Scusate se torniamo ancora una volta, a bocce ferme, sul caso dell’ex ministro olandese Ploumen insignito di una decorazione pontificia di un Ordine cavalleresco, forse un po’ desueto, ma che comunque decorazione è, e significherà qualche cosa di più di un souvenir adesivo da attaccare al frigorifero.
Il curriculum di Lilianne Ploumen è, da un punto di vista di valori contrastanti con quelli predicati dal papa, impressionante. A gennaio il presidente americano Donald Trump ha varato la Global Gag Rule, versione ampliata della Mexico City Policy varata nel 1984 dal presidente Reagan, che taglia finanziamenti federali per 535 milioni di dollari per le organizzazioni che promuovono, praticano e sostengono l’aborto. Lilianne Ploumen ha risposto varando una ONG chiamata SheDecides (Decide lei), volta a raccogliere fondi per le organizzazioni abortiste danneggiate dal cambio di politica del presidente Trump, mettendo per prima sul piatto la cifra di 10 milioni di euro. All’inizio del 2018 l’organizzazione riporta di avere raccolto fondi per 390 milioni di euro. Per questa sua iniziativa il 9 gennaio sul sito di SheDecides veniva annunciata la consegna alla Ploumen del premio Macchiavelli, conferito alle personalità che si distinguono nella comunicazione pubblica.
La stessa Ploumen è un’aperta sostenitrice della causa LGBT. Nel febbraio 2010 si fece promotrice di una protesta nella Messa celebrata nella Cattedrale di san Giovanni Battista contro l’insegnamento cattolico riguardo gli atti omosessuali, accusandolo di essere discriminatorio.
L’Ordine equestre pontificio di San Gregorio Magno è un ordine cavalleresco della Santa Sede istituito da papa Gregorio XVI il 1° settembre 1831. Nell’istruzione sul conferimento di onorificenze pontificie ecclesiastiche e laiche del 13 maggio 2001 è previsto che la gran croce dell’Ordine di San Gregorio Magno sia conferita a “candidati/e di alto profilo nel servizio della Chiesa, a livello nazionale e internazionale, con almeno 55 anni di età e dopo 10 anni dal conferimento di una onorificenza di grado inferiore”.
Tra i premiati figurano i nomi di Gilbert Keith Chesterton, lo scrittore Louis de Wohl, l’economista Stefano Zamagni, il musicista Riccardo Muti. Nello stesso documento si precisa la procedura prevista per il conferimento delle onorificenze: “I Vescovi diocesani possono proporre il conferimento di una onorificenza pontificia ad ecclesiastici e laici, in segno di apprezzamento e riconoscenza per il servizio prestato. Un Vicario Generale può parimenti richiedere tale conferimento, dichiarando però esplicitamente di procedere in merito con espressa autorizzazione del proprio Vescovo. La richiesta, accompagnata dal curriculum vitae dei candidati (età, professione, condizione familiare e sociale, con descrizione accurata delle benemerenze acquisite nei riguardi della Chiesa), dovrà essere inviata alla Nunziatura Apostolica, che la farà pervenire – corredata dal proprio nulla osta – alla Segreteria di Stato. Le domande provenienti dai territori soggetti alla vigilanza delle Congregazioni per le Chiese Orientali e per l’Evangelizzazione dei Popoli, siano prima inviate al Dicastero competente che provvederà poi a trasmetterle alla Segreteria di Stato”.
In Segreteria di Stato, Prima sezione, quella degli Affari Generali, c’è un ufficio, a dir la verità non molto importante, che si occupa di questo genere di benemerenze. Più volte in passato si è discusso dell’opportunità di mantenere quello che sembra un po’ un costume di altri tempi. Se non vado errato – correggetemi – dell’ufficio si occupano il segretario egiziano del Pontefice e mons. Burgazzi.
Le reazioni alla notizia sono state molto diverse, e interessanti. Alcuni – anche fra i commentatori di Stilum Curiae – hanno gridato alla bufala, alla fakenews e così via. Stessa reazione su social da parte dei tifosi di Bergoglio. E non solo il “popolino” come si usava dire una volta. Fra quelli che cercavano di dimostrare – e accreditare – l’ipotesi di una medaglia comprata per qualche decina di euro su Internet c’era anche un amico che occupa un ruolo importante nella comunicazione di un’università pontificia specializzata in comunicazione…cosa può fare l’amore.
