Il messaggio URGENTE della Madonna di Fatima è sempre valido. Le daremo retta?
Antoine Mekary/ALETEIA
Sono le cinque del mattino nel Santuario Nazionale del Cuore di Maria. L’immagine della Vergine giunta recentemente da Fatima ha peregrinato per tutto il Panama. Oggi sosta nella mia parrocchia.
Hanno esposto il Santissimo per l’Adorazione Eucaristica tutta la notte. Molti hanno pregato fino all’alba accompagnando Gesù. Chiedendogli delle grazie. Dicendogli che lo amano.
Dalla sera precedente, la fila al confessionale è stata interminabile. L’appello della Vergine alla conversione non è caduto nel vuoto.
Raccomando sempre una buona confessione sacramentale. Avvicinarsi a Gesù con l’anima pulita o coperta di peccati non è lo stesso. Anche se Egli ci riceverà e ci amerà ugualmente, ho notato la grande differenza. Dopo la confessione, l’anima è disposta favorevolmente nei confronti delle grazie che Egli vuole concederci.
Un buon esempio è questo: arrivi a una fonte di acqua cristallina e porti con te un bicchiere sporco. Lo riempi d’acqua. La berrai?
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L’anima dev’essere disposta alla grazia. Credetemi, sono momenti irripetibili.
Mi ha colpito. Sono passato davanti all’altare e mi sono inginocchiato di fronte a Gesù Sacramentato. Mi sono ricordato di tutti quei saluti che mi chiedono i lettori. “Quando vai a fargli visita, non dimenticare di portargli i miei saluti”, mi dicono spesso. Bene, gli ho lasciato i vostri saluti. L’ho pregato per le vostre necessità e per il benessere della vostra famiglia.
Pregare per gli altri è meraviglioso. Soprattutto quando preghi con fervore per chi ti ha fatto un danno. In questo modo è più facile perdonarlo. Perdonare e dimenticare.
Poi sono andato a vedere l’immagine pellegrina di Nostra Signora di Fatima. Sono rimasto un po’ in ginocchio pregando davanti alla bellissima immagine della Madonna.
Ricordate che una volta vi ho raccontato che il mio sogno era andare a Fatima? In qualche modo Fatima è venuta a Panama. Non potevo crederci.
Cosa vedete quando vi trovate di fronte a questa immagine che rappresenta la nostra madre del cielo?
Ho immaginato di vedere un sorriso. L’ho guardata negli occhi, e quello che ho trovato è stato dolore, tristezza, l’angoscia di una madre i cui figli si perdono.
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Le sue parole hanno risuonato profondamente nella mia anima:
“Non offendete più il Signore, Dio nostro, perché Egli è già tanto offeso!”
L’ho guardata di nuovo e aveva sempre quello sguardo triste. Ho sentito nel mio cuore questa parola:
“PENITENZA”.
Il messaggio di Fatima è forte e attuale.
Nella sua quarta apparizione ha ricordato che in qualche modo siamo tutti responsabili gli uni degli altri:
“Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all’inferno perché non c’è chi si sacrifichi e interceda per loro”.
Ho recitato un’Ave Maria e mi sono alzato disposto a fare ciò che ci chiede la Madre: preghiera (ha esortato a recitare ogni giorno il santo Rosario) e penitenza per l’anima dei grandi peccatori.
Era il momento della processione. Che gioia avere Maria come madre.
Ave Maria, piena di grazia…
Ave Maria, piena di grazia…
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[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]
Claudio De Castro | Mar 27, 2017
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Boom di vendite della pillola dei cinque giorni dopo
(di Alfredo De Matteo) «L’impennata di vendite che arriva a quota 200.507 in dieci mesi, 660 al giorno, è il segnale di un’Italia in cui la prevenzione della gravidanza indesiderata incespica. Soprattutto tra le ventenni», scrive la giornalista Simona Ravizza sul Corriere della Sera del 27 marzo. Tale dato mette in evidenza il completo fallimento delle politiche contraccettive come antidoto all’aborto.
La contraccezione costituisce infatti l’approdo logico ed inevitabile di una mentalità che, rinnegando il fine autentico della sessualità umana, tende a rifiutare aprioristicamente l’evento inatteso di una gravidanza. Cosicché, quando il contraccettivo fallisce c’è l’aborto a “risolvere” il problema, al punto che sono sempre più frequenti i casi di aborti ripetuti, soprattutto tra le adolescenti.
