ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 29 novembre 2017

Recitano una macabra sceneggiata..


LA MANIPOLAZIONE DI DIO


La Chiesa vuole innalzare l’uomo fino a Dio, la neochiesa vuole abbassare Dio e l’uomo. Dentro la vera Chiesa si è insediata una chiesa falsa, eretica e apostatica che ha tuttavia l’ardire di spacciarsi per quella vera 
di Francesco Lamendola   



Ormai è divenuto evidente, purtroppo, che dentro la vera Chiesa si è insediata una chiesa falsa, eretica e apostatica, la quale tuttavia ha l’ardire di spacciarsi per quella vera: una neochiesa che è fonte di errori e che spinge i cattolici nella direzione opposta a quella che conduce al vero Dio. E il pericolo per le anime, oltre che lo scandalo continuo e la confusione sempre più dilagante, è divenuto gravissimo. Se volessimo sintetizzare in una formula breve, ma chiara ed incisiva, ciò che permette di riconoscere la vera Chiesa cattolica da quella falsa, potremmo dire così: lo scopo della vera Chiesa è quello d’innalzare gli uomini fino a Dio, il nostro Signore Gesù Cristo; l’obiettivo della neochiesa, invece, è esattamente l’opposto: degradare il sacro e abbassare Dio al livello dell’uomo, non per redimerlo, ma per scusarlo nei suoi peccati – ovvero, naturalmente, per dargli l’illusione che i suoi peccati siano scusati e giustificati - senza bisogno né di un vero pentimento, né di un cammino di conversione. Il che significa abbassare anche l’uomo. La neochiesa, davanti al peccatore, dice, con un sorriso furbo: Chi sono io per giudicare?, e intanto se ne lava le mani. Ma Gesù non agiva in tal modo; Gesù giudicava, eccome, non per durezza o per il gusto di affaticare e umiliare l’uomo, ma per salvarlo. Alla donna adultera, sorpresa in flagrante adulterio e minacciata di lapidazione dalla folla, Egli rivolge queste semplici, ma chiarissime parole:Nemmeno io ti giudico; ora vai, ma non peccare più! Gesù chiama l’adulterio “peccato”, e le raccomanda di non ricadervi. Ma non peccare più: questa seconda frase della sua raccomandazione, nel linguaggio della neochiesa, chi sa come, sparisce, forse dentro qualche cappello di prestigiatore, o in qualche doppio fondo della valigia; e resta solo la prima: Io non ti giudico.

