Dire la verità dopo una vita passata al servizio della menzogna. È questa, in sintesi, la svolta di Danilo Quinto, per anni tesoriere del Partito Radicale e braccio destro di Marco Pannella poi convertitosi al cattolicesimo. E Verità e menzogne è anche il titolo del suo ultimo libro (Solfanelli, pp. 224, euro 16),di cui sta per uscire la seconda edizione, come annunciato dallo stesso autore sulla sua pagina Facebook.
Tante storie da raccontare: dall’Islam alla droga, dal Gruppo Bildeberg ai Marò, dalla tragedia dell’euro al carrozzone Europa, dal “sesso per disabili fatto da volontari” alla mercificazione della morte in televisione, dai rom, al matrimonio omosessuale, dal “gender” alla Massoneria, dal “Mondo di Mezzo” al Mezzogiorno, dall’industria del calcio alla minaccia del Vesuvio, dai parlamentari cattolici firmatari di appelli a favore di Radio Radicale ai Vescovi che parlano di Costituzione e non di Vangelo, dalle “primavere arabe” alla dilagante corruzione italiana, dal Concilio Vaticano II alle foibe, dal “Patto del Nazareno” alla Chiesa con due Papi. Tanti personaggi: da Silvio Berlusconi a Vasco Rossi, da Marco Pannella a Giorgio Gaber, da Giulio Andreotti a Papa Francesco, da Emma Bonino a Totò Riina, da Erri De Luca a Massimo D’Alema, da Umberto Veronesi a Matteo Renzi, da Angelo Rizzoli a Eugenio Scalfari, da Enrico Letta a Mario Monti, da Romano Prodi a Pier Paolo Pasolini, da Rino Gattuso a Ignazio Marino, da Giorgio Napolitano a Aldo Moro, da Benedetto XVI a George Soros.
Danilo Quinto com’era la sua vita da radicale?
La mia vita era quella di un lavoratore, che gestiva decine di milioni di euro. Lavoravo 15 ore al giorno, sabati e feste comprese, senza ferie, sottopagato, gestendo strutture e il lavoro di centinaia di persone. Dopo vent’anni, non ho avuto diritto ad una liquidazione, né avrò una pensione, mentre, tutti gli ex parlamentari radicali, contrari al finanziamento pubblico, incassano lauti emolumenti. Ho perso la causa di lavoro e ora non possiedo neanche una macchina e sopravvivo con lavori precari.
Chi era, per lei ,Pannella?
Un santo per l’establishment politico e ecclesiastico, ma in realtà è stato alleato della partitocrazia per cinquant’anni facendo credere di essere suo nemico. Ad esempio, ha impallinato l’omosessualità, con la quale si sono formate le carriere politiche. Lo hanno legittimano le telefonate del Papa. Per tutti, Pannella ha vinto.
Cosa ha significato, la conversione e il fuggire dai radicali?
E’ stato come uscire dalle tenebre, nel senso letterale. Perché ho scoperto la forza e la bellezza della Verità, quella che ha insegnato Cristo, sulla croce, agli uomini di ogni tempo.
Perché lasciare la “redditizia” via della menzogna e intraprendere quella assai meno “conveniente” della verità?
E’ Dio a decidere, a usare la Sua libera iniziativa nei confronti di una Sua creatura donandogli la grazia. Se si accetta e si condivide la “mossa” di Dio, non ci sono alternative alla Verità, perché Dio è la Verità.
Da cosa nascono i saggi di Verità e menzogne?
Dal timore di Dio, dalla certezza che tutte le cose umane sono governate dalla legge di Dio e dalla Regalità Sociale di Suo Figlio. Da qui discende il dovere di testimoniare la mia fede, costi quel che costi, qualsiasi sia il prezzo da pagare. Per me, il prezzo è stato molto alto, ma ne sono fiero, perché gli occhi con i quali mi devo confrontare sono solo quelli di mio figlio, al quale – grazie a Dio – posso donare l’amore per la Libertà e per la Verità.
Cosa significa leggere la realtà con gli occhi diversi, quelli di un cattolico?