La stretta correlazione tra contraccezione e aborto si evince chiaramente dall’acclarato dato statistico in base a cui il ricorso all’aborto è più diffuso nei paesi in cui è più massiccio il ricorso alla contraccezione. Lo conferma la diffusione dell’aborto chimico che dà la possibilità di rimediare ad una gravidanza indesiderata in maniera anonima, veloce e a un costo relativamente basso. Dal mese di maggio del 2015 l’Aifa (Agenzia Italiana del farmaco) ha dato il via libera alla liberalizzazione della pillola dei cinque giorni dopo, altrimenti detta EllaOne, sulla base di cui per acquistare il prodotto non è più necessario presentare la ricetta medica né un test medico che accerti uno stato di non gravidanza, come si usava fare prima.
Il risultato è stato l’aumento esponenziale delle vendite che tra il 2014 e il 2015 è stato del 664,2% mentre del 95,8% tra il 2015 e il 2016. 200.507 sono le pillole dei cinque giorni dopo vendute in farmacia da gennaio a ottobre 2016, 13.401 nel 2014. Occorre sottolineare che la EllaOne non è propriamente un contraccettivo bensì un cripto abortivo, in quanto tende ad impedire che l’embrione già formato si impianti nell’utero, tramite l’azione di un ormone che altera le reazioni della mucosa uterina.
Pertanto, il numero complessivo degli aborti praticati in Italia è in vorticoso aumento anche se sembra calare il ricorso all’aborto chirurgico, proprio come auspicato e predetto dalla stessa legge 194 all’articolo 15 in cui il legislatore auspicava e promuoveva l’utilizzo di «tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza».
Gli ultimi dati Istat certificano l’inesorabile declino della popolazione italiana che ha sempre meno figli e quando li ha utilizza tutti i metodi che ha a disposizione per ucciderli prima che nascano. Eppure, per Sara Valmaggi, vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia per il PD, «rendere libero l’acquisto di questo metodo contraccettivo d’emergenza senza l’obbligatorietà della prescrizione è stata una scelta giusta e di civiltà». Poco importa che un siffatto modo di interpretare la realtà dei fatti sia ideologico e trovi la sua giustificazione nella massima hegeliana: «tanto peggio per i fatti se non si accordano con la teoria». (Alfredo De Matteo)
Building Global Community e il nomos dell'Anticristo (parte I)
di Amicizia San Benedetto Brixia
Building Global Community (BGC) è il proclama che Mark Zuckerberg ha pubblicato sul proprio profilo Facebook (FB) lo scorso 16 febbraio. Subito ripreso dal giornalismo, che vi ha in parte letto un manifesto politico e quasi il programma di una candidatura presidenziale prossima ventura, il testo si rivela interessante da più punti di vista.
Già nel titolo si chiariscono gli obiettivi, Zuckerberg si interroga circa le dimensioni che sarà necessario implementare sulla piattaforma social da lui inventata, al fine di poter costruire una comunità globale, laddove essa è presentata come luogo di ritrovo tra persone capace dì scavalcare le barriere delle città e delle nazioni. Zuckerberg non sostiene di voler eliminare i confini del locale, ma le proposte che formula per la propria comunità globale non potranno non avere ricadute anche significative sulla partecipazione politica a livello di cittadinanze e nazionalità. In tal senso, verrebbe da pensare, i proclama di BGC stanno a metà tra un manifesto operativo utile alla realizzazione del Nuovo Ordine Mondiale e un'utopia anarchica innocentista volta a fondere i popoli in una comunità parallela agli ordini civili e ai sistemi di governo classico.
Nell'uno e nell'altro caso l'obiettivo sarà da raggiungersi tramite lo sviluppo di infrastrutture social, settore in cui i massimi contributi dovranno essere attesi dal lavoro di Facebook. Tutta la riflessione di Zuckerberg esprime una visione pragmatista, in cui un numero limitato di successi ottenuti via FB è assunto a paradigma e profezia di un futuro social gravido di speranze e sicuramente capace di risolvere le gravi crisi del mondo contemporaneo a trecentosessanta gradi. Ma rimandiamo a fine articolo i commenti personali e veniamo a presentare i cinque orizzonti di lavoro selezionati in BGC.
