Summorum Pontificum compie 10 anni chi crede s’armi e combatta
Chi può non manchi: 14-17 Settembre a Roma per il Pellegrinaggio, al termine dell’articolo, il link al programma.
Chi ha seguito le vicende oramai storiche della così detta “Messa antica”, conosce perfettamente il travaglio che Essa ha subito. Qui vogliamo rivolgerci soprattutto al cuore dei nostri Lettori, a quanti sono a digiuno sui fatti, a quanti ben conoscono gli eventi che si sono succeduti anche per fare un bilancio che, è bene evidenziarlo, è tutto in positivo a cominciare proprio dal sacrificio e dalle persecuzioni contro chi ha lottato (e lotta) per il funzionamento di questo Rito “di sempre”, come ci piace giustamente chiamarlo.
In questo link, nel paragrafo “L’apostasia prese il sopravvento“, troverete la descrizione drammatica del gesuita Padre Malachi Martin, di cosa accadde da una domenica all’altra: «Quando la violenza dei venti fu passata e spuntò il nuovo giorno, la gente si guardò in giro e scoprì all’improvviso che il latino universale della messa non c’era più. Ma non era tutto: anche la messa non c’era più. Al suo posto c’era un nuovo rito che assomigliava all’antica messa come una capanna assomiglia a una dimora palladiana… (..) In molte chiese, membri della congregazione furono espulsi immediatamente per “disturbo alla celebrazione” perché avevano osato genuflettersi o, peggio, inginocchiarsi, per prendere la santa comunione. Per espellere coloro che non volevano allontanarsi fu chiamata la polizia.»
Ora qui desideriamo portare alla vostra conoscenza il “Diario”, potremo chiamarlo così, dello scrittore Tito Casini “La tunica stracciata”, clicca qui, il quale per altro, dopo aver descritto anch’egli il dramma di quella devastazione liturgica, fece anche questa profezia: «Risorgerà, vi dicevo… [la Santa Messa Tridentina] risorgerà, come rispondo ai tanti che vengono da me a sfogarsi (e lo fanno, a volte, piangendo), e a chi mi chiede com’è che io ne sono certo, rispondo (da «poeta», se volete) conducendolo sulla mia terrazza e indicandogli il sole… Sarà magari sera avanzata e là nella chiesa di San Domenico i frati, a Vespro, canteranno: Iam sol recedit igneus; ma tra qualche ora gli stessi domenicani miei amici canteranno, a Prima: Iam lucis orto sidere e così sarà tutti i giorni.
Il sole, voglio dire, risorgerà, tornerà, dopo la notte, a brillare, a rallegrar dal cielo la terra, perché… perché è il sole e Dio ha disposto che così fosse a nostra vita e conforto. Così, aggiungevo, è e sarà della Messa – la Messa «nostra», cattolica, di sempre e di tutti: il nostro sole spirituale, così bello e santo e santificante – contro l’illusione dei pipistrelli, stanati dalla Riforma, che la loro ora, l’ora delle tenebre, non debba finire; e ricordo: su questa mia ampia terrazza eravamo in molti, l’altr’anno, a guardar l’eclisse totale del sole; ricordo, e quasi mi par di risentire, il senso di freddo, di tristezza e quasi di sgomento, a vedere, a sentir l’aria incaliginarsi e addiacciarsi via via, ricordo il silenzio che si fece sulla città, mentre le rondini, mentre gli uccelli scomparivano, impauriti, e ricomparivano svolazzando nel cielo i ripugnanti chirotteri.»
Pochi, per la verità, seppero associare, agli eventi ecclesiali come anche il concilio, quella eclissi solare del 15 febbraio 1961 che fu un evento astronomico unico, avvenuto il suddetto giorno e di tipo “totale”, visibile nel suolo italiano del XX secolo mentre, nel 1965 proprio il 30 maggio, l’eclissi di sole fu alle 22,00 ora italiana e dunque pieno giorno nell’altro emisfero terrestre. Per molti potrebbe apparire come una coincidenza lontana a quel drammatico 1965, ma non per Tito Casini il quale ne seppe trarre una magnifica e toccante profezia che, di fatto, si è poi avverata il 7 luglio 2007 con il coraggioso Motu Proprio di Benedetto XVI Summorum Pontificum.
