Come ragione suggerisce, e come coscienza comanda, giunti al termine dell’anno, ci accingiamo a compiere e a tirar giù un succinto consuntivo di questi dodici mesi oramai inghiottiti nell’abisso del passato. Si tratta, cioè, di stendere il bilancio, col sussidio del metodo contabile della partita doppia morale – bene/male - e della nostra personale, singola vicenda di uomini e di cristiani, e del presente Pontificato, e della società. Ma gravoso è, oggettivamente, soffermarci per esteso sul terzo per il quale, parafrasando San Giovanni, non basterebbe “il mondo a contenere tutti i libri da scrivere” (21, 25), così come è superfluo attardarci sulla prima dacché, peccatori come siamo, non sarebbe, il nostro consuntivo, di edificazione per i lettori.
Ci fermeremo soprattutto sul bilancio della Gerarchìa ecclesiale, segnalando le più biasimevoli circostanze e le più vistose offese arrecate alla Santa Chiesa Cattolica dal suo clero, quelle offese con cui continua la Passione di N. S. G. C. così come aveva profetizzato Zaccaria: “E a chi lo interrogherà: come mai queste ferite sul tuo corpo? risponderà: le ho ricevute nella casa dei miei amici” (13, 6).
Se, dunque, improbo è il compito di “descriver fondo tutto l’universo” (Inf. XXXII, 8), cioè l’intera realtà sociale, ci è possibile, però, accennare, seppur di corsa, a quanto è degno/indegno di essere segnalato, specialmente in termini morali, a quanto, cioè, va riferito come significato di manifesta, forte e pubblica incidenza.
Naturalmente, come è regola ed impegno di questo sito, non ci addentreremo nelle problematiche economiche o negli aspetti diseducativi di una fatua realtà sociale quale è quella dello spettacolo, del chiacchiericcio e del divertimento, roba che lasciamo agli specialisti della carta patinata. Noi esamineremo alcuni momenti della vita politica che, per il contenuto di che sono stati portatori, hanno determinato, e determineranno, conseguenze nefaste per la civiltà cristiana già in declino, soprattutto per la palese, consapevole, proterva e aperta ribellione alla Legge di Dio.
Il terzo governo “abusivo”, quello del testé dissolto – si spera per saecula saeculorum - Matteo Renzi, è l’evento che noi sistemiamo, senza ombra di dubbio e di incertezza, nella colonna del male, a totale debito cioè. Pur ammettendo la connotazione etica presente in ogni atto politico, tralasciamo i tanti che potremmo citare, come la vergognosa vicenda delle banche truffaldine o la negazione del diritto di voto, rivolgendoci all’area in cui la moralità si interseca con il dogma e diventa specifica nota di valore ontologico e teologico.
Tre, fra i tanti, sono gli esempî emblematici di questa politica dissolutoria che sta corrompendo la società, e cioè:
1 – La Legge del 20/5/16 n. 76 - GU n. 118 21/5/16 che legittima l’unione sodomitica e che riporta il nome della proponente, la senatrice Monica Cirinnà targata PD - nata in famiglia cattolica, istruita fanciulla in una scuola retta da Suore, convertita all’agnosticismo e inquilina, per qualche tempo, di uno stabile vaticano – e con la quale legge l’Italia, sede e centro del Cattolicesimo, entra a pieno diritto nella fratellanza delle nazioni aborrite da Dio, dopo essersi resa garante del divorzio, dell’aborto, dell’eutanasìa, della pornografìa, facendo ben capire che la strada del “diritto civile” sarà completata con il riconoscimento assoluto della varietà di genere sessuale, come fa intendere la neo-ministra falsaria Valeria Fedeli, della libera droga e, chissà, anche dell’incesto - come chiese, negli anni ’60, il duo Sartre/de Beauvoir e come chiedono alcune frange della società olandese - e dell’amor socratico, vulgo: pedofilìa.
2 – L’ex abusivo Primo Ministro, Matteo Renzi che, in una trasmissione tv, riferitosi alla citata e famigerata legge, osa dichiarare: “Io sono cattolico (!!!) ma ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo. Se sei convinto che una cosa è giusta, la fai e se dovrai pagarne le conseguenze in consenso elettorale, le pagherai” ( Il Messaggero, 12/5/2016).
Da questo vaniloquio presuntuoso possiamo trarre un paio di riflessioni. Innanzi tutto chi, cattolico o no, si adopera per legittimare il vizio e corrompere la società, compie azione gravemente lesiva della legge di Dio, più colpevole essendo il cattolico a cui si imputa a maggior reato per l’essere tale.
L’aver distinto Vangelo e Costituzione è tipico di questa politica italiana, mondiale e vaticana che predica la separazione del potere civile da quello religioso, di fatto creando un’etica laica e una teologica. Siffatta deviazione dottrinaria presume di fondarsi sull’episodio evangelico in cui Gesù, rivolto ai dolosi farisei, afferma: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Mt. 22, 21) laddove, Nostro Signore non parla di separazione ma di distinzione dei poteri tanto è vero che a Pilato risponderà : “Tu non avresti alcun potere su di me, se non ti fosse dato dall’alto” (Gv. 19,11).
Ora, appartenendo ogni cosa al Signore (Ps. XXIII, 1 – I Cr. XXIX, 11/16), ne deriva che a Lui appartengono tanto Pilato che Cesare, ragion per cui il cattolico deve convincersi che anche il potere civile deve, nella sua distinzione, camminare parallelo e ossequioso alla legge di Dio. Ma la cosa grave che vogliamo sottolineare è il consenso che la stessa Gerarchìa, vilmente e con atto di resa, devolve alla teorìa della separazione.
Altra riflessione: essere convinti di operare il bene sapendo, invece, di commettere azione peccaminosa. Siffatto relativismo etico è figlio diretto di quella intervista che Bergoglio, il Papa cattolico, concesse al “papa” laico, Eugenio Scalfari quando, con disinvoltura, stracciò la legge di Dio – il Decalogo e tutta la Tradizione – affermando che “Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene… E qui lo ripeto. Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui lo concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo” (La Repubblica, 1/10/2013).
Così parlò Papa Francesco I e così il sottile “velen dell’argomento” (Purg. XXXI, 75) è fluito silenzioso e micidiale nei tessuti della Cattolicità dando una sponda di appoggio alla politica ateo-massonica.
