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«MOLTI ANTICRISTI SONO APPARSI»
Dicevamo la volta scorsa che le tesi del magistero morale di Bergoglio sono sovrastate da due certezze: l’assenza del fidem servavi e le tendenze centrifughe con gli orientamenti antiromani. Orientamenti deplorati, con pubbliche proteste, anche da elementi della Gerarchia fedeli al valore e alla forza della Chiesa Dogmatica. Sono stati proprio costoro a “beneficiare” della rimozione (dai loro incarichi) confermata dalla moltiplicazione di nomine allineate all’ideologia del Padrone del Palazzo. Ai malcapitati defenestrati si contrappone la sistematica avanzata dei Presuli “ammanicati” ed in sintonia con la pastorale del Magistero dittatoriale e ambivalente.
Intendiamo ora concentrarci sulla fedeltà dottrinale aderente alla narrazione biblica riguardante i segni dei tempi e l’avvento dell’anticristo precisando che l’indiscussa realtà che affronteremo non può essere posta, con faziose e disgustose insinuazioni, sullo stesso piano della mitologia. Una simile e doverosa precisazione rimanda al tono personalistico del Magistero romano le cui disquisizioni consolidano l’ampia libertà di sciogliere e legare con l’oscuramento dell’ortodossia, della serietà scientifica, della purezza della fede e della carità fraterna. Va anche precisato che in mancanza di precise norme di Fede nessuna valida risposta viene data alle domande angoscianti, allo smarrimento e alle già fragili miserie del popolo contemporaneo.
Passando dal Cristo della Fede al Cristo della storia va ricordato che tutti gli elementi biblici che caratterizzano la fine dei tempi trovano nella profezia rivelata il completamento della storia umana, correlata al trionfo nello splendore del Signore che verrà. S.Paolo ci introduce nell’orbita della conoscenza del Divino sulla concezione della fine del percorso umano preceduto dalla dominazione dell’anticristo. Nella lettera ai Tessalonicesi l’Apostolo precisa che «l’apostasia e il figlio della perdizione» causeranno la grande defezione con l’ingresso nella storia della potenza satanica, determinata ad imporsi «con portenti, prodigi menzogneri e di empio inganno» (2Ts.2,3). Il «mistero dell’iniquità è già in atto» ma quando Cristo si mostrerà allora scoccherà l’ora della sconfitta perchè interverrà, vincerà il maligno e «lo distruggerà con il soffio della sua bocca». Sappiamo, comunque, che la «fine verrà» solo quando il «Vangelo sarà annunziato in tutto il mondo» (Mt.24,14). Infatti le realtà storiche, proiettate sul mistero di iniquità, preluderanno a procedimenti e a disposizioni morali destinate, alla fine dei tempi, ad avere il sopravvento sulle potenze infernali con il trionfo del Vangelo e con il ritorno di Cristo. Anche S. Giovanni, oltre a chiamare anticristi i mentitori e «chi nega che Gesù è il Cristo», precisa che l’incidenza negli eventi religiosi dei falsi maestri, provenienti dalla schiera dei successori degli Apostoli, si è tradotta e si tradurrà nel trionfo menzognero di «molti anticristi usciti di mezzo a noi ma non erano dei nostri» (1Gv. 2,18). Benché l’anticristo venga solo alla fine del mondo, i suoi precursori e collaboratori, presenti in tutti i tempi nella storia dei popoli, si manifesteranno con l’esercizio di un elemento formidabile: il concetto di potenza. Concetto che si evolverà con prodigiose realizzazioni trascinando alla sottomissione tutte le Nazioni aggregate nel compiacimento della perversione.