Gli occhi di un cattolico guardano la Croce. E allora, l’amore immenso di Cristo, che vive quel dolore proprio per me, mi pacifica con il mondo intero. Il male che può colpirmi è permesso da un Padre buono (come dice San Paolo, “tutto concorre al bene”) che lava i miei peccati con il sangue di Suo Figlio. Così, non posso aver paura. Posso solo ringraziarlo, lodarlo e amarLo con tutto me stesso nell’Eucaristia.
Tiepidezza dell’occidente ex cristiano e invasione islamica in corso: un bel mix.
La “terza rivelazione” – come viene chiamata nei testi di storia della scuola media italiana – è penetrata nell’Europa cristiana grazie ad un disegno massonico. Con l’omosessualismo, rappresenta la seconda “leva” della dissoluzione. Ad entrambi, si contrappone il nulla, perché il pensiero cattolico contemporaneo è inesistente. L’Islam non si combatte solo rafforzando il colabrodo dei servizi di sicurezza degli Stati europei, ma impedendo che la finanza islamica conquisti l’Europa, in accordo con i gruppi finanziari occidentali
http://ilgiornaleoff.ilgiornale.it/2017/03/10/lislam-si-combatte-ostacolando-la-finanza-altro-che-eserciti/
Roberta Bommassar: quando la psicologia si piega all’ideologia
Libertà e Persona10 marzo 2017
Roberta Bommassar è vicepresidente dell’
Ordine degli psicologi di Trento. Visto il suo ruolo, ci si aspetterebbe da lei un giudizio prudente, fondato, non ideologico, soprattutto se si parla di questioni importanti. Quale la questione? L’Ordinanza della Corte d’appello di Trento che “riconosce” due padri (e nessuna madre).
Ovviamente, di fronte a tale ordinanza, ci si è chiesti come sia possibile che 3 giudici possano alterare così la natura umana (ogni bambino nasce da una madre ed ha diritto ad essa), e come sia possibile che un reato (perchè in Italia l’utero in affitto è viatato dalla legge 40/2004) sia sanato in questo modo.
Ma la questione più importante è stata la prima: possiamo davvero negare alle generazioni di domani il diritto ad una madre (come nel caso in questione), o ad un padre?
Ecco come si è espressa Roberta Bommassar dalle colonne de
l’Adige del 9 marzo:
“La psicologia, come disciplina scientifica giovane ma molto vivace, non può essere partigiana e svilupparsi basandosi supregiudizi. Il suo scopo è quello di offrire letture ed interpretazioni che permettano di dare senso alle cose che accadono dentro e tra le persone. E queste cose sono comportamenti, pensieri ed affetti. Una grande importanza viene attribuita alla ricerca. Essa ha il compito di confermare o negare delle ipotesi che la psicologia avanza, in questo processo di attribuzione di senso. Una di queste ipotesi potremmo definirla in questi termini: “Un bambino per crescere bene ha bisogno di una mamma e di un papà”. Sul concetto se per mamma e papà s’intenda una femmina ed un maschio dobbiamo dire che le ricerche al proposito non hanno confermato quello che molti stessi psicologi a suo tempo pensavano. Cioè che era necessaria la presenza di una mamma-femmina e di un padre maschio. L’atavico ritardo con cui la società italiana si confronta con i cambiamenti della società, uno dei quali è rappresentato dall’accettazione delle coppie omosessuali e via via delle richieste che vengano loro riconosciuti dei diritti, quelli di esprimere liberamente la propria scelta sessuale, di costituire una coppia riconosciuta, di farsi una famiglia, ha come unico vantaggio che altre realtà hanno affrontato il tema molto prima di noi. Gli Stati Uniti e alcuni paesi europei come l’Inghilterra, Francia e Germania si sono confrontati con studi su queste tematiche con almeno un ventennio di anticipo. Queste meta-analisi, di cui l’ultima raccoglie un centinaio di ricerche, inclusi più di 60 studi empirici svolti direttamente con genitori omosessuali e i loro bambini, mostrano risultati analoghi a quelli delle famiglie con genitori eterosessuali. (Federico Ferrari : Terapia familiare 2011). Questo è il dato, allo stato dei lavori. Gli psicologi si sono interrogati per primi riguardo a risultati anche per loro sostanzialmente inaspettati…”.
