Resistenza e fedeltà alla Chiesa nelle epoche di crisi
Riportiamo il testo di una conferenza tenuta
dal prof. Roberto de Mattei a Firenze il 2 ottobre 2016
Resistenza e fedeltà alla Chiesa nelle epoche di crisi
- Infallibilità e indefettibilità della Chiesa
La Chiesa nella sua storia è passata
attraverso le più gravi difficoltà: persecuzioni esterne come quelle che
hanno caratterizzato i primi tre secoli di vita e che da allora la
hanno sempre accompagnata, e crisi interne, come l’arianesimo del IV
secolo e il Grande Scisma d’Occidente. Ma il processo di “autodemolizione”della Chiesa,“colpita da chi ne fa parte”, di cui Paolo VI parlava fin dal 1968, appare come una crisi senza precedenti per la sua ampiezza e profondità.
Lo diciamo in spirito di profondo
amore al Papato, rifiutando ogni forma di gallicanesimo, di
conciliarismo, di anti-infallibilismo, in una parola ogni errore che
voglia diminuire il ruolo e la missione del Papato. Professiamo, con
tutta la Chiesa, che sulla terra non esiste autorità più alta di quella
del Papa, perché non c’è missione né carica più elevata della sua. Gesù
Cristo, nella persona di Pietro e dei suoi successori, ha conferito al
Romano Pontefice la missione di capo visibile della Chiesa e di suo
Vicario. La costituzione dogmatica Pastor aeternus del Concilio
Vaticano I ha definito i dogmi del Primato Romano e dell’infallibilità
pontificia. Il primo afferma che il Papa ha una potestà di giurisdizione
suprema, ordinaria ed immediata, sia su tutte e singole le Chiese, sia
su tutti e singoli i pastori e fedeli. Il secondo dogma insegna che il papa è infallibile quando parla “ex cathedra”,
vale a dire quando nella sua funzione di supremo Pastore definisce che
una dottrina in materia di fede e di morale debba essere tenuta da tutta
la Chiesa.
Riportiamo il testo di una conferenza tenuta
dal prof. Roberto de Mattei a Firenze il 2 ottobre 2016
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