MIGRANTI, IL PAPA, IL CARDINALE. L’ABATE FARIA NE DICE
QUATTRO ALLA CHIESA. “L’ITALIA È UN PAESE IN GINOCCHIO”.
Dopo lo spunto di legalità e di saggezza versato dal cardinale Bassetti nel mare di retorica migrantista sparsa a piene mani e piedi da molti prelati, è la prima volta che il Pontefice ossessionato dalle migrazioni si esprime sul tema.
Sarà una coincdenza o forse no ci è arrivato proprio quel giorno uno sfogo dell’Abate Faria. Eccolo.
Le recenti “frenate” delle gerarchie del Vaticano mi costringono a dover tornare su un tema che già affrontai in precedenza. Pur nell’ossequio dovuto ai miei superiori, mi rendo conto che alcuni di essi (non pochi, purtroppo) vivono come in una bolla al di fuori della realtà, una bolla che si nutre di parole talismano, come direbbe Plinio Correa de Oliveira, parole come “solidarietà, accoglienza, misericordia”, parole con un profondo significato cristiano quando esse sono ancorate tomisticamente alla realtà. Ma quando vengono brandite senza aggancio alla stessa, divengono pericolose.
Ci sono dei fatti. L’Italia è un paese in ginocchio da molti punti di vista, politico, economico, sociale. Non può sostenere il peso di grandi ondate migratorie pena il collasso. Gli stranieri che vengono e vivono onestamente siano sempre i benvenuti.
Ma non c’è posto per tutti.
Purtroppo il fenomeno di acquiescenza delle gerarchie vaticane si riversa profondamente nel vivere civile anche di coloro che – mal gliene incolga – non professano più la fede cattolica (e sono sempre di più…). Si deve accogliere chi vuol essere accolto, chi si vuole integrare, chi rispetta usi e leggi del paese che lo accoglie. Chi pensa che vivere di accattonaggio come scelta di vita e non come immediata necessità, sia compatibile con la nostra società, deve essere disilluso e eventualmente allontanato. Queste persone sono quelle che a volte rincorrono e assalgono turisti o gente del posto per rubare i portafogli. Tutti sanno da dove proviene il problema. Nulla si fa per risolverlo, spesso spaventati dalle parole “solidarietà, accoglienza, misericordia” usate malamente, senza nessun aggancio alla realtà e contro ogni possibile insegnamento della morale e dell’etica cattolica.
Abate Faria
Adesso aspettiamo i fulmini canonici sul povero abate…
MARCO TOSATTI
Arrivi di migranti: -76%. Grazie libici, grazie Defend Europe.
Un grazie anzitutto alla guardia costiera libica. E’ bastato “mostrare le armi”, e Medécins sansa Frontieres, Save the Children, la spagnola “Poractiva Open Arms”, la tedesca Sea Eye hanno rinunciato ai loro salvataggi. Effetto: un calo del 76 per cento degli arrivi rispetto allo stesso periodo di agosto 2016. E’ dunque evidente che le navi delle ONG “umanitarie” facevano da richiamo ed appello.
D’accordo, i libici fanno questo dietro congrui pagamenti del “governo” Gentiloni-Alfani-Minniti. Pagati per fare quel che i nostri non vogliono fare apertamente; ma questo è il livello della politica estera italiana – mazzette e tangenti. Tant’è vero che Haftar s’è fatto intervistare dal Corriere per dire: “E a me niente?”. Vuole 20 miliardi in 20 anni, dalal UE: Sembra ragionevole.
Un grazie anche a “Generazione Identitaria”, che ha segnalato per prima le losche collusioni della tedesca Iuventa con gli scafisti, accendendo un faro sulle operazioni delle ONG , che operavano continuamente protette dalla nebbia di lodi ed esaltazioni delle nostre Boldrini, dei nostri Saviano e dei media, col governo Soros-Gentiloni a far finta di niente, ed il business parassitario dell’accoglienza a fare miliardi. Ovviamente la nave di Generazione Identitaria, la C-Star, con i ragazzi di Defend Europe, è stata e viene subissata di insulti: nazisti, razzisti, omofobi, negazionisti dell’oloqué…
Ovvio: la demonizzazione di cittadini che, senza i fondi di Soros, si organizzano efficacemente, fino a noleggiare una nave, per contrastare i soprusi del potere globale, è un riflesso tipico delle oligarchie. Ci si abitueranno.
