ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 13 ottobre 2017

Custos quid de nocte?

Il card. Piacenza a Fatima: “Maria a Fatima ha profetato...”
In prossimità della chiusura del Centenario, con una importante omelia, il card. Mauro Piacenza a Fatima ha colto molto opportunamente gli elementi più rilevanti del Messaggio, ricordando ai fedeli che le parole della Beata Vergine a Fatima non riguardano il passato, ma il nostro presente ed il futuro.
Lo scorso 12 settembre a Fatima il card. Mauro Piacenza, Penitenziere maggiore presso il Tribunale della Penitenzieria apostolica, ha tenuto un’omelia degna di nota che vale la pena leggere e meditare per intero. In questo articolo possiamo di certo cogliere quei passaggi di maggior rilievo che meritano una giusta attenzione soprattutto in occasione di questo avvio di conclusione del Centenario di Fatima che avrà il suo termine ufficiale il 13 ottobre prossimo, giorno in cui si commemora l’ultima delle sei apparizioni della Regina del Rosario alla Cova da Iria.
Quale messaggio ci lascia il Centenario che la Chiesa ha celebrato? Questa è la domanda fondamentale a cui è doveroso dare una risposta. L’omelia di card. Piacenza ci aiuta in questo senso. 

Di seguito i punti-chiave del discorso: «La Santa Vergine [...] non appare in qualunque luogo e questo luogo [Fatima] non è uguale ad altri luoghi. Al contrario, rispettando fedelmente la logica dell’Incarnazione, che è avvenuta in un tempo e in uno spazio precisi, le manifestazioni soprannaturali della Madonna, riconosciute dalla Chiesa, ci rimandano alla storicità della nostra fede ed al legame imprescindibile, che essa ha, per divina Volontà, con lo spazio e con il tempo. Essi sono creature di Dio, come l’intero cosmo, ed in essi, nello spazio e nel tempo, Dio ha voluto abitare [...]. La nostra fede non è una raccolta archeologica di incerte verità passate; è piuttosto l’esperienza di una Presenza, vera, oggettiva, reale e trasformante. È esattamente l’esperienza che hanno fatto i santi pastorelli Francesco e Giacinta e la serva di Dio Suor Lucia, della presenza di Maria: presenza vera, reale e trasformante.
La Beata Vergine è apparsa in questo luogo cento anni fa, non solo per esortare gli uomini alla conversione e alla preghiera, come accade in altre apparizioni, ma con un intento esplicitamente profetico, indicando agli uomini eventi del futuro, perché essi possano leggerli prudentemente, prepararsi, riconoscerli e convertirsi. È questa l’eccezionalità di Fatima! Maria, a Fatima, ha profetato e la Chiesa ha riconosciuto la verità delle apparizioni e, con esse, delle profezie. Possiamo ben dire che sarebbe in errore chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa; Fatima non è finita! Fatima è ancora da compiersi, perché il Cuore Immacolato di Maria non ha ancora trionfato pienamente».Affermazioni molto importanti queste. Porrei l’attenzione soprattutto sulle ultime righe. Perché la Madonna a Fatima ha profetato? È davvero necessaria la profezia? Non si sarebbe potuta accontentare di lasciare un messaggio spirituale di preghiera e penitenza come ha fatto in altri luoghi ad altri veggenti? No, di certo! Del resto basterebbe semplicemente riflettere sul fatto che Lei, la Sede della Sapienza, non può errare, non può fare nulla di sconveniente. Sa benissimo, molto meglio di noi, ciò di cui abbiamo bisogno.In particolare, sempre la Chiesa avrà bisogno della profezia perché, secondo il noto adagio «Ecclesia semper reformanda est» – nel senso che, anche se è stata rigenerata dal lavacro del Sangue di Cristo, ha bisogno di essere sempre riformata –, deve continuamente riesaminare se stessa per mantenersi sempre fedele al Signore nella vita e nella Dottrina, confrontandosi costantemente con il progetto e la volontà di Dio su di lei. E, della profezia, la Chiesa ha bisogno soprattutto oggi perché le infedeltà dei suoi membri, malauguratamente, si stanno moltiplicando a dismisura.Non bisogna sorprendersi