In altre parole: per la psicologa Bommassar la scienza è un
pre-giudizio. Sì perchè il metodo sperimentale su cui si basa la scienza è molto chiaro: non si costruisce la realtà nella propria testa, ma si osserva e si interroga la realtà, per dare, solo dopo, un giudizio. E la realtà è molto chiara: per fare un bambino ci vogliono sempre un ovulo ed uno spermatozoo, cioè un contributo biologico maschile e femminile. Riconoscere la funzione paterna e materna,
a partire dal dato biologico, dottoressa Bommassar, non è dunque un pre-giudizio, ma un
post-giudizio, cioè un giudizio dato secondo i canoni di un pensiero razionale e scientifico!
Qualunque analisi seria non può che partire da qui: dal dato di realtà, empiricamente osservabile.
La natura funziona in un certo modo, e non prevede la
divisione della madre in due (una donna che vende l’ovulo e un’altra che affitta il suo utero),
nè prevede, per fare un altro esempio, che un bambino sia strappato dal seno della madre, per essere consegnato a due “padri”.
Al contrario, anche
l’allattamento è, per tutti i medici che se ne occupano, per l’Oms, ecc., una fase anch’essa importante del rapporto figlio madre, sia a livello biologico (quanto sia prezioso il latte materno è chiaro a tutti gli studi scientifici), sia a livello psicologico (perchè il legame madre-figlio, instaurato nella gestazione, continua tutta la vita, secondo modalità diverse).
La dottoressa Bommassar –
che evita accuratamente di dirci quali siano le conseguenze psicologiche per una donna che, per soldi, vende per nove mesi il proprio corpo, vi ospita un bambino , e poi se ne separa; o quali siano le conseguenze fisiche e psicologiche per le donne che vendono i propri ovuli– , assicura poi che le ricerche avrebbero portato a conclusioni inaspettate per gli stessi psicologi: non sarebbe necessaria la presenza di una
mamma-femmina e un
papà-maschio!
Ma a quali ricerche e a quali conclusioni si riferisce la dottoressa Bommassar?
Alle sue dichiarazioni risponde, sempre su
l’Adige, il 10 marzo, lo psicologo Gilberto Gobbi:
“…E’ risaputo in campo scientifico che la stragrande maggioranza delle ricerche fatte sui figli di coppie omosessuali, sono state manipolate, pur tuttavia si continua a riproporne i risultati (falsi) come risultati scientifici. Per esempio, viene spesso invocato lo studio dell’Università di Melbourne, secondo cui “i figli di genitori dello stesso sesso avrebbero addirittura una maggiore stato di salute e benessere rispetto alla media dei loro coetanei”. Ritengo importante che uomini e donne di scienza si esprimano sulla base di ipotesi condivise e possibilmente verificate empiricamente. Lo studio dell’Università di Melbourne del 2006, rilanciato dal quotidiano la Repubblica il 7 aprile 2015, è uno studio-bufala ed è stato ritirato. E’ solo un esempio di disinformazione scientifica. Se ne potrebbero citare a decine…”.
E conclude: “Se l’obiettivo è il “bene del bambino”, va tenuto presente che il bambino affronta la costruzione della sua identità psicosessuale immerso nel suo contesto psicosociale, ha bisogno di crescere tra le figure di una madre/femmina e di un padre/maschio, ed essere a contatto con le figure differenti: il maschile e il femminile. Ciò gli permette, attraverso l’identificazione, la differenziazione e la separazione, di identificarsi nella sua identità psicosessuale”.
Un’altra risposta alla dottoressa Bommassar è comparsa su La Verità del 10 marzo, a firma Giuliano Guzzo.
Ecco uno stralcio:
“...Un intervento di peso, apparso sulla stampa trentina, è stato per esempio quello della dottoressa Roberta Bommassar, vicepresidente dell’Ordine degli psicologi di Trento, la quale ha sostenuto che i bambini cresciuti da coppie omosessuali «mostrano risultati analoghi a quelli delle famiglie con genitori eterosessuali» assicurando che «questo è il dato, allo stato dei lavori». Ora, pur nel rispetto del pensiero altrui, non si può che dissentire da simili affermazioni, che lasciano intendere che la comunità scientifica abbia sancito come, per il miglior interesse di un bambino, non sia necessaria la compresenza di padre maschile e madre femminile.
