La forza del populismo di Movimento 5 Stelle e Lega è proprio questa: incarnare il voto cattolico senza doversi professare come tale.
Nel panorama politico italiano Lega e Movimento 5 Stelle hanno probabilmente i due programmi meno attenti alle questioni etiche ma paradossalmente sono quei partiti che meglio di tutti sono riusciti ad intercettare una buona parte dell’elettorato cattolico del Paese. Complice anche un’agenda vaticana troppo incentrata negli ultimi anni sul delicato tema dei migranti. Insomma la parabola del buon samaritano narrata nel Vangelo non può essere applicata agli Stati e in molti sembrano averlo in qualche modo compreso. Se il primo è un partito che rientra nell’universo conservatore (vedi anche la nomina di Lorenzo Fontana al Ministero della Famiglia e Disabilità) pur posizionandosi nell’ala più libertaria (vedi ad esempio la proposta sulla riapertura delle case chiuse), il secondo invece è un movimento con un’ideologia incentrata sui diritti sociali prima ancora che su quelli civili, con opinioni divergenti al suo interno, quando vengono affrontati. Non a caso quando è stato firmato il contratto di governo, le tematiche di carattere “societale” come le unioni civili, l’aborto e l’adozione da parte di persone dello stesso sesso, sono state accantonate perché divisive e non prioritarie per il Paese. Il discorso al Senato di Giuseppe Conte al momento della fiducia è stato molto chiaro: al centro del tavolo della nuova Italia ci sono i diritti della maggioranza (senza discriminazioni) e non quelli delle minoranze.Anche se non è possibile in Italia parlare di un blocco monolitico dopo la scomparsa della DC, per capire da che parte i cattolici si siano schierati occorre leggere i dati della geografia elettorale. La penisola parla abbastanza chiaro: al Nord ha vinto la Lega, al Sud, il Movimento 5 Stelle. L’Italia settentrionale, più legata ad un modo di produzione capitalista, ha scelto un partito iscritto nel cosiddetto universo conservatore mentre quella meridionale, dunque patriarcale e fondata sulla famiglia, ha votato in massa per un gruppo politico sicuramente più progressivo – ma non il più progressivo – sul piano ideologico.
La forza del populismo di Movimento 5 Stelle e Lega, se consideriamo il richiamo a San Francesco di Beppe Grillo oppure il giuramento sul Vangelo di Matteo Salvini degli atteggiamenti effimeri, è proprio questa: incarnare il voto cattolico senza doversi professare come tale in un Paese che di recente ha sempre crocifisso le cavalcate politiche monoconfessionali, vedi il fallimento della Lista anti-aborto di Giuliano Ferrara oppure quello del Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi. Perché il popolo per sua natura è anti-intellettuale nella sua accezione positiva, attaccato alla terra, inconsapevolmente reazionario, abituato a vivere in una società tradizionale dove l’individuo si annulla nella comunità, che sia una fabbrica, un villaggio o ancora un nucleo famigliare.
di Sebastiano Caputo
http://www.lintellettualedissidente.it/editoriale/e-nato-il-cattopopulismo/
LE ALBICOCCHE DI SAN SILVIANO, FONTANA E L'ARTIGLIERIA SPUNTATA
Qualche considerazione sugli attacchi forsennati al nuovo governo giallo-verde, non il migliore possibile, ma l’unico possibile in questo momento. Intimidazioni, insulti, disinformazione come ad esempio a proposito di dichiarazioni di Lorenzo Fontana e di Matteo Salvini. ‘Repubblica’ in prima linea, ma si distinguono anche ‘Avvenire’ e Tv 2000’.
