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Bilocazioni di Don Bosco
(Dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli)
La bilocazione è il fenomeno preternaturale, per cui una persona mentre sta in un dato luogo, contemporaneamente si trova altrove. A pochi Santi è avvenuto ciò, ad esempio, a Sant'Antonio di Padova; è avvenuto anche a Don Bosco. Ai primi di Luglio del 1862, Don Bosco aveva detto: - In questo mese uno dei giovani dell'Oratorio partirà per l'eternità. Dopo un po' di giorni si ammalò il giovane Casalegno di Chieri e lasciò l'Oratorio di Torino per recarsi in famiglia. Il male si aggravò e l'infermo prima di morire desiderava vedere Don Bosco ed essere assistito da lui. Il nostro Santo era nei pressi di Lanzo Torinese, ivi andato per gli Esercizi Spirituali. Da quel ritiro non fu visto uscire; era controllata la sua presenza dagli esercitandi; eppure contemporaneamente fu a Chieri a fianco del moribondo e non lo lasciò finché non fu spirato. Comunicò il fatto agli esercitandi lo stesso giorno e scrisse subito una lettera ai Superiori dell'Oratorio, affinché si facessero i dovuti suffragi.
VISITE DA LONTANO
[...]
Durante i calori estivi, alcuni giovani di Don Bosco andavano nascostamente a bagnarsi nel fiume Dora. Il Santo lo proibì rigorosamente. I malintenzionati approfittavano della sua assenza da Torino, per uscire di sotterfugio dall'Oratorio ed andare a bagnarsi. Don Bosco sapeva ciò ed una volta, trovandosi lontano, scrisse una lettera ai suoi giovani dell'Oratorio. « Sono assente, ma sono tra voi. Sono già venuto più volte a visitare l'Oratorio ed ho trovato un poco di bene ed un poco di male. «In una mia visita mi sdegnai non poco, perchè vidi alcuni che durante le sacre funzioni uscirono dalla Chiesa per andare a nuotare. Poveri giovani! Quanto poco pensano all'anima loro! «Vi dico cose che non dovrei dirvi, ma credo bene tuttavia di dirvele, affinchè nessuno si creda di poterla fare franca, quando io sono lontano dall'Oratorio, perchè egli s'inganna se credesse di non essere veduto. Badate però di non astenervi dal male soltanto per paura di essere veduti e scoperti da Don Bosco, ma bensì perchè siete veduti da quel Dio, che nel giorno del giudizio vi domanderà rigorosissimo conto ».
NEL FIUME
Il Santo fu interrogato come facesse a vedere da lontano ciò che avveniva tra i suoi giovani; egli rispose, scherzando: - Ho il filo telegrafico. Un certo Oreglia volle sapere se per mezzo di questo filo avesse potuto non solo vedere, ma anche fare qualche cosa. Don Bosco rispose: - Posso anche agire. Era il Santo partito da Torino e stava ancora in viaggio. Due giovani, approfittando di ciò, andarono a bagnarsi nel fiume. Mentre stavano nell'acqua, Don Bosco non si accontentò di avvicinarli, ma diede delle forti palmate sulle loro schiene. Le botte si ripetevano; i giovani si accorsero che venivano da mano invisibile ed uscirono dall'acqua spaventati. Don Bosco scrisse al Teologo Borel: Domenica i due giovani Costa e Beretta entrarono in Chiesa per la porta maggiore e poi uscirono per quella della sacrestia; andarono a bagnarsi nel Dora e, mentre erano nell'acqua, ricevettero delle palmate, tutt'altro che leggere. Il Borel, ricevuto il biglietto, interrogò i due giovani e le loro risposte furono conformi alla dichiarazione di Don Bosco.