se il linguaggio della Vergine del Rosario è stato in parte “criptico”, chiuso nel simbolo (si pensi alla visione relativa al Terzo Segreto): si tratta di una modalità comunicativa da sempre in vigore nella Chiesa e che trova un suo vero e proprio genere letterario nella stessa Sacra Scrittura, vale a dire il genere profetico.La profezia non è una didascalia ma necessita di una didascalia. È sempre preannuncio e richiamo: preavvisa circa il futuro e allo stesso tempo impone un cambiamento nel presente. Essa è luce e fuoco; luce che rischiara le tenebre dell’errore e della menzogna, fuoco che accende gli animi e, liberandoli dalla sterile mediocrità e dall’accomodamento ad uno stato di tiepidezza stomachevole (cf. Ap 3,15-16), li spinge efficacemente ad amare Dio osservandone i Comandamenti di vita. È questo, potremmo dire, il “contesto remoto” di tutte le profezie mariane dei nostri tempi e, in modo eminente, di quelle trasmesse a Fatima dalla Regina del Cielo. Il Porporato poi, come già ebbe a riconoscere Benedetto XVI nel 2010, afferma con sicurezza che «Fatima non è finita»: la sua profezia è davanti a noi e non dietro di noi! Se è vero che certi preannunci profetici si sono compiuti in buona parte del secolo scorso (Guerra, Comunismo, effetti devastanti degli errori della Russia), altri invece, di straordinaria importanza, si stanno compiendo o sono in procinto di compiersi, in particolare quelli che riguardano la crisi e l’apostasia nella Chiesa e il castigo purificatore che non risparmierà l’uomo se egli non tornerà sinceramente al suo Creatore. La profezia di Fatima è dinanzi a noi anche e soprattutto per ciò che di consolante ci annuncia, ovvero quel Trionfo del Cuore Immacolato che, dice il card. Piacenza, «non è ancora compiuto se non in parte». Che la promessa sia compiuta in parte possiamo dirlo in senso largo: è compiuta in parte laddove alcuni cuori degli uomini si sono aperti al messaggio salvifico della Regina del Rosario di Fatima modellando il loro cuore ad immagine della loro Madre celeste; ma in senso stretto e preciso il Cuore Immacolato, come è evidente, non ha trionfato! Questa profezia è davanti a noi e dovrà compiersi perché ad essa, l’Immacolata Madre, non ha posto alcuna condizione. Questa strabiliante promessa potrà perlopiù essere ritardata ma mai e da nessuno impedita.A seguire, la sezione centrale dell’omelia, pregna di contenuti significativi: «Se Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della Verità, la scimmia di Dio, il demonio – che c’è, che è presenza personale e drammaticamente sempre operante – vuole esattamente il contrario! Vuole cioè, che tutti gli uomini siano dannati eternamente e rimangano nelle tenebre della menzogna. Per tale ragione, la Beata Vergine Maria, per il nostro bene, ha mostrato chiaramente, qui a Fatima, la possibilità reale della perdizione definitiva, del rifiuto definitivo di Dio e della sua salvezza. Ricordare questo non è fare terrorismo ma compiere un atto di misericordia, un atto d’amore. Potrebbe forse la Santa Vergine pronunciare anche una sola parola che non sia vibrante di amore? Se Cristo ha già sconfitto definitivamente il male e la morte, la Chiesa, unita a Lui, ne prosegue l’opera di annuncio e di salvezza.La preghiera ed in particolare la preghiera del Rosario, nel quale il Santo Nome di Maria, di cui oggi pure facciamo memoria, è litanicamente ed amorosamente ripetuto, è anch’essa un grande esorcismo sul mondo, un avvolgere in una rete d’amore gli uomini, i luoghi e la storia, lo spazio e il tempo, perché nulla si sottragga all’universale volontà salvifica di Dio e perché i cuori, plasmati dal benedetto Nome di Maria, si aprano all’incontro con il Salvatore.Anche in questo senso, Fatima non è compiuta! Perché non è compiuta la missione della Chiesa, che vivrà fino alla fine dei secoli, in ogni circostanza storica e nonostante ogni avversità della cultura e del potere. Cento anni fa, quando tutto è