Chiesa polacca sulle barricate: preparato un report contro il Papa
Bergoglio frenato dalla Chiesa polacca. Un documento dei vescovi ribadisce l'unica interpretazione possibile della dottrina: quella di Giovanni Paolo II
La dottrina di Papa Bergoglio e la sua esortazione apostolica "Amoris Laetitia" finiscono sotto la lente d'ingrandimento dei vescovi polacchi.
Bergoglio frenato dalla Chiesa polacca. Un documento dei vescovi ribadisce l'unica interpretazione possibile della dottrina: quella di Giovanni Paolo II
Un documento di 19 pagine redatto da questi ultimi durante l'assemblea plenaria della Kep, infatti, fa tornare d'attualità la questione. Specialmente perché il testo sembra essere stato redatto a sostegno delle ragioni dei dubia e a scapito, quindi, delle aperture operate su alcuni punti dottrinali trattati nell'esortazione. Per quanto sempre lo stesso documento presenti carattere assolutamente dialettico e diplomatico.
La riunione che ha stilato il documento si è tenuta a Lublino, in Polonia orientale, il 13 ed il 14 di ottobre. Il testo è relativo alle linee guida tramite le quali Amoris Laetitia deve essere letta. Attualmente questo documento rappresenta solamente una bozza, ma è già possibile dire che interpreta la discussa esortazione apostolica di Papa Francesco in modo assolutamente restrittivo.
Per leggere il testo nella sua versione ufficiale bisognerà aspettare ancora un po', ma le indiscrezioni sono state pubblicate e confermano quanto si vociferava attorno a questo documento: i vescovi polacchi hanno fatto la loro scelta. Nello specifico, secondo autorevoli fonti, la Conferenza episcopale polacca avrebbe negato la possibilità che le coppie che vivono "more uxorio" possano accedere al sacramento della comunione, smentendo, appunto, le tesi aperturiste al riguardo.
Il tutto assume un significato simbolico: la Chiesa polacca, erede naturale di Giovanni Paolo II e della sua visione dottrinale, ha sottolineato la centralità di tre testi: la "Familiaris consortio" ; il decreto della Congregazione per la Dottrina della Fede del 1994; il Catechismo della Chiesa Cattolica. Come a voler ribadire, insomma, che l'unica interpretazione possibile su punti così tanto analizzati e discussi sia quella di San Giovanni Paolo II. Nessuna interpretazione estensiva è possibile, dunque, secondo i vescovi polacchi.
Sempre nello stesso documento, poi, si troverebbe anche un chiarimento rispetto al fatto che la Chiesa intenda accogliere pienamente le persone non unite in matrimonio senza discriminarle in alcun modo. Ma la comunione no, quella per i vescovi polacchi, resta una "esclusiva" di chi è unito da un sacro vincolo.
Dopo il "rosario delle frontiere" contro l'invasione islamica e per l'identità europea di qualche giorno fa, infine, la Chiesa polacca si conferma avanguardia di tradizionalismo all'interno della diatriba dottrinale cattolica. La notizia dell'iniziativa del rosario non è stata riportata dai media vaticani nonostante abbia coinvolto più di un milione di fedeli. Qualcuno ipotizza che a Papa Bergoglio non sia piaciuta. Il documento che certifica la contrarietà dei vescovi ad alcune aperture progressiste di Bergoglio ribadisce l'esistenza di una difformità di vedute. L'autunno caldo della Chiesa, insomma, sembra destinato a continuare.
- Mar, 17/10/2017
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/i-vescovi-polacchi-frenano-bergoglio-su-amoris-laetita-1453426.html
http://www.marcotosatti.com/2017/10/17/amoris-laetitia-i-vescovi-polacchi-in-un-documento-dicono-no-alleucarestia-a-divorziati-risposati-e-conviventi/
AMORIS LAETITIA. I VESCOVI POLACCHI IN UN DOCUMENTO DICONO
NO ALL’EUCARESTIA A DIVORZIATI RISPOSATI E CONVIVENTI.
Su La Nuova Bussola Quotidiana di oggi ho scritto un articolo su un fatto importante: il documento redatto dalla Conferenza Episcopale Polacca, che si è riunita nei giorni scorsi a Lublino, alla presenza del Nunzio apostolico, l’arcivescovo Salvatore Pennacchio.
In breve: i vescovi polacchi hanno negato la validità delle interpretazioni aperturiste di Amors Laetitia, negando la possibilità di dare la comunione a persone che vivono in stato di peccato, cioè divorziati risposati e conviventi, e hanno ribadito la validità del Magistero della Chiesa sul matrimonio e l’eucarestia, così come espresso nel corso dei secoli e ancora recentemente dall’enciclica Familiaris Consortio di San Giovanni Paolo II. È del 1981; e non si può certo dire che il problema dei divorziati risposati non fosse ben presente già allora.
Ogni giorno che passa mette in crescente evidenza lo stato di confusione creato dall’ambiguità (voluta) dell’esortazione apostolica, e dalla non volontà di dire una o più parole chiarificatrici da parte dell’unica persona che per ruolo e mandato ha la possibilità, e probabilmente il dovere di parlare. Il docuomento polacco, che non si sa quando verrà reso di pubblico dominio, in quel momento renderà chiara la divisione: da una parte dell’Oder, in Germania, i divorziati risposati potranno commettere quello che dall’altra sponda del fiume verrà considerato un sacrilegio, cioè la ricezione del Corpo di Cristo da parte di persone indegne a riceverlo. E non c’è dubbio che i vescovi dall’una e dall’altra parte del fiume agiscono pensando di seguire il dettato dell’esortazione apostolica. Una situazione paradossale, impensabile in qualunque altra struttura che non sia la Chiesa cattolica del 2017.
MARCO TOSATTI
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