Foto: © gloria.tv, CC BY-ND, #newsJmfowbcshv
Siamo sicuri che questo Papa ce lo abbia mandato lo spirito santo?
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Siamo sicuri che questo Papa ce lo abbia mandato lo spirito santo?
Non sono certamente un esperto di storia della Chiesa, ma mi pare di ricordare che uno dei principali motivi – se non il principale – degli scismi che hanno spaccato in tre la Chiesa di Cristo sia stato quello del “primato di Pietro”. Per i cattolici il “Vescovo di Roma” era il Vicario di Cristo sulla Terra e, in quanto tale, era il Capo assoluto, indiscusso e indiscutibile della Chiesa. Per gli ortodossi, il vertice della Chiesa era un organo collegiale, “sinodale”, all’interno del quale era riconosciuto al Vescovo di Roma e, dopo lo scisma, al Vescovo di Costantinopoli il ruolo di semplice “primus inter pares”. Per i protestanti, infine, il “primato di Pietro” era semplicemente un’impostura e nessuna particolare prerogativa era riconosciuta al Vescovo di Roma.
Nel tempo, la Chiesa Cattolica ha addirittura radicalizzato la sua posizione riguardo al primato pietrino. Mentre, in origine, il Pontefice veniva semplicemente scelto dal clero romano, si passò successivamente a sistemi elettorali sempre più elitari, fino a concepire il “Conclave” ove i Cardinali (che in principio erano soltanto i collaboratori diretti del Papa) sarebbero stati semplicemente gli strumenti attraverso i quali lo Spirito Santo (cioè Dio) manifestava la propria volontà.
Parallelamente andavano evolvendo i rapporti con il mondo esterno. Si andava da una fase in cui la nobiltà romana aveva il diritto di annullare l’elezione di un Papa, fino all’assoluta sacralità di tale elezione, che veniva fatta risalire direttamente a Dio. Si passava dalla dipendenza del Papa dal Sacro Romano Impero, alla contrapposizione frontale tra Papato ed Impero; e, in epoca più recente, allo scontro finale con gli Stati Nazionali (e alla fine del potere temporale dei Papi). Il tutto, senza mai deflettere – da parte cattolica – dalla concezione di un Pontificato che era ed è visto come una estrinsecazione della volontà divina. Concezione addirittura rafforzata dal dogma relativamente recente (1870) della infallibilità ex cathedra del Papa.
Tutte le posizioni delle varie Chiese, naturalmente, sono supportate da forti affermazioni di carattere dottrinario, oltre che da precisi riferimenti alle Sacre Scritture. Personalmente, pur essendo un credente, ho sempre avuto ampie riserve sull’intervento dello Spirito Santo nella scelta dei Papi che si sono succeduti nei secoli. Del comportamento personale di alcuni di questi, specie fra Medioevo e Rinascimento, credo che lo Spirito Santo si sarebbe assai vergognato.
Né, d’altro canto, credo che lo Spirito Santo potesse mutare opinione ad ogni stormir di foglie su argomenti di fondamentale importanza. Non mi sembra possibile che un eletto dello Spirito Santo, qualche secolo fa, abbia mandato i principi cristiani a compiere stragi di musulmani a Gerusalemme; e che un altro eletto dello stesso Spirito Santo condanni oggi come un crimine la guerra a Baghdad o a Damasco. Non mi sembra possibile che un eletto dello Spirito Santo governasse Roma con i roghi e la mannaia; e che un rappresentante del medesimo Spirito Santo affermi oggi che «la pena di morte è contraria al Vangelo». Pur non trattandosi di affermazioni ex cathedra, non mi sembra possibile che lo Spirito Santo si affidi a personaggi che, su argomenti di fondamentale importanza, la pensino in maniera tanto diversa. Questa, naturalmente, è la mia personale, personalissima opinione, che manifesto con laica umiltà, senza la pretesa di esprimere una verità assoluta.
Tutto ciò premesso, è lecito per un libero pensatore (quale io mi ritengo) chiedersi se la elezione al Soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio sia stata il frutto dell’intervento dello Spirito Santo, o non sia stata piuttosto propiziata da altre logiche. Logiche di corrente, di cordata, di gruppi di Cardinali contrari ad altri gruppi, di pressioni esterne, un po’ come nei congressi di partito.
Qui mi fermo. Un complottista, forse, andrebbe oltre. Si interrogherebbe sulla assoluta coincidenza delle posizioni di Bergoglio e di quelle dell’alta finanza in materia di immigrazione. E, andando indietro con la memoria, si interrogherebbe anche sulle improvvise dimissioni di Papa Benedetto XVI (caso unico nella storia). Dimissioni – qualcuno ricorderà – precedute dalle strane indiscrezioni attribuite nel novembre 2011 all’allora Vescovo di Palermo, monsignor Paolo Romeo. Questi, nel corso di una visita in Cina, avrebbe affermato che il Papa sarebbe morto entro un anno, lasciando intendere che qualcuno stesse preparando un attentato alla sua vita. Ci sarebbe stato, al riguardo, un rapporto segreto, di cui il Vaticano ha confermato l’esistenza ma di cui ha liquidato il contenuto come “semplici farneticazioni”. Poi, poco più di un anno dopo, l’abdicazione di Benedetto XVI.
Riporto quanto, su queste stesse colonne (“Social” del 15 febbraio 2013), ebbi a scrivere sull’argomento: «Sullo sfondo, infine, la pre-campagna elettorale per la successione a Benedetto XVI, con l’ingerenza – probabilmente – di alcuni “poteri forti” che vogliono un Papa aggiogato al carro dei mercati e della globalizzazione economica.»
Ora, non voglio trarre conclusioni affrettate, ma è un fatto che la posizione di Bergoglio in materia di immigrazione coincida perfettamente con quella dei “mercati”. Ripeto: non salto a conclusioni affrettate. Ma – da buon eretico – mi pongo delle domande, esprimo dei dubbi: veramente questo Papa ce lo ha mandato lo Spirito Santo?o delle domande, esprimo dei dubbi: veramente questo Papa ce lo ha mandato lo Spirito Santo?
di Michele Rallo - 20/01/2018 Fonte: Michele Rallo
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