E su questa anamorfica, eretica prospettiva – dove il male è scritto con la maiuscola quasi realtà autonoma ontologica, e la coscienza individuale viene eretta a giudice insindacabile – si è mosso il cattolico ex scout ed ex Primo Ministro Renzi che da, cristiano adult(er)o, ha trasformato la sodomia in bene e la continenza in male. Ed è bastato emanare la Legge Cirinnà per… “migliorare” il mondo, sicché, davanti a simile operazione di alta positività, la Curia e le varie Conferenze episcopali non hanno replicato, in obbedienza al Papa il quale, nel viaggio di ritorno dal Messico, nella solita alta quota, rispondendo a un giornalista che gli chiedeva cosa pensasse del disegno di legge Cirinnà, così rispose: “Unioni gay? Non mi immischio nella politica” (Il Giornale, 18/2/2016) riscuotendo il plauso astuto del corteggio presente.
In quanto al pagare - osserviamo di passaggio - il Renzi potrebbe aver pagato in terra con l’ostracismo decretatogli, il 4 dicembre, dall’elettorato. Ma ciò che costui non considera è un pagamento assaissimo salato che gli verrà chiesto in un altro ambiente dove non vige la slombata e marcia democrazia umana, ma regna sovrano un Solo Giudice il Quale sa perfettamente cosa sia Il Bene e il male. Si preoccupi, il pifferetto di Rignano d’Arno, di quel futuro giudizio.
3 - Ma la nefasta e corrotta eredità renzesca si perpetua anche nell’attuale, similmente abusivo, governo Paolo Gentiloni il quale ha ricevuto dalla SMIC (Società Medica Italiana per la Contraccezione) un diktat, da inviare alle farmacie, in forza del quale si obbligano tutti gli operatori a dispensare la pillola abortiva dei “5 giorni dopo” a chi ne fa richiesta per continuare la strage erodiana degli innocenti.
Altro atto sacrilego e criminale di un potere avverso a Dio ma, chissà per quali oscure ragioni – non è vero cardinal Bagnasco? - gradito alla CEI.
E per quanto riguarda il sunto delle eminenti gesta politiche del morente 2016 crediamo sia sufficiente l’escussione dei tre esempî addotti. Non ci inoltreremo nella narrazione dell’esodo clandestino che, dall’Africa e dal M. O., sempre più si sta configurando come vera, studiata e realizzata invasione islamica di cui la politica europea, con autentica vocazione suicidaria, subisce l’urto e la prepotenza.
Tentiamo, ora, di confezionare un breve, ma esemplare, catalogo più che un bilancio, delle gesta di che si son resi malemeriti l’attuale Magistero e l’ambiente ecclesiastico, col mettere in lista alcune circostanze e alcuni fatti di cui fragorosa è stata l’eco per la scandalosa dirompenza intrinseca che ha portato a una frattura insanabile con la Dottrina perenne della Chiesa e a conseguente caos nelle coscienze dei fedeli. Vediamone alcuni:
1 - Il 6 gennaio, festività dell’Epifanìa, a cura del Centro Televisivo Vaticano e per conto dell’Apostolato della Preghiera, è stato diffuso, in rete, un video in cui apparivano una buddista, un ebreo, un islamico e un prete cattolico quali emblemi di un solo sentire, di una sola fede, di uno stesso Dio, col supporto iconografico di un idoletto di Buddha, di un rosario islamico, di una menorah e di un bambino di gesso che si suppone essere stato Gesù infante.
In sottofondo le parole, in lingua spagnola, di Bergoglio che, dopo aver detto: “tutti cercano Dio in diversi modi” concludeva “ Siamo tutti figli di Dio”.
A smontare tali dichiarazioni è facile ricordare al pontefice sincretista che Dio S. S. Trinità – è bene specificare - lo si cerca, e lo si trova, esclusivamente ed unicamente attraverso il Figlio che così afferma: “Se conoscete Me, conoscerete anche il Padre” (Gv. 14, 7), dal che si evince che una sola è la strada che porta al Padre, le altre sono vie ampie e comode che portano alla dannazione. In quanto all’essere “tutti figli di Dio” sarebbe opportuno che il Pontefice andasse a rileggersi il Prologo giovannèo laddove è scritto: “A quanti l’hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio” (Gv. 2, 12) ché tale è ogni uomo, battezzato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, mentre gli altri sono soltanto creature di Dio.
L’anno inizia con un’eresìa e con un atto di apostasìa. Se non bastassero queste verità eccone un’altra che fulmina qualsiasi uzzolo politeistico, e cioè: “Sappi e conserva bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n’è altro” (Deut. 4, 39).
2 – Il Presidente CEI, cardinale Angelo Bagnasco, in riferimento alla “legge Cirinnà”, istitutiva della sodomia di Stato, chiede, pigolando, che ai deputati e ai senatori venga concesso il voto segreto. Ne riceve una risposta arrogante del governo renzesco che invita la CEI a farsi i fatti proprî. Ne segue una dichiarazione del ciarliero Segretario dell’inutile CEI, mons. Nunzio Galantino che, secondo la dottrina della separazione dei due poteri, corregge e smentisce Bagnasco così sparlando: “Per rispetto delle istituzioni e del confronto politico, indipendentemente dal fatto che avvenga o meno in modo giusto (!), preferisco fare silenzio ed aspettare le decisioni del Parlamento anche perché mi sembra che la situazione sia molto fluida se non propria incerta” (Stampa nazionale, 11/2/2016).
Ipocrita di un prelato! Aspettare le decisioni! La situazione era già normalizzata tanto è vero che una larga maggioranza, a maggio, approverà il ddl Cirinnà. A costui rammentiamo il tremendo monito: “Guai a me che ho taciuto, che per molto tempo me ne stetti muto e feci silenzio del bene” (PL 207 0231A Ep. ad M. Petrum Blesensem – Comm. in Isaia 6, 5).
Muto davanti agli uomini, sarà costretto a parlare davanti al Giudice Supremo.
3 – Si muove Mons. Rino Fisichella, Presidente del “Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione”, superfetazione vaticana chiacchierona e di pura facciata, e, quale atto rispondente al suo ufficio organizza, a Roma, coadiuvato dall’Associazione “Aiuto alla Chiesa che soffre”, uno rito da baraccone - che rammenta quello eseguito in Piazza San Pietro quando, per celebrare la pseudoenciclica “Laudato si’”, furono sparati a led, sulla veneranda facciata della Basilica, diapositive di un fotozoosafari – illuminando di luce rossa la Fontana di Trevi con lo scopo di offrire una testimonianza ai martiri cristiani (Il Giornale 29/4/2016).
Dopo di che, strette le mani, congratulazioni e, col sorriso compiaciuto, tutti al ristorante. Risultato: botto massmediatico per una manciata di fuffa e zero conversioni.