Stranamente, i battaglioni di colleghi vaticanisti hanno mostrato nessun interesse per la notizia. E, se mi permettete, è strano. Sarebbe come se il Gran rabbinato di Gerusalemme, o l’università di Al Azhar elargissero un’onorificenza a Citterio o al Consorzio del Prosciutto San Daniele. Ma forse c’era, c’è, il desiderio di non infastidire l’Istituzione. Così mi è venuto da sorridere quando sull’aereo una collega ha chiesto al papa se non avesse paura di parlare con i giornalisti. E perché mai dovrebbe temer qualche cosa, non so, una domanda imbarazzante?
Pensavo, erroneamente, che qualche collega di agenzia in Sala Stampa, come è consuetudine in questi casi, chiedesse un chiarimento. Così non è stato, e allora ho pensato che fosse opportuno scrivere di persona. Il giorno seguente mi è giunta la risposta della Sala Stampa della Santa Sede per bocca della vicedirettrice, la giornalista Paloma Garcia Ovejero, che ringrazio. Anche perché so che altri colleghi – Steve Skojec di OnePeterFive, di sicuro – non hanno avuto un riscontro alla domanda. “L’onorificenza dell’Ordine Pontificio di San Gregorio Magno ricevuta dalla Signora Lilianne Ploumen, già Ministro dello Sviluppo, nel giugno 2017, durante la visita dei Reali olandesi al Santo Padre, risponde alla prassi diplomatica dello scambio di onorificenze fra Delegazioni in occasione di Visite ufficiali di Capi di Stato o di Governo in Vaticano. Non è quindi minimamente un placet alla politica in favore dell’aborto e del controllo delle nascite di cui si fa promotrice la signora Ploumen”, scriveva Paloma, confermando così la notizia.
Nel frattempo il cardinale Ejic aveva emesso un comunicato, dicendo che non sapeva nulla della questione, e che non era stato consultato. A quanto sembra, forse neanche il presidente della Conferenza episcopale è stato coinvolto. A un chiarimento globale mancano però parecchi elementi. Può essere che il profilo di Lilianne Ploumen sia stato effettivamente vagliato senza che – incredibilmente – sia stato rilevato alcunché da eccepire? Qualche vescovo o cardinale della conferenza episcopale olandese è stato sentito, e ha dato un parere? Dalla risposta della Sala Stampa sembrerebbe che un po’ di queste onorificenze, in alcuni casi, siano messe sul vassoio per essere consegnate nel corso delle visite diplomatiche a chiunque faccia parte della delegazione. Mi faceva notare un amico: “Se così fosse non si potrebbe escludere che un qualsiasi emulo del dr. Menghele ricevuto in Vaticano possa vedersi consegnare una qualche onorificenza senza che ciò debba configurarsi come un avallo delle sperimentazioni sui prigionieri”.
Certo, in teoria queste medaglie vengono date per meriti…che senso ha allora distribuirle a pioggia per prassi diplomatica, senza neanche verificare chi le riceve?
Si chiede il mio amico: “Era necessario e diplomaticamente inevitabile?”. Quando Hitler si recò in Italia il 2 maggio del 1938 egli era il cancelliere della Germania. Certo, si conoscevano le sue idee, ma non si era ancora palesato per il mostro che era; la notte dei cristalli avverrà il 9 novembre e le deportazioni verso i campi di sterminio seguiranno nel tempo, ma già allora Pio XI fu fermissimo: non ricevette il cancelliere del Reich, si oppose all’addobbo di via della Conciliazione, deplorò apertamente che la croce celtica avesse sostituito la croce di Cristo negli addobbi dell’urbe, mostrando anche in questo modo lo zelo pastorale per il popolo. “Ma oggi può davvero un’etichetta diplomatica sostituire il comandamento a non dare scandalo? Cosa c’è di più abietto che il sostegno a politiche di sterminio di bambini innocenti? Non è più l’aborto un “abominevole delitto?”.
Sono interrogativi importanti, specialmente importanti per i milioni di persone, cattolici e non cattolici, che nel mondo si battono contro l’aborto, arrivando fino al carcere, come l’attivista canadese Mary Wagner. Il popolo pro-life e pro-family è rimasto colpito da questo fatto; e la mia opinione è che sarebbe necessaria, da parte della Santa Sede, una risposta ben più approfondita e articolata sul come e perché sia stata possibile questa gaffe colossale. E non trovate sbalorditivo che su settanta colleghi che hanno salutato il papa durante il volo verso il Cile nessuno abbia pensato di fargli una domanda semplice semplice, tipo: Santità, perché date una medaglia a un’abortista?
MARCO TOSATTI
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