Visita speciale, inedita, a Don Dolindo Ruotolo, per Voi

“Non è più tempo di fare propaganda, né più tempo di fare progetti e castelli, dal momento che solo il Signore deve operare per la Sua Chiesa che sarà sottoposta a dura prova…” (Don Dolindo Ruotolo)
Si dice che eventi e fatti non organizzati siano quelli che riescono meglio, ed effettivamente possiamo narrarvi di una visita speciale, non propriamente organizzata, ma tutta lasciata in mano alle disposizioni della Divina Provvidenza, bastante il vivo desiderio di poter sostare e pregare sulle sacre spoglie dell’amato Sacerdote Don Dolindo Ruotolo e portare i saluti di quanti si erano affidati alle nostre preghiere, ai tanti ai quali avevamo promesso questa preghiera speciale.
Così è stato attraverso i figli, come solo provvidamente sa muoversi la Divina Provvidenza, i quali, seppur in vacanza, hanno di buon cuore accolto la nostra preghiera e di volerci accompagnare in questo luogo sacro, dato che da soli non saremo stati in grado di muoverci in una città che non conoscevamo.

Arrivare sul posto è stata una vera penitenza, non certo una scampagnata, attraversando mezza città a piedi, sotto un sole afoso, sempre col timore di non riuscire a soddisfare ciò che ci eravamo prefissati: la visita, la sosta e la Messa. Ma accompagnati dagli Angeli Custodi, e recitando il Rosario durante il tragitto, siamo riusciti a fare tutto, in vera grazia di Dio.
Entrando e salutando il Santissimo Sacramento, troviamo una Messa iniziata e, con meraviglia, si trattava del gruppo polacco in visita speciale proprio a Don Dolindo Ruotolo! Sì, questo gruppo in visita a Napoli era lì proprio per onorare questo Sacerdote. Troviamo la nipote, Grazia, in Preghiera, accanto alla venerata Tomba a sgranare il Rosario. Ci presentiamo, ci abbraccia con un sorriso che ricolma di dolcezza tutta la marcia che avevamo fatto per raggiungere questo luogo santo. Subito ci spiega di questo gruppo polacco in visita a Don Dolindo, è raggiante, è commossa, lei è lì a disposizione di chiunque voglia notizie sul santo Sacerdote.

Grazia Ruotolo sente di aver ricevuto un vero e proprio compito per mantenere acceso e vivo non “il ricordo” di Don Dolindo, ma piuttosto di mantenere vivo e attivo il percorso dei suoi Scritti i quali devono raggiungere il più gran numero di persone possibile.
“Le Sacre Scritture spiegate da Don Dolindo, la Vita di Gesù Cristo – si affretta a chiarire la Nipote – devono essere divulgate in questi tempi di apostasia, come aveva predetto Don Dolindo”….
La gentilissima signora Grazia, avendole spiegato per telefono chi eravamo e che facevamo divulgazione, in rete, di questi Scritti provvidenziali, ci aveva preparato alcune fotocopie che ci ha poi regalato, una contenente una Lettera di Don Dolindo Ruotolo del 16 novembre 1932 ad una suora polacca, Suor Alceste Maria Mojasky alla quale, dopo aver predetto profeticamente la sua salvezza eterna, le affidava il compito speciale della divulgazione di questi suoi Scritti: “per volere Divino”… “affinchè – scriveva Don Dolindo – il piccolo granello, benedetto da un Breve del Papa, germogli in ogni più remoto angolo del mondo…” (il Breve pontificio di cui si parla è quello firmato da Benedetto XV con il quale si approvano tutti gli scritti sulla Sacra Scrittura e sulla Vita di Gesù Cristo, da parte di Don Dolindo)
“Chi le scrive, buona sorella – prosegue Don Dolindo – è il povero autore del Commento della Sacra Scrittura, ossia è il povero strumento del quale Dio si serve per illuminare la Sua divina Parola, e perciò mi permetta prima di tutto di raccomandarle quest’opera di grande gloria di Dio, che costa immensi sacrifici e che è tutta frutto di immolazione…“

