Fatima e l’inferno
«Sacrificatevi per i peccatori»
In quello stesso mese la Madonna richiede di nuovo «l’offerta riparatrice» per la salvezza dei peccatori: «Sacrificatevi per i peccatori e dite spesso [qui la Vergine insegna una preghiera da recitare quando si offre un sacrificio]: “O Gesù, è per Vostro amore, per la conversione dei peccatori e in riparazione delle offese commesse contro il Cuore Immacolato di Maria”». Di questa preghiera abbiamo la testimonianza di Lucia in due sue Memorie, la Memoria II e la Memoria IV. La Madonna chiedeva di accompagnare ogni sacrificio offerto a lei con questa preghiera.
Ad un certo punto dell’apparizione si sente un piccolo grido di Lucia: «Ahi! Nostra Signora!». Quel grido – fu spiegato in seguito, quando fu rivelato il segreto – era un grido di spavento, perché qui iniziava una visione: la visione dell’inferno. Ecco come è stata raccontata da Lucia: «La Madonna aprì le mani, come aveva fatto nei due mesi precedenti, e sempre dalle Sue mani fuoriusciva un fascio di luce, che sembrò penetrare la terra e i bambini videro come un mare di fuoco nel quale erano immersi i demoni ed anime in forma umana, somiglianti a brace trasparente, trascinate in alto dalle fiamme che si sprigionavano dalle anime stesse e insieme a nubi di fumo ricadevano giù da ogni parte, tra grida e lamenti di dolore e di disperazione, che facevano tremare e inorridire per lo spavento. I demoni si distinguevano per forme orribili e schifose di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti, come carboni che bruciano. Questa vista durò un istante – dice Lucia –. E dobbiamo rendere grazie alla nostra buona Madre Celeste, che prima ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Paradiso».
Riflettiamo su questa realtà di cui parla Gesù e che a Fatima, per una misericordiosa provvidenza di Dio, viene svelata a piccoli bambini. Il Signore ne parla ripetutamente nei Vangeli, almeno 18 volte. Questa tremenda realtà riguarda la condizione definitiva di quegli uomini che muoiono nello stato di peccato mortale, senza pentirsi, senza chiedere perdono a Dio.
L’inferno esiste
La Chiesa nel suo Magistero ha sempre insegnato che le anime di coloro che muoiono nello stato di peccato mortale, scendono immediatamente nell’inferno, per essere punite con pene diverse. Questa triste realtà dell’inferno, quale allontanamento definitivo da Dio nello stato di separazione, è caratterizzata anche dalla presenza del fuoco, attestata dal Vangelo: «Via, maledetti, nel fuoco eterno!» (Mt 25,41). La pena dell’inferno riguarda sia l’allontanamento da Dio – e quindi la perdita della visione beatifica –, sia la punizione nel fuoco eterno, visto anche dai bambini.
Qualcuno ha ritenuto trattarsi di un’immaginazione fantastica dei piccoli, poiché non si sarebbe potuta offrire, in realtà, una materializzazione dell’inferno. Questo lo si dice per negare, a monte, che all’inferno ci sia un certo fuoco materiale, che esso sia anche un luogo oltre che una condizione e un mare di fuoco, in cui sono immerse queste anime.
Invece, dobbiamo ritenere che non si tratti di una semplice immaginazione dei piccoli Pastorelli, bensì di una visione reale e di una certa materializzazione di questa tremenda realtà. La veridicità della visione è garantita dalla sua consonanza con la Divina Rivelazione.
L’inferno non è l’Ade
Per farci capire che l’inferno non è una reminiscenza di una dottrina antica, già presente nei greci e in tutti i popoli antichi, cioè l’«Ade» quale regno dei morti, nel quale andavano tutte le anime, Gesù, nel suo divino insegnamento, non fa riferimento semplicemente a un’Ade, ma alla «Geenna» (cfr., ad es., Mt 10,28). La Geenna era un luogo in Israele, al tempo di Gesù, nel quale venivano bruciate le immondizie di Gerusalemme, dove c’era quindi un fuoco sempre ardente. In tal modo la verità dell’inferno era staccata da ogni residuo culturale e ben esprimeva l’insegnamento nuovo del Divin Maestro. Infatti, l’inferno fu inaugurato con la Redenzione del Signore e precisamente con la sua discesa agli inferi, quando i giusti furono liberati, mentre i reprobi condannati per sempre.