4 – Si ridesta il leone di Genova, l’arcivescovo Angelo Bagnasco, eroe a scoppio ritardato. Questo il fatto: il Parlamento italiota (italo-idiota) ha approvato il ddL Cirinnà elevando, con ciò, la sodomia a diritto riconosciuto. Il prelato suona l’allarme sulle unioni civili quale preludio all’utero in affitto e, con tono veemente “torna ad attaccare le unioni civili, ribadendo quello che era chiaro a tutti” (Il Giornale, 18/5/2016).
Se era così chiaro che il governo dell’ex scout avrebbe varato il matrimonio omosessuale, perché non tuonò prima che ciò avvenisse?
Astuta ingenuità di un mancato eroe della “sesta giornata”.
5 - Dall’isola greca di Lesbo, sede di un immane centro di accoglienza clandestina, dove era arrivato con un viaggio lampo, il Papa tornò, il 16 aprile 2016, seco portando tre famiglie islamiche, siriane, un totale di dodici persone a titolo, dissero le cronache, di adozione. Chiesto perché non avesse scelto tre famiglie cristiane, che, stando a San Paolo, avrebbero avuto la priorità di essere scelte [Dum tempus habemus operemur bonum ad omnes maxime autem ad domesticos fidei – Finché abbiamo tempo, operiamo il bene verso tutti ma principalmente verso i fratelli di fede (Gal. 6, 10)], si rispose che, purtroppo, queste ultime non avevano i documenti in regola al contrario di quelle islamiche (Laura Badaracchi: Il mio Papa, 20 aprile 2016).
Si è capito che il Papa svolge opera di carità e di ospitalità nel rispetto delle procedure burocratiche, per cui: niente documenti niente solidarietà. Strano però che, su una torma di nuclei familiari presenti in quell’isola soltanto quelle tre famiglie islamiche avessero i passaporti corredati di bolli e di timbri.
6 – Al Convegno Annuale della Diocesi di Roma (16 giugno 2016) il Papa ha parlato a braccio sul tema del matrimonio e sulla maturità necessaria a contrarlo.
Chi non sa che cosa sta facendo, davanti al sacerdote e davanti ai testimonî, se ne astenga e faccia tirocinio con una convivenza prematrimoniale.
Questo in sintesi il contenuto del seguente intervento: “Ho visto dei casi belli, in cui poi, dopo due - tre anni, si sono sposati, e li ho visti entrare in chiesa papà, mamma e bambino per mano. Ma sapevano quello che facevano” (Corriere della Sera. it, 18/6/2016).
Certo, Santità, lo sa Lei e lo sappiamo anche noi: facevano peccato di concubinaggio. E Lei, con siffatta noncuranza e superficialità – taluno la definisce, invece, astuzia. E, forse, ha ragione - ha indotto, induce e indurrà sulla via del peccato mortale quanti seguiranno il suo consiglio.
Eh sì, perché per Lei il mondo è un’intera sfida, così come, nello stesso convegno concluse: “Un’altra mia esperienza a Buenos Aires: i parroci nei corsi di preparazione al matrimonio la prima domanda che facevano era “Quanti siete conviventi?”. La maggioranza alzava la mano. Preferiscono convivere, e questa è una sfida, chiede lavoro”.
E così, ecco sistemato anche il sacramento del matrimonio.
È per questa sfida che in Argentina avanzano gli evangelici e i pentecostali mentre la coltre scura dell’ateismo si stende lentamente sulla società e sulla politica di quella nazione e sul mondo.
7 – Sempre nella sede del Convegno di cui sopra, Papa Bergoglio commentò l’episodio evangelico di Gesù e dell’adultera (Gv. 8, 1/11). Se ne uscì, parlando a braccio – ma noi pensiamo che sapeva, e sa, molto bene ciò che vuol dire – con una serie di sfondoni di chiara marca blasfema col dire che Gesù, “non era un tipo pulito”, che “aveva mancato di morale” e che, in quella circostanza, davanti alla donna, aveva fatto “un po’ lo scemo”. Non sappiamo se i presenti abbiano riso, fatto si è che il povero ex portavoce della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, tentò di rimediare spiegando che, non perfettamente padrone della lingua italiana, il Papa intendeva dire “finto tonto”. La pezza peggiore del buco.
8 – Il 26 giugno 2016 veniva, da due giovani tagliagole islamici, sgozzato, sull’altare, padre Jacques Hamel, parroco di Saint Étienne – du Rouvray. Non poteva mancare, e giustamente, il commento di Papa Bergoglio e l’intervento delle voci di protesta levatesi dalla Cristianità.
Non pago di aver taciuto il marchio islamico dell’assassinio, fatto passare per episodio di violenza anonima, il Papa si è preoccupato di bilanciare quel crimine con le violenze, a suo dire, perpetrate dalla Chiesa cattolica, affermando che “non si può offendere o fare le guerre in nome della propria religione, in nome di Dio. Ma quante guerre di religione abbiamo avuto, pensiamo alla ‘Notte di San Bartolomeo” (Il Giornale, 28/7/2016).
In sintesi, uno schiaffo alla Madre, la Santa Chiesa Cattolica - Apostolica- Romana. Ancora un atto di accusa pronunciato a vanvera solo ci si ricordi delle molte vittime cattoliche, a cominciare dalle scorrerìe musulmane in Terra Santa, dalle grassazioni cruente dei Catari, alla ‘Strage di San Remigio’, condotta dagli Ugonotti nella diocesi di Nîmes (31 agosto 1567), precedente, come si vede, a quella di San Bartolomeo (24 agosto 1572). Per tacere dei milioni di martiri a principiare dagli Apostoli fino ai recentissimi caduti in terra islamica.
Bergoglio è il Papa che sferrerebbe un pugno a chi offende sua Madre, ma non si azzarda. Si aspetti, allora, un diretto sganassone dal braccio di Cristo Giudice, quello che, nel mirabile affresco michelangioliano della Sistina, è trattenuto – non si sa fino a quando - dalla Madre.
9 – Scrivemmo, su questo sito, all’inizio dell’anno, alcuni interventi sull’erosione del culto mariano, effettuata a piccoli passi e in sordina. Il frate, Raniero Cantalamessa, nella terza predica di Avvento tenuta davanti al Papa e alla Curia Romana, sferra il primo attacco frontale così bestemmiando: “Negli ultimi secoli, noi cattolici, abbiano contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato”.
