Il caso Charlie ha fatto emergere con chiarezza che oggi
domina anche nel mondo cattolico una cultura favorevole all'eutanasia. Se il
professor D'Agostino ridefinisce il concetto di accanimento terapeutico ed
eutanasia, monsignor Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita,
chiede solo di evitare conflitti. E mentre il cardinale Nichols ringrazia i
medici che hanno ucciso Charlie, Avvenire scandalizza i lettori negando
l'evidenza di quanto accaduto.
- D'AGOSTINO CHOC SU RAI UNO: CHARLIE DOVEVA MORIRE
di Renzo Puccetti
Incredibili dichiarazioni a Rai Uno del professor Francesco D'Agostino, già presidente del Comitato Nazionale di Bioetica e presidente dei Giuristi Cattolici. In base alla sua definizione di accanimento terapeutico e di eutanasia bisognerebbe sospendere qualsiasi supporto vitale ed eliminare una parte consistente della popolazione. Una garanzia per la Pontificia Accademia per la Vita, di cui è stato nominato membro ordinario.
- AVVENIRE, PAGLIA, VESCOVI INGLESI: NON C'È PIU' VITA
di Riccardo Cascioli
Clamorosa inversione a U di Avvenire, secondo cui Charlie è «stato ucciso da un male inesorabile», ma anche monsignor Paglia e il cardinale inglese Nichols si schierano dalla parte dei medici. L'importante è il dialogo ed evitare conflitti. A breve ci diranno che la battaglia per salvare Eluana Englaro era tutta sbagliata.
di Renzo Puccetti
Incredibili dichiarazioni a Rai Uno del professor Francesco D'Agostino, già presidente del Comitato Nazionale di Bioetica e presidente dei Giuristi Cattolici. In base alla sua definizione di accanimento terapeutico e di eutanasia bisognerebbe sospendere qualsiasi supporto vitale ed eliminare una parte consistente della popolazione. Una garanzia per la Pontificia Accademia per la Vita, di cui è stato nominato membro ordinario.
- AVVENIRE, PAGLIA, VESCOVI INGLESI: NON C'È PIU' VITA
di Riccardo Cascioli
Clamorosa inversione a U di Avvenire, secondo cui Charlie è «stato ucciso da un male inesorabile», ma anche monsignor Paglia e il cardinale inglese Nichols si schierano dalla parte dei medici. L'importante è il dialogo ed evitare conflitti. A breve ci diranno che la battaglia per salvare Eluana Englaro era tutta sbagliata.
di Renzo Puccetti e Riccardo Cascioli
La Bussola nel mirino: È il ritorno di Vatican Sniper
Ieri pomeriggio, girando fra i siti internet di notizie mi sono imbattuto in un titolo che mi ha molto incuriosito: «E ora c’è che scrive che Charlie è stato ucciso dal “silenzio” del Papa». Vatican Insider, firmato: Andrea Tornielli. La notizia era così curiosa che mi sono messo a leggere l’articolo per sapere chi fossero i fanatici che attribuivano al Papa la responsabilità della morte di Charlie. Immaginate la sorpresa quando ho scoperto che il fanatico accusatore di papa Francesco sarei io.
Ovviamente il mio articolo di ieri diceva ben altro, ma Tornielli ha pensato bene di fare collegamenti tra una frase e l’altra, conditi con qualche deduzione che ricorda i metodi del vecchio KGB quando si voleva inchiodare qualche dissidente, ed ecco creato il caso.
Solo per chiarire brevemente, nel mio commento facevo riferimento anche al silenzio di «quanti avrebbero avuto l’autorità morale (e non solo) per intervenire e non l’hanno fatto». Il signor Tornielli deve avere una concezione un po’ ristretta del mondo se pensa che l’unica «autorità morale (e non solo)» esistente sia papa Francesco. Tanto più che nella frase uso il plurale, e non è quello maiestatis. Stesso plurale che uso quando faccio riferimento a chi parla tanto di accompagnamento e cultura dello scarto: è ovvio che sono concetti “imposti” da papa Francesco, ma sono anche le parole d’ordine che tanti clericali – molto vicini a Tornielli peraltro – usano per accreditarsi a Santa Marta, abusandone a proposito di immigrati e poveri vari, ma evitando accuratamente gli “scarti” come Charlie.
Più in generale scrivevo di quanto fossi sconcertato del silenzio della Chiesa, dei pastori, a cominciare da quelli più vicini. Visto che si parlava anche di comunicati cerchiobottisti non era molto difficile capire che il riferimento era ai vescovi inglesi, visto che il tutto si è consumato a Londra e non a Roma. Ma più in generale è vero che c’è stato quello che oggi – dopo i commenti sentiti in queste ore e di cui riferisco in altro articolo - possiamo ben definire silenzio-assenso. Certo, nel bilancio degli interventi c’erano anche i due tweet del Papa, ma dovendo fare un elenco degli interventi (pochissimi) fatti dalle autorità ecclesiastiche era doveroso citarli.
Più in generale scrivevo di quanto fossi sconcertato del silenzio della Chiesa, dei pastori, a cominciare da quelli più vicini. Visto che si parlava anche di comunicati cerchiobottisti non era molto difficile capire che il riferimento era ai vescovi inglesi, visto che il tutto si è consumato a Londra e non a Roma. Ma più in generale è vero che c’è stato quello che oggi – dopo i commenti sentiti in queste ore e di cui riferisco in altro articolo - possiamo ben definire silenzio-assenso. Certo, nel bilancio degli interventi c’erano anche i due tweet del Papa, ma dovendo fare un elenco degli interventi (pochissimi) fatti dalle autorità ecclesiastiche era doveroso citarli.
