ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 29 giugno 2017

“Usque ad effusionem pecuniae” ?

La misteriosa ricomparsa del cardinale del Mali. Con tanto di birra

Dicevano (maligni?) che era ammalato, e invece eccolo il nuovo cardinal Jean Zerbo

Alla fine c’era pure il maliano arcivescovo di Bamako, Jean Zerbo. L’avevano dato per disperso e fino a quarantott’ore fa manco si sapeva se sarebbe venuto a Roma per ricevere il biretum rubrum, cioè la porpora cardinalizia. Avevano detto che si era preso la malaria, poveretto. E a quell’età (73 anni) non si può mai sapere…
Oddio: in realtà a dire che era malatissimo erano stati i suoi confratelli, cioè i vescovi della Conferenza episcopale del Mali. Malato, allettato e impossibilitato a prendere un aereo. Tutte balle, perché qualche ora dopo il ferale annuncio, ecco spuntare Zerbo a Roma, a due passi dal Vaticano, comodamente seduto in poltrona e con una bella birrozza gelata audacemente posata sul tavolino. Che è successo? Nessuno lo sa e le mezze frasi su “banali errori di comunicazione” sanno tanto di scuse. Il fatto è che in due mesi sul povero mons. Zerbo, uomo impegnato nel processo di pacificazione in Mali, se ne sono dette di tutti i colori. La più pesante è quella messa per iscritto dal Monde, e cioè che il neocardinale in Svizzera aveva conti protetti per una cifra di circa 12 milioni di dollari. Scandalo, indignazione. Qualche lingua velenosa e pettegola sottana già parlava d’un Papa furioso decisissimo a cancellare il nome di Zerbo dall’elenco dei novelli porporati (e Zerbo non era un di più, ma era il primo della lista). Altre balle. Francesco sorrideva mentre metteva al dito del cardinale l’anello. Ricordando a lui, come a tutti gli altri quattro, che la loro missione era “usque ad effusionem sanguinis”. Naturalmente cum Petro et sub Petro.

Papa Francesco nomina cardinale il monsignore Zerbo col conto in Svizzera

Vaticano, Bergoglio nomina 5 nuovi cardinali: c'è anche Zerbo, il monsignore col conto in Svizzera


Papa Francesco nomina cardinale il monsignore Zerbo col conto in Svizzera

Papa Francesco nomina 5 cardinali: c'è anche monsignor Zerbo

Al termine del Concistoro celebrato in San Pietro, Papa Francesco ha accompagnato i cinque nuovi porporati dal Papa Emerito Benedetto XVI al Monastero Mater Ecclesiae. Un gesto di grande considerazione che Francesco ha compiuto anche nel precedente Concistoro, lo scorso 19 novembre, mentre nei suoi primi due (nel 2014 e 2015) ha ricevuto e abbracciato Ratzinger in San Pietro. Si e' concluso cosi' il quarto Concistoro di Papa Francesco, che inevitabilmente restera' legato al "giallo" dell'annunciato forfait del neo cardinale Jean Zerbo, l'arcivescovo del Mali designato tra le cinque berrette rosse, che oggi si e' regolarmente presentato (pur rinunciando a leggere l'indirizzo dio saluto al Papa (forse perche' troppo emozionato).

Lo scandalo dei 12 milioni versati sul conto in Svizzera da Zerbo

Alla vigilia del Concistoro, travolto dallo scandalo dei 12 milioni da lui versati su una banca francese, Zerbo pero' aveva fatto comunicare dalla sua diocesi che non avrebbe partecipato al rito "per ragioni di salute". Papa Bergoglio deve averlo convinto che sarebbe stato un grave errore non esserci. Probabilmente le spiegazioni che sono state date per quella insolita transazione sono state giudicate soddisfacenti, anche perche' e' evidente che se affidati a istituti bancari locali i fondi della Chiesa Cattolica non sarebbero stati al sicuro.

Il Vaticano: "Zerbo ha chiarito"

Poi al momento della consegna delle berrette, il Papa e' stato ugualmente affettuoso e gentile con tutti i 5 prescelti. Cosi' come all'omelia ricordando che "Gesu' non vi chiama a essere principi della Chiesa ma servitori", li ha esortati tutti quanti all'umilta' e al servizio per il bene della Chiesa senza lasciarsi distrarre da "interessi - ha sottolineato - non coerenti con la direzione di Gesu'". La Chiesa Cattolica ha dunque cinque nuovi cardinali: Gregorio Rosa Chavez, vescovo ausiliare di San Salvador, amico d'infanzia e uno dei piu' stretti collaboratori di Oscar Arnulfo Romero, Jean Zerbo, arcivescovo di Bamako, Louis-Marie Ling Mangkhanekhoun, amministratore apostolico "Sede Vacante et ad nutum Sanctae Sedis" di Vientiane, monsignor Anders Arborelius, primo vescovo svedese dai tempi di Lutero, Juan Jose' Omella, arcivescovo di Barcellona. Con questo Concistoro salgono a 225 i membri del Collegio cardinalizio, di cui 121 elettori e 104 non elettori. Sempre piu' marcata l'internazionalizzazione: 83 i Paesi rappresentati, 62 dei quali hanno cardinali elettori.


IL LAMENTO DELL’ABATE FARIA SULLA SCALA SANTA OSCURATA DAL MEGA CARTELLONE PUBBLICITARIO. NULLA È PIÙ SACRO?


Ci ha scritto l’abate Faria, turbato da ciò che ha visto in una sua recente visita alla Scala Santa, a Roma. Ma lasciamo a lui la parola, per esprimere tutta il suo sconcerto… 
Mi recavo spesso nella zona del Laterano. Da buon peccatore ero consapevole di aver bisogno di tanta penitenza e quale modo migliore che implorare misericordia sulla scalinata della Scala Santa, uno dei luoghi più sacri di Roma? Un tempo, già alla vista di questo santo edificio, mi sentivo il cuore tormentarsi nella consapevolezza delle sue mancanze. Ma questa volta ho avuto una sorpresa.
Dopo aver guadagnato gli ultimi metri di via Merulana e svoltato verso la piazza, mi sembrò che la Scala Santa fosse come svanita. Il suo posto era stato occupato totalmente da un cartellone pubblicitario gigante che ne copriva interamente la facciata. Lo slogan pubblicitario di una nota compagnia energetica mi diceva: ora l’energia è tua.
Ma non mi sembrava si riferisse all’energia spirituale che andavo cercando e per cui luoghi come la Scala Santa dovrebbero essere deputati. Allora mi chiedevo: perché usare uno degli edifici religiosi più sacri di Roma per veicolare un brand pubblicitario?
Esiste un limite a ciò che può essere venduto? Pur se la causa di quei soldi fosse la più nobile, svendendo la sacralità di quel luogo non si perde più di quello che si guadagna?
Papa Francesco nel 2013 disse che “il denaro deve servire, non governare”. Allora quale sarà il limite? Durante la benedizione urbi et orbi un Monsignore potrà annunciare dal balcone papale: questa benedizione è offerta da…? Il Papa indosserà abiti liturgici con lo sponsor? Certo che il Papa non accetterebbe mai questo, pur se i soldi servissero per una causa nobilissima.
Questo perché egli sa che se riduciamo quanto è sacro a servo del capitale, se comunichiamo alla gente che tutto, ma proprio tutto, può essere ridotto ad una merce di scambio, allora il messaggio è che nulla è sacro. E questo, come vediamo intorno a noi, creerà una fame nell’animo così profonda, che nessuna energia profana potrà mai saziare.
Abate Faria

MARCO TOSATTI

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