Senso di responsabilità
Molti reagiscono alla possibilità di una dannazione eterna, facendo cieco affidamento alla misericordia di Dio. Si chiedono: Dio potrebbe condannare un’anima definitivamente all’inferno? Sembra a tanti che questa condanna escluda o limiti la misericordia e il perdono di Dio. Per rispondere a questa comune obiezione, bisogna riflettere sulla tremenda realtà del peccato. Se le parole hanno ancora un significato, allora peccato è l’offesa a Dio e il ripiegamento sulle creature, sulla materia “adorata” al posto del Creatore. Se questo peccato diventa ostinazione e rifiuto di Dio fino alla fine, l’uomo peccatore non può che essere allontanato da Dio per sempre e rimanere in quella condizione di separazione dal bene e dalla verità, da lui scelta. Il peccato è in se stesso separazione da Dio.
Quindi l’inferno ci mette davanti alla nostra responsabilità, davanti alla responsabilità delle nostre azioni e ci fa capire che ciò che facciamo, quello che scegliamo volta per volta, non è irrilevante, ma determina la nostra vita in relazione a Dio e al prossimo. Quando scegliamo qualcosa, o scegliamo il bene o scegliamo il male. L’opzione fondamentale, secondo cui peccheremmo mortalmente solo se volontariamente negassimo Dio, ma in fondo potremmo stare tranquilli nelle altre scelte della vita, che solo diverrebbero convenienti o meno, è falsa. Ogni azione conta. In ogni azione o diventiamo buoni o cattivi, o migliori o pessimi.
Non possiamo vivere da irresponsabili, come bambini immaturi. Quando scegliamo, in ogni nostra azione, scegliamo o Dio o la perdizione. Scegliamo di rimanere con Dio quando facciamo il bene, quando osserviamo i Suoi Comandamenti. Scegliamo di allontanarci per sempre da Dio quando scegliamo ciò che è contrario alla Sua Volontà, il peccato.
Come il bene ci rende eterni e ci rende capaci di essere con Dio, perché diventiamo in qualche modo come Lui obbedendo a Lui, così il male ci rende come i diavoli, superbi, prepotenti, ambiziosi, egoisti, autosufficienti, fino a dire: «Non servirò». Questa ostinazione nel male non può che essere punita con l’allontanamento definitivo da Dio, nella Geenna, nel fuoco eterno.
Una scelta libera
L’inferno, come il Paradiso, è una libera scelta. Dio non viola la libertà, ma ci dà la grazia di assecondare la libertà quanto al bene. La perdizione perciò è reale, come reale è la salvezza eterna.
Sappiamo purtroppo che la verità della perdizione eterna, oggi, da molti non viene più insegnata per paura che le anime si spaventino. Non solo i bambini, ma soprattutto si ha paura che i grandi si spaventino e poi magari non vengano più in chiesa. Nelle omelie generalmente non si parla dell’inferno, in quanto si pensa che Dio, nella Sua misericordia, lo abbia chiuso o che l’inferno c’è, perché Gesù ne parla, ma non potremmo sapere se all’inferno ci sia qualcuno. Tutti concordano che c’è sicuramente il diavolo. Ma se diciamo che ci sono anche i dannati, saremmo cattivi, perché condanniamo invece di perdonare. Gesù, in verità, quando parla dell’inferno, dice che ci sono molti, che purtroppo imboccano la via della perdizione, perché stretta è la via della salvezza. Tanti scelgono la via più comoda, ma questa via comoda porta alla perdizione (cfr. Mt 7,13).
Ecco perché la Madonna è venuta a Fatima, perché tanti non si accorgono che la via per andare in Cielo è molto stretta.
Tuttavia rimangono consolanti le promesse della Bianca Signora: «Avete visto l’inferno, dove vanno a finire le anime dei poveri peccatori? Per salvarli il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se si farà quello che vi dirò, molte anime si salveranno e vi sarà la pace».
La Madonna ha chiesto i primi cinque Sabati del Mese in riparazione dei peccati commessi contro il Suo Cuore e la Consacrazione della Russia e dei popoli al Suo Cuore Immacolato. Se si farà tutto ciò, la Madonna assicura la salvezza.
Questo testo di Padre Serafino M. Lanzetta è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it
https://www.radioromalibera.org/cultura-cattolica/fatima-e-linferno/
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