E ancora: “Non è vero che Don Dolindo è impossibilitato a scrivere gli ultimi capitoli sulla Madonna… – mi ha detto Padre Pio, egli infatti li sta scrivendo nella sua carne crocifissa sotto lo sguardo dell’Addolorata…” Per Don Dolindo due sole le “armi” che i veri Discepoli di Cristo non devono mai abbandonare: il Crocefisso e il Rosario! Li definiva “distintivi identificativi dell’appartenenza a Gesù e a Maria”.
Il 12 ottobre 1968, Don Dolindo, viene sollecitato a scrivere qualcosa in Memoria di Padre Pio da poco deceduto (il 23 settembre). Non sentendosi in grado di scrivere di un’Anima così bella e santa, decide di raccontare come si svolse il loro primo incontro. Dopo una serie di fatti messi insieme come solo la Divina Provvidenza sa fare, Don Dolindo parte alle quattro del mattino con il Vescovo mons. Palaticci di Campagna, quale suo accompagnatore provvidenziale. Ecco come descrive i fatti Don Dolindo:
- “Vi andai con due precisi desideri, dei quali non parlai a nessuno: domandargli luce sul mio cammino sacerdotale, e sulle conseguenti tribolazioni nelle quali ero cascato… e domandargli qualche cosa benedetta da lui, per gli infermi che io confortavo. Per me volevo luce nel mio cammino per assicurarmi se ero stato o ero un illuso, o un sognatore, date le penose contraddizioni che avevo subito e che subivo nel mio apostolato e nelle opere che pubblicai con le debite approvazioni, per il bene delle anime. Allora infieriva il Modernismo, come infierisce forse di più oggi, nonostante la precisa condanna del Santo Papa Pio X, e nonostante le accorate proteste del Papa Paolo VI…. (..)
- M’incontrai col Padre Pio, e lo supplicai di ascoltarmi! Si meravigliò di vedermi vecchio con la chioma imbiancata per l’età e mi disse scherzando: “Ti sei imbiancato, t’è caduta la neve sul capo??”. Parlava così perché mi conosceva spiritualmente nell’anima, perciò soggiunse: “Ma l’anima è sempre giovane!”… Poi alla mia domanda di confessarmi per avere luce, mi disse: “Non c’è bisogno, sei tutto benedetto!!” Alla domanda che volevo fargli sul mio cammino doloroso, provocato dai Modernisti, rispose leggendo il mio pensiero: “Che ne vuoi sperare figlio mio”, e con gesto significativo della mano, soggiunse in dialetto: “Chille tènerie chélla capa…. (quelli hanno quella testa…)”. Poi mi abbracciò e mi benedisse. (..) Dovemmo licenziarci perché dovevo trovarmi a Napoli per la predicazione e gli domandai la benedizione. Egli rispondendo al mio pensiero sull’Opera di Gesù, sorridendo mi disse: “Ma tu sei avido di benedizioni! tu non ti sazi mai!”.
- Ed abbracciandomi, e stringendomi al suo cuore mi disse, rassicurandomi sul percorso passato della mia vita, sul presente ed anche sul futuro, mi disse in tono enfatico, innanzi ai frati che lo circondavano: “Ascoltami bene! Tutto il Paradiso è nell’anima tua, c’è stato sempre, c’è e ci sarà per tutta l’eternità”. E mi baciò con profondo affetto che mi commosse, avanti a tutti. I frati stessi rimasero sorpresi dei gesti e del linguaggio, tanto che mi chiesero: “Ma voi avete capito che cosa vi ha detto Padre Pio? E’ mirabile, ma che cosa ha voluto dirvi?“
- Egli rispondeva allo scopo principale per il quale ero andato da lui, rassicurandomi che ciò che era svolto nella mia povera vita travagliata, ma piena di tanti avvenimenti, era volontà divina. Non ero un illuso, dunque, il mio cammino era dato da Dio, lo era e mi portava all’eterna salvezza. Nel mio cuore non feci che umiliarmi, giacché non vedevo e non veggo in me, altro che nullità e miseria.”
Dopo questa bellissima “parentesi” tra Padre Pio e Don Dolindo, Grazia Ruotolo ci torna a raccontare di alcuni passaggi imponenti della vita travagliata del santo Sacerdote e di alcune sue “profezie” sulla grave apostasia nella Chiesa. Scritti inediti perché, anche a causa della travagliata persecuzione a Padre Stefano Manelli, ai Frati e alle Suore Francescane dell’Immacolata che con la loro Casa Editrice Mariana stavano pubblicando tutto il suo materiale, c’è stata oggi una battuta d’arresto, prevista dal Ruotolo.
- “Arriverà tempo in cui – scriverà Don Dolindo – l’agire e l’operare sarà principalmente nell’anime nostre; tempo di raccoglimento; tempo di insistere e supplicare presso il trono di Dio perché abbia misericordia di noi e dei poveri peccatori; è tempo di formazione interna, di istruire l’Anima; chi vorrà essere vero discepolo di Gesù dovrà sperimentare la Croce, il duro Calvario, la persecuzione, l’ignominia, nulla di ciò potrà essere superato se non si sarà formata l’anima nella sana Dottrina, nell’autentico spirito cristiano, calmare l’anima, vivere sobriamente senza cercare il meraviglioso e lo straordinario, ma solo la gloria di Dio e la propria santificazione, che sarà messa a dura prova… (..)
- Non è più tempo di fare propaganda, né più tempo di fare progetti e castelli, dal momento che solo il Signore deve operare per la Sua Chiesa che sarà sottoposta a dura prova.
- Con l’interna umiltà bisogna affrettare l’ora delle grandi misericordie di Dio, ma Egli cerca Anime calme, piene della Sua Pace, pronte alle sofferenze che non mancheranno; Egli cerca Discepoli pronti al martirio, e non sognatori, nessun nostalgico desiderio, poche saranno le Anime che vorranno fare la vera volontà di Dio!
- (…) Siatene certi come ogni ragionamento è vano, ed ogni persuasione personale debba infrangersi di fronte alla parola del Papa, perché attraverso di lui sopraggiungeranno le prove. Io del resto so di non aver bisogno di insistere con voi, perché vi ho formate a questo amore alla Chiesa, Sposa del Cristo ed al Papa, che in me è vivissimo…”

