ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 24 ottobre 2017

Vogliono nuovamente condannare Cristo

Riabilitazione di Lutero, Santa Teresa d’Avila non ci sta!

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Martin Lutero, a 500 anni di distanza, divide ancora la Cristianità e con essa la Chiesa. A dire il vero la Santa Romana Chiesa aveva chiuso, più ci cento anni fa e dopo 400 anni di riflessioni e approfondimenti, la terribile vicenda luterana: Lutero è stato un eretico e ciò che ha partorito è stata la più grande eresia di tutti i tempi, passati, presenti e futuri. Oggi, però, in pieno “dogma” del dialogo assistiamo, non tanto ad un revival del monaco ribelle, ma ad una vera e propria riabilitazione della sua dottrina. Da eretico a “santo”. A dir la verità non è la prima volta che questo accade nella storia della Chiesa, come nella celebre vicenda di Santa Giovanna d’Arco. Ma nel caso della Punzella, giudicata da un tribunale (falso!) dell’Inquisizione e arsa viva come eretica nel 1431, è seguita una riabilitazione promossa dallo stesso re di Francia, Carlo VII (che prima non aveva mosso nulla per aiutarla) già nel 1456 istituendo un processo che ricostruisse la verità della triste vicenda.

Di Lutero non si può dire altrettanto, ne per quanto riguarda i giudizi dei contemporanei, ne di quanti (santi e pontefici) hanno potuto toccare con mano le disastrose conseguenze del suo pensiero. Nel XX secolo, tuttavia, assistiamo ad una inversione di marcia. Alla base di questa c’è l’idea, giusta, che bisogna trovare punti d’intesa con i “fratelli separati” nei quali ritrovare l’unità perduta. Ma attenzione a parlare di ritorno nell’unica Chiesa di Cristo! I cultori del dialogo distinguono bene i due piani. Da una parte il dialogo, dall’altro l’evangelizzazione. Distinzione più che giusta, con l’unico problema che il secondo aspetto è venuto totalmente a mancare, celebrando come unica via di incontro con l’altro solo quella dello sterile dialogo, che nulla cambia, ma che sembra col tempo generare confusioni e nuove separazioni. Eterogenesi dei fini.
A calcare la mano sulla riabilitazione del monaco ribelle è stato a più riprese il Santo Padre, sia nel viaggio del 2016 in Svezia che in altre occasioni durante tutto l’anno delle celebrazioni per il cinquecentenario della Riforma. Ma è su Civiltà Cattolica, la rivista dei Gesuiti guidata da Antonio Spadaro (collaboratore stretto del Papa), che padre Giancarlo Pani scrive addirittura non solo che “il Papa ha definito Lutero un «riformatore»” ma anche che “ha riconosciuto l’errore della Chiesa nei suoi confronti. Avete capito? Per Civiltà Cattolica il Papa ha affermato che nella vicenda della Controriforma è stata anche la Chiesa a sbagliare. E Lutero? Prosegue Pani: “Le Tesi di Wittenberg non sono né una sfida né una ribellione all’autorità, ma la proposta di rinnovamento dell’annuncio evangelico, nel desiderio sincero di una «riforma» nella Chiesa. La questione dirimente è stata forse la pretesa, da parte sia della Chiesa di Roma sia di Lutero, di incarnare in toto la verità e di esserne dispensatori. Eppure, nonostante tutto, non si può negare il ruolo che Lutero ha avuto come testimone della fede”. E tutto questo alla luce di “una rilettura del passato, libera da luoghi comuni e da «vulgate» trasmesse acriticamente; libera anche da posizioni e pregiudizi affermatisi lungo i secoli a scapito del vero”. Pani, dunque, invoca “onestà e amore della verità” nella vicenda luterana, che nei secoli, per Civiltà Cattolica, ha invece vissuto di pregiudizi e false accuse al monaco, che Galantino, segretario della CEI, recentemente in un seminario sulla Riforma, ha definito invece un “dono dello Spirito Santo”.
Anche su Avvenire, circa un anno fa, per la giornalista Chiara Bertoglio Lutero è stato “un teologo di grande importanza […] Un cristiano appassionato della parola di Dio….Un leader religioso […] un colto dottore in teologia”. O come Salvatore Izzo, vaticanista di AGI (Azienda Giornalistica Italiana) che, commentando la lettura che Galantino ha fatto di un famoso, quanto polemico, brano di Lutero, ha affermato: “questo brano di Lutero per 5 secoli era considerato offensivo dai cattolici. Ma negli ultimi anni è cambiato completamente l’approccio dei cattolici alla figura di Lutero”. Questo lo scritto di Lutero citato dal numero due della CEI alla Lateranense: “Mi sono schierato contro tutti i papisti, contro il Papa e le indulgenze ma solo predicando la Parola di Dio. E quando io dormivo la parola di Dio operava tali cose che il Papa è caduto”.
Ci sono stati, però, santi e sante che da subito hanno gridato al pericolo, per nulla nascosto, nelle intenzioni di Lutero. Sante come Teresa d’Avila, la quale nel suo “Cammino di perfezione” così indicava la nuova chiesa luterana nascente: “In questo tempo mi giunse notizia dei danni e delle stragi che avevano fatto in Francia i luterani e di quanto andasse aumentando questa malaugurata setta. Ne provai gran dolore e, come se io potessi o fossi qualcosa, piangevo con il Signore e lo supplicavo di porre rimedio a tanto male. Mi sembrava che avrei dato mille volte la vita per salvare una fra le molte anime che là si perdevano…pensavo che, tutte dedite (consorelle, ndr) alla preghiera per i difensori della Chiesa, per i predicatori e per i teologi che la sostengono, avremmo aiutato come meglio si poteva questo mio Signore, così perseguitato da coloro che ha tanto beneficato, da sembrare che questi traditori lo vogliano crocifiggere di nuovo e che egli non abbia dove posare il capo…Oh, mio Redentore, il mio cuore non può giungere a tanto, senza sentirsi spezzare dalla pena! Che cos’è oggi questo atteggiamento dei cristiani? Possibile che a perseguitarvi siano sempre coloro che più vi devono? Coloro ai quali concedete le vostre migliori grazie, che scegliete per vostri amici, fra i quali vivete e ai quali vi comunicate con i sacramenti? Non sono essi sazi dei tormenti che avete patito per loro?…. l mondo è in fiamme; vogliono nuovamente condannare Cristo, come si dice, raccogliendo contro di lui mille testimonianze; vogliono denigrare la sua Chiesa”.