Non è questo il governo che legittimamente auspicavamo prima e dopo le elezioni politiche. Però, alla luce di quanto avvenuto nelle scorse settimane, questo era l’unico governo possibile per dare riscontro positivo alle istanze emerse dal voto del 4 marzo. Certo questo governo è frutto di un contratto pragmatico tra due forze, la Lega e il M5S, che sono divise su aspetti fondamentali della vita sociale e il cui elettorato ha visioni politiche non coincidenti: è dunque un governo che ha in sé una fragilità indubbia. Tuttavia si può ragionevolmente sperare che duri più de ‘l’espace d’un matin’. A questo punto nessuno dei contraenti ha interesse ad affossarlo. In esso la Lega (la forza più solida, anche dall’esperienza amministrativa ben collaudata) ha acquisito diversi incarichi di peso. E l’alleanza è cementata sempre di più dall’inaudito fuoco d’artiglieria cui è sottoposta da giorni: allarmi, insulti, intimidazioni, volgarità, disinformazione a gogò che il novello fronte - nel quale mediaticamente giganteggia (per modo di dire) Repubblica, con l’apporto di propaggini varie come Avvenire e apertamente o subdolamente dei media berlusconiani molto indispettiti – scaglia contro il Male individuato a Palazzo Chigi. Del novello fronte fanno parte naturalmente Bruxelles, molti media internazionali e, ça va sans dire, il noto speculatore e filantropo libertario George Soros. Non è questa comunque la prima ‘macchina da guerra’ italiana (basti pensare a quanto successo negli ultimi 25 anni di storia) partita per suonare e tornata a brandelli. Un’altra constatazione, frequentando bar e mezzi pubblici: l’inaudita alleanza arcobaleno anti-governo appare anche controproducente, poiché induce non pochi italiani a chiedersi il perché di tanto accanimento. “Se si scatenano in tal modo, significa che temono il nuovo governo perché potrebbe disturbare le loro rendite di posizione acquisite nei decenni. (NdR: in realtà le espressioni usate sono più crude nella quotidianità romana). Se così è, questo governo ci è simpatico!”.
Come detto, non passa giorno senza che l’intimidazione massmediatica non offra esempi clamorosi. Ieri, domenica 3 giugno 2018, è intervenuto anche il già citato George Soros - invitato al Festival dell’economia di Trento - che se n’è uscito accusando Salvini di essere al soldo di Putin: seconda riga del titolo d’apertura di Repubblica: “Soros: governo legato a Mosca” (NdR: da notare la tecnica sottile di utilizzare “Mosca”, così da evocare i tempi dell’URSS….).
UN'INTERVISTA DI LORENZO FONTANA, ALCUNE CONSIDERAZIONI DI SALVINI... ED ECCO LA DISINFORMAZIONE DA CARTELLINO ROSSO
Sabato 2 giugno invece era apparsa sul Corriere della Sera un’intervista al neo-ministro della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana (vedi anche in questo stesso http://www.rossoporpora.org/">www.rossoporpora.org ‘A tutto campo con Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega', rubrica Italia, 26 aprile 2018). Nell’intervista al ‘Corrierone’ Fontana – dopo aver detto di non essere contro i gay (“Ho tanti amici omosessuali”, anche per aver vissuto tanti anni a Bruxelles) ma “contro un modello culturale relativista”- si chiedeva, rispondendo a una domanda sulle cosiddette ‘famiglie arcobaleno’: “Perché esistono le ‘famiglie arcobaleno’?” e aggiungeva che “per la legge non esistono in questo momento”. Apriti cielo! Disperazione, strilli, minacce da parte della ‘nota lobby’, ben acquartierata nei quartieri alti della politica e della comunicazione. Ieri, domenica, altra disinformazione. Abbiamo letto titoli in cui si affermava che Salvini aveva ‘bloccato’, ‘preso le distanze’ dalle considerazioni di Fontana.
Meglio controllare, no? Abbiamo allora rivisto e riascoltato il video di Fanpage.it con le domande poste a Salvini in occasione della tradizionale parata militare del 2 giugno e le risposte del leader della Lega, confrontato con un vero bagno di folla. Prima domanda: “Fontana è contro le famiglie omosessuali. Lei prende le distanze?” Risposta di Salvini: “Non è contro, io l’ho letta (NdR: si riferisce all’intervista). Difende il concetto di mamma e papà, senza togliere niente a nessuno. Un bambino ha bisogno di una mamma e un papà”. Seconda domanda: “Tornerete indietro sulle unioni civili? Risposta di Salvini: “No, non è una priorità”. Terza domanda: “E sull’aborto?” Risposta di Salvini: “Non sono leggi in discussione, ha le sue idee ed è libero di avere le sue idee, ci mancherebbe altro. Ma non è nel contratto di governo”. Quarta domanda: “Avete detto di essere il governo del cambiamento e poi siete contro l’aborto e le unioni omosessuali?” Risposta di Salvini: “Abbiam detto che cambieremo la legge sull’aborto? No”.
Come riferisce la ‘gioiosa macchina da guerra’ dello scambio di opinioni? Su tutti ‘Repubblica’: titolo di apertura di prima pagina, seconda riga (nella prima si cita Salvini): “’No famiglie gay’, stop a Fontana”. All’interno, a pagina 6, titolo di apertura: “No alle famiglie gay”, Fontana attacca ma Salvini lo stoppa”.