Visto che nessuna protesta o rettifica ufficiale si levò, da parte del Magistero, parve quello il segnale di un processo demolitorio avviato in piena luce. E difatti, ecco l’applicazione: al Meeting di Rimini, organizzato da CL, esplode la vergogna. Il 20 agosto 2016, la statua della Madonna, posta nello stand dell’editrice Shalom, viene, per “rispetto” delle fedi altre, coperta e messa in castigo in un angolo fuori vista.
L’editrice non commenta, lasciando ai dirigenti ciellini di mettere una pezza più sconcia del panno che aveva occultato la Vergine.
Non passano che quattro mesi: a Potenza, nel presepio allestito nella chiesa di Sant’Anna e san Gioacchino, il parroco, don Franco Corbo, noto sessantottino, colloca, in omaggio a Maometto una Madonna col volto chiuso da un osceno ed offensivo burqa islamico. E, così, dopo lo straccio con cui i soldati di Pilato dileggiarono Gesù Re, abbiamo lo straccio che trasforma la Madre del Figlio di Dio, seconda persona della Trinità, Fondatore e Capo della Chiesa Cattolica, in una islamica di cui è vietato ammirare il volto. Il tutto, secondo il niente reverendo parroco, quale messaggio di fratellanza a quella confessione che irride il Crocifisso e che sgozza i cristiani, in nome del dialogo che, lo ripetiamo, è la negazione dell’evangelizzazione.
Ultimissima: a Malo, paese del vicentino, è stato allestito, nel duomo, un presepe di nuovo conio. Il bambino Gesù non è un bambino ma bambina di sette giorni, di nome Penelope. (La verità, 30 dicembre 2016). L’ideologìa “gender” entra trionfalmente nella Chiesa. Tutto da riscrivere: V. T., N. T. e storia.
10 – Il 31 ottobre 2016 Papa Bergoglio va nella città svedese di Lund a rendere omaggio a Lutero in occasione 500° nefasto anniversario della ribellione dell’ex monaco agostiniano. Davanti alla comunità scismatica il Pontefice chiede ancora perdono e si scusa dolendosi della scomunica che l’allora Papa Leone X comminò al “porcus Saxoniae”.
In un farneticante discorso, denso di sperticate lodi alla cosiddetta “Riforma” e di menzogne contro la Chiesa Cattolica, tenta di inventarsi affinità e unità dottrinarie definendo, lo strappo scismatico, una benedizione di Dio il quale, così dirigendo gli eventi, obbliga la Chiesa a purgarsi del suo lordume.
Ora, dopo la intronizzazione nella Sala delle Udienza, della statuetta/idolo del monaco di Eisleben ci sarà, prevedono i più informati, la riabilitazione canonica con la definizione della sua santità.
Sì, “San Lutero, assassino e suicida” perché le vie di Bergoglio sono infinite.
11 – La Santa Resistenza. Quattro cardinali di Santa Romana Chiesa: Walter Brandmüller, Raymond Burke, Carlo Caffarra, Joachim Meisner, hanno inviato al Papa una lettera contente l’elenco di cinque “dubia”, vale a dire questioni formali circa l’ortodossìa di taluni punti della esortazione apostolica “Amoris Laetitia”.
Al perdurar del silenzio papale, i quattro Prìncipi della Chiesa, hanno reso pubblica la loro lettera (La Verità, 15 novembre 2016). Un confortante segno che ci dice come esistente sia una coraggiosa, e si spera, tenace resistenza allo sfascio progressivo della Gerarchìa e della Cattolicità.
12 – Aggiornare il Catechismo. Entra di diritto la professione di fede in nome della vischiosa e tossica dottrina New Age.
Papa Bergoglio, nel ringraziare cordialmente la sindaca di Parigi, M.me Anne Hidalgo, per quanto di bene sparge con le sue iniziative - aborto, eutanasìa, omosessualità – augurandole il meglio, le chiede di “pregare per me e, se per onestà (!) e coerenza interiore non lo fa, mi mandi almeno un’onda positiva” (C. R. 23/12/2016).
Non nuova questa gravissima espressione ché il Pontefice, già un anno fa’, il 7 giugno 2015, rivolgendosi ai giornalisti, che seguivano la Presidente argentina in visita al Vaticano, così si espresse: “Che Dio vi benedica e non dimenticate di pregare per me. E se qualcuno non può pregare perché non crede o perché la sua coscienza non glielo permette, mi mandi delle buone vibrazioni” (C. R. 23/12/2016). Siamo alla concezione del “panenergismo”, teorìa che prefigura un Tutto-Energìa indistinto e impersonale di cui siamo parte.
Paganesimo allo stato puro, neognosi spuria alla Teilhard de Chardin con espressa dichiarazione di apostasìa. Un Pastore che dovrebbe ricondurre quei giornalisti, pecore vagabonde all’ovile, le lascia alla propria coscienza.
Ma non è Bergoglio colui che invitò i sacerdoti a intridersi del puzzo di pecora? Ma a lui non preme la conversione alla Chiesa di Cristo, no, a lui interessa che ci s’incontri, ci si parli, si cammini insieme perché sia chiaro che “il proselitismo è una grande sciocchezza”.
Da aggiungere, come pennellate finali all’Anno Santo della Misericordia, genere alimentare dispensata a dosi industriali: la declassazione dell’ aborto, da crimine a generico peccato mortale da assolvere con il solito Pater-Ave Gloria (Il Giornale, 22 novembre 2016), e la riabilitazione di Giuda che, povero diavolo, si era perso, fuggito “dal buio per sfogarsi… Giuda, l’icona della pecora smarrita… una parola che dice che si è impiccato, impiccato e pentito… che alla fine l’amore di Dio lavorava in quell’anima, fino al momento della disperazione” (O. R. 5 dicembre 2016).
Siamo all’inferno vuoto. Dio misericordioso e giusto con tutti, ma “ingiusto con il Figlio” (Avvenire, 15 dicembre 2016). Siamo all’insulto.
Signore Iddio, fermalo! Te rogamus, audi nos.
Dovremmo, ora, dopo il catalogo degli infausti eventi, “facta nigro signanda lapillo”, dovremmo dare quello dei fausti, “albo signanda lapillo”.
Non v’è difficoltà alcuna. Si possono riassumere in uno solo: l’esistenza di gruppi, di associazioni o di persone – laici e religiosi – che fieramente sventolano alto il vessillo della Tradizione e della Fede resistendo all’avanzata delle divisioni infernali e al degrado delle strutture ecclesiali umane, e tutto rimettendo alla provvidenza di Colui che giudica e la cui vendetta “non teme suppe” (Purg. XXXIII, 36).
