Quel "colpo basso" a Ratzinger nell'omelia di papa Francesco
Le parole di papa Francesco all'omelia lette come un messaggio al predecessore, Joseph Ratzinger. È scontro tra Bergoglio e Benedetto XVI?
Le parole di papa Francesco all'omelia lette come un messaggio al predecessore, Joseph Ratzinger. È scontro tra Bergoglio e Benedetto XVI?
Papa Francesco contro Joseph Ratzinger? In questi giorni sta diventando sempre più forte la voce di chi vuol vedere uno scontro tra i due papi in Vaticano.
Benedetto XVI saluta Francesco durante il concistoro del 22 febbraio |
Bergoglio, attivo e impregnato. E Benedetto XVI, silente ma non silenzioso nel suo ritiro nelle sacre mura di San Pietro.
Il riferimento a Ratzinger, se esiste, è davvero velato. Bergoglio infatti non lo cita mai. Ma in molti hanno ricordato le parole di Benedetto XVI nella sua prefazione al libro del cardinale Sarah, messo al'angolo dal nuovo corso bergogliano e considerato invece dal papa emirito un ottimo elemento come prefetto per la Congregazone per il culto. Ed è vero che il Santo Padre tedesco si è ritirato in preghiera ed ha rinunciato al soglio pontificio, ma rimane comunque - come da lui stesso sottolineato - erede di Pietro. Perché ha rinunciato solo al ministero attivo del Papato, non al Papato stesso. "Non torno alla vita attiva", disse nei giorni delle sue dimissioni.
Nell'omelia il pontefice argentino ha puntato il dito contro "il pastore che non impara a congedarsi", indicando come esempio quel San Paolo che "non ha fatto del suo gregge un’appropriazione indebita" perché gli apostoli (e i papi) non devono sentirsi "il centro della storia, della storia grande o della storia piccola", ma solo "servitori". Per Socci però la cos più eloquente è la conclusione dell'omelia di Sua Santità: "Preghiamo per i pastori, per i nostri pastori, per i parroci, per i vescovi, per il Papa - ha detto Bergoglio - perché loro non si credano che sono al centro della storia e così imparino a congedarsi".
Scandalo Paglia, “l'assassino” torna sul luogo del delitto
Il vescovo torna nella diocesi di Terni, che ha mandato in bancarotta, per presentare il suo libro sull'eutanasia. Una lettrice scrive indignata: Che Chiesa è mai questa che premia con onori e riconoscimenti chi si è palesemente comportato in modo non corretto e contrario al Magistero?
Caro Direttore,
porto alla sua attenzione un evento che ci sarà nella nostra città, Terni, il giorno 31 maggio p.v., quando monsignor Vincenzo Paglia (vescovo di Terni, Narni e Amelia dall’aprile 2000 al febbraio 2013, ndr) presenterà presso il Museo Diocesano il suo nuovo libro "Sorella morte".
Bisogna dire che la sfacciataggine di monsignor Paglia non ha limiti.
Non gli è stato sufficiente portare la nostra città sulle prime pagine dei giornali per il clamoroso crac della Curia a seguito di spregiudicate manovre economiche. Non gli è bastato che la nostra città diventasse "famosa" per ospitare nella Cattedrale un osceno e sgradevole dipinto da lui commissionato e personalmente condiviso. Non gli è bastato nemmeno aver lasciato la nostra città già laica di suo, in un totale vuoto spirituale, dal quale solo un intervento divino potrà risollevarci.
Ora viene pure a presentare un libro a mio avviso "inutile". La Chiesa infatti, cosa ha da dire sull'eutanasia se non che è sbagliata? Che non si deve perseguire, che non si deve fare? Abbiamo già fulgide persone come Madre Teresa che accompagnava i moribondi verso il passaggio dalla vita alla morte; abbiamo l'esempio di San Giovanni Paolo II, di una vita e una morte completamente vissute in santità e nel rispetto della volontà di Dio; abbiamo l'esempio delle morti serene di San Giovanni XXIII e del Beato Paolo VI, e di tante persone a noi vicine, senza dover guardare tanto lontano.
Dunque, cosa mai avrà da aggiungere a tutto ciò un personaggio così discusso come monsignor Paglia? Il bello è che verrà accolto con gli onori di casa dall'attuale vescovo, monsignor Giuseppe Piemontese. Che Chiesa è mai questa che premia con onori e riconoscimenti chi non si comporta secondo i minimi criteri di correttezza, onestà oltreché secondo l'irrinunciabile insegnamento evangelico, nostro fondamento?
Cordiali saluti
L. S.
Gentile L.S.,
la ringrazio della segnalazione di questo ennesimo scandalo che riguarda i rapporti tra la Diocesi di Terni e monsignor Vincenzo Paglia, di cui ci siamo già occupati in passato (ad esempio qui e qui). In effetti, quello che riguarda monsignor Paglia è un vero e proprio mistero. Di vescovi coinvolti in dissesti finanziari delle diocesi ce ne sono stati, anche in Italia, ma sono stati tutti rimossi, e sono scomparsi dalla scena pubblica.