Non staremo qui ad analizzare le colpe o le responsabilità di tanto scempio, tanto si è scritto e tanto si è parlato, quanto hai fatti li abbiamo sotto gli occhi: le chiese cattoliche sono state trasformate in “aule dell’incontro; delle assemblee…”, sono state trasformate in tutto fuorché nel luogo principale di Culto, di quel Culto Cattolico che aveva messo al centro degli Altari, da ben duemila anni, il Tabernacolo con il Dio Vivente, vivo e vero, Presenza reale; che aveva messo al centro il Crocefisso, il primo oggetto sacro ad essere stato spazzato via dagli altari. Inutile poi lamentarsi del perché lentamente gli uomini, i nemici della Chiesa, i nemici di Cristo, poterono così arrogarsi il presunto diritto di eliminare i Crocifissi dai muri delle scuole, dagli ospedali, dagli uffici, da ogni ambito civile. Ed è curioso il fatto che oggi, il primo sacerdote ad aver sfrattato il Crocefisso dalle aule cattoliche di studio, clicca qui, venga omaggiato e canonizzato equipollente, dall’attuale pontefice.
Tutto fu spazzato via in pochi giorni, tutto fu fatto con disumana prepotenza e violenza, uno tsunami di arroganza e di cattiveria inaudita che mai la Chiesa aveva registrato in tutta la sua gloriosa e tormentata storia. Quello che non riuscì a fare Napoleone con la soppressione degli Ordini religiosi, la persecuzione al Clero e la spoliazione delle Chiese; quello che non riuscì a fare la Rivoluzione Francese prima e il Risorgimento Italiano poi contro la Chiesa, lo seppe fare l’apostasia interna alla Chiesa, in pochissimi anni, da coloro che avrebbero dovuto essere “gli Amici” del Cristo Vivo e vero nell’Eucaristia, gli Amici di quel Crocefisso ora venduto, svenduto per l’ennesima volta, per trenta denari.
Noi che vi scriviamo da qui siamo figli di questo tempo e siamo cresciuti senza conoscere, all’inizio, tutte queste storie. Siamo cresciuti nell’inganno che la Chiesa “era nata di nuovo dal concilio”, nessuno ci insegnava cosa accadde prima se non per denunciare una “Chiesa matrigna, cattiva, peccatrice” della quale bisognava vergognarsi, clicca qui per capire, e per la quale bisognava ora ringraziare il concilio perché aveva “rimesso le cose a posto”. Finalmente si era tornati agli arbori del primo cristianesimo! Finalmente si era tornati in quella primordiale unità che il Sacro Romano Impero, con una Chiesa “prepotente e arrogante” aveva contribuito a dissipare… Non è stato facile per noi capire l’inganno, e possiamo comprendere se ancora oggi, molti sinceri cattolici, fanno fatica a capire che cosa è accaduto, tutta la drammaticità di eventi di cui oggi ne stiamo pagando le conseguenze con una gravissima apostasia arrivata fino ai vertici della Chiesa, come non era mai accaduto in passato.
Come una eclissi non avviene all’improvviso, ma c’è tutta una preparazione naturale che non vediamo, così avvenne per la rimozione della Messa di sempre. Essa non accadde all’improvviso, San Pio X ci aveva messi in guardia con la condanna del Modernismo, ma queste cose noi le abbiamo scoperte “dopo”! Il dibattito sulla Riforma liturgica durante il concilio fu molto acceso e combattuto, ma anche difesa dai Padri i quali infatti, nel Documento sulla Sacrosanctum concilium, non era previsto affatto quella devastazione barbarica che ne conseguì, ma certe porte erano state aperte, molte finestre spalancate dalle quali poté entrare quel famoso “fumo di Satana…”
Scrive Benedetto XVI nel Summorum Pontificum: “Perciò è lecito celebrare il Sacrificio della Messa secondo l’edizione tipica del Messale Romano promulgato dal Beato Giovanni XXIII nel 1962 e mai abrogato, come forma straordinaria della Liturgia della Chiesa….”