cominciato, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che tre semplici Pastorelli avrebbero determinato la storia di questo paese, dell’intera penisola iberica, dell’Europa, del mondo e della Chiesa. Eppure noi siamo qui, a testimoniare la verità della fede e l’evidenza che, nonostante tutto, nonostante i nemici di fuori e di dentro, la Chiesa vive nelle coscienze degli uomini, in esse progredisce, in esse fruttifica, in esse riaccade sempre per la salvezza dei singoli e dell’umanità».Mi sembra opportuno, in chiusura, far risaltare questi splendidi passaggi succitati attraverso le parole di un altro cardinale, il Segretario di Stato Pietro Parolin che, il 12 maggio scorso, ha tenuto sulla spianata del Santuario di Fatima un’omelia inaugurativa molto bella ed è significativo che due discorsi di due alti Prelati della Chiesa (uno all’inizio e l’altro al termine di questi sei mesi di grazia del Centenario di Fatima) concordino così efficacemente sul “messaggio essenziale” di Fatima che deve essere urgentemente accolto, vissuto e approfondito da ogni anima battezzata. A seguire due passaggi dell’omelia del card. Pietro Parolin: «In mezzo a tutta questa preoccupazione e incertezza riguardo al futuro, che cosa ci chiede Fatima? La perseveranza nella consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, vissuta ogni giorno con la recita del Rosario».È un appello a tutta la Chiesa a diventare mariano-militante perché – come da promessa divina – tutto ciò che è autenticamente mariano dovrà resistere a questa tempesta anticristica. E si canterà a squarciagola nel giorno della vittoria: «Grida di giubilo e di vittoria, nelle tende dei giusti: la destra del Signore ha fatto meraviglie, la destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto meraviglie» (Sal 118). Ecco allora l’essenziale degli appelli di Maria a Fatima: «la perseveranza nella consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, vissuta ogni giorno con la recita del Rosario», concetto importantissimo che completa quanto disse papa Benedetto nel 2010 circa “l’essenziale” del messaggio di Fatima. Anzi, qui il cardinal Parolin coglie “l’aspetto mariano” della militanza cattolica, la dimensione mariana della cooperazione alla grazia di Dio: la consacrazione e il Rosario!«Come Salmo responsoriale, abbiamo avuto il cantico del “Magnificat”, dove spicca il contrasto fra la “grande” storia delle nazioni e dei loro conflitti, la storia dei grandi e dei potenti con la sua stessa cronologia e geografia del potere, e la “piccola” storia dei poveri, degli umili e dei deboli. Questi sono chiamati a intervenire a favore della pace con un’altra forza, con altri mezzi apparentemente inutili o inefficaci quali la conversione, la preghiera riparatrice, l’affidamento. È un invito a fermare l’avanzata del male entrando nell’oceano dell’Amore divino come resistenza – e non resa – alla banalità e fatalità del male [...]. Gli esseri umani ottengono questa vittoria quando sono capaci di un sacrificio che diventa riparazione».È il prezzo pagato dai Pastorelli, è lo stesso prezzo pagato da centinaia di migliaia di anime generose che hanno fermato la “spada di fuoco dell’Angelo castigatore” (cf. Terzo Segreto di Fatima) lungo la storia confermando che se la mobilitazione per il Bene è costosa è, però, “vero movimento di liberazione” cioè dal peccato e dal capriccio, dalla cattiveria e dalla soggezione supina al regno delle tenebre. In queste due ideali “storie a confronto”, nella piccola storia fatta dai poveri e dagli umili, dai veri amanti di Dio, sono essi, con le loro potenti armi spirituali, ad avere “le mani sul timone della storia”, sono i veri timonieri della storia! I tre Pastorelli sono stati timonieri della storia e lo sarebbero stati tutti gli uomini se avessero ascoltato gli appelli di Maria! Quale potere è nelle nostre mani!
dal Numero 39 del 8 ottobre 2017 di Fra Pietro Pio M. Pedalino
http://www.settimanaleppio.it/dinamico.asp?idsez=1&id=1502

