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mercoledì 23 novembre 2016

"Fiducioso abbandono"

P.Manelli e le incredibili accuse: "Ha una morale e una lezione questa vicenda?"

Un acuto commento di Piero Mainardi in margine alla richiestadi archiviazione  della posizione di Padre Manelli, disposta dalla Procura della Repubblica di Avellino.

Rilancio sulla questione p. Manelli e Francescani dell'Immacolata dopo la richiesta di archiviazione del PM della procura di Avellino dalle accuse infamanti che gli erano state rivolte.


Ha una morale e una lezione questa vicenda? 

Sì e non una sola.

La prima e più importante è questa: non si lascia solo col pretesto della fiducia in Dio e nelle autorità della Chiesa un innocente, fidando nel fatto che Dio farà trionfare la verità.

Chi ha praticato questo "fiducioso abbandono" lo ha fatto per quattro ordini di motivi che li enuncio secondo un ordine di gravità crescente: 

- fideismo semplicistico; 

- comoda pratica di ponziopilateschismo della propria presenza ecclesiale; 

- ruffianesimo ecclesiale; 

- malafede.


Dio non ci ha detto di non difenderci perché tanto ci pensa Lui. 

Qui sulla terra ci siamo noi e con la sua grazia dobbiamo vivere e praticare la giustizia. 

L'amore del prossimo per il quale dovremmo dare anche la vita passa anche dalla difesa dell'innocente e non importa da chi è perseguitato.

In questi anni chiunque si è avvicinato al caso ha potuto constatare di persona di almeno due cose: che esiste un gruppo di persone vicine ai frati ribellatisi al fondatore che con ogni mezzo ha tentato di infamare, diffamare, calunniare e insozzare il fondatore, i frati a lui fedeli, le suore a lui fedeli e chiunque non solo si battesse contro queste accuse ma anche che non accettasse questo modo di sbattere il presunto mostro in prima pagina , come hanno fatto loro portando il caso su La vita in diretta, dalla D'Urso e su Giallo

Poco importa se poi, concretamente, ogni uscita gli si ribaltava contro. 

Il danno per quelle persone calunniate ma in realtà per tutta la Chiesa era fatto.

L'altro aspetto che si è potuto verificare è la durezza e la sordità che le autorità ecclesiali in questa vicenda hanno mantenuto a cominciare dai pretesti teologici di cui si sono avvalsi per commissariare l'ordine. 

Peraltro, generando un contrasto stridente con la realtà: in un'epoca nella quale da quasi ogni pulpito non si ascolta altro che stupidaggini ed eresie vere e proprie chi è rimasto fedele alla dottrina e alla Tradizione viene perseguitato. 

Questa è la seconda lezione morale: la Chiesa vive un momento di difficoltà interna eccezionale.

La giustizia Dio la fa, ma la fa col concorso degli uomini di buona volontà che stavolta li ha trovati nel mondo, non nelle istituzioni interne alla Chiesa, ma tutto ciò è stato possibile perché alcuni cattolici che hanno visto il male assalire degli innocenti, non si sono messi semplicemente "a pregare" come con falso e disonesto candido devozionismo invitavano i seguaci di Ponzio Pilato e coloro che avevano in mano le sorti del caso. 

No, ci sono persone che, oltre a pregare, hanno investito le loro risorse in tempo e denaro battendosi perché si arrivi al trionfo della verità e della giustizia e perché il bene vinca e il male venga sconfitto. 

Anche e soprattutto dentro la Chiesa.


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