Tale tendenza, ci chiediamo, chiama in causa una potenza operante in ambito mondiale la cui organizzazione unitaria permetterà di conseguire obiettivi apparentemente armonizzanti? Ci chiediamo ancora se la costituzione del Nuovo Ordine Mondiale, già oggi vagheggiata ed assecondata dai massimi organismi politici del pianeta, prelude al dominio totalitario perseguito dai tanti anticristi che sono apparsi e appariranno? Precisiamo che senza il presupposto delle Verità rivelate è impossibile orientarsi nello spazio della storia reale il cui assetto, oggi potenziato dall’apostasia, richiama il capovolgimento dell’elemento razionale nella vita sociale. In un tale contesto la visione delle realtà e degli eventi che si evolvono non può non rimandare al dominatore del mondo. L’Apostolo parla di una personalità votata al peccato ma venerata nella sua malvagità la cui forza e potenza si affermeranno con la spinta all’aggregazione delle masse. Questa tendenza esigerà la costituzione di uno Stato mondiale mascherato dall’esigenza di ravvisare nell’Unione universale una sorta di percorso redentivo proteso alla venerazione della potenza mondana (bestia - Ap.13,1). L’idolatria, infatti, amplificherà il suo potere; il successo sarà strepitoso proprio in
virtù d’una dittatura la cui pressione sarà osannata a tal punto che molti saranno costretti a recare un’impronta sulla mano o sulla fronte. Ci chiediamo se questa specie di culto religioso, recando «un marchio sulla mano destra o sulla fronte…» (Ap.13,16), evoca una sorta di prefigurazione dell’attuale microchip a cui i capi delle Nazioni si stanno accostando con la più degna delle note “celebrative”? Se l’umanità dovrà entrare in una specifica aggregazione con il potere aggregante legato alla visione livellatrice della realtà, è da supporre che la signoria dell’anticristo potrà diventare ancor più acuta con il ricorso alla tecnologia. Con la “deificazione” della tecnologia l’opera del seduttore potrà perfezionarsi con l’imposizione del microchip e con il dissolvimento di un ordine sociale ed escatologico inflazionato dalla strategia del fraintendimento. La signoria del male, infatti, è solita entrare nell’area sociale e religiosa facendo appello alla natura mascherata dell’immagine divina con l’esposizione rovesciata delle realtà. Infatti l’elemento tecnologico (microchip), mostrato come segno virtuoso e di grande valore, oltre ad anticipare l’allineamento alla profezia biblica, è destinato a sconvolgere l’esistenza dell’uomo. Malgrado non sia ancora legittimato da normative emanate da tutti gli Stati, l’introduzione del dispositivo inizia a sedurre le masse con la timida comparsa del fattore discriminante che in futuro preluderà a feroci ritorsioni contro chi non intende «adorare l’immagine della bestia» (Ap.13,15). Con la lenta ma progressiva maturazione dei tempi l’immagine abbagliante del microchip porterà al coronamento dell’assalto finale in cui tutti dovranno portare il marchio dello Stato Universale se non vogliono essere emarginati o eliminati: «nessuno potrà comprare o vendere senza avere tale marchio che è il nome della bestia» (Ap.13,17). Anche la scienza e la tecnica, dicevamo, concorreranno ad accrescere l’adesione alle seduzioni al punto che «la terra presa d’ammirazione segue la bestia» (Ap.13,4). Va ricordato che al successo, legato alla dominazione dell’anticristo, si contrapporrà l’unica certezza che non verrà mai meno: la vera Chiesa di Cristo. La potenza satanica combatterà disperatamente contro Dio usando tutti i mezzi e i collaboratori umani. La (seconda) venuta del Signore sulla terra sancirà la sua definitiva sconfitta. Prima, però, ci saranno persecuzioni che coinvolgeranno i buoni cristiani con il martirio. Ribadiamo nuovamente che solo quando verrà Cristo l’impero universale, esteso da satana su tutto il pianeta, crollerà.
Concludiamo con un’ultima annotazione. Nella sua collocazione universale la Chiesa Cattolica, Apostolica è anche Romana per il solo fatto che il Mistero dell’Eucaristia, ovunque si celebra, si svolge in comunione con il Vescovo di Roma che è Vicario di Cristo, i cui doveri si articolano con i frutti spirituali e morali scaturiti dalla Comunione dei Santi. Crediamo, pertanto, che l’ulteriore passo verso il degrado liturgico con la devastazione della Messa scuoterà la fede di molti. L’incredibile richiamo in favore di un aumento di comunione con anglicani, ortodossi e luterani conferma l’apostasia dettata non dal generico irenismo ma dalla menzogna «perchè nessuna verità viene dalla menzogna» (1Gv.2,21). Alla nuova Messa di Montini seguirà la Messa aggiornata di Bergoglio che, indipendentemente da tutti i probabili spot pubblicitari, sarà sempre frutto di “saggezza e lungimiranza” specie quando entra nel raggio storico della signoria dell’anticristo. Si resta sgomenti e smarriti solo all’idea di alterare ancora una volta il Mistero più alto della Terra, che era ed è al vertice delle premure e delle ansie dei Cattolici, forgiando un’entità astratta ed emarginando l’adorazione eucaristica la cui matrice è viziata dal mito rivoluzionario ecumenico. Con il definitivo abbandono di Cristo i frutti della sovversione si propagheranno nel segno dell’anticristianesimo con l’emergere, e lo ribadiamo, della teologia tipica del pensiero di Bergoglio che non ha alcuna difficoltà a sbarazzarsi del respiro sublime della Consacrazione ignorando il dramma di sacerdoti e fedeli gettati nell’angoscia per essere stati defraudati del percorso liturgico già saccheggiato da Montini. Con la riforma da bollino rosso il precetto festivo potrà essere onorato infilandosi nella prima porta aperta che si incontra, senza alcun distinguo. Non sarà la lapide murata sulle pareti esterne ad imbarazzare o a creare problemi. «Molti anticristi sono apparsi….sono usciti di mezzo a noi ma non erano dei nostri» (1Gv. 2,18).
di Nicola Di Carlo
http://www.presenzadivina.it/289.pdf
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