13 ottobre 1917 – 13 ottobre 2017. Chi veglia nella notte?

     Oggi, 13 ottobre 2017, centesimo anniversario dell’ultima apparizione di Fatima e del «miracolo del sole», tornano alla mente le parole che Benedetto XVI pronunciò sette anni fa, il 13 maggio 2010, quando, nell’omelia della messa celebrata nella spianata del santuario di Fatima, si chiese: «Chi veglia, nella notte del dubbio e dell’incertezza, con il cuore desto in preghiera? Chi aspetta l’alba del nuovo giorno, tenendo accesa la fiamma della fede?».
Poi papa Ratzinger aggiunse: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: “Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!” (Gen 4, 9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente come Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: “Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?” (Memorie di Suor Lucia, I, 162)».
«Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo […] Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità».
Sono parole chiare. Come chiare erano state quelle pronunciate davanti ai giornalisti, sull’aereo in volo da Roma a Lisbona, quando, rispondendo a una domanda sul terzo segreto e sulla possibilità di inserire nella visione della Chiesa perseguitata anche le sofferenze della Chiesa di oggi a causa dei peccati degli abusi sessuali sui minori, disse: «Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio è anche che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo lo vediamo sempre ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione alla Chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa. E che la Chiesa ha quindi profondo bisogno di reimparare la penitenza, accettare la purificazione, imparare il perdono ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia. Dobbiamo imparare proprio questo essenziale: la conversione, la preghiera, la penitenza, le virtù teologali e che il male attacca anche dall’interno, ma che sempre anche le forze del bene sono presenti e che finalmente il Signore è più forte del male e la Madonna per noi è la garanzia. La bontà di Dio è sempre l’ultima risposta della storia».
Imparare di nuovo le virtù teologali (fede, speranza, carità), fare penitenza, praticare il perdono non disgiunto dalla giustizia, convertirsi, pregare. La «ricetta» di Benedetto XVI non potrebbe essere più cristallina. La riflessione prende spunto dai casi di pedofilia, ma certamente quando Ratzinger parla del peccato che c’è nella Chiesa non pensa soltanto a quelli. Tanti sono i peccati, tante le infedeltà.
Rievocando le parole pronunciate da Benedetto XVI sette anni fa tornano alla mente anche quelle che il teologo Joseph Ratzinger utilizzò nel 1969 in una serie di conversazioni radiofoniche, durante le quali, spingendosi a fare quella che poi fu definita una vera e propria profezia sulla Chiesa del futuro, la immaginò piccola, ridimensionata, costretta ad abbandonare molti luoghi di culto, umiliata, non più rilevante socialmente e chiamata a ripartire dalle origini.  Una Chiesa passata attraverso un  «enorme sconvolgimento», ma che proprio per questo potrà rinascere purificata.
«A me sembra certo – disse – che si stanno preparando per la Chiesa tempi molto difficili. La sua vera crisi è appena incominciata. Si deve fare i conti con grandi sommovimenti. Ma io sono anche certissimo di ciò che rimarrà alla fine: non la Chiesa del culto politico, ma la Chiesa della fede. Certo essa non sarà più la forza sociale dominante nella misura in cui lo era fino a poco tempo fa. Ma la Chiesa conoscerà una nuova fioritura e apparirà come la casa dell’uomo, dove trovare vita e speranza oltre la morte».
E allora sarà possibile vedere «quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo» e le persone «lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto».
A proposito della giustizia e della necessità di recuperare la nozione di giudizio, Benedetto XVI ha scritto pagine indimenticabili nella «Spe salvi». Dopo aver notato che «nell’epoca moderna il pensiero del Giudizio finale sbiadisce», Ratzinger spiega che laddove non c’è più un Dio che crea giustizia è l’uomo stesso a stabilirne la misura. Il che di fatto apre la strada all’ingiustizia, come dimostra la storia.
È vero che per l’uomo l’immagine del Giudizio finale può essere spaventosa, ma più corretto è dire che «è un’immagine che chiama in causa la responsabilità».
Ecco l’aspetto che l’uomo, specie ai nostri giorni tende spesso a non considerare. Dio ci prende sul serio. Per questo ci vuole liberi e per questo ci insegna la libertà nella responsabilità.
Certamente Dio, nella sua giustizia, «è insieme anche grazia», e «questo lo sappiamo volgendo lo sguardo sul Cristo crocifisso e risorto». Ma «ambedue – giustizia e grazia – devono essere viste nel loro giusto collegamento interiore». Perché «la grazia non esclude la giustizia. Non cambia il torto in diritto. Non è una spugna che cancella tutto così che quanto s’è fatto sulla terra finisca per avere sempre lo stesso valore».
«Contro un tale tipo di cielo e di grazia – ricorda Benedetto XVI – ha protestato a ragione, per esempio, Dostoëvskij nel suo romanzo “I fratelli Karamazov”. I malvagi alla fine, nel banchetto eterno, non siederanno indistintamente a tavola accanto alle vittime, come se nulla fosse stato».
Buon 13 ottobre a tutti.
Aldo Maria Valli

