di
Paolo Deotto
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Non voglio assolutamente mettermi a fare “analisi” del voto con cui gli americani hanno portato alla Casa Bianca Donald Trump. Già ho fatto indigestione di opinioni per radio e sulla stampa. Mi sono risparmiato quelle in televisione, essendo un felice non-possessore del diabolico apparecchio con schermo da ipnosi, chiamato televisore.
Si tratta di un voto americano e non italiano, ergo posso solo fare tanti auguri a Trump e al popolo americano e comunque tirare un sospiro di sollievo perché è svanita l’agghiacciante ipotesi di una valigetta con i codici atomici in mano a una strega abortista.
Accennerò solo alla cosa più umoristica che ho sentito oggi alla radio: uno dei mille santoni intervistati, forse per rimettersi dallo choc, è uscito con questa affermazione: “Non è stata una vittoria di Trump, ma una sconfitta della Clinton”. Boh, contento lui…
Ciò detto, voglio intrattenervi brevemente solo su due cose: l’oscuramento mentale ormai incurabile dell’informazione di regime e l’imbroglio dei sondaggi.
L’informazione di regime
Ci sono due modi per guardare la realtà. La si può guardare per quella che è e da un’osservazione onesta trarre analisi, decidere comportamenti e così via. Se fuori piove, deciderò di uscire con l’ombrello. Banalità? Certo, ma la perdita di capacità di essere “banali” porta poi a combinare pasticci, perché il secondo modo di guardare la realtà è quello di filtrarla attraverso le lenti dell’ideologia, che deformano, modificano, cancellano, fanno di tutto salvo che far capire le cose.
Nelle ultime settimane siamo stati bombardati da un’informazione che ci ha spiegato che Trump era la disgrazia, la catastrofe, il terribile pericolo per l’America e per l’umanità. Non si sa bene perché, e infatti gli argomenti erano debolucci, come l’enfasi su qualche battuta da caserma di Trump sul gentil sesso.
Questa informazione a senso unico era comunque funzionale al regime perché, se ovviamente noi italiani non potevamo influire sul voto americano, dovevamo però essere ben bombardati sulla bontà inenarrabile della presidenza Obama, di cui la Clinton sarebbe stata la continuatrice. Ricordiamoci che il pinocchietto che stipendiamo per fare il Capo del governo era andato di recente a baciare i piedi a Obama, che lo aveva graziosamente gratificato della sua benedizione. Obama è bravo e buono, la Clinton vince di sicuro, Renzi è già stato benedetto dal padre spirituale della Clinton. Ergo, pinocchietto è bravo e buono. Eccetera.
Sono convinto che tra i molti pennivendoli che ci hanno subissato, alcuni fossero anche convinti di ciò che scrivevano, perché a furia di fare i servi si diventa servi. Certo, non abbiamo più le “grandi ideologie” del passato; abbiamo però un’ideologia unica, massificante, tranquillizzante per chi si è rifugiato nella calda tranquillità della rinuncia a ragionare. Si difende il regime, e basta, né si riesce a concepire che il regime possa subire una batosta.
Ora questi, poveretti, sono frastornati, e si gettano nelle analisi. Analizzino pure, ma i dati di fatto sono davanti a tutti.
Nessun organo di informazione, tra quelli che “valgono”, ci ha mai informato sul programma elettorale di Trump. Lo ha fatto un giornalista, a cui va riconosciuto il grande merito di essere un galantuomo,
Maurizio Blondet, nel suo articolo
Il programma di Trump (che vi hanno nascosto), pubblicato sul suo sito. Guarda caso, leggendo il programma si legge qualcosa di interessante e si capisce anche perché la “grande stampa” non ce l’abbia mai fornito.
L’imbroglio dei “sondaggi”
È francamente un po’ difficile pensare che tutti i sondaggi siano condotti solo da deficienti, anche se questo sospetto è legittimo, visto che i “sondaggisti”, non soddisfatti della figura da cioccolatai fatta sul voto per la Brexit, hanno fatto una tripla figura da cioccolatai dando comunque per certa la vittoria della Clinton (al più di discuteva sull’ampiezza di una vittoria indiscutibile).
Si possono legittimamente ipotizzare
due situazioni:
La prima: anche i sondaggi vengono effettuati con le lenti deformanti dell’ideologia e rivolti quindi solo verso le categorie considerate degne di attenzione. Nessun regime è elitario come questo regime “democratico”. Il “campione” su cui effettuare il sondaggio esclude comunque quel popolaccio (ovvero la gran maggioranza della gente), considerato incapace di giudizio e quindi immeritevole di attenzione. Il sondaggio viene effettuato tra il tranquillizzante consenso del radicalume-chic che ha in mano il vero potere. E che si illude di averlo in eterno…
La seconda: il sondaggio è semplicemente una maledetta bufala fatta a tavolino. Del resto, è indimostrabile il contrario e la bufala può essere comunque molto utile perché, si suppone, la gran massa tende a seguire il vincitore, e quindi il vincitore noi glielo confezioniamo in anticipo. Poi però capita, come è già accaduto per la Brexit, che la gran massa si sia stancata di essere presa in giro e rovescia la scacchiera su cui le pedine sono già messe in modo che il bianco vinca in tre mosse. E capita che la gran massa sia così grande da rendere difficile anche il giochetto dei brogli…
Che altro dire? Oltre a ripetere gli auguri al popolo americano e al loro neo-presidente (sperando che non tentino troppo presto di fargli la pelle), le elezioni americane ci confermano in un ammonimento che già altre volte ci siamo permessi di fare agli amici che ci seguono: diffidare, diffidare, diffidare, dell’informazione di regime.
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