Per quanto ringraziamo Benedetto XVI per questo coraggioso Motu Proprio, non possiamo però non chiederci: se quella Messa, quel Messale non fu “mai abrogato” ed è perciò “lecito farne uso”, perché lo si è “rinchiuso” in una forma detta “straordinaria” che di fatto ne impedisce la libera applicazione? L’unica risposta è che purtroppo si è data una libertà sotto condizione…. un compromesso che a noi piace vedere, anche per eliminare ogni polemica sterile, come una prova provvidenziale, un meritarsi questa Messa “di sempre” attraverso un’agognata sequela in questi “piccoli gruppi stabili” spesso perseguitati, trattati malissimo, confinati ai limiti delle diocesi. Del resto Gesù lo dice chiaramente: sarà premiato chi avrà perseverato, in Lui! (cfr.Mc.13,13), toccherà a noi fare in modo che ciò che è stato definito “straordinario” lo ridiventi per davvero, tornando ad essere la Liturgia della Chiesa Cattolica che tutti i Santi che ci hanno preceduto, con i Padri della Chiesa, hanno vissuto, santificandosi, tramandandola a noi oggi. Anche se dai vertici, oggi, si è arrivati a dire che questa Forma è una “eccezione” non dategli retta, leggete qui, “straordinario” non vuole dire “eccezione”, e chi lo interpreta così o è ignorante o è in mala fede.
Infatti, l’Art.2 del Summorum Pontificum lo dice chiaramente: “Per tale celebrazione secondo l’uno o l’altro Messale il sacerdote non ha bisogno di alcun permesso, né della Sede Apostolica, né del suo Ordinario…“, l’Ordinario è il Vescovo del luogo, della diocesi, e non sono pochi fra loro che – in barba a questo articolo – non solo pretendono di dare il loro consenso, ma spesso lo negano. E laddove non lo negassero, i sacerdoti che si azzardassero a celebrare in rito antico, vengono emarginati, spesso viene tolta loro la parrocchia ed esiliati ad altre mansioni per essere privati del gregge. Dal 2007 sono stati pochissimi i Vescovi che hanno appoggiato e sostenuto questo atto “lecito e mai abrogato”, ma quali frutti hanno raccolto? Che laddove i Vescovi si sono opposti al Summorum Pontificum hanno visto letteralmente sgretolarsi i propri seminari, li hanno visti svuotarsi mentre, e sono dati consultabili da chiunque, si sono arricchiti e riempiti quei luoghi che non hanno opposto resistenza, ed anzi, contribuendo alla sua maggior diffusione hanno potuto vedere i frutti. Naturalmente anche quei Vescovi e Cardinali favorevoli al Motu Proprio di Benedetto XVI, sono stati a loro volta perseguitati e messi ai margini dalla gerarchia della Chiesa.
Dunque, a che punto siamo dopo dieci anni? Diremo a buon punto! Non si tratta di umano ottimismo, ma di celeste realismo. Certo, i problemi restano e sono tanti, a cominciare dalla persecuzione ancora in atto e costante contro chiunque porta avanti l’insegnamento e la conoscenza di questo Sacro Rito del Sacrificio della Messa di sempre. Un esempio per tutti è il caso del commissariamento dei Frati Francescani dell’Immacolata e del ramo femminile delle Suore. Uno smembramento senza precedenti nella storia della Chiesa dal momento che, ancora oggi, non si conoscono le motivazioni se non che, e questo è ciò che emerge, si tratta proprio di un commissariamento atto a vietare l’espansione dell’uso del Rito antico con tutto l’insegnamento dottrinale che ne consegue: vedi qui, e qui.
Tuttavia la stessa realtà di questa croce abbracciata da Padre Stefano Maria Manelli, e da tutti quei Sacerdoti perseguitati per la stessa causa, emarginati, messi in qualche modo in esilio, ha prodotto e sta producendo frutti in abbondanza. Vale il detto che fa molto più chiasso una foresta che cade, confronto al silenzioso crescere fiorente del suo sottobosco, che pochi notano. E’ il “piccolo gregge” che non demorde, che non si lascia impressionare o bloccare dalle sterili polemiche. In tutto il mondo crescono questi “piccoli gruppi” alla ricerca del sacro, del bello, del vero…. e in tutto il mondo aumentano Sacerdoti attirati dalla Verità. Potremo dire con Tito Casini che questa eclissi non si è ancora del tutto diradata, e che gli effetti sono ancora in atto, ma l’eclissi ha cominciato la sua fine da quel 7 luglio 2007 e questo, semplicemente, perché nessuno può oscurare per lungo tempo il Sole di giustizia, il Sole vivo e vero nell’Eucaristia.