Ci fermeremo soprattutto sul bilancio della Gerarchìa ecclesiale, segnalando le più biasimevoli circostanze e le più vistose offese arrecate alla Santa Chiesa Cattolica dal suo clero, quelle offese con cui continua la Passione di N. S. G. C. così come aveva profetizzato Zaccaria: “E a chi lo interrogherà: come mai queste ferite sul tuo corpo? risponderà: le ho ricevute nella casa dei miei amici” (13, 6).
Se, dunque, improbo è il compito di “descriver fondo tutto l’universo” (Inf. XXXII, 8), cioè l’intera realtà sociale, ci è possibile, però, accennare, seppur di corsa, a quanto è degno/indegno di essere segnalato, specialmente in termini morali, a quanto, cioè, va riferito come significato di manifesta, forte e pubblica incidenza.
Naturalmente, come è regola ed impegno di questo sito, non ci addentreremo nelle problematiche economiche o negli aspetti diseducativi di una fatua realtà sociale quale è quella dello spettacolo, del chiacchiericcio e del divertimento, roba che lasciamo agli specialisti della carta patinata. Noi esamineremo alcuni momenti della vita politica che, per il contenuto di che sono stati portatori, hanno determinato, e determineranno, conseguenze nefaste per la civiltà cristiana già in declino, soprattutto per la palese, consapevole, proterva e aperta ribellione alla Legge di Dio.
Il terzo governo “abusivo”, quello del testé dissolto – si spera per saecula saeculorum - Matteo Renzi, è l’evento che noi sistemiamo, senza ombra di dubbio e di incertezza, nella colonna del male, a totale debito cioè. Pur ammettendo la connotazione etica presente in ogni atto politico, tralasciamo i tanti che potremmo citare, come la vergognosa vicenda delle banche truffaldine o la negazione del diritto di voto, rivolgendoci all’area in cui la moralità si interseca con il dogma e diventa specifica nota di valore ontologico e teologico.
Tre, fra i tanti, sono gli esempî emblematici di questa politica dissolutoria che sta corrompendo la società, e cioè:
1 – La Legge del 20/5/16 n. 76 - GU n. 118 21/5/16 che legittima l’unione sodomitica e che riporta il nome della proponente, la senatrice Monica Cirinnà targata PD - nata in famiglia cattolica, istruita fanciulla in una scuola retta da Suore, convertita all’agnosticismo e inquilina, per qualche tempo, di uno stabile vaticano – e con la quale legge l’Italia, sede e centro del Cattolicesimo, entra a pieno diritto nella fratellanza delle nazioni aborrite da Dio, dopo essersi resa garante del divorzio, dell’aborto, dell’eutanasìa, della pornografìa, facendo ben capire che la strada del “diritto civile” sarà completata con il riconoscimento assoluto della varietà di genere sessuale, come fa intendere la neo-ministra falsaria Valeria Fedeli, della libera droga e, chissà, anche dell’incesto - come chiese, negli anni ’60, il duo Sartre/de Beauvoir e come chiedono alcune frange della società olandese - e dell’amor socratico, vulgo: pedofilìa.
2 – L’ex abusivo Primo Ministro, Matteo Renzi che, in una trasmissione tv, riferitosi alla citata e famigerata legge, osa dichiarare: “Io sono cattolico (!!!) ma ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo. Se sei convinto che una cosa è giusta, la fai e se dovrai pagarne le conseguenze in consenso elettorale, le pagherai” ( Il Messaggero, 12/5/2016).
Da questo vaniloquio presuntuoso possiamo trarre un paio di riflessioni. Innanzi tutto chi, cattolico o no, si adopera per legittimare il vizio e corrompere la società, compie azione gravemente lesiva della legge di Dio, più colpevole essendo il cattolico a cui si imputa a maggior reato per l’essere tale.
L’aver distinto Vangelo e Costituzione è tipico di questa politica italiana, mondiale e vaticana che predica la separazione del potere civile da quello religioso, di fatto creando un’etica laica e una teologica. Siffatta deviazione dottrinaria presume di fondarsi sull’episodio evangelico in cui Gesù, rivolto ai dolosi farisei, afferma: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Mt. 22, 21) laddove, Nostro Signore non parla di separazione ma di distinzione dei poteri tanto è vero che a Pilato risponderà : “Tu non avresti alcun potere su di me, se non ti fosse dato dall’alto” (Gv. 19,11).
Ora, appartenendo ogni cosa al Signore (Ps. XXIII, 1 – I Cr. XXIX, 11/16), ne deriva che a Lui appartengono tanto Pilato che Cesare, ragion per cui il cattolico deve convincersi che anche il potere civile deve, nella sua distinzione, camminare parallelo e ossequioso alla legge di Dio. Ma la cosa grave che vogliamo sottolineare è il consenso che la stessa Gerarchìa, vilmente e con atto di resa, devolve alla teorìa della separazione.
Altra riflessione: essere convinti di operare il bene sapendo, invece, di commettere azione peccaminosa. Siffatto relativismo etico è figlio diretto di quella intervista che Bergoglio, il Papa cattolico, concesse al “papa” laico, Eugenio Scalfari quando, con disinvoltura, stracciò la legge di Dio – il Decalogo e tutta la Tradizione – affermando che “Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene… E qui lo ripeto. Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui lo concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo” (La Repubblica, 1/10/2013).
Così parlò Papa Francesco I e così il sottile “velen dell’argomento” (Purg. XXXI, 75) è fluito silenzioso e micidiale nei tessuti della Cattolicità dando una sponda di appoggio alla politica ateo-massonica.
E su questa anamorfica, eretica prospettiva – dove il male è scritto con la maiuscola quasi realtà autonoma ontologica, e la coscienza individuale viene eretta a giudice insindacabile – si è mosso il cattolico ex scout ed ex Primo Ministro Renzi che da, cristiano adult(er)o, ha trasformato la sodomia in bene e la continenza in male. Ed è bastato emanare la Legge Cirinnà per… “migliorare” il mondo, sicché, davanti a simile operazione di alta positività, la Curia e le varie Conferenze episcopali non hanno replicato, in obbedienza al Papa il quale, nel viaggio di ritorno dal Messico, nella solita alta quota, rispondendo a un giornalista che gli chiedeva cosa pensasse del disegno di legge Cirinnà, così rispose: “Unioni gay? Non mi immischio nella politica” (Il Giornale, 18/2/2016) riscuotendo il plauso astuto del corteggio presente.