Miracolo del sole. Una realtà storica


O seculo del 15 ottobre 1917
Esattamente 100 anni fa, il 13 ottobre del 2017, vicino a Fatima, a Cova di Iria, capitò un evento epocale. Migliaia di persone, 70 mila per l'esattezza, assisterono ad un fenomeno sovrannaturale. Il sole si mosse, ballando nel cielo. Era il miracolo del sole, che concluse le apparizioni della Madonna a Fatima, che rivelarono all'umanità segreti e visioni tragiche sull'Inferno e sull'avvenire.
Quel miracolo, come accadde a Ghiaie di Bonate anni dopo, coinvolse un numero enorme di persone, che riferirono di esso nei giorni seguenti, oltre a dei giornalisti che riportarono la notizia sui loro quotidiani (vedi la prima foto). Possiamo quindi dire che quel miracolo è avvenuto ed è provato, checché ne dicano i miscredenti di ogni ordine e grado.
Riportiamo qualche foto dell'evento:
La folla
Giornale dell'epoca
La folla guarda il cielo
http://www.campariedemaistre.com/2017/10/miracolo-del-sole-una-realta-storica.html

100 anni di Fatima

di Federico Catani
UNA MISSIONE PROFETICA ANCORA ATTUALE
  
Nell'omelia pronunciata a Fatima il 13 maggio 2010, Papa Benedetto XVI affermò:«Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». Alcuni giorni prima, rispondendo alle domande dei giornalisti durante il volo per il Portogallo, aveva già detto che nei messaggi della Madonna alla Cova da Iria, « sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano . Perciò è vero che oltre il momento indicato nella visione, si parla, si vede la necessità di una passione della Chiesa, che naturalmente si riflette nella persona del Papa, ma il Papa sta per la Chiesa e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano » .

Le apparizioni dell'Angelo della pace
In effetti, più il tempo passa e più la mariofania di Fatima sembra parlare ai giorni nostri. Particolarmente attuale è ad esempio il messaggio dato dall'Angelo della Pace e del Portogallo nel 1916, esattamente cento anni fa. Apparendo per tre volte ai tre pastorelli (Lucia dos Santos e i suoi cugini Francesco e Giacinta Marto), quasi a prepararli alla venuta della Madonna, il messo celeste li invita a pregare ed offrire penitenze e sacrifici a Dio per la conversione dei peccatori e l'espiazione delle loro colpe.
Mostratosi poi con il calice e l'Ostia santa, insegna ai tre fanciulli queste due preghiere: «Mio Dio, io credo, adoro, spero e vi amo, vi chiedo perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano, e non vi amano» «Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo: vi adoro profondamente e vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze da cui Egli stesso è offeso. E per i meriti infiniti del suo Sacratissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, vi domando la conversione dei poveri peccatori» .

