MESSA ECUMENICA, LAVORI IN CORSO? LA CONSACRAZIONE IMBARAZZA
I RIFORMATI. L’ESCAMOTAGE DEL SILENZIO…
Sono solo voci, e quindi bisogna tenerne conto con un grano e anche due o tre di sale. Ma già il fatto che circolino è un segnale; e le antenne di coloro che me ne hanno parlato sono in genere buone.
Allora, scriviamo tutto al condizionale. Una commissione mista di cattolici, luterani e anglicani legata al segreto sarebbe al lavoro, per mettere a punto una forma di messa a cui possano partecipare i fedeli di tutte e tre le confessioni cristiane. Non si parla di ortodossi. Non sembra che ci sia un qualche documento scritto; saremmo a livello di appunti verbali.
L’ipotesi prevede una prima parte di liturgia della parola, che non presenta problemi; dopo il riconoscimento dei peccati, e la richiesta di perdono a Dio, e la recita del Gloria, ci sarebbero le letture, e il Vangelo.
Sarebbe allo studio il problema del Credo. Le Chiese protestanti, pur riconoscendo il Simbolo Niceno-Costantinopolitano, recitano di preferenza il Credo apostolico. La Chiesa cattolica li alterna. In fondo neanche questo punto dovrebbe costituire un problema maggiore.
Così come la presentazione delle offerte, anche se da studiare con attenzione, non sembra offrire ostacoli maggiori al progetto.
Il nodo centrale è quello dell’eucarestia. La visione cattolica dell’eucarestia differisce profondamente da quella luterana e di altre confessioni protestanti. E naturalmente la liturgia in questo momento così fondamentale, in cui per i cattolici avviene la transustanziazione (non così per i riformati) non può non essere diversa per i diversi celebranti.
Ma come celebrare una liturgia comune dividendosi chiaramente, nell’enunciazione, proprio al culmine dell’evento?
Una delle possibili soluzioni prospettate sarebbe il silenzio. Vale a dire che dopo il Sanctus, nel momento in cui normalmente durante la Messa vengono pronunciate le parole: “Padre veramente Santo…” i celebranti potrebbero tacere, ciascuno ripetendo mentalmente la ”sua” formula.
La parola torna a regnare nella congregazione con la recita del Padre Nostro. Non è chiaro poi come si dovrebbero formare le file per ricevere l’eucarestia.
Ecco, questo è quanto abbiamo sentito, e riferiamo. Una parziale conferma che ci sono, da qualche parte, dei lavori in corso, l’abbiamo avuta da questo articolo di Luisella Scrosati, su la Bussola Quotidiana, in cui si parla di un escamotage “trovato” nel Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, allora presieduto dal Cardinale Kasper, con il quale si riconosceva la validità dell’Anafora di Addai e Mari (preghiera eucaristica della Chiesa assira d’Oriente, più conosciuta come Chiesa nestoriana). Una preghiera che non conteneva le parole della consacrazione, “se non, come afferma il documento del 2001, ‘in modo eucologico e disseminato’, cioè non in modo esplicito (“Questo è il mio corpo… Questo è il calice del mio sangue”), bensì ‘sparse’ nelle preghiere che compongono l’anafora. Sarebbe perciò utilissima come principio giustificativo di una nuova preghiera eucaristica senza parole consacratorie, che potrebbero urtare i fratelli protestanti”. Quella liturgia era dedicata solo alla Chiesa caldea e alla Chiesa assira, nel caso che ci fossero problemi pastorali. Ma figuriamoci se un dettaglio così minuscolo può avere peso nella febbre ecumenica attuale. De minimis non curat praetor…
MARCO TOSATTI
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