In quanto al pagare - osserviamo di passaggio - il Renzi potrebbe aver pagato in terra con l’ostracismo decretatogli, il 4 dicembre, dall’elettorato. Ma ciò che costui non considera è un pagamento assaissimo salato che gli verrà chiesto in un altro ambiente dove non vige la slombata e marcia democrazia umana, ma regna sovrano un Solo Giudice il Quale sa perfettamente cosa sia Il Bene e il male. Si preoccupi, il pifferetto di Rignano d’Arno, di quel futuro giudizio.
3 - Ma la nefasta e corrotta eredità renzesca si perpetua anche nell’attuale, similmente abusivo, governo Paolo Gentiloni il quale ha ricevuto dalla SMIC (Società Medica Italiana per la Contraccezione) un diktat, da inviare alle farmacie, in forza del quale si obbligano tutti gli operatori a dispensare la pillola abortiva dei “5 giorni dopo” a chi ne fa richiesta per continuare la strage erodiana degli innocenti.
Altro atto sacrilego e criminale di un potere avverso a Dio ma, chissà per quali oscure ragioni – non è vero cardinal Bagnasco? - gradito alla CEI.
E per quanto riguarda il sunto delle eminenti gesta politiche del morente 2016 crediamo sia sufficiente l’escussione dei tre esempî addotti. Non ci inoltreremo nella narrazione dell’esodo clandestino che, dall’Africa e dal M. O., sempre più si sta configurando come vera, studiata e realizzata invasione islamica di cui la politica europea, con autentica vocazione suicidaria, subisce l’urto e la prepotenza.
Tentiamo, ora, di confezionare un breve, ma esemplare, catalogo più che un bilancio, delle gesta di che si son resi malemeriti l’attuale Magistero e l’ambiente ecclesiastico, col mettere in lista alcune circostanze e alcuni fatti di cui fragorosa è stata l’eco per la scandalosa dirompenza intrinseca che ha portato a una frattura insanabile con la Dottrina perenne della Chiesa e a conseguente caos nelle coscienze dei fedeli. Vediamone alcuni:
1 - Il 6 gennaio, festività dell’Epifanìa, a cura del Centro Televisivo Vaticano e per conto dell’Apostolato della Preghiera, è stato diffuso, in rete, un video in cui apparivano una buddista, un ebreo, un islamico e un prete cattolico quali emblemi di un solo sentire, di una sola fede, di uno stesso Dio, col supporto iconografico di un idoletto di Buddha, di un rosario islamico, di una menorah e di un bambino di gesso che si suppone essere stato Gesù infante.
In sottofondo le parole, in lingua spagnola, di Bergoglio che, dopo aver detto: “tutti cercano Dio in diversi modi” concludeva “ Siamo tutti figli di Dio”.
A smontare tali dichiarazioni è facile ricordare al pontefice sincretista che Dio S. S. Trinità – è bene specificare - lo si cerca, e lo si trova, esclusivamente ed unicamente attraverso il Figlio che così afferma: “Se conoscete Me, conoscerete anche il Padre” (Gv. 14, 7), dal che si evince che una sola è la strada che porta al Padre, le altre sono vie ampie e comode che portano alla dannazione. In quanto all’essere “tutti figli di Dio” sarebbe opportuno che il Pontefice andasse a rileggersi il Prologo giovannèo laddove è scritto: “A quanti l’hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio” (Gv. 2, 12) ché tale è ogni uomo, battezzato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, mentre gli altri sono soltanto creature di Dio.
L’anno inizia con un’eresìa e con un atto di apostasìa. Se non bastassero queste verità eccone un’altra che fulmina qualsiasi uzzolo politeistico, e cioè: “Sappi e conserva bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n’è altro” (Deut. 4, 39).
2 – Il Presidente CEI, cardinale Angelo Bagnasco, in riferimento alla “legge Cirinnà”, istitutiva della sodomia di Stato, chiede, pigolando, che ai deputati e ai senatori venga concesso il voto segreto. Ne riceve una risposta arrogante del governo renzesco che invita la CEI a farsi i fatti proprî. Ne segue una dichiarazione del ciarliero Segretario dell’inutile CEI, mons. Nunzio Galantino che, secondo la dottrina della separazione dei due poteri, corregge e smentisce Bagnasco così sparlando: “Per rispetto delle istituzioni e del confronto politico, indipendentemente dal fatto che avvenga o meno in modo giusto (!), preferisco fare silenzio ed aspettare le decisioni del Parlamento anche perché mi sembra che la situazione sia molto fluida se non propria incerta” (Stampa nazionale, 11/2/2016).
Ipocrita di un prelato! Aspettare le decisioni! La situazione era già normalizzata tanto è vero che una larga maggioranza, a maggio, approverà il ddl Cirinnà. A costui rammentiamo il tremendo monito: “Guai a me che ho taciuto, che per molto tempo me ne stetti muto e feci silenzio del bene” (PL 207 0231A Ep. ad M. Petrum Blesensem – Comm. in Isaia 6, 5).
Muto davanti agli uomini, sarà costretto a parlare davanti al Giudice Supremo.
3 – Si muove Mons. Rino Fisichella, Presidente del “Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione”, superfetazione vaticana chiacchierona e di pura facciata, e, quale atto rispondente al suo ufficio organizza, a Roma, coadiuvato dall’Associazione “Aiuto alla Chiesa che soffre”, uno rito da baraccone - che rammenta quello eseguito in Piazza San Pietro quando, per celebrare la pseudoenciclica “Laudato si’”, furono sparati a led, sulla veneranda facciata della Basilica, diapositive di un fotozoosafari – illuminando di luce rossa la Fontana di Trevi con lo scopo di offrire una testimonianza ai martiri cristiani (Il Giornale 29/4/2016).
Dopo di che, strette le mani, congratulazioni e, col sorriso compiaciuto, tutti al ristorante. Risultato: botto massmediatico per una manciata di fuffa e zero conversioni.
4 – Si ridesta il leone di Genova, l’arcivescovo Angelo Bagnasco, eroe a scoppio ritardato. Questo il fatto: il Parlamento italiota (italo-idiota) ha approvato il ddL Cirinnà elevando, con ciò, la sodomia a diritto riconosciuto. Il prelato suona l’allarme sulle unioni civili quale preludio all’utero in affitto e, con tono veemente “torna ad attaccare le unioni civili, ribadendo quello che era chiaro a tutti” (Il Giornale, 18/5/2016).
Se era così chiaro che il governo dell’ex scout avrebbe varato il matrimonio omosessuale, perché non tuonò prima che ciò avvenisse?
Astuta ingenuità di un mancato eroe della “sesta giornata”.
