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giovedì 6 aprile 2017

“Tranquillizzare le coscienze” ?

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Sotto scacco!

[A proposito dei matrimoni officiati dai sacerdoti della Fraternità San Pio X]


La recente lettera del Papa sui matrimoni della Fraternità è profondamente preoccupante. Al pari della risposta della Fraternità.
Piuttosto che citarle per esteso, passiamo subito ad analizzarle.

Primo: la lettera fa sapere in via preliminare che il Papa è motivato dal desiderio di “tranquillizzare la coscienza dei” fedeli della Fraternità San Pio X circa i loro matrimoni. E questa presunta motivazione è ripetuta alla fine della lettera:
Certa che, in questo modo, si potranno evitare gli scontri di coscienza nei fedeli che aderiscono alla FSSPX e i dubbi sulla validità del sacramento del matrimonio, facilitando il cammino verso la piena regolarizzazione istituzionale, questa Congregazione sa che può contare sulla vostra collaborazione.
La risposta della Fraternità ripete allegramente questa motivazione del Papa, due volte.

Noi di Salmo 129 non pensiamo che il Papa desideri veramente “tranquillizzare le coscienze” dei fedeli della Fraternità San Pio X riguardo ai loro matrimoni. Forse ci sbagliamo, ma riteniamo che non ci sia alcun elemento evidente che faccia pensare che ci sia o ci sia mai stata alcuna preoccupazione fra i fedeli della Fraternità sui loro matrimoni.
A noi sembra che tutti coloro che siano stati sposati in una cappella della Fraternità da un prete della Fraternità sapessero esattamente a cosa andavano incontro, canonicamente parlando.

E’ probabile che gli sfrontati capi della Fraternità abbiano detto a Francesco che i fedeli della Fraternità avessero bisogno di essere “tranquillizati”.
Ma anche qui ci sembra che non ci sia alcuna prova che i fedeli abbiano mai chiesto una cosa del genere. Piuttosto sono tali paranoiche autorità ad essere preoccupate.
Così, il “tranquillizzare le coscienze dei fedeli” si rivela essere come un nuovo argomento per i dirigenti della Fraternità; e noi crediamo che, data la sua adattabilità, esso possa essere utilizzato come asso piglia tutto, da servire come giustificazione alla dirigenza della Fraternità per poter fare quello che vuole.
In altre parole, ci sembra che si tratti di un modo intelligente per:
a) scaricare altrove la colpa se qualcosa dovesse andare storto in futuro con i Romani
e b) avanzare una pratica motivazione di principio sul perché si debba fare un accordo con Roma, visto che i capi non hanno alcun serio argomento per questo.
A tutta la Fraternità potranno dire: “ebbene, è per i laici che perseguiamo questo”, mentre al tempo stesso potranno argomentare contro tutti i precedenti argomenti contrari ad un accordo, dipingendo chi è contrario alla regolarizzazione come un “nemico dei fedeli.”

Ma oltre a questo, non ha senso dire che i “fedeli” sarebbero il motivo per cui la regolarizzazione si dovrebbe fare. Il fatto è che noi laici saremmo, per dirla senza mezzi termini, stupidi. Le nostre preoccupazioni, i nostri desideri, le nostre coscienze, sarebbero, generalmente parlando, accompagnati da miseri pensieri. Avremmo bisogno di essere catechizzati, che ci si dica cosa fare, essere istruiti su ciò che è la realtà oggettiva. In altre parole, saremmo “preoccupati” per il nostro matrimonio: mentre oggettivamente stiamo bene, e ad essere scrupolosi non abbiamo bisogno di convincerci di niente.

L’incredibile verità è che niente di ciò che si sta facendo viene fatto propriamente per i fedeli della Fraternità. Lo si fa ad uso e consumo pubblico dei non appartenenti alla Fraternità. Come abbiamo detto altre volte su Salmo 129, la Fraternità attuale è più interessata ad espedienti di marketing e a campagne di pubbliche relazioni che a dire la verità al potere.

Secondo: la lettera dice:
Nella misura del possibile, la delega dell’Ordinario per assistere al matrimonio sarà data ad un sacerdote della diocesi (o quanto meno ad un sacerdote pienamente regolare) perché egli riceva il consenso delle parti nel rito del Sacramento che, nella liturgia del Vetus Ordo, ha luogo all’inizio della Santa Messa; seguirà quindi la celebrazione della Santa Messa votiva da parte di un sacerdote della Fraternità.
Questo sembra proprio che sia stato tirato fuori dal Vaticano II. E’ una bomba ad orologeria destinata ad esplodere nei prossimi decenni. Per adesso è come se si prendessero il dito in attesa di prendersi la mano e il braccio.
Usando l’espressione “Nella misura del possibile”, ci si chiede: qual è il modo per rendere la cosa possibile? Dipenderà dal sacerdote Fraternità? Dalla coppia che intende sposarsi? E chi deciderà che il delegato sia presente? Che cosa succede se la mia coscienza è già a suo agio senza la presenza di questo delegato? Sarà la diocesi a riconoscere che sono stato sposato se io rifiuto il suo delegato? Sarà il vescovo locale a reclamare contro il mio sacerdote se egli non consente a questo delegato di officiare il mio matrimonio? Tale rifiuto infatti sarebbe sicuramente visto come un atto di vero e proprio scisma.
E se il sacerdote della Fraternità si rifiuta di lasciare entrare nella sua cappella il delegato novus ordo, Mons. Fellay lo rimuoverà dalla cappella o peggio lo espellerà del tutto? Non è improbabile.