L'Humanae vitae: Chiesa, amore e vita, come si cambia?


Fonte:
CulturaCattolica.it
La Chiesa si prende la responsabilità di mettere in guardia il suo popolo su queste realtà, e sta proprio qui l’importanza del suo ruolo. Dogmaticamente essa difende l’umanità dai suoi peggiori nemici, quei mostri antichi, divoratori orribili che sono i vecchi errori

I porno-teologi (QUI) ed i loro accoliti, come Luciano Moia, non si stancano mai. Avvenire (QUI) prepara lo sdoganamento della contraccezione tra il giubilo di molti. Vi allego la chiara replica di Renzo Puccetti sulla NBQ (QUI).
Niente di nuovo l’attacco all’Humanae vitae: come diceva il grande Chesterton nel suo “perché sono cattolico”, il 90% di ciò che chiamiamo nuove idee sono semplicemente vecchi errori. Però, qual è il vero problema? Basta leggere come prosegue il ragionamento di Chesterton per capirlo fino in fondo:
«Il 90% di ciò che chiamiamo nuove idee sono semplicemente vecchi errori. Uno dei principali compiti della Chiesa Cattolica è far si che la gente non commetta questi vecchi errori, in cui è facile ricadere, ripetutamente, se le persone vengono abbandonate, sole, al proprio destino. La verità concernente l’atteggiamento cattolico nei confronti dell’eresia o, si potrebbe dire, nei confronti della libertà, può essere rappresentata dalla metafora di una mappa. La Chiesa Cattolica possiede una mappa della mente che sembra la mappa di un labirinto, ma che in realtà è una guida per orientarsi nel labirinto. Questa mappa è stata compilata utilizzando conoscenze che, nel mondo della scienza umana, non hanno paragoni. Non vi sono altri casi di istituzioni intelligenti che hanno, con continuità, pensato sul pensiero per duemila anni. E’ un’esperienza che ricopre quasi tutti i campi esperibili e, in special modo, gli errori. Ne risulta una mappa che evidenzia con chiarezza tutti i vicoli ciechi e le strade dissestate, nonché le vie che si sono dimostrate fuorvianti grazie alle testimonianze forniteci da coloro che le hanno seguite. Su questa mappa della mente gli errori vengono segnati come eccezioni: gran parte di essa è costituita da campi da gioco e terreni di caccia fioriti, dove la mente può spaziare con tutta la libertà che le è propria, per non parlare dei numerosi campi di battaglia intellettuale dove il combattimento è quanto mai incerto e imprevedibile. Ma c’è la responsabilità di segnalare determinate strade che conducono al nulla o alla distruzione, ad un muro cieco o a un precipizio. Così facendo, si previene la possibilità che le persone perdano il loro tempo, o le loro vite, in sentieri che si sono dimostrati ripetutamente, nel passato, vani o disastrosi, ma che possono ancora, in futuro, intrappolare ripetutamente i viandanti. La Chiesa si prende la responsabilità di mettere in guardia il suo popolo su queste realtà, e sta proprio qui l’importanza del suo ruolo. Dogmaticamente essa difende l’umanità dai suoi peggiori nemici, quei mostri antichi, divoratori orribili che sono i vecchi errori».