Non è però affatto così. Se infatti da un lato è vero che esistono molte ricerche secondo cui non vi sarebbe differenza, per un bambino, nell’avere padre e madre o nel crescere con due persone dello stesso sesso, dall’altro nessuno dei 59 studi che l’American Psychological Association ha raccolto per sdoganare le famiglie gay, per esempio, effettua «una comparazione tra un vasto, casuale e rappresentativo campione di genitori gay o lesbiche insieme ai loro figli con un campione vasto, casuale e rappresentativo di genitori sposati con i loro figli» (Marks, 2012). Significa che gli studi che sdoganano le famiglie arcobaleno sono metodologicamente deboli, si fondano su campioni ridotti oppure ampi ma di convenienza, quindi inadatti a qualsivoglia generalizzazione. Va inoltre specificato come la gran parte delle ricerche che attesterebbero la non indispensabilità della famiglia tradizionale per il miglior interesse dei figli, si basino non su osservazioni dirette sulle condizioni di costoro, bensì su dati self report dei genitori sulla salute del bambino, non un parametro assolutamente oggettivo né incontestabile.
Non è finita: quasi sempre le condizioni dei figli, in queste analisi, vengono valutate in giovanissima età, cioè troppo presto per escludere ripercussioni future. La maggior parte degli studi a favore dell’omogenitorialità – ha non a caso concluso Walter Schumm, docente presso la Kansas University, in uno studio pubblicato nel settembre 2016 – sono imperfetti, non conclusivi, basati su piccola scala e quasi tutti condotti su coppie istruite e benestanti. E, a dirla tutta, non mancano ricerche recenti e su campioni vasti e rappresentativi che individuano notevoli problematicità per i figli cresciuti in contesti omogenitoriali rispetto agli altri (Sullins, 2015; Allen, 2013, Regnerus, 2012)”.
Infine un altro commento, a cura del filosofo Alessandro Benigni, che spiega alla dottoressa Bommassar quante volte le cosidette conclusioni di ricerche psicoplogiche si siano rivelate infondate, e siano state riviste, non essendo la psicologia una scienza nel senso più pieno del termine:
“…Se la Psicologia è una scienza, infatti, lo è in senso debole. Molle, come direbbero alcuni. E la differenza è presto spiegata, basti un esempio: la matematica dimostra, giustificando tesi la cui negazione implica contraddizione logica. La psicologia non dimostra nulla. Non può: la sua stessa storia lo dimostra, la molteplicità di scuole, indirizzi, assunti, terapie, conclusioni, lontanissime tra loro, ce lo ricordano ogni giorno…” (https://ontologismi.wordpress.com/2017/03/10/sola-ideologia/).
Figli di coppie gay più felici degli altri? Non esattamente
Studi sull’omogenitorialità: guida per i (giustamente) perplessi
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2017/03/roberta-bommassar-quando-la-psicologia-si-piega-allideologia/
Pubblichiamo di seguito la traduzione del documento
adottato nel gennaio di quest’anno 2017 dal Collegio americano dei
Pediatri. E’ un testo durissimo contro l’ideologia gender e i suoi
perversi corollari, quali l’impiego di ormoni sessuali e della chirurgia
e proviene da una dell più autorevoli istituzioni in materia.
Qui il testo originale con note [RS]:
https://www.acpeds.org/the-college-speaks/position-statements/gender-ideology-harms-children
Il Collegio Americano dei Pediatri sollecita professionisti della
salute educatori e legislatori a rigettare tutte le politiche che
condizionino i bambini ad accettare come normale una vita di
impersonificazione chimica o chirurgica dell’altro sesso. I fatti, non
le ideologie, determinano la realtà.
- La sessualità umana è un carattere oggettivo,
biologicamente binario: “XY” e “XX” sono indicatori genetici del maschio
e della femmina, rispettivamente – non marcatori genetici di un
disordine. La norma per l’uomo è di essere concepito maschio o
femmina. La sessualità umana è binaria per progetto con l’ovvio
proposito della riproduzione e la continuazione della nostra specie.