(Un lettore mi segnala questo:
“La rivelazione shock a Quotidiano Nazionale di un addetto alla sicurezza, impiegato su una nave di Save the Children: “I rapporti tra scafisti e molte organizzazioni sono evidenti”. “Una volta abbiamo preso un battello con gente in buone condizioni -racconta. – A dieci minuti dalla costa libica, non in alto mare. Sono evidenti i rapporti tra scafisti e molte organizzazioni.
“Spesso è lo scafista che dà la posizione con il telefono satellitare, – Quando si trova un gommone con decine di persone a bordo sembra quasi che si siano dati appuntamento…”. “Mi sentivo un po’ complice di un’attività vergognosa. Con Save the Children c’erano scontri anche perché non potevo riferire nulla alle autorità di porto o di polizia”. “Sono stato 30 anni in polizia, – prosegue l’uomo, – so come vanno le cose: bisogna sempre seguire la pista dei soldi.
Io vorrei capire: il ministero dell’Interno quanti soldi ha dato a Save the Chldren? A bordo mi hanno detto che sono operazioni da mezzo milione al mese, 6 milioni l’anno”. “Dei migranti, alle Ong, non gliene frega un cavolo – sostiene -, è solamente un business del momento”.
“Abbiamo caricato giovani magrebini che erano stati espulsi dall’Italia. Ma dico io, chi abbiamo portato in Italia? Non abbiamo portato i siriani disperati o quelli del Mali che scappano dalla fame. Per me è stato personalmente anche un problema di coscienza”.
http://www.maurizioblondet.it/arrivi-mmigrati-76-grazie-libici-grazie-defend-europe/
Soros furioso per il blocco delle ONG nel Mediterraneo. Laura Boldrini insorge a difesa delle ONG colluse con gli scafisti
di Luciano Lago
Gli esponenti della sinistra mondialista ed i personaggi legati al traffico di carne umana nel Mediterraneo iniziano ad alzare una controffensiva per contrastare la criminalizzazione delle ONG protette da Soros e dagli organismi transnazionali. La prima ad insorgere con tutto il peso della sua “autorità” derivante dalla terza carica dello Stato è stata Laura Boldrini.
“Il rispetto e l’ammirazione di cui hanno sempre goduto coloro che cercano di salvare vite e alleviare sofferenze – afferma la Boldrini – sembrano non valere più per le Ong impegnate nel Mediterraneo e oggetto da settimane di una pesantissima indiscriminata campagna di denigrazione”.
Secondo la Boldrini “se tra le Ong qualcuna si è comportata in modo non trasparente e ha violato leggi, è giusto che i singoli responsabili vengano sanzionati. Ma è inaccettabile la criminalizzazione di un intero gruppo sociale.(….) Queste le dichiarazioni rilasciate dalla “presidenta” della Camera in relazione alle inchieste giudiziarie in cui sono incappate le ONG che operano al largo delle coste libiche.
Secondo la Boldrini “se tra le Ong qualcuna si è comportata in modo non trasparente e ha violato leggi, è giusto che i singoli responsabili vengano sanzionati. Ma è inaccettabile la criminalizzazione di un intero gruppo sociale.(….) Queste le dichiarazioni rilasciate dalla “presidenta” della Camera in relazione alle inchieste giudiziarie in cui sono incappate le ONG che operano al largo delle coste libiche.
Le dichiarazioni della Boldrini, intrise della consueta retorica dell’accoglienza a tutti i costi, fanno parte di una serie di reazioni causate dalla notizia della rinunzia ad operare da parte di alcune ONG per causa del divieto imposto dalla Guardia Costiera Libica che inizia a svolgere il suo ruolo di pattugliamento delle coste e del mare antistante, anche oltre le sue acque territoriali.
Alla Boldrini poco importa delle inchieste giudiziarie e giornalistiche, dell’indagine del Senato e della denuncia della Marina libica, lei continua a schierarsi al fianco delle Ong, contro le quali pende l’accusa di aiutare gli scafisti che trasportano migranti. Le ONG sono sempre benemerite “senza se e senza ma”.