5 - Dall’isola greca di Lesbo, sede di un immane centro di accoglienza clandestina, dove era arrivato con un viaggio lampo, il Papa tornò, il 16 aprile 2016, seco portando tre famiglie islamiche, siriane, un totale di dodici persone a titolo, dissero le cronache, di adozione. Chiesto perché non avesse scelto tre famiglie cristiane, che, stando a San Paolo, avrebbero avuto la priorità di essere scelte [Dum tempus habemus operemur bonum ad omnes maxime autem ad domesticos fidei – Finché abbiamo tempo, operiamo il bene verso tutti ma principalmente verso i fratelli di fede (Gal. 6, 10)], si rispose che, purtroppo, queste ultime non avevano i documenti in regola al contrario di quelle islamiche (Laura Badaracchi: Il mio Papa, 20 aprile 2016).
Si è capito che il Papa svolge opera di carità e di ospitalità nel rispetto delle procedure burocratiche, per cui: niente documenti niente solidarietà. Strano però che, su una torma di nuclei familiari presenti in quell’isola soltanto quelle tre famiglie islamiche avessero i passaporti corredati di bolli e di timbri.
Appendice di cronaca: arrivate in Italia, le tre famiglie sono state “affidate” alla Comunità di Sant’Egidio - quella che funge da Ministero degli Esteri Vaticano e che occupa, ad ogni Natale, la intera chiesa di Santa Maria in Trastevere trasformandola in trattoria per il pranzo dei poveri – e da questa consegnate, con atto quasi donativo (ché, secondo il pensiero bergogliano i clandestini sono una risorsa), al Ministero degli Interni della Repubblica Italiana con annesse garanzie di alloggio, di vitto, di lavoro, di assistenza sanitaria e di istruzione.
<>Insomma, fatto il bel gesto ed incassato l’applauso massmediatico, il Santo Padre se l’è, come si dice, generosamente e paternamente sbolognate.
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6 – Al Convegno Annuale della Diocesi di Roma (16 giugno 2016) il Papa ha parlato a braccio sul tema del matrimonio e sulla maturità necessaria a contrarlo.
Chi non sa che cosa sta facendo, davanti al sacerdote e davanti ai testimonî, se ne astenga e faccia tirocinio con una convivenza prematrimoniale.
Questo in sintesi il contenuto del seguente intervento: “Ho visto dei casi belli, in cui poi, dopo due - tre anni, si sono sposati, e li ho visti entrare in chiesa papà, mamma e bambino per mano. Ma sapevano quello che facevano” (Corriere della Sera. it, 18/6/2016).
Certo, Santità, lo sa Lei e lo sappiamo anche noi: facevano peccato di concubinaggio. E Lei, con siffatta noncuranza e superficialità – taluno la definisce, invece, astuzia. E, forse, ha ragione - ha indotto, induce e indurrà sulla via del peccato mortale quanti seguiranno il suo consiglio.
Eh sì, perché per Lei il mondo è un’intera sfida, così come, nello stesso convegno concluse: “Un’altra mia esperienza a Buenos Aires: i parroci nei corsi di preparazione al matrimonio la prima domanda che facevano era “Quanti siete conviventi?”. La maggioranza alzava la mano. Preferiscono convivere, e questa è una sfida, chiede lavoro”.
E così, ecco sistemato anche il sacramento del matrimonio.
È per questa sfida che in Argentina avanzano gli evangelici e i pentecostali mentre la coltre scura dell’ateismo si stende lentamente sulla società e sulla politica di quella nazione e sul mondo.
7 – Sempre nella sede del Convegno di cui sopra, Papa Bergoglio commentò l’episodio evangelico di Gesù e dell’adultera (Gv. 8, 1/11). Se ne uscì, parlando a braccio – ma noi pensiamo che sapeva, e sa, molto bene ciò che vuol dire – con una serie di sfondoni di chiara marca blasfema col dire che Gesù, “non era un tipo pulito”, che “aveva mancato di morale” e che, in quella circostanza, davanti alla donna, aveva fatto “un po’ lo scemo”. Non sappiamo se i presenti abbiano riso, fatto si è che il povero ex portavoce della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, tentò di rimediare spiegando che, non perfettamente padrone della lingua italiana, il Papa intendeva dire “finto tonto”. La pezza peggiore del buco.
8 – Il 26 giugno 2016 veniva, da due giovani tagliagole islamici, sgozzato, sull’altare, padre Jacques Hamel, parroco di Saint Étienne – du Rouvray. Non poteva mancare, e giustamente, il commento di Papa Bergoglio e l’intervento delle voci di protesta levatesi dalla Cristianità.
Non pago di aver taciuto il marchio islamico dell’assassinio, fatto passare per episodio di violenza anonima, il Papa si è preoccupato di bilanciare quel crimine con le violenze, a suo dire, perpetrate dalla Chiesa cattolica, affermando che “non si può offendere o fare le guerre in nome della propria religione, in nome di Dio. Ma quante guerre di religione abbiamo avuto, pensiamo alla ‘Notte di San Bartolomeo” (Il Giornale, 28/7/2016).
In sintesi, uno schiaffo alla Madre, la Santa Chiesa Cattolica - Apostolica- Romana. Ancora un atto di accusa pronunciato a vanvera solo ci si ricordi delle molte vittime cattoliche, a cominciare dalle scorrerìe musulmane in Terra Santa, dalle grassazioni cruente dei Catari, alla ‘Strage di San Remigio’, condotta dagli Ugonotti nella diocesi di Nîmes (31 agosto 1567), precedente, come si vede, a quella di San Bartolomeo (24 agosto 1572). Per tacere dei milioni di martiri a principiare dagli Apostoli fino ai recentissimi caduti in terra islamica.
Bergoglio è il Papa che sferrerebbe un pugno a chi offende sua Madre, ma non si azzarda. Si aspetti, allora, un diretto sganassone dal braccio di Cristo Giudice, quello che, nel mirabile affresco michelangioliano della Sistina, è trattenuto – non si sa fino a quando - dalla Madre.
9 – Scrivemmo, su questo sito, all’inizio dell’anno, alcuni interventi sull’erosione del culto mariano, effettuata a piccoli passi e in sordina. Il frate, Raniero Cantalamessa, nella terza predica di Avvento tenuta davanti al Papa e alla Curia Romana, sferra il primo attacco frontale così bestemmiando: “Negli ultimi secoli, noi cattolici, abbiano contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato”.
