NEL CENTENARIO DI FATIMA I VESCOVI RIUNITI CONSACRANO LA SCOZIA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
«Consacriamo la Scozia a te: tutto ciò che abbiamo, tutto ciò che amiamo, tutto ciò che siamo. A te doniamo le nostre menti e i nostri cuori, i nostri corpi e le nostre anime. Ci mettiamo al tuo servizio nelle nostre case e nelle nostre famiglie, nelle nostre parrocchie e nelle nostre scuole: desideriamo che tutto ciò che è in noi e attorno a noi appartenga a te, Maria, e possa godere dei benefici della tua materna protezione».
Questa la preghiera che è stata recitata domenica 3 settembre al santuario di Carfin, 50 km da Edinburgo, durante la Messa con cui i vescovi hanno consacrato la Scozia a Gesù attraverso il Cuore Immacolato di Maria, nel centenario delle apparizioni di Fatima.
La consacrazione è stata preceduta da un periodo di 40 giorni di preparazione spirituale a cui tutti i fedeli scozzesi sono stati invitati a partecipare.
http://www.iltimone.org/36388,News.htmlSettembre: leggere per formarsi
Settembre nelle nostre latitudini è il mese del rientro dalle vacanze e del re-inizio: della scuola, del lavoro, della vita ordinaria della famiglia, del campionato di calcio, dell’anno pastorale in parrocchia e di molto altro ancora.
Il cristiano, ovvero l’essere umano battezzato che crede nella Rivelazione di Cristo, deve tendere, secondo la saggezza dei padri, alla formazione permanente e perfettiva. Non basta il diploma, la laurea o il master
per essere degni di essere annoverati tra i seguaci del Verbo fatto carne. Ci vuole imperativamente l’approfondimento dei contenuti del Vangelo sia per giungere ad un vero discernimento che per saggiare una beatificante quiete interiore.
Oggi poi, in tutti i paesi ex cristiani dell’universo come l’Italia, la cultura ha smesso di essere ispirata alle fonti della luce: sempre più la cultura la politica la società si sono fatte oscure quasi quanto il buio che alberga nell’anima dell’ateo.
Un tempo (à peu près da Costantino al Concilio) poteva essere forse sufficiente la predica del parroco alla domenica e nelle altre feste comandate. Per il resto, si tirava a campare e si seguiva la società, la quale era formata più o meno secondo i canoni di santa madre Chiesa.
Oggi non più. Anzi seguire la società e le mode è il modo più semplice, e il più praticato, per voltare le spalle a Cristo, al Vangelo e ai santi, i nostri più puri maestri di vita interiore (e sociale).
C’è bisogno allora di libri, blog, giornali e riviste che dicano la verità e ci aiutino a mantenerci sulla retta via, la via del bene della giustizia della pace dell’amore e della speranza (cf. Salmo 1).
Ultimamente abbiamo avuto accesso a due magnifici testi della spiritualità orientale e ortodossa. Diciamo subito che non siamo tra quelli che mettono tutte le chiese e le confessioni cristiane sullo stesso piano e crediamo fermamente in quanto sancito dalla Dichiarazione Dominus Iesus (2000) e nella sacra Tradizione (Bolla Unam sanctam).
Tuttavia non crediamo neppure che ogni opera di un non cattolico sia automaticamente un peccato o un errore (contro Baio). E affermiamo, con s. Tommaso, che ogni uomo che dice il vero è almeno in quel momento ispirato dalla prima Verità. Neppure satana poi mente sempre, come è provato da numerosi esorcismi…
Come dunque ci sono delle verità espresse per esempio da Lutero, l’eretico per eccellenza (come l’esistenza dell’inferno e dei dannati), così anche nei pagani e negli stessi sistemi filosofici degli atei possiamo rinvenire delle verità e degli elementi costruttivi.
Il primo di questi testi che consigliamo è quello del teologo russo Pavel N. Evdokimov,Teologia della bellezza (San Paolo, 2017, pp. 354, 20 euro). Il senso del libro sta nel riscoprire e nel riattualizzare, attraverso l’icona e il culto delle immagini, una visione teologica della realtà e della storia, all’insegna del detto, luminosamente accresciuto: La bellezza (divina) salverà il mondo!
Scrive Evdokimov: “Dentro la Chiesa le energie deificanti conducono all’unione con Dio. E’ dunque all’interno del mistero pre-stabilito della Chiesa, alla luce della sua azione santificante che si potrà decifrare più profondamente la natura” (p. 122). Senza il sovrannaturale insomma, come insegnava il grande Chesterton, resta solo ciò che NON è naturale!
Ancora: “L’universo è chiamato ad entrare nella Chiesa, a passare dalle cose profane alle cose sacre, a divenire elemento della storia sacra” (p. 122). Altro che secolarizzazione necessaria e infondo infondo benedetta! Essa, la secolarizzazione, è una maledizione in senso stretto. De-secolarizzare il mondo, ricristianizzarlo da capo a fondo: ecco il programma per gli apostoli del XXI secolo, sacerdoti e laici assieme (cf. i vari discorsi di Pio XII sull’apostolato dei laici, definiti dal Pontefice come “collaboratori dell’apostolato gerarchico”).
Il secondo libro è più semplice e più affascinante ancora. L’autore è l’archimandrita russo Tichon e si intitola Santi di tutti i giorni (Rubbettino, pp. 514, euro 19,50).
In pratica un alto personaggio della Chiesa ortodossa russa racconta la sua lunga esperienza monastica, fin fa quando negli anni 80 del secolo scorso era ancora vivo e vegeto il peggiore regime della storia mondiale: il comunismo.