In concreto accade che per le ONG è finita la pacchia di potersi avvicinare a poche miglia dalla costa libica per prelevare il carico di africani portati a bordo dei barconi e cortesemente trasbordati ad opera degli scafisti. Il giochino delle ONG è stato ormai scoperto, tardi rispetto a quando era stato denunciato già da due anni (dai servizi di intelligence austriaci) ma, come si dice in questi casi, meglio tardi che mai. I finanziamenti di cui godevano alcune delle ONG per questo traffico rischiano di terminare e lo stesso dicasi per i lauti guadagni degli scafisti e delle mafie che si occupano dei trasferimenti delle persone dall’Africa alla Libia.
Anche gli esponenti delle Istituzioni ed i politici del PD che avevano sempre lodato il lavoro delle ONG, iniziano a prendere le distanze per paura di essere sputtanati prima delle elezioni, viste le prove incontrovertibili della complicità fra ONG e scafisti, raccolte dalle procure della Sicilia (Trapani e Catania ).
Una grave battuta d’arresto per tutta la filiera che ha fino ad oggi incassato lauti profitti su questo traffico. Uno smacco per la propaganda dei mondialisti che affermavano che tutto si svolgeva per “scopi umanitari”. Si conferma la teoria del Buzzi secondo la quale il traffico di migranti rende più della droga.
Una grave battuta d’arresto per tutta la filiera che ha fino ad oggi incassato lauti profitti su questo traffico. Uno smacco per la propaganda dei mondialisti che affermavano che tutto si svolgeva per “scopi umanitari”. Si conferma la teoria del Buzzi secondo la quale il traffico di migranti rende più della droga.
Il più incazzato è lo stesso George Soros che, con la sua Open Society aveva finanziato per milioni di dollari sia le ONG sia le organizzazioni di coloro che promuovono i trasferimenti dei migranti verso l’Italia. Sembra certo che Soros stia tempestando di telefonate i suoi referenti politici nel Governo italiano per rinfacciare loro le promesse fatte di agevolare gli sbarchi e l’ondata migratoria. Sono molti i politici che si erano messi al servizio del miliardario ed alcuni cercano di negarsi al telefono con delle scuse per evitare doversi giustificare con il magnate ungherese. “L’onorevole è fuori ufficio, si è preso una vacanza, capirà siamo sotto Ferragosto”, questa la più frequente giustificazione che viene detta al telefono ma a Soros questa non basta ed ha già sguinzagliato i sui fiduciari per rintracciare dalla spiagge della Versilia alal Sardegna, da Forte dei Marmi a Porto Cervo, dalla Liguria alla Costa Azzurra, da Portofino a Cannes i suoi referenti in vacanza. Non è dato sapere se, al momento, anche Gentiloni abbia ricevuto una telefonata, visto che fra lui e Soros vi era stata una cordiale riunione di intenti pochi mesi prima.
Un fatto è certo: la cosa non finisce qui. Soros non si rassegna ed ha già mobilitato le sue truppe. Presto si vedranno manifestazioni di protesta con attivisti della rete di Soros come la “No Borders” ed altre associazioni, incatenati ai porti e con striscione sulle banchine per reclamare accoglienza verso tutti abolizione delle restrizioni.
Fra le altre telefonate, Soros sembra che abbia chiamato il suo “compare” Peter Sutherland, rappresentante speciale del Segretario generale dell’ONU sulle migrazioni internazionali, per ottenere un suo interessamento in modo che l’ONU si pronunci facendo pressioni sul governo italiano e su quello libico per sbloccare la situazione a favore della ripresa degli sbarchi e dei permessi alle sue ONG. Vedi: Quelli che tirano le fila della crisi migratoria
Inoltre sembra sicuro che Soros stia tentando di corrompere gli ufficiali della Marina libica, approfittando della confusione nel paese nordafricano, per convincere a disattendere gli ordini dati dal Generale Haftar e, considerando la fame di denaro dei libici, facile pensare che potrà riuscire ad allentare il blocco. Con i “dollaroni” di Soros tutto è possibile ottenere e si comprano politici, militari, giornalisti e funzionari pubblici.Il caso italiano fa testo. Poi naturalmente si maschera tutto con i “motivi umanitari” e l’invasione della Penisola può continuare secondo i piani.
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