Insomma: come si sarà potuto rendere conto chi ha letto con attenzione la trascrizione del botta e risposta, trionfa la tecnica della disinformazione di impronta sovietica, consistente in questo caso nel mescolare abilmente, manipolandone il senso, le due risposte di Salvini. Il segretario della Lega, vice-presidente del Consiglio e ministro dell’Interno non ha ‘stoppato’ ( e dunque ‘sconfessato, bacchettato’) Fontana, ma ha – concordando del resto con lui in materia di “mamma e papà” – solo evidenziato che la materia citata (come del resto tutte le questioni etiche delicate) non è nel contratto di governo (un governo che, in caso diverso, non sarebbe certo nato).
PERLE AVVENIRISTICHE, IN STRETTA COLLABORAZIONE CON TV 2000
Ieri mattina, dopo aver assaporato le prime e già succose albicocche della terra di San Silviano a Terracina, abbiamo dato un’occhiata a Avvenire. Inutile dire che non c’è partita tra le albicocche di San Silviano, frutto di terra molto feconda, e la lettura di Avvenire, il quotidiano catto-fluido prodotto di questi tempi dal rancore ribollente in certe sacristie contigue ai salotti pariolini. Oltre alla ormai penosa e stucchevole ‘striscia’ di Falcemartello Staino (naturalmente vi appare un Gesù in funzione anti-Salvini), segnaliamo un paio di ‘perle’.
La prima è del direttor Tarquinio che, rispondendo a un lettore preoccupato del “ritorno al qualunquismo, aggravato dalla irresponsabilità”, nota – dopo i soliti veleni anti-Salvini – che il rischio paventato dal lettore c’è, ma non è inevitabile, perché è “già in atto una civile e cristiana resistenza” a “certe pericolose derive”. Civile, cristiana, resistenza: tre termini usurpati dal direttor partigiano, che parla di resistenza, come se l’Italia fosse sotto il tallone di un governo Hitler-Stalin; di civile, in spregio al fatto che il governo giallo-verde conta su una maggioranza parlamentare ed è riconducibile alla maggioranza assoluta dei votanti del 4 marzo; di cristiana , quasi che il governo negasse la libertas Ecclesiae e i principi non negoziabili. Purtroppo, quando si è in preda di un delirio rancoroso, capita di esternare in modo scomposto; ma che sia il direttore – pur catto-fluido - del giornale dei vescovi a farlo, suscita amarezza e indignazione.
Seconda perla: ‘Avvenire’ riproduce con evidenza in seconda pagina un’esternazione di Lucio Brunelli (direttore del tg della propaggine galantina “Tv 2000”), in cui il ciellino catto-fluido parla di “martirio della pazienza” per la “sopportazione” di cui avrebbe dato prova durante la crisi l’inquilino del Colle. Martirio della pazienza, già evocato dal cardinale Casaroli, segretario di Stato, in un suo celebre libro sulla Ostpolitik vaticana)? Ecco una nuova categoria buona per le canonizzazioni: fate il martire “santo subito”, pur se con l’aureola quadrata perché ancora in vita (vedi nel mosaico del catino absidale della Basilica romana di Santa Prassede papa Pasquale I con tale aureola, che segnala chi ancora vive e lotta in questo mondo).
LE ALBICOCCHE DI SAN SILVIANO, FONTANA E l’ARTIGLIERIA SPUNTATA – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 4 giugno 2018
La confessione del tunisino appena sbarcato: ha ragione Salvini “siamo ex detenuti” –
Peccato siano gli stessi clandestini tunisini a confessare di essere ex detenuti ‘graziati’ e caricati sui barconi:
I detenuti tunisini pagano 1.000 euro per imbarcarsi verlo l’Italia. Lo racconta un giovane testimone che da Ventimiglia sta aspettando un passeur che lo porti in Francia. Perché sono già a Ventimiglia.
All’inviato di Matrix mostra i video del suo viaggio, poi quelli della nave inglese che l’ha salvato e portato a Messina. Alla domanda se sia vera la storia dell’indulto che ha aperto le carceri nel suo Paese permettendo a molti criminali di arrivare in Italia, risponde di sì. Almeno 2700 i detenuti scarcerati negli ultimi tre mesi in Tunisia.
(Prima lezione per Salvini: quando si è ministri, non si deve più dire tutta la verità)
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https://www.maurizioblondet.it/la-confessione-del-tunisino-appena-sbarcato-ha-ragione-salvini-siamo-ex-detenuti/
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