dopo l’altro i misteri del Rosario, Gaudiosi, Dolorosi e Gloriosi. Il primo era una chiara rappresentazione della Sacra Famiglia: ancora la Madonna stessa nel suo abito tradizionale di bianco con il manto azzurro e S. Giuseppe al suo fianco col Bambino Gesù sul braccio: S. Giuseppe in bianco, ed il Bambino in rosso vivo. 
Lucia fu udita dire: «S. Giuseppe ci sta benedicendo!». Tutti e tre i fanciulli videro la prima visione e videro il Santo fare tre volte il segno della croce sulla folla. Il santo Bambino faceva lo stesso. 
La visione che seguì, veduta dalla sola Lucia, era della Madonna Addolorata in quell’oscuro vestimento assegnatole dalla tradizione, la Madre Dolorosa del Venerdì Santo, ma senza la spada sul petto, ed a fianco di lei stava il suo divin Figlio in pena, come quando la incontrò sulla via del Calvario. Lucia vide solo la parte superiore della figura. Egli aveva uno sguardo di pietà sulla folla per la quale era morto, e con la mano faceva il segno della croce sopra di loro. 
La Madonna poi comparve in una terza visione di gloria: era la Madonna del Monte Carmelo, incoronata come regina del cielo e della terra, ed il Bambino suo Figlio, sulle sue ginocchia. 
La folla non vide nulla di tutto questo, o almeno non sussiste nessun solido argomento per confessare la pretesa di alcuni di aver visto la Signora. Quello che tutti videro tuttavia, fu qualche cosa di stupendo, mai prima udito, quasi apocalittico. Il sole era là nel limpido zenit come un grande disco d’argento, e sebbene splendesse come mai l’avevano veduto, essi lo potevano fissare direttamente senza dover ammiccare, e con una soddisfazione unica e piacevole. Questo durò un momento. Mentre lo fissavano, l’immenso globo cominciò a «danzare» - questa fu la parola, che tutti gli osservatori applicarono al momento. – Stava infatti roteando come una gigantesca ruota di fuoco. Dopo di aver girato per qualche tempo, si fermò. Poi roteò ancora a velocità vertiginosa, raccapricciante. Alla fine apparve, sulla sua circonferenza un bordo cremisi, il quale, nel vortice infernale, gettava attraverso il cielo correnti di fiamme rosso sangue che riflettevano sulla terra, sugli alberi, sui cespugli, sulle facce rivolte in su, sugli abiti, ogni sorta di colori successivamente: verde, rosso, arancio, blu, viola: l’intero spettro. Dopo avere per ben tre volte roteato pazzamente in questo modo la sfera inferocita parve tremare, scuotersi, e poi gettarsi precipitosamente con un tremendo zig zag sulla folla. Un grido di terrore scoppiò dalle labbra di migliaia di persone terrificate, mentre cadevano sulle proprie ginocchia, pensando che era giunta la fine del mondo. Alcuni dissero che la terra si era fatta più calda in quell’istante e che non sarebbero stati sorpresi, se ogni cosa intorno a loro fosse andata in fiamme e queste li avessero avviluppati e consumati. 
«Ai Jesus, noi moriamo qui tutti!». 
«Gesù, salvateci! Madonna, salvateci!». 
«Oh, mio Dio, io mi pento». Ed uno prese a dire ad alta voce l’atto di contrizione. Taluno, che era venuto per deridere, cadde con la faccia a terra, cominciò a singhiozzare e dire umili preghiere. 
Il marchese da Cruz esclamò: «O mio Dio, quanto grande è il Tuo potere!». 
Questo durò 10 minuti circa. Poi tutti videro il sole ricominciare a salire allo stesso modo a zig zag al posto di prima. Si fece tranquillo e poi splendente. Nessuno più lo poteva fissare. Era il sole di ogni giorno.