IL CUORE DELLA DEVOZIONE EUCARISTICA

In pratica, qui c'è il cuore della devozione eucaristica che ogni cattolico dovrebbe avere. Specie in un tempo, come il nostro, in cui la Santissima Eucaristia viene profanata in ogni modo: pensiamo ai sacrilegi eucaristici commessi dai satanisti, ma ancor di più, purtroppo, ai tentativi di far ricevere la Comunione ai pubblici peccatori, senza alcun pentimento, o al modo in cui viene trattata in certe liturgie, dove si è perso totalmente il senso del sacro, tanto che la gente ormai sembra ignorare che nell'Ostia santa c'è realmente e sostanzialmente Nostro Signore Gesù Cristo vivo e vero.
Ma venendo finalmente alle apparizioni di Fatima (dal 13 maggio al 13 ottobre 1917), i messaggi che la Madonna ha consegnato ai tre pastorelli sono ancora tutti da meditare in vista del centenario.

Sacrificio, penitenza e rinuncia
In tutti gli incontri, la Beata Vergine Maria esorta Lucia, Francesco e Giacinta a recitare il Santo Rosario ogni giorno e ad accettare con pazienza sofferenze e sacrifici per riparare le offese arrecate dagli uomini a Dio e per convertire i peccatori. In una società, come quella attuale, che non vuole sentir parlare di dolore e in un mondo cattolico in cui sembra non si conosca più il senso della sofferenza (si parla solo di gioia e di festa…), le parole della Madre di Dio indicano la strada per la santità: una strada che non può fare a meno del sacrificio, della penitenza, della rinuncia. «Pregate, pregate molto e fate dei sacrifici per i peccatori! – esorta la santissima Vergine - Vi sono molte anime che vanno all'inferno perché non c'è nessuno che si sacrifichi e preghi per loro» .
Il 13 luglio è la data dei celebri segreti di Fatima. È molto utile riportare per intero quanto detto dalla Madonna, riprendendo ciò che scrisse suor Lucia.


LE PAROLE DELLA VERGINE
La Beata Vergine Maria aprì le mani davanti ai tre pastorelli e «un riflesso [della luce] parve penetrare nella terra e vedemmo come un oceano di fuoco. Immersi in quel fuoco [vedevamo] i demoni e le anime [dannate]. [Queste] erano come bragia trasparente, nera o bronzea, e avevano forma umana. Erano come sospese in questo incendio, sollevate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nubi di fumo. [E poi ] ricadevano da ogni parte, come le scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, in mezzo a grida e gemiti di dolore e di disperazione che facevano orrore e tremare di paura. (È alla vista di questo spettacolo che devo aver lanciato quel grido "Ahi" che si dice aver inteso da parte mia). I demoni si distinguevano [dalle anime dannate] per le forme orribili e ripugnanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti, come dei neri carboni trasformati in bragia. 
Questa visione non durò che un momento, grazie alla nostra buona Madre Celeste che nella prima apparizione ci aveva promesso di portarci in Cielo, senza di che credo che saremmo morti di spavento e di paura. Spaventati e come per chiedere soccorso abbiamo alzati gli occhi verso la Madonna che ci disse con bontà e tristezza: " Avete visto l'Inferno , dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarli Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se si fa quello che vi dico molte anime si salveranno, ci sarà la pace.La guerra finirà . Ma se non si cessa di offendere Dio allora sotto il regno di Pio XI ne comincerà un'altra peggiore .
Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta allora sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per punire il mondo dei suoi delitti per mezzo della guerra, della carestia e delle persecuzioni contro la Chiesa e il Santo Padre. 
Per impedirlo verrò a chiedere la conversione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice dei primi sabati del mese. Se si darà ascolto alle mie richieste allora la Russia si convertirà e ci sarà la pace, altrimenti la Russia diffonderà i suoi errori per tutto il mondo, provocando guerre e persecuzioni contro la Chiesa . I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, parecchie nazioni saranno annientate. Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà . Il Santo Padre mi consacrerà la Russia che si convertirà e sarà concesso al mondo un certo periodo di pace . Nel Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, ecc.».

Suor Lucia ha poi scritto, a distanza di anni, quella che sarebbe la terza parte del segreto, resa nota dal Vaticano nel 2000. «Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo ; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse:Penitenza, Penitenza, Penitenza!
E vedemmo in una luce immensa, che è Dio, ("qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti") un vescovo vestito di bianco, ("abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre") insieme a vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce, venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio ».