La neochiesa, gonfia di superbia e di menzogna, dimentica un piccolo, piccolissimo particolare: che Dio si è già abbassato fino all’uomo; che lo ha fatto sino al limite estremo dell’umiliazione volontaria, della sofferenza e della morte di croce; e che non solamente lo ha fatto, ma continua a farlo, ogni giorno, mille volte al giorno, tutte le volte che il sacerdote benedice il Pane e il Vino, invoca il nostro Signore secondo la sua promessa ai discepoli durante l‘Ultima Cena, e celebra il Sacrificio eucaristico ai fedeli, per amore degli uomini, rinnovandolo senza posa. E non si tratta di un rito commemorativo, ma proprio del ripetersi del sacrificio di Cristo, per cui si dovrebbe sempre dire, per indicare la santa Messa: il Sacrificio della Messa. E siccome, da sempre, gli uomini sono stati presi da dubbi in proposito, una serie di miracoli eucaristici hanno accompagnato la storia della Chiesa; il più recente sembra esser quello di Buenos Aires – o meglio, quelli, perché si sarebbe trattato di tre distinti episodi, accaduti fra il 1992 e il 1996 -, dove l’Ostia consacrata ha sanguinato e quel sangue, esaminato in laboratorio secondo le tecniche scientifiche più moderne, ha rivelato, senza ombra di dubbio, che si trattava di sangue proveniente fresco proveniente da un cuore umano: precisamente, dal ventricolo sinistro de muscolo cardiaco, in prossimità delle valvole. Questo è accaduto mentre l’arcivescovo di quella città era José Mario Bergoglio; il quale, però, divenuto papa, nonne parla mai. Il miracolo stesso è poco conosciuto nel resto del mondo; solo in Argentina, anzi, solo in quella parrocchia ove è avvenuto, è sorto un modesto culto locale. Si direbbe che il clero cattolico abbia fatto del suo meglio, o del suo peggio, per tener nascosta la cosa, quasi che se ne vergognasse un poco: proprio nel momento in cui, per la prima volta nella storia, è stato eletto successore di san Pietro un uomo proveniente da quella terra. Curioso, vero? Papa Giovanni Paolo II, per esempio, parlava continuamente della Madonna Nera di Czestochowa, il cui culto si è esteso in tutti e cinque i continenti; ma il papa argentino tace sul miracolo di Buenos Aires.
Ora, se si domanda ai neopreti, ai neovescovi e ai neoteologi se la dottrina cattolica, per caso, negli ultimi tempi, sia cambiata, essi rispondono,  in coro, quasi sdegnati, quasi offesi da un così ingiurioso sospetto: Ma certo che no; la dottrina è sempre quella: sta solo cambiando il modo di annunciarla; la stiamo soltanto approfondendo. Ebbene mentono, mentono spudoratamente, e per una ragione semplicissima: cioè che giammai il falsario confesserà di stampare  moneta falsa. Se qualcuno domandasse a un falsario: Scusi, lei per caso sta fabbricando della moneta falsa?, che cosa volte che vi risponda, il brav'uomo? Qualcuno può forse aspettarsi, ragionevolmente, che egli risponda: Sì, certo, io fabbrico moneta falsa a tutto spiano; e sono talmente bravo che ve l'ho fatta sotto il naso, e per un bel pezzo nessuno di voi si è accorto di nulla? Evidentemente, una risposta del genere non uscirà mai dalla sua bocca, neppure sotto tortura; al contrario, egli si profonderà in assicurazioni, negando con tutte le sue forze, e aggiungendo così lo spergiuro al peccato di falsario: è logico. Sarebbe un pazzo se facesse il contrario. La stessa cosa fanno i vari esponenti della neochiesa, dal vertice alla base della piramide, dal papa fino all'ultimo prete di periferia: di quelli che invitano in chiesa le coppie di omosessuali e le presentano festosamente davanti all'altare, nel bel mezzo della santa Messa, rammaricandosi di non poterli sposare loro stessi, nel nome di Gesù Cristo. 
E da cosa si capisce che costoro mentono, e mentono spudoratamente, cioè sapendo di mentire? Dal fatto che la risposta alla domanda se sia cambiata la dottrina della Chiesa è mal posta in partenza, e dal fatto che, dopo averla meglio formulata, la risposta non può limitarsi alla considerazione dei singoli punti che suscitano dubbi e perplessità in una parte dei fedeli, come il capitolo ottavo di Amoris laetitia. La domanda è mal formulata perché la dottrina della Chiesa non esiste; esiste la dottrina del Vangelo, ossia la dottrina insegnata da Gesù Cristo e ulteriormente precisata dagli altri testi del Nuovo Testamento e dalla sacra Tradizione. La dottrina, infatti, custodisce il Deposito della fede, ed esso è una verità perenne, infallibile e indefettibile. Pertanto, la domanda avrebbe dovuto essere se sia cambiato il Magistero ecclesiastico. Ma il Magistero ecclesiastico è la traduzione, in termini liturgici, pastorali e dottrinali, del Deposito della fede; e, finora, non si è mai contraddetto, Diciamo finora, perché alcuni aspetti del Magistero, dopo il Concilio Vaticano II, e specialmente sotto l'attuale pontificato di papa Francesco, effettivamente si sono discostati, anche su questioni sostanziali, da quello precedente: quello di oltre duecentocinquanta pontefici, i quali si sono succeduti sulla cattedra di san Pietro nell’arco di quasi duemila anni.. E ciò lo si vede non tanto, e non solo, prendendo in esame singoli punti, come, appunto, il capitolo ottavo di Amoris laetitia, bensì considerando tutto l'insieme della dottrina, così come essa viene coniugata dal Magistero: è impossibile non notare la differenza, e si tratta di una differenza sostanziale. Chi abbia anche "solo" sessant'anni (e il papa ne ha ottantuno!), se ha occhi per vedere e se possiede un minino d'indipendenza di giudizio, non può non aver constato di quanto tutto l'insieme  del Magistero - liturgia, pastorale e dottrina - sia "slittato" in una direzione nuova, diversa, per non dire opposta a quella che esso teneva cinquant'anni fa. In pratica, è come se avesse effettuato una inversione a "u". La prospettiva globale e la stessa ragion d'essere della Chiesa sembrano cambiate: ora non si direbbe che la prospettiva sia quella di andare verso Dio, ma di andare verso l'uomo; e la ragion d'essere della Chiesa non si direbbe più la salvezza delle anime attraverso l'insegnamento della Verità, ma una sorta di accordo, o compromesso, con il "mondo", cioè con i desideri umani, con gli istinti e con tutto l'insieme di atteggiamenti che san Giovanni, nella prima lettera che porta il suo nome, definisce l'egoismo umano: Questo è il mondo: voler soddisfare il proprio egoismo, accendersi di passione per tutto quello che si vede, essere superbi di quel che si possiede (2, 16). Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui, perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo (1, 15-16). E ancora: Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede (5, 4). E ancora, in maniera sempre più chiara, inequivocabile: Sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca: chi è nato da Dio preserva se stesso e il maligno non lo tocca. Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del maligno (5, 18-19).
Ma oggi, anche un cieco può vedere che la neochiesa ha imboccato la via diametralmente opposta: quella di arrivare a un modus vivendi con il mondo. Amoris laetitia è solo un esempio di questo accomodamento, di questo compromesso: "Hai rotto il sacramento del matrimonio, ti sei risposato o sei passato ad una nuova convivenza? Non preoccuparti; puoi anche restare così, e accostarti tranquillamente alla santa Eucarestia. Non è poi tanto grave. Dio sa, Dio vede, Dio perdona". Ma Gesù in persona dice che perfino guardare una donna con desiderio è peccare con lei di adulterio nel proprio cuore; e che, se l’occhio è motivo di scandalo, bisognerebbe piuttosto strapparselo, che peccare. No, decisamente non siamo nella linea del Vangelo; non siamo più nel solco della sua Parola. Stiamo andando da un'alta parte, abbiamo imboccato tutta un'altra direzione, l'opposto di quella che seguivamo prima. Perciò i casi sono due: o stiamo andando verso l'inferno adesso, oppure ci stavamo andando prima. Perché la strada che conduce all'inferno è quella diametralmente opposta alla strada che conduce a Dio. Chi va nella direzione contraria alla Parola di Dio, va verso il diavolo; con licenza di padre Sosa Abascal, il quale ha detto che il diavolo non esiste, dando così del bugiardo e del commediante a nostro Signore Gesù Cristo e a tutti gli altri autori dell'Antico e del Nuovo Testamento che parlano di lui, nonché a duemila anni di sacra Tradizione, e a migliaia di sacerdoti esorcisti, i quali evidentemente erano e sono dei poveri mentecatti o, peggio, degli emeriti cialtroni che recitano una macabra sceneggiata.

La Chiesa vuole innalzare l’uomo fino a Dio, la neochiesa vuole abbassare Dio e l’uomo

di Francesco Lamendola

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