Questo principio è autoevidente.I rari e marginali disordini nello
sviluppo sessuale (DSD), come ad esempio, ma non solo, la
femminilizzazione testicolare o l’iperplasia adrenale congenita sono
tutte deviazioni, medicalmente identificabili, dalla norma della
duplicità sessuale e sono correttamente riconosciuti come disordine
rispetto al disegno umano. Individui con DSD (anche indicati come “intersex”) non costituiscono un terzo sesso.
- Nessuno nasce con un genere. Ognuno nasce con un sesso
biologico. Il genere (la consapevolezza e percezione di sé stessi come
maschio o femmina) è un concetto sociologico e psicologico, non un dato
biologico oggettivo. Nessuno nasce con la consapevolezza di
essere maschio o femmina: questa consapevolezza si sviluppa nel tempo e
come tutti i processi di sviluppo può essere distorto dalle percezioni
soggettive del bambino, dalle sue relazioni ed esperienze negative,
dall’infanzia in avanti. Le persone che si identificano come se “si sentissero di un sesso opposto” o “tra un sesso e l’altro” non costituiscono un terzo sesso. Esse restano biologicamente maschi o femmine.
- La convinzione di una persona di essere qualcosa che in
realtà non è costituisce, nella migliore delle ipotesi, il segno di un
pensiero confuso. Quando un ragazzo altrimenti sano crede di
essere una ragazza esiste un problema oggettivo che sta nella testa, non
nel corpo, e dovrebbe essere trattato come tale. Questi bambini
soffrono di disforia di genere. La disforia di genere (GD), in passato
annoverata quale Disordine dell’Identità di Genere (GID), è un disordine
mentale riconosciuto nella più recente edizione del Diagnostic and
Statistic Manual of the American Psychiatric Association (DSM-V). Le
teorie sull’apprendimento psicodimanico e sociale dei GD/GID non sono
mai state confutate.
- La pubertà non è una malattia e gli ormoni che bloccano la pubertà possono essere pericolosi.
Reversibili o meno, gli ormoni che bloccano la pubertà inducono uno
stato di malattia – l’assenza della pubertà – e inibiscono la crescita e
la fertilità in un bambino precedentemente sano.
- Secondo il DSM-V, il 98% dei bambini con confusione di
genere e l’88% delle bambine con confusione di genere accettano il
proprio sesso biologico dopo che attraversano naturalmente la pubertà.
- I bambini che assumono ormoni blocca-pubertà per impersonare
l’altro sesso richiederanno ormoni cross-sex nella tarda adolescenza.
Questa combinazione porta alla sterilità permanente. Questi bambini non
saranno mai capaci di concepire un bambino neppure attraverso le
tecnologie riproduttive. Inoltre, gli ormoni cross-sex (testosterone ed
estrogeni) sono associati a gravi rischi per la salute, compresi (ma non
solo) malattie cardiache, alta pressione, trombi, infarto, diabete e
cancro.
- I tassi di suicidio sono quasi venti volte più alti negli
adulti che usano ormoni cross-sex e si sottopongono alla chirurgia per
il cambio di sesso, persino in Svezia che è tra i paesi più tolleranti
con le persone LGBTQ. Quale persona compassionevole e
ragionevole condannerebbe i bambini a questo destino sapendo che dopo la
pubertà l’88% della bambine e il 98% dei bambini accetteranno alla fine
la realtà e raggiungeranno uno stato di benessere mentale e fisico?
- Condizionare i bambini a credere che una vita intera di
impersonificazione chimica o chirurgica dell’altro sesso sia una cosa
normale è violenza sui bambini. Supportare la discordanza di
genere come normale attraverso la scuola o le politiche legislative
confonderà bambini e genitori, portando più bambini a presentarsi alle
“cliniche del genere” ove gli daranno farmaci bloccapubertà. Questo, in
cambio, praticamente gli garantisce che essi “sceglieranno” una vita di
ormoni cross-sex carcinogenetici e comunque tossici, e molto
probabilmente penseranno a mutilazioni non necessarie delle parti sane
del loro corpo quando saranno adulti.