In queste parole, oltre ad un vero e proprio compendio del Cattolicesimo, c'è la confutazione di tutte le deviazioni dottrinali e morali oggi assai diffuse, anche tra alcuni uomini di Chiesa.
La Madonna, ad esempio, mostra l'inferno. Quindi la dannazione eterna esiste e molte anime subiscono questa sorte orribile. L'inferno pertanto è una realtà e purtroppo non è affatto vuoto. La misericordia di Dio non può essere scissa dalla sua divina giustizia: sono due facce della stessa medaglia . Dio ci ama sconfinatamente, ma proprio per questo non ha esitato a farsi uomo in Gesù Cristo e a sacrificarsi sulla croce per espiare il peccato dell'umanità. Il peccato esige sempre la giusta riparazione, perché offende Dio infinitamente. La Madonna a Fatima parla di castighi divini nel caso in cui gli uomini non si ravvedano: è un grande gesto d'amore. Dio infatti castiga e punisce per amore, per aiutare il peccatore a tornare sulla retta via . E la Madonna, che è Madre, avverte i suoi figli prima che si faccia sentire la giustizia divina. Chiunque può notare la differenza tra il linguaggio del Cielo, usato dalla Vergine stessa per volontà di Dio, ed il nuovo linguaggio oggi di moda in molti ambienti cattolici o sedicenti tali...

Il messaggio di Fatima è anche, si potrebbe dire, di tipo politico. Si parla di consacrazione della Russia e degli errori diffusi da questo Paese nel corso del XX secolo. Si fa riferimento, in pratica, all'orrore del comunismo e di tutto quello che da esso deriva, le cui conseguenze si vedono benissimo anche adesso . La Madonna vuole che uno Stato venga consacrato a Lei: non si può qui non ravvedere un chiaro riferimento alla regalità sociale di Cristo.

Chiede la devozione al suo Cuore Immacolato, oggi ancora poco praticata, nonostante tutto. E annuncia gravi castighi per la Chiesa e persecuzioni al Papa. La terza parte del segreto, ancora discussa, comunque la si pensi, lascia intendere che nella Chiesa, come denunciato pure da Benedetto XVI, c'è una grande crisi di fede. Il rimedio starebbe allora in una purificazione, le cui modalità e tempi non ci è dato conoscere, ma a quanto pare si potrebbe trattare di un bagno di sangue, con molti martiri. A risaltare nella visione è senza dubbio il ruolo e la centralità del Sommo Pontefice: è il Papa che deve consacrare la Russia e sempre lui deve soffrire più di altri.

Insomma, quello di Fatima è un messaggio di tragedia e di speranza allo stesso tempo . Perché la Madonna l'ha promesso: alla fine, dopo un salutare castigo, il suo Cuore Immacolato trionferà. E, secondo molti studiosi, sarà un trionfo non solo di Maria, ma anche della Chiesa e del Papato. Sarà la Civiltà Cristiana stessa ad essere restaurata.

Plinio Corrêa de Oliveira, già nel 1953 scriveva che l'elemento essenziale del messaggio di Fatima «consiste precisamente nell'aprire gli occhi degli uomini di fronte alla gravità della situazione, nel fornire loro una spiegazione alla luce dei piani della Provvidenza Divina, e nell'indicare i mezzi necessari per evitare la catastrofe» .

Il 13 ottobre 1917 le grandi apparizioni mariane si concludono con il miracolo del sole, visto da decine e decine di migliaia di persone, preannunciato mesi prima dalla Vergine stessa ai tre fanciulli. Evidentemente Dio ha voluto apporre in maniera solenne il suo sigillo su quanto avvenuto a Fatima: dalle profezie, alle promesse, fino agli avvertimenti terribili che la Madonna ha rivelato.
Benedetto XVI stesso ha lasciato intendere che le promesse di Fatima sono vicine ad avverarsi. Il 13 maggio 2010, nella Santa Messa celebrata alla Cova da Iria, concluse l'omelia con un augurio: «Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioniaffrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità » . Noi, come apostoli di Fatima e figli devoti della Madonna, lavoriamo e preghiamo perché questo trionfo arrivi presto.


(Ass. Luci sull'Est - "Spunti", Maggio 2016)
http://www.campariedemaistre.com/2017/10/100-anni-di-fatima.html

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