Visto che nessuna protesta o rettifica ufficiale si levò, da parte del Magistero, parve quello il segnale di un processo demolitorio avviato in piena luce. E difatti, ecco l’applicazione: al Meeting di Rimini, organizzato da CL, esplode la vergogna. Il 20 agosto 2016, la statua della Madonna, posta nello stand dell’editrice Shalom, viene, per “rispetto” delle fedi altre, coperta e messa in castigo in un angolo fuori vista.
L’editrice non commenta, lasciando ai dirigenti ciellini di mettere una pezza più sconcia del panno che aveva occultato la Vergine.
Non passano che quattro mesi: a Potenza, nel presepio allestito nella chiesa di Sant’Anna e san Gioacchino, il parroco, don Franco Corbo, noto sessantottino, colloca, in omaggio a Maometto una Madonna col volto chiuso da un osceno ed offensivo burqa islamico. E, così, dopo lo straccio con cui i soldati di Pilato dileggiarono Gesù Re, abbiamo lo straccio che trasforma la Madre del Figlio di Dio, seconda persona della Trinità, Fondatore e Capo della Chiesa Cattolica, in una islamica di cui è vietato ammirare il volto. Il tutto, secondo il niente reverendo parroco, quale messaggio di fratellanza a quella confessione che irride il Crocifisso e che sgozza i cristiani, in nome del dialogo che, lo ripetiamo, è la negazione dell’evangelizzazione.
Ultimissima: a Malo, paese del vicentino, è stato allestito, nel duomo, un presepe di nuovo conio. Il bambino Gesù non è un bambino ma bambina di sette giorni, di nome Penelope. (La verità, 30 dicembre 2016). L’ideologìa “gender” entra trionfalmente nella Chiesa. Tutto da riscrivere: V. T., N. T. e storia.
10 – Il 31 ottobre 2016 Papa Bergoglio va nella città svedese di Lund a rendere omaggio a Lutero in occasione 500° nefasto anniversario della ribellione dell’ex monaco agostiniano. Davanti alla comunità scismatica il Pontefice chiede ancora perdono e si scusa dolendosi della scomunica che l’allora Papa Leone X comminò al “porcus Saxoniae”.
In un farneticante discorso, denso di sperticate lodi alla cosiddetta “Riforma” e di menzogne contro la Chiesa Cattolica, tenta di inventarsi affinità e unità dottrinarie definendo, lo strappo scismatico, una benedizione di Dio il quale, così dirigendo gli eventi, obbliga la Chiesa a purgarsi del suo lordume.
Ora, dopo la intronizzazione nella Sala delle Udienza, della statuetta/idolo del monaco di Eisleben ci sarà, prevedono i più informati, la riabilitazione canonica con la definizione della sua santità.
Sì, “San Lutero, assassino e suicida” perché le vie di Bergoglio sono infinite.
11 – La Santa Resistenza. Quattro cardinali di Santa Romana Chiesa: Walter Brandmüller, Raymond Burke, Carlo Caffarra, Joachim Meisner, hanno inviato al Papa una lettera contente l’elenco di cinque “dubia”, vale a dire questioni formali circa l’ortodossìa di taluni punti della esortazione apostolica “Amoris Laetitia”.
Al perdurar del silenzio papale, i quattro Prìncipi della Chiesa, hanno reso pubblica la loro lettera (La Verità, 15 novembre 2016). Un confortante segno che ci dice come esistente sia una coraggiosa, e si spera, tenace resistenza allo sfascio progressivo della Gerarchìa e della Cattolicità.
12 – Aggiornare il Catechismo. Entra di diritto la professione di fede in nome della vischiosa e tossica dottrina New Age.
Papa Bergoglio, nel ringraziare cordialmente la sindaca di Parigi, M.me Anne Hidalgo, per quanto di bene sparge con le sue iniziative - aborto, eutanasìa, omosessualità – augurandole il meglio, le chiede di “pregare per me e, se per onestà (!) e coerenza interiore non lo fa, mi mandi almeno un’onda positiva” (C. R. 23/12/2016).
Non nuova questa gravissima espressione ché il Pontefice, già un anno fa’, il 7 giugno 2015, rivolgendosi ai giornalisti, che seguivano la Presidente argentina in visita al Vaticano, così si espresse: “Che Dio vi benedica e non dimenticate di pregare per me. E se qualcuno non può pregare perché non crede o perché la sua coscienza non glielo permette, mi mandi delle buone vibrazioni” (C. R. 23/12/2016). Siamo alla concezione del “panenergismo”, teorìa che prefigura un Tutto-Energìa indistinto e impersonale di cui siamo parte.
Paganesimo allo stato puro, neognosi spuria alla Teilhard de Chardin con espressa dichiarazione di apostasìa. Un Pastore che dovrebbe ricondurre quei giornalisti, pecore vagabonde all’ovile, le lascia alla propria coscienza.
Ma non è Bergoglio colui che invitò i sacerdoti a intridersi del puzzo di pecora? Ma a lui non preme la conversione alla Chiesa di Cristo, no, a lui interessa che ci s’incontri, ci si parli, si cammini insieme perché sia chiaro che “il proselitismo è una grande sciocchezza”.
Da aggiungere, come pennellate finali all’Anno Santo della Misericordia, genere alimentare dispensata a dosi industriali: la declassazione dell’ aborto, da crimine a generico peccato mortale da assolvere con il solito Pater-Ave Gloria (Il Giornale, 22 novembre 2016), e la riabilitazione di Giuda che, povero diavolo, si era perso, fuggito “dal buio per sfogarsi… Giuda, l’icona della pecora smarrita… una parola che dice che si è impiccato, impiccato e pentito… che alla fine l’amore di Dio lavorava in quell’anima, fino al momento della disperazione” (O. R. 5 dicembre 2016).
Siamo all’inferno vuoto. Dio misericordioso e giusto con tutti, ma “ingiusto con il Figlio” (Avvenire, 15 dicembre 2016). Siamo all’insulto.
Signore Iddio, fermalo! Te rogamus, audi nos.
Dovremmo, ora, dopo il catalogo degli infausti eventi, “facta nigro signanda lapillo”, dovremmo dare quello dei fausti, “albo signanda lapillo”.
Non v’è difficoltà alcuna. Si possono riassumere in uno solo: l’esistenza di gruppi, di associazioni o di persone – laici e religiosi – che fieramente sventolano alto il vessillo della Tradizione e della Fede resistendo all’avanzata delle divisioni infernali e al degrado delle strutture ecclesiali umane, e tutto rimettendo alla provvidenza di Colui che giudica e la cui vendetta “non teme suppe” (Purg. XXXIII, 36).
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