Inoltre, tale cerimonia nuziale, che razza di ibrida cerimonia sarà, alla Frankenstein?
Sarà il prete novus ordo a fare il sermone di apertura, a sposare la coppia, per poi sganciarsi, tornare nella sua t-shirt e jeans e correre in macchina al quartier generale della diocesi?

A noi sembra che questa lettera stabilisca una Messa nuziale ecumenica con il prete novus ordo che presiede e che poi dà il via al sacerdote tradizionale. Chi ha mai sentito parlare di una cosa del genere?

E la Fraternità dice che per questo vuole trasmettere la sua “profonda gratitudine al Santo Padre per la sua sollecitudine pastorale”?
Questa lettera non è affatto una concessione. Essa mette una pressione enorme sui sacerdoti della Fraternità, individualmente, e coinvolge la diocesi direttamente nell’amministrazione dei sacramenti nelle loro cappelle.
Questo non significa essere riconosciuti “come siamo.” Piuttosto è un pieno assalto frontale al cuore del sacerdote della Fraternità, che si forma Tradizionalmente e con l’esclusione del sacerdozio novus ordo.

E ancora, può capitare il caso che il Vescovo locale dica semplicemente che vuole essere lui stesso il delegato. Immaginate i titoli dei giornali, se un sacerdote della Fraternità rifiutasse l’ingresso del vescovo locale nella sua cappella!
Come può la Fraternità rilasciare una risposta così gioiosa a tale decreto totalitario?

Ci si chiede anche se questo delegato avrà alcun controllo su come Fraternità conduce la preparazione al matrimonio. Sarà la Fraternità fedele alla preparazione approvata dal vescovo? Non c’è dubbio che nel prossimo decennio la diocesi farà pressione sui fedeli della Fraternità perché adottino i suoi corsi di preparazione al matrimonio.
E se questo delegato a sposare un fedele della Fraternità, non intendesse l’uomo come capo della famiglia? E se egli non capisse che cosa si sta officiando? Egli potrebbe anche salire sul pulpito e sbraitare sul femminismo e su come il vescovo locale crede nella parità tra gli uomini e le donne. E anche supponendo che sia un “conservatore” o perfino un “tradizionale”, questo delegato non è altro che un falso amico della Fraternità.

Lungi dal mettere in pace la coscienza di chiunque, la presenza di un prete novus ordo, dubitativamente ordinato da un vescovo novus ordo, ed educato nella religione novus ordo, finirà col rendere la coppia veramente apprensiva.
Senza contare che tale delegato potrebbe anche essere un massone con cattive intenzioni.

Il fatto che così pochi commentatori tradizionali abbiano considerato tutto questo sui loro blog è indicativo di come pochi capiscano veramente la crisi, che cosa realmente rappresentasse Mons. Lefebvre e perché ha fatto quello che ha fatto.

La lettera prevede anche il caso che non possa essere presente un delegato:
se non esiste un sacerdote della diocesi che possa ricevere il consenso delle parti, l’Ordinario può concedere direttamente le facoltà necessarie al sacerdote della Fraternità che celebrerà anche la Santa Messa, ricordandogli che ha il dovere di far pervenire al più presto alla Curia diocesana la documentazione che attesti la celebrazione del Sacramento.”
Questo significa che la coppia che avesse futuri problemi nel matrimonio dovrà rivolgersi al tribunale diocesano novus ordo? Chi è incaricato di rilasciare eventuali annullamenti? Le diocesi di questi giorni li distribuiscono come caramelle.

Forse risposte specifiche a queste domande verranno fuori nei giorni a venire, ma fin da adesso tutto questo sembra essere se non il colpo di grazia per la Fraternità, almeno la prova generale per esso.
Con questo decreto la Fraternità è stata posta sotto scacco con successo dai Romani e messa in un angolo da dove in realtà non può reagire. Tutto quello che essa può dire è “per favore” e “grazie”.
E il fatto che si consideri la cosa come magnifica dimostra quanto la dirigenza della Fraternità si sia spinta oltre. 


Articolo pubblicato dal sito Psalm 129

3 commenti:

  1. Dio il Signore Nostro Gesù Cristo benedica il Vescovo Lefebvre. Benedica i Sacedoti della Fraternità di san Pio X.Benedica i cattolici che Lo amano.Benedica la Fraternità di san Pio X. jane

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    1. Concordo con Lei cara jane!!!

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    2. Mi associo di vero cuore a queste sante parole e prego umilmente la Beata Vergine Maria di impedire che i vertici della Fraternità si sottomettano a Bergoglio, riconoscendolo vero papa e accettando tutte le bestemmie che pronuncia quotidianamente in cambio di una banalissima prelatura. Rinnegare lo spirito del Fondatore e tradire NSGC per un piatto di lenticchie ? non sia mai, non si scende a patti con i nemici di Cristo. !

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