RITA KATZ MINACCIA L’ITALIA.
Sicuramente sono pronti i terroristi. Sono pronti i passaporti da lasciare sul furgone e sull’auto, ormai una firma. Il passaporto intatto di un dirottatore che attraversò intatto l’inferno di fuoco delle Twin Tower. Il documento dimenticato di fratelli Kouachi il giorno della strage di Charlie Hebdo. Un SMS rivelatore delle identità dei terroristi trovato nella memoria di un cellulare intatto gettato dai terroristi in un bidone della spazzatura presso il Bataclàn. Il documento d’identità trovato sul camion della strage di Nizza. Il documento d’identità lasciato sul camion della strage di Natale a Berlino, che ha consentito di identificare senza ombra di dubbio il terrorista Abu Amri, immediatamente dopo trucidato da due eroici poliziotti a Sesto San Giovanni. Ed ora documenti d’identità a iosa che identificano gli stragisti della Rambla.
Ovviamente gli Stati Uniti sono quelli che hanno portato i jihadisti in Europa, precisamente nell’ex Jugoslavia, appaltando la resistenza antiserba in Bosnia a Bin Laden e la sua Al Qaeda, allora alleata americana in Afghanistan; e importando in Kossovo contingenti dei tagliagole mujaheddin afghani. Sono gli Stati Uniti che hanno creato Al Qaeda e poi Daesh: la Cia, il dipartimento di Stato sotto Hillary, con i wahabiti sauditi e il Mossad.
In Europa,il terrorismo islamico serve a tenere gli europei,sempre più recalcitranti, sotto l0imperio americano; loro vogliono tenersi questo ricco mercato e non condividerlo con nessuno, specie la Russia che – ohibò – pretende di mangiare allo stesso piatto.
Mai nostri media: “L’Isis avverte: ora tocca all’Italia” (Il Tempo). Terrorismo, la minaccia dell’IIS: prossimo obbiettivo l’Italia” (La Repubblica). Sui tg non mi dilungo, li avete visti tutti. E tutti ammettono senza vergogna, “lo riferisce il SITE, il sito Usa diretto da Rita Katz”…
Ora, questi giornalisti non possono non sapere cosa è il SITE e chi è Rita Katz. Ormai la cosa è nota, è stata scritta in lungo e in largo, anche da qualche giornale. Non possono invocare l’ignoranza. Sono in perfetta malafede.
Al prossimo attentato ci racconteranno: i terroristi hanno dimenticato il documento d’identità – l’ISIS ha rivendicato la strage, lo conferma il SITE…
“Ma che, ci credono tutti stupidi?”, chiede un lettore. La risposta è “sì”. I pochi non stupidi, sanno che non hanno peso in una opinione pubblica di stupidi.
Il comandante delle Guardie svizzere: "Così difendiamo il Papa"
Papa Francesco da tempo è nel mirino dei jihadisti dell'Isis. Il comandante delle Guardie svizzere: "Un attacco? Solo questione di tempo"
Papa Francesco da tempo è nel mirino dei jihadisti dell'Isis.
Le riviste e le agenzie del sedicente Califfato indicano da sempre Roma e il Vaticano come il luogo finale dello scontro tra islam e cristianesimo. In particolar modo Papa Francesco viene indicato come "nemico" proprio dall'esercito del terrore. Così a Roma si cerca di prevenire qualunque attacco al Pontefice, sia sul territorio Vaticano che nelle uscite del Papa. Ma in primo luogo a difendere il Papa ci sono le guardie svizzere che sempre più si addestrano per cercare di proteggere al meglio il Pontefice. Su questo fornte si è espresso il comandante delle Guardie Svizzere, Christoph Graf in un'intervista a Cath.ch: "Forse è solo una questione di tempo prima che un attacco del genere si verifichi a Roma. Ma siamo pronti anche a questo". InfineGraf aggiunge: "La Guardia Svizzera adatta costantemente la sua formazione alle sfide di oggi. La Scuola reclute è stata portata da due a quattro mesi e viene svolta in collaborazione con la polizia cantonale ticinese".
Papa Francesco da tempo è nel mirino dei jihadisti dell'Isis. Il comandante delle Guardie svizzere: "Un attacco? Solo questione di tempo"
Papa Francesco da tempo è nel mirino dei jihadisti dell'Isis.
Le riviste e le agenzie del sedicente Califfato indicano da sempre Roma e il Vaticano come il luogo finale dello scontro tra islam e cristianesimo. In particolar modo Papa Francesco viene indicato come "nemico" proprio dall'esercito del terrore. Così a Roma si cerca di prevenire qualunque attacco al Pontefice, sia sul territorio Vaticano che nelle uscite del Papa. Ma in primo luogo a difendere il Papa ci sono le guardie svizzere che sempre più si addestrano per cercare di proteggere al meglio il Pontefice. Su questo fornte si è espresso il comandante delle Guardie Svizzere, Christoph Graf in un'intervista a Cath.ch: "Forse è solo una questione di tempo prima che un attacco del genere si verifichi a Roma. Ma siamo pronti anche a questo". InfineGraf aggiunge: "La Guardia Svizzera adatta costantemente la sua formazione alle sfide di oggi. La Scuola reclute è stata portata da due a quattro mesi e viene svolta in collaborazione con la polizia cantonale ticinese".
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