ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 14 ottobre 2017

Indré o avant?

Ci sono novità dai Vangeli che ancora non conosciamo?



Sì, ma riguarda la nostra conversione alle dottrine dei Vangeli già chiaramente emerse, non si tratta di convertire le dottrine alle mode dei tempi!
La frase di cui vogliamo occuparci proviene dal Discorso del santo Padre Francesco, vedi qui, e che sta suscitando imbarazzo ed anche confusione. La frase è questa: “Non è sufficiente, quindi, trovare un linguaggio nuovo per dire la fede di sempre; è necessario e urgente che, dinanzi alle nuove sfide e prospettive che si aprono per l’umanità, la Chiesa possa esprimere le novità del Vangelo di Cristo che, pur racchiuse nella Parola di Dio, non sono ancora venute alla luce…”
Perciò proponiamo la questione con una semplice domanda: ci sono ancora novità dai Vangeli che ancora non conosciamo?

La risposta, pura e altrettanto semplice è un “Sì” che però deve essere spiegato bene a partire dalle stesse parole di Gesù: “lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto…” (Gv.14,23-29). Si tratta allora di un “ricordare” alcune cose che Gesù aveva insegnato e “detto” ma, che per molte ragioni a noi sconosciute, non sono state riportate letteralmente nei Vangeli.  Il primo impatto e riscontro a questa verità lo troviamo nelle Lettere apostoliche e di san Paolo. Paolo afferma di non essere stato istruito dagli Apostoli e di non essere venuto a Gerusalemme e di non aver trattato con essi se non dopo tre anni di apostolato nei quali è stato Gesù stesso il suo diretto Maestro (Lettera ai Galati).
Dal momento che Gesù è VERITA’, vita e via, è naturale che l’insegnamento ricevuto dagli Apostoli e da San Paolo, non può scontrarsi o contraddirsi, ma le dispute di Paolo con gli Apostoli, saranno proprio su alcune incomprensioni che, però, le stesse Lettere chiariranno una volta per tutte tanto da rientrare, queste, nel Canone biblico, ossia in quella che la Chiesa ha riconosciuto quale “Parola di Dio”.
San Pietro (e non a caso proprio Pietro) nella sua Lettera lo esprime chiaramente: “come anche il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina…” (2Pt.3,15-16), il monito PETRINO e’ altrettanto semplice e chiaro: non siamo “noi” gli apostoli in contraddizione o in discordia a riguardo dell’insegnamento delle Scritture, ma siete VOI fedeli che dovete ascoltarci nell’insieme delle vicende. Dirà precisamente Pietro subito dopo: ” Voi dunque, carissimi, essendo stati preavvisati, state in guardia per non venir meno nella vostra fermezza, travolti anche voi dall’errore degli empi; ma crescete nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo… (vv.17-18).
Premessa necessaria questa per comprendere che “quelle cose che ancora sembrano oscure a noi oggi” non sono affatto LE DOTTRINE che la Chiesa ha sigillato nei dogmi e nel Catechismo bimillenario, ma è CRESCERE in quella “conoscenza e grazia” del Signore Gesù Cristosi tratta della NOSTRA CONVERSIONE alle dottrine; non di convertire le dottrine, ma NOI! Non dimentichiamo infatti che “BUONA NOVELLA” non è la modifica della legge o una questione dottrinale di comodo, significa annunciare la salvezza per ottenere la quale, noi, dobbiamo convertirci ed accogliere per amore la Legge.
Torniamo così sempre all’eresia di Martin Luterocliccare quied anche qui, il quale invece pretese di giungere ad una “nuova conoscenza” delle Scritture per giustificare il proprio peccato! Se è vero che Lutero all’inizio della sua protesta non intendeva affatto creare una nuova chiesa, ma voleva semplicemente cambiare la Chiesa, è altrettanto vero che la sua superba pretesa di capire le Scritture attraverso la sua personale comprensione, diede origine di fatto alla nuova tradizione PROTESTANTE nella Chiesa, proprio come Pietro aveva ammonito nella sua seconda Lettera sopra citata.
Torniamo così alla frase espressa da Papa Francesco all’interno del ricordo dei 25 anni della pubblicazione del nuovo Catechismo.
La frase di per se è corretta: ci sono ancora, infatti, molte “cose” che noi, e le generazioni che verranno, dobbiamo ancora comprendere. Ma di cosa si tratta? Questo è il punto che il Papa non spiega, al contrario, usa la frase per spingere gli ascoltatori ad una modifica del Catechismo sulla pena di morte! La frase che infatti confonde e getta ambiguità è quando il Papa dice: “Non è sufficiente, quindi, trovare un linguaggio nuovo per dire la fede di sempre…”