Insomma ci vuole una buona dose di malafede e di mancanza di scrupoli per attribuirmi ciò che il titolo di Vatican Insider afferma.
Colgo però l'occasione di spiegare quello che penso sul tema Charlie e papa Francesco: la Nuova Bussola Quotidiana ha cominciato a occuparsi del caso sin dal 9 marzo e – tra parentesi - posso dire che siamo stati i primi in Italia a cogliere l’importanza e la gravità di quel che stava accadendo. Ma mai abbiamo scritto che il Papa sarebbe dovuto intervenire né ci siamo mai lamentati del mancato intervento. Non per autocensura, ma per convinzione.
Non mi ha mai entusiasmato la corsa a chiedere l’intervento del Papa per qualsiasi cosa accada nel mondo, perché il Papa – qualsiasi Papa – non è il super-eroe che deve risolvere tutti i casi di ingiustizia laddove si presentano. Non è il suo compito. Ci sono tante persone, dai vescovi ai laici, che hanno la responsabilità di intervenire laddove sono presenti e il Papa non può essere un alibi per il loro disimpegno. Dopodiché è chiaro che – come abbiamo visto - anche un semplice tweet del Papa, pur senza nominare nessuno, ha una eco vasta anche se, bisogna dirlo, è una eco soprattutto mediatica: per smuovere il giudice Francis ci vuole ben altro.
Non mi ha mai entusiasmato la corsa a chiedere l’intervento del Papa per qualsiasi cosa accada nel mondo, perché il Papa – qualsiasi Papa – non è il super-eroe che deve risolvere tutti i casi di ingiustizia laddove si presentano. Non è il suo compito. Ci sono tante persone, dai vescovi ai laici, che hanno la responsabilità di intervenire laddove sono presenti e il Papa non può essere un alibi per il loro disimpegno. Dopodiché è chiaro che – come abbiamo visto - anche un semplice tweet del Papa, pur senza nominare nessuno, ha una eco vasta anche se, bisogna dirlo, è una eco soprattutto mediatica: per smuovere il giudice Francis ci vuole ben altro.
Detto questo, trovo anche patetico affannarsi a dimostrare che nella vicenda Charlie c’è stato un grande coinvolgimento del Papa e del Vaticano, oltretutto facendo incongrui e sgradevoli paragoni con pontefici passati. La verità è che il primo tweet del Papa è arrivato quando Charlie sarebbe dovuto essere già morto stando alle sentenze dei vari giudici. E solo un improvviso sussulto da parte dei medici che hanno deciso di ritornare al giudice per decidere sulle “nuove” terapie americane ha dato possibilità di successivi interventi, peraltro strappati a furor di popolo che ha anche preso d’assalto il centralino di Santa Marta.
Il bello poi è che a smentire Tornielli ci ha pensato ieri un altro “guardiano della rivoluzione”, il giornalista Carlo Di Cicco secondo cui il «tweet di papa Francesco (dopo la morte di Charlie) certifica l’avvenuto cambiamento di mentalità in atto nell’opinione pubblica anche cattolica rispetto alla spinosa questione del fine vita che, specialmente, in Italia, è stato per lo più uno scontro di carattere ideologico». In parole povere, secondo Di Cicco, con questo pontificato va definitivamente in soffitta quel «Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata…» pronunciato da san Giovanni Paolo II. Risponda a lui Tornielli se ne è capace, invece di manipolare i miei commenti.
Peraltro non c’è bisogno di fare confronti con i predecessori, basta fare il confronto con vicende che al Papa stanno veramente a cuore per capire la differenza. È un suo diritto e non ho mai pensato di fargliene una colpa, figurarsi se posso pensare che Charlie sia stato ucciso dal suo silenzio.
Come dicevo solo una buona dose di malafede può partorire certe operazioni, che evidentemente non sono casuali. Già in passato ho avuto modo di sottolineare il lavoro di cecchinaggio che Tornielli, regolare frequentatore di Santa Marta, si è assunto il compito di svolgere. Di questo fa parte anche la strategia di accreditare l’idea che ci sia uno stuolo di nemici del Papa. È una strategia furba che permette di evitare l’affronto delle questioni reali che vengono poste, come è accaduto per i Dubia dei quattro cardinali. Se solo osi fare una domanda o esprimere una perplessità, sei “contro” il Papa, sei un nemico. E cosa c’è di peggiore per un cattolico che essere definito contro il Papa? Come ho già detto in altra occasione io non sono contro il Papa e non lo è la Bussola, ma ciò non ci impedisce l’uso della ragione ben sapendo che il Papa non è il tiranno assoluto ma anche lui deve obbedire alla Legge di Dio così come la Chiesa ce l’ha tramandata nei secoli.
Prendiamo comunque atto che Vatican Sniper è tornato in azione e ha messo la NBQ nel mirino. Aspettiamo il seguito.
30-07-2017http://www.lanuovabq.it/it/articoli-la-bussola-nel-mirino-il-ritorno-di-vatican-sniper-20621.htm
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