ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 3 febbraio 2017

Eretico, ribelle, sospetto di eresia!


Com'è stato anticipato ieri pomeriggio da un video del prof. Giovanni Zenone di Fede e Cultura, si è avuta conferma delle misure di correzione canonica comminate al teologo domenicano fra' Giovanni Cavalcoli, cui è stato fatto divieto di celebrare in pubblico la Messa, di predicare, di confessare, di esercitare il ministero fuori dal Convento, di pubblicare e di rilasciare interviste. 

In epoche cattoliche, simili sanzioni venivano adottate nei confronti di chierici ribelli in sospetto di eresia. Oggi la psico-chiesa bergogliana si sente autorizzata a punire quanti si oppongono più o meno chiaramente alla deriva dottrinale e morale inaugurata dal Vaticano II e portata a compimento da Francesco. 

Qualcuno ha commentato che queste misure disciplinari sono motivate dal fatto che padre Cavalcoli non si sia allineato al pensiero unico dominante. Di certo suscito immotivato sdegno l'affermazione del domenicano, secondo la quale i terremoti possono rappresentare una castigo di Dio verso un popolo che Lo offende violando la Sua legge. A seguito di quelle esternazioni - perfettamente ortodosse - egli venne anche estromesso da Radio Maria, aggiungendo il proprio nome alla lista di proscrizione di padre Livio Fanzaga, ossequioso esecutore dei desiderata romani. 

A dire il vero, anche se padre Cavalcoli non può esser certo annoverato tra i più esagitati sostenitori del pensiero unico, sarebbe nondimeno da ricordare che a più riprese egli ha formulato una difesa del Concilio - e recentemente, credo, anche di Amoris Laetitia - che pare andare un po' al di là della semplice captatio benevolentiae

«... col Concilio la Chiesa non è affatto uscita dal sentiero della verità, non è caduta nell’eresia, non ha tradito la Tradizione, ma al contrario ha confermato il dogma e la Tradizione ed anzi li ha meglio illustrati e li ha esplicitati in un linguaggio moderno, assumendo quanto di valido c’è nel pensiero moderno (pur condannandone gli errori) ed andando incontro alle necessità del nostro tempo, proprio in vista di una nuova espansione del cristianesimo nel mondo...»  
«... le dottrine del Concilio – per quanto forse possa sembrare qua e là – in realtà non rompono con la Tradizione ma sono in continuità, ed anzi, come ho detto, ne sono una spiegazione ed un’esplicitazione, tanto che sarebbe fuori della verità cattolica proprio chi si opponesse a quelle dottrine...»

Come si vede, siamo a distanze siderali dalle valutazioni di mons. Gherardini e di molti altri. Evidentemente il regime del Terrore instaurato dal presente pontificato miete vittime anche tra i propri iniziali sostenitori, come avviene in tutte le rivoluzioni. Ciò non toglie che il provvedimento di cui è stato fatto oggetto padre Cavalcoli appaia vessatorio ed ingiustificato. O meglio: che la sua unica giustificazione sia da ricercarsi proprio nell'odio teologico che i settari della nuova religione conciliare nutrono verso quanti si discostano anche di un solo apice dal depositum haereseos codificato negli ultimi cinquant'anni. 

Inutile auspicare, in questa temperie di provvedimenti autoritari a senso unico, un intervento romano, sulla falsariga di quello che ha portato alle dimissioni del Gran Maestro dell'Ordine di Malta. Se infatti la Santa Sede considera legittimo sindacare sulla rimozione di un membro di un Ordine Sovrano, giudicandola nulla ed invalida, per coerenza ora essa dovrebbe inviare i propri commissari ai Domenicani della Provincia di San Domenico ed ordinare l'annullamento delle censure canoniche contro padre Cavalcoli. Sempre per coerenza, il Priore Provinciale dovrebbe esser convocato a Roma, a rassegnare nelle auguste mani del Pontefice le proprie dimissioni, e l'Ordine dei Predicatori dovrebbe dichiarare nulla e invalida anche la censura di padre Cavalcoli. 

Similmente, ci si dovrebbero attendere Dio solo sa quali censure per quel gesuita che recentemente ha negato la Verginità della Madonna, o quell'altra suora domenicana che ha fatto altrettanto solo pochi giorni or sono, o quei Vescovi che hanno negato la verità evangelica ammettendo ai Sacramenti i pubblici concubinari.