Una certa ecclesiasticità ha rinunciato al proprio ruolo: da Avvenire che sdogana la contraccezione a Galantino che “beatifica” Lutero.
Oggi, Chesterton rimarrebbe ateo non avendo la possibilità di convertirsi, di avere una casa dove tornare…
San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia

Andrea Mondinelli

Vogliono rivedere l’Humanae Vitae e la sua condanna della contraccezione? Se lo facessero, non ci farebbe meraviglia


Cari pellegrini, troverebbe conferma la notizia di una commissione per rivedere l’Humanae Vitae (clicca qui).
C’è da meravigliarsi? Sì e no.
Sì, perché fa specie che si prenda un’enciclica e la si metta nel cassetto del passato. E a farlo sono proprio coloro che difendono a spada tratta non un’enciclica ma un documento post-sinodale, qual è l’Amoris Laetitia.
Non c’è però da meravigliarsi, perché in questo modo non si fa altro che legittimare (ovviamente non nel senso morale perché sarebbe impossibile, ma in senso canonico) ciò che ormai è una prassi consolidata e diffusa.
Figuriamoci se in un tempo di Eucaristia a divorziati risposati, di sdoganamento dell’omosessualità (nel Sinodo si disse finanche che due omosessuali che si aiutano a vicenda esprimerebbero un “valore”) possa costituire un ostacolo la pratica della contraccezione.
Infatti, se non fosse per qualche sacerdote che si rende conto di quanto il suo ministero debba rendere conto del giudizio di Dio, ormai nei confessionali non si parla più della contraccezione. E allora perché meravigliarsi di ciò che vorrebbe fare la suddetta Commissione?
Tutto questo deve esserci d’insegnamento. Di cosa? Ve lo diciamo subito.
Non basta l’affermazione della Verità, occorre anche difenderla. Non basta l’affermazione della vera dottrina, occorre anche difenderla. Occorre (anzi: occorreva) fare “piazza pulita” di tutti quei cattivi insegnamenti nelle università teologiche e quant’altro. Occorreva sottoporre i sacerdoti ad una costante accettazione della sana dottrina. Il “metodo San Pio X”, con il suo giuramento antimodernistico imposto a tutti i sacerdoti, sarebbe stato utile continuarlo.
Ma il pastoralismo, legittimato dal Vaticano II (lasciamo adesso perdere tutta la questione degli errori, delle ambiguità, delle interpretazioni e quant’altro attinenti a questo concilio) ha completamente sminuito e cancellato la difesa del Vero per sostituirlo con un ipotetico “annuncio”.
E i frutti sono quelli che sono!
Nel pontificato di Giovanni Paolo II si continuò ad insistere sulla illiceità della contraccezione, si continuò ad insistere sull’importanza dell’Humanae Vitae, lo stesso Giovanni Paolo II fece affermazioni molto dure contro la contraccezione. Ma poi? Cosa si è fatto? In quegli stessi anni il rahnerismo dominava quasi incontrastato nelle università teologiche, il dissenso cattolico veniva scarsamente proibito, e a prendere botte erano solo i “tradizionalisti” (termine che a noi non piace, preferiamo quello di “cattolici della tradizione”) che venivano etichettati come esagerati, profeti di sventura, ecc…
Eppure quei “profeti di sventura” c’hanno preso!
Demordere? Non sia mai. Piuttosto: resistere, difendere la Verità e annunciarla. La Verità Cattolica nella sua completezza. Anche quegli aspetti della Verità Cattolica che costano che di più perché impopolari. E la condanna della contraccezione lo è.
Non dobbiamo mai dimenticare che la Storia (quella con la “S” maiuscola) non si fa nel chiasso e nelle congreghe più o meno potenti. La Storia si fa con le scelte che ogni uomo compie nel suo cuore. E sono le scelte di santità che muovono la storia e la trasformano in Storia, con la “S” maiuscola. Quando l’Angelo andò da Maria, chi avrebbe mai immaginato che la Storia si stava facendo non nel chiasso delle grandi città, non al Campidoglio né in qualche famosa assemblea, ma in un’umile casa di Nazareth?
La beata Caterina Emmerick dice nella sua celebre profezia che riguarda i nostri tempi, pur affermata nel 1820: “In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio aveva protetto dai disastri e dalle guerre”. 
Cari pellegrini, l’augurio che Il Cammino dei Tre Sentieri vi fa e che le vostre famiglie possano essere quelle famiglie di cui parla la Emmerick.

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