GUARIGIONE DI UN BAMBINO
Il 14 Ottobre del 1878 Don Bosco era a Torino. Intanto in Francia, a Saint Rambert d'Albon, la signora Adele Clement era in afflizione, perché il suo bambino, affidato ad una balia, stava assai male. Pregava ed il bimbo non guariva. Suo marito, negoziante di olio, che faceva ritorno a casa sopra un carro, vide un Prete sulla via. Sembrandogli stanco, lo invitò a salire sul carro e poi gli offrì un pranzo in famiglia. La signora Adele, credendo che fosse un Prete capace di confortarla, gli disse che aveva il figlioletto cieco, sordo e muto, per un improvviso malore. Assicurò che aveva pregato, ma la grazia non veniva. Il Sacerdote rispose: - Pregate e sarete esaudita. La signora chiese: Qual'è il vostro riverito nome? - Da qui ad alcuni anni il mio nome sarà stampato sui libri e quei libri vi capiteranno tra mano. Allora saprete chi sono io. Il marito durante il pranzo gli versava da bere. C'era sulla tavola un boccale per l'acqua, bianco e cerchiato d'argento. Il Prete disse: - Conservate questo boccale per mio ricordo. Verso la fine del pranzo il Prete disse: - Una voce mi chiama e bisogna che io parta. E partì. La signora ed il marito pensarono di andargli dietro, ma non lo videro più. Quando poi si recarono dalla balia per vedere il bambino ammalato furono pieni di stupore a sentire che ivi era stato un Prete sconosciuto, che aveva toccato il bambino e questi era guarito all'istante. Facendo i calcoli del tempo, riscontrarono che il Prete era andato appena uscito dalla loro casa. E’ da notare che il villaggio della balia era distante tre chilometri. Quei buoni genitori almanaccavano da sette anni per indovinare chi fosse quel Prete misterioso. Quando fu loro presentato un libro che parlava di Don Bosco e ne portava il ritratto: Ecco, esclamarono tutti e due i coniugi, ecco il Prete che ha guarito nostro figlio!
VIAGGI MISTERIOSI
Tanti altri casi di bilocazione potrebbero riportarsi. Ad esempio, le visite che faceva, stando a Torino nella sua camera, a tante regioni lontane, specialmente d'America. Iddio gli permetteva di vedere quei luoghi, ove dimoravano i selvaggi, affinchè s'interessasse di mandarvi i Missionari. Erano tanto frequenti questi viaggi misteriosi, per cui Don Bosco conosceva bene persone, usi e costumi di quelle regioni e parlava con competenza eccezionale del clima, dei terreni e dei prodotti, come se fosse del luogo. Ed una volta che tenne una conferenza a Parigi a degli accademici ed intellettuali, esponendo in tutti i particolari una regione inesplorata dell'America, la Patagonia, un tale gli chiese:
- Da dove avete attinto voi tante notizie?
- Eh,... son cose che so!...
Fu tale la meraviglia delle cose udite nella conferenza, che gli accademici francesi gli ottennero dal Governo una grande onorificenza con medaglia d'oro.
(Brano tratto da “Un prete straordinario”, di Don Giuseppe Tomaselli)
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Rubate reliquie di Don Bosco Un furto o un avviso al Papa?
Trafugata nell'Astigiano l'urna col cervello del Santo Fra le ipotesi anche una protesta al devoto Bergoglio
Trafugata nell'Astigiano l'urna col cervello del Santo Fra le ipotesi anche una protesta al devoto Bergoglio
È mistero intorno al singolare furto dell'urna con il cervello di San Giovanni Bosco dalla Basilica di Colle Don Bosco, nel comune di Castelnuovo di Asti, paese natale del Santo.
La reliquia si trovava dietro l'altare maggiore, nella parte inferiore della basilica, e gli ultimi ad aver visto al suo posto l'ampolla contenente la reliquia sono un gruppo di pellegrini provenienti della Lombardia, che hanno visitato la Basilica intorno alle 19. Molto probabilmente i ladri si sono introdotti nella chiesa poco prima della chiusura, visto che i salesiani si sono accorti del furto proprio nel momento in cui stavano serrando le porte. Davanti alla teca è stato messo un cartello con la scritta: «Vetrina in allestimento». Sul furto indagano i carabinieri, mentre si continua a perlustrare il territorio alla ricerca di possibili indizi.
Le indagini non tralasciano alcuna pista e gli inquirenti lavorano nel riserbo più stretto, come ha precisato Don Ezio Orsini, rettore della Basilica di Castelnuovo: «Non verranno fornite ulteriori indicazioni al fine di non ostacolare l'inchiesta in corso». E poi ha aggiunto: «Siamo molto addolorati ma anche sicuri che si possa trafugare una sua reliquia ma non si possa rubare don Bosco a noi e ai tanti pellegrini che ogni giorno visitano questi luoghi».
Del furto ha parlato anche l'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, che ha detto con fermezza: «Invito chi ha sottratto la reliquia a restituirla subito, senza condizioni: perché si possa chiudere questa pagina dolorosa e continuare degnamente a poter onorare la memoria di don Bosco nel suo luogo natale. Questa è proprio una di quelle notizie che non si vorrebbero mai sentire».
Dom, 04/06/2017 -
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