* * *


La gente si guardava in volto, gli uni gli altri, pieni di gioia e di stupore. «Miracolo! Miracolo! I fanciulli avevano ragione. La Madonna ha fatto il miracolo! Benedetto sia Iddio! Benedetta sia la Madonna!». Le grida erano echeggiate per tutta la Cova da Iria. Alcuni ridevano, altri avevano lacrime di gioia. Molti facevano la scoperta che i loro abiti inzuppati erano inesplicabilmente divenuti perfettamente asciutti. 
Avelino de Almeida riportava l’avvenimento nel «O Seculo» del 17 ottobre come «uno spettacolo unico ed incredibile per chi non fosse stato testimonio della cosa…». Ecco l’immensa folla rivolgersi verso il sole, che si manifesta libero di nubi allo zenit. L’astro fa pensare ad una placca d’argento ed è possibile fissarlo senza pena degli occhi! Non brucia, non acceca. Potrebbe rassomigliare ad un’eclissi. Ma ecco erompere un grido colossale e noi sentiamo i più vicini osservatori gridare: Miracolo, miracolo! Meraviglia, meraviglia! 
«Davanti agli occhi attoniti della gente che piena di terrore, con il capo scoperto, guarda nell’azzurro del cielo – il suo atteggiamento ci riporta indietro ai tempi i biblici – il sole ha tremato, il sole ha fatto dei movimenti bruschi, non mai visti prima, e, fuori di tutte le leggi cosmiche, il sole ha “ballato” secondo la tipica espressione dei contadini…». Un vecchio signore, la cui statura e faccia gentile ed energica assieme ricorda quella di Paul Déroulède, si volge verso il sole e recita il Credo con alta enfatica voce dal principio alla fine. Chiedo il suo nome. È il Senhor Joao Maria Amado de Melo Ramalho da Cunha Vasconcelos. Lo vedo in seguito rivolgersi a quelli intorno a lui, che hanno tenuto il cappello in testa, e ordina energicamente di scoprirsi davanti ad una dimostrazione così straordinaria della esistenza di Dio. Scene consimili si ripetono in tutti i posti… 
«Le persone si chiedono a vicenda se hanno veduto e che cosa hanno veduto. Il numero maggiore è di coloro che confessano di aver visto il tremito e la danza del sole. Altri, tuttavia, dichiararono di aver visto la faccia sorridente della stessa Vergine, giurano, che il sole girò intorno a se stesso come una ruota di fuoco di artificio, che cadde quasi fino al punto di bruciare la terra coi suoi raggi… Un altro dice, che lo ha veduto cambiar colore successivamente… 
«Sono quasi le tre pomeridiane. Il cielo è limpido ed il sole segue il suo corso con il suo abituale splendore, così che nessuno ardisce di fissarlo direttamente. Ed i pastorelli? Lucia, quella che parla alla Vergine, annuncia con gesto teatrale, da su le spalle di un uomo che la porta di gruppo in gruppo, che la guerra finisce e che i soldati vengono a casa. Tale notizia tuttavia non aumenta la gioia di quelli che la sentono. Il miracolo celestiale, quello sì, è tutto. Nondimeno c’è molta curiosità di vedere le due ragazzine con le loro ghirlande di rose; tal uno cerca di baciare la mano delle “santine”; ed una, Jacinta, è più presso a cadere svenuta, che a ballare. Ma quello che tutti aspettavano di vedere – il segno del Cielo – è bastato per soddisfarli, per radicarli nella loro fede bretone…». 
«Il loro esodo avviene rapidamente e senza incidenti, senza un’ombra di disordine, senza alcun bisogno di intervento di polizia. I pellegrini, che partono prima con la fretta di porsi in cammino, son quelli che erano arrivati prima, con le scarpe sulla testa o legate ai loro bastoni. Essi se ne vanno con la gioia che trabocca loro dal cuore, per divulgare le buone notizie nei villaggi che non furono interamente spopolati per venir qua. Ed i preti? Alcuni sono comparsi sulla scena, associandosi piuttosto con gli spettatori curiosi, che in compagnia dei pellegrini avidi di favori celesti. Forse talvolta uno non riesce a nascondere quella soddisfazione, che così spesso si vede sul volto di chi ha trionfato… Rimane ai competenti il compito di pronunciarsi sulla danza macabra del sole, che oggi a Fatima ha fatto esplodere gli osanna dai petti dei fedeli e naturalmente ha impressionato – così mi assicurano testimoni degni di fede – anche i liberi pensatori ed altre persone incuranti in materia di religione e capitate in questa regione una volta già famosa».