Monsignor Paglia invece, che ha lasciato dietro di sé una voragine al cui confronto il dissesto di altre diocesi sono spiccioli, non solo non è stato mandato in qualche lontano monastero a pregare e meditare, ma passa addirittura di promozione in promozione. E ora, sfacciatamente e impunemente, torna a Terni accolto con tutti gli onori mentre ci sono parroci che non sanno più come tirare avanti le loro parrocchie. La bancarotta, dal punto di vista giudiziario, è stata evitata grazie ad abbondanti favori da parte del Vaticano e della Cei (parliamo di prestiti immediati per 25 milioni di euro), ma alla Chiesa ternana serviranno decenni per ripagare il debito. Nel frattempo al Pontificio Consiglio per la Famiglia ha tentato di ripetere le stesse operazioni economiche fatte a Terni. Eppure nessuna conseguenza.
Monsignor Paglia invece, che ha lasciato dietro di sé una voragine al cui confronto il dissesto di altre diocesi sono spiccioli, non solo non è stato mandato in qualche lontano monastero a pregare e meditare, ma passa addirittura di promozione in promozione. E ora, sfacciatamente e impunemente, torna a Terni accolto con tutti gli onori mentre ci sono parroci che non sanno più come tirare avanti le loro parrocchie. La bancarotta, dal punto di vista giudiziario, è stata evitata grazie ad abbondanti favori da parte del Vaticano e della Cei (parliamo di prestiti immediati per 25 milioni di euro), ma alla Chiesa ternana serviranno decenni per ripagare il debito. Nel frattempo al Pontificio Consiglio per la Famiglia ha tentato di ripetere le stesse operazioni economiche fatte a Terni. Eppure nessuna conseguenza.
Ma come lei giustamente sottolinea i disastri provocati da monsignor Paglia non riguardano soltanto i dati economici: dell’affresco con cui ha voluto sfregiare il Duomo di Terni abbiamo già parlato (vedi qui), e della terribile situazione in cui ha lasciato la diocesi dal punto di vista pastorale e spirituale lo possono testimoniare preti e laici della diocesi. A questo si devono aggiungere le zone grigie in merito alla sua sponsorizzazione del centro di ricerca sulle cellule staminali del professori Vescovi, fondato presso l’Ospedale di Terni: zone grigie sia dal punto di vista economico che dal punto di vista etico. Malgrado ciò, dal Pontificio Consiglio per la Famiglia è stato promosso alla guida della Pontificia Accademia per la Vita e dell’Istituto Giovanni Paolo II per gli studi su matrimonio e famiglia, dove sta lavorando alacremente per cancellare tutto quanto voluto da Giovanni Paolo II (clicca qui).
Sarebbe interessante se chi di dovere in Vaticano spiegasse il senso di questo mistero, e come questo si concilia con tutti i discorsi di riforma e trasparenza
(Riccardo Cascioli).
ANDREA
GRILLO, LITURGISTA : “SARAH ha mostrato, da anni, una sostanziale inadeguatezza
e incompetenza in ambito liturgico. Le sue teorie strampalate e le sue rigidità
impediscono all’ufficio della Congregazione di svolgere il suo lavoro
ordinario”. ED ANCORA SU PAPA BENEDETTO XVI «la interferenza che un intervento
di questo tipo esercita sul libero esercizio della autorità del successore
costituisce una interferenza grave e una alterazione degli equilibri
ecclesiali. La scelta di discrezione e di umiltà, del tutto necessaria a chi
esercita una “rinuncia all’esercizio del ministero” sembra in tal modo
profondamente incrinata».
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Considerazione personale
vorrei riportare le parole del Santo Padre
Benedetto XVI del Suo ultimo giorno di Luminosissimo Pontificato dalla
loggia di Castel gandolfo :
“Voi sapete che questo giorno mio è diverso
da quelli precedenti: non sono più Pontefice Sommo della Chiesa
cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. Sono
semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo
pellegrinaggio su questa terra. Ma vorrei ancora…, Ma vorrei ancora – ha
ripreso dopo essere stato interrotto dagli applausi – con il mio cuore,
con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con
tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene
della Chiesa e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra
simpatia. Andiamo avanti con il Signore per il bene della Chiesa e del
mondo. Grazie, vi impartisco adesso con tutto il cuore la mia
benedizione. Sia benedetto Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito
Santo. Grazie, buona notte. Grazie a voi tutti”.
Ecco….E’ Papa e lo restera’ per sempre !
Quanto all'omelia papale (parlare a nuora perché suocera intenda?):
RispondiEliminavogliamo parlare di chi davvero si crede al centro della storia?
E sulle conseguenze delle 'gesta' di mons. Paglia:
davvero il laido dipinto - da lui commissionato e pagato a peso d'oro - è ancora esposto agli sguardi dei devoti che visitano la cattedrale e non è ancora stato fatto ricoprire da tre spesse mani di biancone?