_________________________________________________________________
- Michelle A. Cretella, M.D.
President of the American College of Pediatricians
Vice President of the American College of Pediatricians Pediatric Endocrinologist
University Distinguished Service Professor of Psychiatry at
Johns Hopkins Medical School and the former psychiatrist in chief at
Johns Hopkins Hospital
http://www.radiospada.org/2017/03/american-collegeop-lideologiadi-genere-danneggia-i-bambini/
Padri gay e tribunale di Firenze, perché è uno sfregio privare i minori di una madre
C’è un passaggio, fra i numerosi discutibili, del decreto del tribunale per i minori di Firenze, che fornisce la chiave di lettura ideologica della decisione: quello in cui i giudici affermano che “la famiglia è sempre più intesa come comunità di affetti, incentrata sui rapporti concreti che si instaurano fra i suoi componenti; al diritto spetta di tutelare tali rapporti”.
E’ la consacrazione del passaggio dal diritto, tale proprio in quanto agganciato al dato obiettivo, a categorie emozionali, e quindi soggettive, come l’affetto o il desiderio. Quando ciò accade, nonostante le pagine che si possano riempire per dimostrare il contrario, il diritto cede il passo alla forzatura. E tale è quella che nel decreto tenta di superare le norme italiane sull’adozione, che la prevedono solo per persone unite in matrimonio da almeno tre anni, col richiamo al diritto internazionale, e in particolare alla Convenzione per la tutela dei minori e l’adozione internazionale dell’Aja: un richiamo improprio, dal momento che quest’ultima ha fra i principi ispiratori “l’interesse superiore del minore ed il rispetto dei suoi diritti fondamentali”.
La domanda da porsi è la seguente: è coerente con l’interesse del minore e con i suoi diritti fondamentali privarlo della madre? Sancire in nome del popolo italiano che un bimbo vive bene senza la mamma e spacciare questa affermazione come segno di civiltà può allietare i tg, le testate à la page, e i commentatori a senso unico cui larga parte dei media dà spazio. Nella realtà è qualcosa che contrasta – insieme con norme che fino a ieri apparivano non discutibili – decenni di consolidati orientamenti dei giudici minorili, e condiziona in senso ancora più liquido le relazioni all’interno della comunità familiare.
Meno di un anno fa il Parlamento approvava con doppio voto di fiducia, e con una blindatura imposta dal governo dell’epoca per impedire una seria discussione nel merito, le disposizioni della legge c.d. Cirinnà. Taluni deputati e taluni senatori giustificarono il proprio voto a favore – in palese distonia con loro dichiarazioni pro family e presenze a family day – col fatto che essa non prevedeva la step-child adoption: un anno dopo la Corte di appello di Trento, e a seguire il Tribunale per i minori di Firenze vanno molto oltre e sacralizzano l’adozione da parte di due persone dello stesso sesso!
Con l’introduzione per legge delle unioni civili, nella sostanza matrimoni same sex, era poi inevitabile che la giurisprudenza parificasse il regime fra i due tipi di coniugio nei confronti dei figli. Se il Parlamento abdica e non affronta i nodi cruciali ci pensa il giudice. Peggio ancora se la rinuncia è fatta con la riserva mentale che le sentenze supereranno il confine sul quale le Camere si attestano per il timore di esagerare.
La realtà è che le famiglie italiane oggi sono senza tutela e senza rappresentanza. Fino a quando?
UN LUNGO, AGGHIACCIANTE DOCUMENTARIO PER CAPIRE COS'È DAVVERO LA «MATERNITÀ SURROGATA»
35 milioni e 800 mila schiavi nel mondo. La schiavitù non appartiene solo alla storia. Dall'antica Roma all'Africa, fino all'Asia la schiavitù persiste oggi con un nuovo volto. Donne e bambini ne sono i protagonisti. Dalla prostituzione, al traffico di organi, dall'immigrazione clandestina, allo sfruttamento sul lavoro...
Ringrazio la dottoressa De Mari per il suo coraggio nella verità.
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