Per tutto il Portogallo la stampa anticlericale fu costretta a dare qualche resoconto. L’accordo era generale sui dati principali. Come il Dott. Domingos Pinto Coelho scrisse nel O Ordem: «Il sole a momenti era circondato da fiamme cremisi, in altri aveva un’aureola di giallo e rosso, in altri ancora sembrò roteare rapidissimo, e poi ancora sembrò che si distaccasse dal Cielo, per avvicinarsi alla terra e radiare un forte calore». 
Teorie di ipnotismo o suggestione collettiva furono escluse quando si seppe che persone attendibili, che non erano tra la folla, avevano veduto il miracolo a molti chilometri di distanza. Il poeta Alfonso Lopes Vieira lo vide dalla sua casa a S. Pedro de Moel, a quaranta chilometri da Fatima. Il padre Inacio Lourenço disse più tardi d’averlo veduto da Alburita, diciotto o diciannove chilometri distante, quando egli aveva nove anni di età. Egli ed altri suoi compagni di scuola udirono le grida della gente sulla strada. Ed essendo essi corsi fuori di scuola con la maestra, D. o signorina Delfina Pereira Lopes, videro con stupore il roteare e il cadere del sole. «Era come un globo di neve, che girava attorno a se stesso», scrisse egli. «E poi improvvisamente sembrò venir giù a zig zag, minacciando di cadere sulla terra. Spaventato corsi a nascondermi in mezzo alla gente. Piangevano tutti, aspettandosi da un momento all’altro la fine del mondo. 
«Vicino a noi c’era un incredulo senza religione, che per tutta la mattina aveva deriso gli sciocchi che avevano fatto tutto quel viaggio a Fatima per osservare una fanciulla. Lo guardai. Egli stava come paralizzato, fulminato, con gli occhi fissi al sole. Poi lo vidi tremare da capo a piedi e, alzando le mani al cielo, cadere in ginocchio, nel fango, a gridare: “Madonna, Madonna!”. 
«Nel frattempo la gente continuava a piangere e a gridare, chiedendo a Dio perdono per i loro peccati… Poi corremmo alle cappelle della città, che furono riempite in pochi minuti». 
«Durante quei lunghi minuti del fenomeno solare gli oggetti intorno a noi riflettevano tutti i colori dell’arcobaleno. E mentre ci guardavamo gli uni gli altri, uno sembrava blu, un altro giallo, un altro rosso… Tutti questi strani fenomeni crebbero il terrore della folla. Dopo circa dieci minuti il sole ritornò al suo posto nella stessa maniera in cui era disceso, ancora pallido e senza splendore…». 
Un gran numero di testimoni sono tuttora viventi nelle vicinanze. Io stesso ho parlato con molti di essi nell’estate scorsa, compresi Ti Marto e la sua Olimpia, Maria Carreira, due sorelle di Lucia, Maria degli Angeli e Gloria, e molti altri campagnoli i quali tutti mi raccontarono i fatti con evidente sincerità; e quando accennavano al cadere del sole c’era sempre una traccia di terrore nella loro voce 
Il rev. Padre Manuel Pereira da Silva mi diede gli stessi dettagli quanto alla sostanza dei fatti. «Quando vidi cadere il sole a zig zag», disse, «io caddi in ginocchio. Pensavo che fosse arrivata la fine del mondo».

Tratto da W.T. Walsh, Madonna di Fatima

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