Sta a noi trarre le conseguenze di quanto è accaduto e porvi rimedio, per quanto ciò possa dipendere da noi. E che cosa dipende da noi? La Fede in Gesù Eucaristia con tutta la testimonianza che siamo chiamati a dare nella nostra vita privata e pubblica, trattare il Signore da Signore in privato e soprattutto in pubblico, imparare nuovamente ad inginocchiarci davanti a Lui Presente nell’Eucaristia, riceverLo come si deve e non solo in stato di grazia, confessati e senza peccati gravi, ma anche esteriormente con un atteggiamento che decreta, in fin dei conti, la nostra identità di Cattolici che credono nella Divina Presenza di Gesù nell’Ostia-Santa: riceverLo in ginocchio e alla bocca!
Non a caso, Benedetto XVI nell’accompagnare il Summorum Pontificum, iniziò a rimettere un certo “ordine sacro” anche all’interno della Messa pontificia riportando, in occasione della Solennità del Corpus Domini 2008, l’Eucaristia a dei bambini ripristinando pubblicamente l’inginocchiatoio che era da anni scomparso. Accompagnò il Motu Proprio con l’esempio attraverso gesti significativi quali il ritorno del Crocefisso sull’Altare e celebrando, laddove poteva, “Versus Deum” invitando così i fedeli a riguardare il Cristo durante la Messa e non il celebrante. Per non dimenticare come nella Sacramentum Caritatis difende il canto gregoriano nella liturgia, il ritorno del Tabernacolo al centro delle Chiese, e l’inginocchiatoio….
Naturalmente c’è stato un vero ammutinamento da parte dei Vescovi e di molto Clero davanti a questi insegnamenti concreti, ma noi vogliamo guardare oggi a quanti, seppur pochi al confronto, hanno invece accolto questi inviti e li hanno fatti propri perché, contrariamente alla eco devastante favorevole alle masse di pecore, avviate a pascoli generici, verso supermercati della fede che spacciano alimenti scadenti, a noi interessano i piccoli numeri, il piccolo gregge, e preferiamo gli alimentari della fede che offrono prodotti di garanzia, alle catene di prodotti generici…. Prodotti magari più costosi e che costano in sacrifici e penitenze, ma dagli effetti benefici ed eterni.
Affidando questo Anniversario al Cuore Immacolato di Maria, Donna Eucaristica, in questo Centenario del 13 maggio 2017, vogliamo concludere con le parole di Tito Casini il quale, profetizzando anche sulla sciagurata legge sul divorzio e sull’aborto, ebbe così ad incoraggiare: “è in questa scoperta, dichiarata intenzione di nuovi assalti, contro questa minaccia di temibili nuovi travolgimenti per la Chiesa, che il monito di Gesù torna come non mai imperioso per chi vuol esser dei suoi: Qui non habet emat gladium: chi crede s’armi e combatta.“(1) Tenendo sempre bene a mente la scena della “tempesta sedata”, ricordate? (Mt.8,23-27), Gesù ha sotto controllo tutto, ogni cosa, non abbiamo timore e fidiamoci di Lui. San Paolo ci ha ben descritte le armi imbattibili, e la Beata Vergine, Madre di Dio, ci ha dato il Rosario.
Laudetur Jesus Christus
NOTE
1- Riferimento al brano di Lc.22,36-37 Gesù non voleva che si facessero opposizioni per difenderlo da quella morte di Croce che era venuto ad abbracciare, di sua spontanea volontà, e che era il Progetto del Padre, ma in quanto Maestro insegnò ai suoi che, nei casi estremi e a costo della propria vita, vi fosse anche la necessità lecita e doverosa dei suoi Discepoli, per una difesa (mai attaccando, ma solo per difendersi) della Fede e della dottrina, ma i Discepoli in quel momento non compreso. (cfr. Ricciotti e Don Dolindo)
AVVISO: Vi lasciamo due video: il primo raccoglie molte immagini di questi dieci anni di Summorum Pontificum, che sono più eloquenti di tante parole. Ringraziando Vescovi, Sacerdoti, Religiosi, Suore e Laici impegnati, a costo di sacrifici, per offrire a tutti noi la Liturgia con tutto il senso autentico del Sacro e della Divina Presenza reale. Il secondo è un invito a partecipare al Pellegrinaggio di settembre e ad andare a vedere di persona di che cosa stiamo parlando e di che cosa abbiamo aprlato. In questo link il Programma ufficiale per il Pellegrinaggio 14-17 settembre 2017 a Roma, chi può non manchi!
e un terzo video per simpatia…..
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