Attraverso tante pagine intense e di piacevole lettura, l’autore ci restituisce la storia recente della Russia, gli sviluppi notevoli del monachesimo ortodosso e in qualche modo il passaggio, davvero epocale, dal sovietismo ateo all’attuale rinascita cristiana dei popoli slavi est-europei.
Molto belle sono le descrizioni dei personaggi incontrati dall’abate: certe figure possono sicuramente indurre i giovani italiani più saggi a porsi i giusti quesiti sul senso della vita e sulla nocività della società consumista edonista e pornografica di oggi.
Ovviamente, mentre brilla lo zelo e la ricerca di perfezione di archimadriti, starec,igumeni, ierodiaconi e namestinik attraverso la penna leggerissima di padre Tichon, si nota in controluce la carenza della cattolicità universalità e sintesi tra vecchio e nuovo che solo nella santa Chiesa di Roma si riscontra. L’unità di fede e di culto con l’Oriente ortodosso e in particolare con russi e bizantini, sarebbe una grazia che si può immaginare realistica in parallelo con il recupero della vera ortodossia nel seno dell’unica arca di salvezza…
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2017/09/settembre-leggere-per-formarsi/#more-143682
Il patriarca Cirillo sui sempre più frequenti contatti fra clero cattolico e ortodosso. Una buona idea L'Osservatore Romano
«L’opportunità per i fedeli delle due Chiese di entrare in contatto con l’esperienza spirituale dell’altro è il fattore più potente che contribuisce a promuovere lo sviluppo delle relazioni inter-ecclesiastiche. Credo, per esempio, che le visite reciproche dei santuari dovrebbero far parte di un programma d’azione congiunto volto a sviluppare i rapporti tra le Chiese». Lo ha detto il patriarca di Mosca, Cirillo, incontrando mercoledì scorso i partecipanti alla terza edizione dell’università d’estate per sacerdoti cattolici organizzata dall’Istituto superiore di studi teologici Santi Cirillo e Metodio della Chiesa ortodossa e dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, rappresentato da padre Hyacinthe Destivelle.
«Mi sembrano una buona idea» questi scambi che, diventati ormai consuetudine, forgiano «un sistema di reciproca conoscenza della vita delle due Chiese», ha detto Cirillo, osservando che l’istituzione di un tale sistema deriva dall’incontro avuto con Papa Francesco nel febbraio 2016 all’Avana, evento che «ha dato un impulso vivo e forte allo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali». Tra le sue profonde conseguenze — ha aggiunto — «c’è il recente trasferimento delle reliquie di san Nicola di Bari in Russia. Si è trattato di un evento speciale, di una straordinaria potenza spirituale».
L’iniziativa, che quest’anno ha visto coinvolti dodici partecipanti dal 25 agosto al 3 settembre, mira a «rafforzare le relazioni tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica nell’area accademica e della cooperazione umanitaria». Per questo i partecipanti nei giorni scorsi hanno visitato chiese e monasteri e hanno incontrato rappresentanti e presidenti dei dipartimenti sinodali della Chiesa ortodossa, tra cui il dipartimento per la carità, presieduto dal reverendo Alexander Alyoshin, che ha illustrato gli ambiti del servizio sociale del patriarcato: disabilità, tossicodipendenza, orfani, senzatetto, famiglie in difficoltà, madri sole, ovvero le emergenze sociali a cui si dedica principalmente la Chiesa ortodossa russa.
Nel suo discorso, il patriarca ha lodato l’opportunità di consentire «all’Istituto estivo per il clero cattolico romano di incontrarsi a Mosca e, allo stesso modo, ai rappresentanti della nostra Chiesa di visitare Roma, il Vaticano e avere un’occasione per familiarizzare con la vita della Chiesa cattolica romana». In tal modo si crea «un sistema di conoscenza reciproca che le due Chiese stanno modellando». Parlando della situazione russa, Cirillo ha spiegato che in quasi tutte le parrocchie, tranne quelle molto piccole, c’è una persona dedicata al lavoro con i giovani. E ha sottolineato l’importanza del volontariato: «Oggi in tutto il paese c’è un impegno serio per organizzare un movimento di volontari. In molte università ci sono sacerdoti ortodossi e sono aperte chiese e cappelle. Ma c’è molto da fare prima che i nostri sforzi portino a risultati visibili e soddisfacenti». Secondo il primate ortodosso, la gioventù di oggi in Russia è sotto l’influenza di due fattori considerevoli che creano difficoltà alla predicazione della Chiesa. Da un lato, l’eredità di un ateismo che ha dominato per decenni la scena in Unione Sovietica, dall’altra «l’influenza della moderna civiltà occidentale con i suoi valori consumistici e gli accenti sulla vita materiale e il suo disprezzo per la vita spirituale. Ma nonostante tutte queste difficoltà, vorrei sottolineare i notevoli cambiamenti in meglio compiuti nell’ambito della cristianizzazione della nostra gioventù». Padre Destivelle ha ringraziato Cirillo per l’incontro (al quale era presente anche il metropolita Ilarione, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne) e per l’opportunità di visitare monasteri e santuari della Chiesa ortodossa russa. Ha inoltre espresso la speranza per lo sviluppo della pratica di questa esperienza estiva poiché in grado di formare sacerdoti anche alla luce dei contenuti della dichiarazione congiunta firmata all’Avana da Papa Francesco e dal patriarca di Mosca. L'Osservatore Romano, 4-5 settembre 2017 |
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