Già nel titolo si chiariscono gli obiettivi, Zuckerberg si interroga circa le dimensioni che sarà necessario implementare sulla piattaforma social da lui inventata, al fine di poter costruire una comunità globale, laddove essa è presentata come luogo di ritrovo tra persone capace dì scavalcare le barriere delle città e delle nazioni. Zuckerberg non sostiene di voler eliminare i confini del locale, ma le proposte che formula per la propria comunità globale non potranno non avere ricadute anche significative sulla partecipazione politica a livello di cittadinanze e nazionalità. In tal senso, verrebbe da pensare, i proclama di BGC stanno a metà tra un manifesto operativo utile alla realizzazione del Nuovo Ordine Mondiale e un'utopia anarchica innocentista volta a fondere i popoli in una comunità parallela agli ordini civili e ai sistemi di governo classico.
Nell'uno e nell'altro caso l'obiettivo sarà da raggiungersi tramite lo sviluppo di infrastrutture social, settore in cui i massimi contributi dovranno essere attesi dal lavoro di Facebook. Tutta la riflessione di Zuckerberg esprime una visione pragmatista, in cui un numero limitato di successi ottenuti via FB è assunto a paradigma e profezia di un futuro social gravido di speranze e sicuramente capace di risolvere le gravi crisi del mondo contemporaneo a trecentosessanta gradi. Ma rimandiamo a fine articolo i commenti personali e veniamo a presentare i cinque orizzonti di lavoro selezionati in BGC.
Primo compito è lo sviluppo di una community che sia di supporto all'utenza (supportive community). Se i cittadini sentono un calo di speranza e non avvertono di essere sostenuti dai propri Paesi, FB si assumerà il carico di rafforzare il sentimento comunitario, implementando i Gruppi, particolarmente quelli più significativi (very meaningful) per la costruzione di legami umani, andando a perfezionare anche la strutturazione interna, per renderli capaci di esprimere la gerarchia di relazioni tra comunità e sotto-comunità. A detta di Zuckerberg, tali gruppi potranno rendere gli abitanti di FB non solo consumatori passivi, ma sempre più personalità attive nel condividere esperienze e opportunità. Ciò sarebbe già avvenuto in molti casi, per esempio in Gruppi di supporto tra famiglie in difficoltà. Ecco dunque, in prima battuta, come il web potrà risolvere e colmare il vuoto lasciato dalle strutture sociali fisiche (physical social infrastructure).
Secondo scopo è garantire la sicurezza (safe community). In tale campo il CEO di FB è perentorio: le nazioni non sono più abili a proteggersi e a proteggerci; si è fatto troppo poco per rispondere alla situazione. FB possiede un asso nella manica: gestisce così tante informazioni, che può plausibilmente puntare a selezionare le comunicazioni e quindi a prevenire i problemi. Ci sono già alcuni dispositivi funzionanti, che negli ultimi anni hanno reso FB uno strumento di avanguardia nella sicurezza mondiale: il Safety Check, per comunicare al mondo la propria situazione dopo calamita o disastri; canali di coordinamento degli aiuti umanitari o per il lancio di appelli per la donazione di organi e via dicendo. L'obiettivo ulteriore è l'implementazione di una Intelligenza Artificiale che riesca a monitorare gli eventi quotidiani nella Community, al fine, per esempio, di prevenire suicidi o contrastare atti di bullismo. Il tutto senza venir meno alla privacy, rafforzata negli ultimi tempi dai sistemi end-to-end che FB ha elaborato e applicato su piattaforme come WhatsApp.
Terzo tema è la gestione delle informazioni. Zuckerberg non nega che sia necessario risolvere le sfide delle informazioni selettive (filter bubbles) e false (fake news), cosa che pensa di affrontare favorendo la circolazione di molteplici punti di vista, e senza tacere peraltro quanto sia difficile distinguere una notizia falsa, un'interpretazione, una satira. D'altro canto sposta l'attenzione su fenomeni più comuni e più influenti, quelli del sensazionalismo (sensationalism) e della polarizzazione tematica (polarisation). Contro tali minacce le armi sono due: dal punto di vista tecnico si dovranno sviluppare sistemi di catalogazione semi-automatica, che permettano di individuare le notizie sensazionali, svuotandone l'effetto sul pubblico; dal punto di vista culturale bisognerà fare in modo che il maggior numero possibile di persone si connetta, si conosca e quindi interagisca responsabilmente con le notizie. Qui Zuckerberg, se ho ben interpretato, si accorge che questo progetto debilita le agenzie informative e quindi cerca di ingraziarsele con labili promesse, ma alla fine è piuttostto chiaro che il suo piano operativo poggia su due colonne informali: aumentare la diversità di idee (favorendo la divulgazione di un ampio range di prospettive) e rafforzare la comprensione reciproca (favorendo la conoscenza tra gli utenti), gli altri canali di comunicazione dovranno adattarsi a ciò.
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