In verità si vuole usare un’ aspetto vero con – o per – un aspetto falsoIn campo dottrinale TUTTO è stato rivelato e il Concilio di Trento è stato l’ultimo Concilio nel quale tutto ciò che riguarda l’etica, la morale, l’antropologia, la scienza, i Sacramenti, i dogmi professati, il Credo, la Liturgia, i Novissimi…. TUTTO è stato messo in LUCE definitivamente!
Tuttavia Papa Francesco intende trasmettere che gli ultimi Pontefici suoi Predecessori “avevano già iniziato ad insegnare una dottrina diversa sulla pena di morte rispetto a quella tradizionale…” vedi quima non è vero quanto afferma il Papa!!!
I Pontefici vollero semplicemente far comprendere che non potendo modificare il PRINCIPIO DELLA LEGITTIMA DIFESA la quale è sancita da Dio stesso, si richiedeva agli uomini ed alle persone di buona volontà, alle politiche del nostro tempo, di adoperarsi affinché questa legittima opportunità non venga usataQuesto dice oggi il CatechismoLo sforzo che siamo chiamati a fare è di capire, per noi e per gli altri, che ricorrere alla legittima pena di morte non è di aiuto ne a noi e neppure ai recidivi, ci vogliono politiche diverse ( e più cristiane) NON DOTTRINE diverse!
Secondo Papa Francesco invece, non è sufficiente un linguaggio adeguato ai tempi, bisogna fare di più, non spiega come, ma purtroppo afferma un fatto sui Predecessori che è un falsoNon attribuiamo al Papa di mentire, ma ciò che ha detto non è la verità!
Gesù chiede amore verso di Sé come osservanza DEI COMANDAMENTI (cf. Gv 13,34; 15,12) che racchiude in ciò che riconosciamo essere il suo comandamento dell’amore. E’ Gesù che dice che chi lo ama nell’amore – per lui – resterà fedele alla sua parola, sarà amato dal Padre, così che il Padre e il Figlio verranno a mettere dimora presso di lui… NON dobbiamo modificare il Catechismo, la Dottrina o i dogmi, ma dobbiamo cambiare NOI nell’atteggiamento verso di Lui e il Padre. Chi segue i Comandamenti, infatti, e lo fa per amore, non ha bisogno di dottrine e di altro, sa bene cosa c’è in gioco ed amerà il suo prossimo fino a dare la propria vita per l’altro.
Quali sono allora queste “novità” dei Vangeli che dovremmo ancora scoprire?
IL “NOI” CHI SIAMO! Come dobbiamo rapportarci nei confronti del Cristo e di Dio Padre, come ascoltare davvero lo Spirito Santo ed essere docili ed obbedienti a ciò che è davvero conveniente per la nostra salvezza. NON CI SONO NOVITA’ DOTTRINALI!! Questo fu l’errore di Lutero: non cambiò lui, ma lui rimanendo drammaticamente nelle sue debolezze, giunse a modificare la dottrina della Chiesa per giustificare le sue debolezze. Per questo oggi nel Protestantesimo si pratica l’aborto, il divorzio, l’omosessualità, l’eutanasia, il sacerdozio femminile (anche se hanno rigettato l’Ordine sacro), si nega la Presenza di Gesù nell’Eucaristia e persino disturba loro il Sacramento dell’Unzione degli infermi. Al concetto di “novità” c’era cascato già Lutero 500 anni fa e i disastri li stiamo ancora pagando!
Il Concilio di Trento mise in ordine tutto ciò che c’era da sapere in materia dottrinale, il nuovo Catechismo ha amplificato questa comprensione e ciò che possiamo fare oggi è quel trovare i modi giusti, ed un linguaggio appropriato, per progredire  NELLA COMPRENSIONE DOTTRINALE e non per modificarla. Questo è quanto intendeva San Vincenzo di Lerino (V secolo) citato da Papa Francesco, che nel suo Commonitorium primum diceva che il dogma della religione «progredisce, consolidandosi con gli anni, sviluppandosi col tempo, approfondendosi con l’età». Come direbbe lo stesso San Vincenzo di Lerino oggi a noi «anche nella stessa chiesa cattolica ci si deve preoccupare molto che ciò che noi professiamo sia stato ritenuto tale ovunque, sempre e da tutti».
Lo sviluppo di una dottrina è infatti IN AVANTI non indietro, ciò che la Chiesa ha dottrinalmente professato non può mutare nel decreto, progredisce senza regredire, trova nuovi modi per rendersi più efficace e nuovi linguaggi per farsi comprendere, ma non che modifica la struttura dottrinale per accomodarsi ai problemi o alle mode dei tempi! Questo fu infatti il monito profetico di San Paolo a riguardo degli ultimi tempi:
“Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero…” (2Tim.4,1-5)
Laudetur Jesus Christus

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