- “Non posso proseguire oltre, sono sopraffatto dalle tenebre, non posso più parlare. Preghiamo soltanto che Dio si glorifichi. Le vie del Signore non sono le nostre vie… Sentii che non potevo seguire altro che il cammino del Calvario. Gesù mi aveva chiuso la fonte della Sua Parola perché, a Roma, il Papa l’aveva chiusa per me…Misteriose, ma anche sublimi sono le Sue vie, ma troppo spesso perseguiamo di fare la nostra volontà e per nulla quella dolorosa che il Buon Dio ci chiede.“
LA RESA!
Per Don Dolindo Ruotolo, questa “resa” non è mera rassegnazione, ma è quell’autentico “morire a se stessi” e fare in modo che davvero, la volontà di Dio, si compi in noi, regni davvero in noi! Il Signore allora, davanti all’Anima spogliata da ogni sua pretesa superbia, da ogni vanagloria e presunzione, viene investita dall’Alto e diventa allora vero campo di lavoro, vera vigna del Signore e attraverso la quale il Signore può operare le Sue meraviglie. Don Dolindo affermava che Padre Pio si era così consegnato totalmente a Gesù e – Padre Pio – diceva lo stesso di Don Dolindo: così accade quando grandi Santi si incontrano nel percorrere la medesima via della Salvezza.
“Gesù mi abbandono in Te, pensaci Tu! Non voglio agitarmi, mio Dio, confido in Te”
E’ questa una delle giaculatorie più belle e potenti di Don Dolindo! Senza nulla togliere alla Divina Misericordia portata avanti da Santa Suor Faustina Kowalska, Don Dolindo Ruotolo dedica capitoli intensi alla Misericordia di Gesù e a quel “CONFIDO IN TE!“, fiore prelibato durante tutto il suo calvario terreno. Sulla sua tomba sono riportate le sue parole quale testamento spirituale: “Quando sarà morto, vieni alla mia tomba, bussa, io ti risponderò: Confida in Dio!“

La Signora Grazia Ruotolo ci ha infine spiegato come riesce a “vedere” la Provvidenza Divina che – senza troppa organizzazione – permette un costante ed incessante pellegrinaggio presso il Servo di Dio, Don Dolindo, da parte di molti, tanti gruppi, specialmente dalla Polonia, ma anche dal Canada, dagli Stati Uniti, dall’Europa, ogni giorno, ogni domenica. Pellegrini che acquistano gli Scritti di Don Dolindo stampati in molte lingue e di come sia proprio la Divina Provvidenza a portare avanti quest’Opera da Lei ispirata.
Scriveva Don Dolindo, dalle parole ispirate alla sua anima, da Gesù stesso:
- “Se mi dite davvero: sia fatta la tua volontà, che è lo stesso che dire: pensaci Tu, io intervengo con tutta la mia Onnipotenza, e risolvo le situazioni più chiuse. Ecco, tu vedi che il malanno incalza invece di decadere? Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia: sia fatta la tua volontà, pensaci Tu. Ti dico che io ci penso e che intervengo come medico, e compio anche un miracolo quando occorre… ma non come vuoi tu! Ci penso io, solo quando voi chiuderete gli occhi a ciò che vorrete voi e non Io…“
Laudetur Jesus Christus – Don Dolindo, prega per noi!
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