A meno che - com'è ormai evidente - le interferenze romane non siano pretestuose e non rivelino invece perfetta comunanza d'intenti con il caso dei Francescani e con quello dell'Ordine di Malta: scardinare quel che rimane dell'ortodossia cattolica degli Ordini religiosi, piegandone i vertici e sfigurandone la specifica vocazione.

E' sempre di oggi la notizia secondo la quale Mons. Ramon Argüelles, Arcivescovo Metropolita di Lipa nelle Filippine, sia stato dimissionato a sua insaputa. Il motivo sembra che sia da individuare nell'appoggio ch'egli ha concesso ai transfughi refrattari dei Francescani dell'Immacolata, colà accolti per terminare i loro studi ed essere ordinati. Il Presule avrebbe appreso delle proprie dimissioni dal comunicato della Sala Stampa Vaticana apparso su internet, senza averne ricevuto la notificazione da parte del Dicastero competente.

A ben vedere, c'è un inquietante parallelo offertoci dalla storia. Martin Lutero ottenne la diffusione dell'eresia grazie all'appoggio dei principi tedeschi, sfruttando le loro brame sui beni ecclesiastici; anche oggi vi è chi, per rendere irreversibili le deviazioni conciliari, pare ricorrere agli stessi mezzi, ottenendo l'appoggio dei principi ansiosi di metter le mani sul patrimonio degli Ordini religiosi. Ma sia chiaro che la finalità ultima è la distruzione della Chiesa, mentre la cupidigia per il danaro è solo uno dei mezzi atti a conseguirla. Ieri furono le terre delle abbazie e le rendite delle diocesi, oggi sono i beni immobili dei Francescani o dell'Ordine di Malta.

Un Ordine fiorente di vocazioni, con una Regola genuinamente fedele allo spirito del Fondatore, è rimasto in precario equilibrio tra la Messa cattolica e la sua parodia conciliare. Un Ordine secolare, sovrano ed indipendente, si è lasciato sedurre dalle potenze del secolo. Un domenicano, dotato di un'intelligenza ed un acume non comuni, non ha saputo denunciare le deviazioni dei novatori, giungendo a difendere quel coacervo di equivoci che millanta il titolo di Concilio. Non credo di ingannarmi nell'affermare che, per mezzo dei Suoi nemici, il Signore ha punito questi sui figli che Gli resistono, volendo servire due padroni. Ciò non toglie la responsabilità degli empi che si scatenano contro i Francescani, contro l'Ordine di Malta o contro un teologo; ma ci richiama alla realtà soprannaturale, ricordandoci che il Signore, a chi più ha dato, più chiede; e che Egli non sa che farsene dei tiepidi e dei mediocri. Egli usa il braccio dell'empio per colpire chi merita i Suoi castighi, affinché si ravveda, faccia penitenza e chieda perdono. 

Ci pensino quanti ritengono che sia sufficiente pagare il tributo all'idolo conciliare per garantirsi un salvacondotto dal Sinedrio romano. E ci pensino quanti credono che un riconoscimento canonico non li esponga all'arbitrio del tiranno. 


2 commenti:

  1. e don Ariel dove sarà finito?Forse lo avranno avvinto in ceppi e gettato nella cella più profonda in attesa di essere ghigliottinato? Probabilmente tutti quelli antipatici al sommo imperatore per essere salvi dovranno abiurare, Dovranno dire il nuovo credo: Io credo che Dio non punisce anche se nella Bibbia è scritto il contrario; Io credo che non c'è un unico Dio Trinitario ma un bel po' di dei; Che ognuno si faccia un dio a modo suo;Che la Madonna ebbe un sacco di bambini con il prode Giuseppe;che il denaro degli altri deve servire solo per i poveri, che a loro volta diventati ricchi dovranno ridarlo ad altri poveri;che i " migranti" possibilmente o musulmani o induisti o di qualsiasi altra non religione sono meglio degli schifosi cattolici tutte trine e merletti,che i preti fanno ribrezzo per la loro voglia di fare proseliti per il regno dei cieli,e soprattutto giurare fedeltà eterna e obbedienza incondizionata al nuovo Vangelo secondo l'Imperatore Orgoglio. jane

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  2. "Per ogni Giovanna d'Arco c'è un Hitler appollaiato dall'altra estremità dell'altalena. La vecchia storia del bene e del male."

    (H. Bukowski)

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