ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 30 giugno 2018

Perchè @matteosalvini ha ragione?

Matteo Salvini ha Ragione ?


DI AUGUSTO SINAGRA  facebook.com
Cercherò di fare una riflessione esclusivamente tecnico-giuridica di diritto internazionale di cui sono stato Professore Ordinario nell’Università.
1. Le navi che solcano i mari battono una Bandiera. La Bandiera non è una cosa meramente folkloristica o di colore. La Bandiera della nave rende riconoscibile lo Stato di riferimento della nave nei cui Registri navali essa è iscritta (nei registri è indicata anche la proprietà pubblica o privata).
2. La nave è giuridicamente una “comunità viaggiante” o, in altri termini, una “proiezione mobile” dello Stato di riferimento. In base al diritto internazionale la nave, fuori dalle acque territoriali di un altro Stato, è considerata “territorio” dello Stato della Bandiera.
Dunque, sulla nave in mare alto si applicano le leggi, tutte le leggi, anche quelle penali, dello Stato della Bandiera.

3. Il famoso Regolamento UE di Dublino prevede che dei cosiddetti “profughi” (in realtà, deportati) debba farsi carico lo Stato con il quale essi per prima vengono in contatto. A cominciare dalle eventuali richieste di asilo politico.
4. Non si vede allora quale sia la ragione per la quale una nave battente Bandiera, per esempio, tedesca, spagnola o francese, debba – d’intesa con gli scafisti – raccogliere i cosiddetti profughi appena fuori le acque territoriali libiche e poi scaricarli in Italia quando la competenza e l’obbligo è, come detto, dello Stato della Bandiera.
5. Da ultimo è emerso che due navi battenti Bandiera olandese e con il solito carico di merce umana, non si connettano giuridicamente al Regno di Olanda e né figurino su quei registri navali, come dichiarato dalle Autorità olandesi.
Allora, giuridicamente, si tratta di “navi pirata” le quali non sono solo quelle che battono la bandiera nera con il teschio e le tibie incrociate (come nei romanzi di Emilio Salgari).
6. Ne deriva il diritto/dovere di ogni Stato di impedirne la libera navigazione, il sequestro della nave e l’arresto del Comandante e dell’equipaggio.
Molti dei cosiddetti “profughi” cominciano a protestare pubblicamente denunciando di essere stati deportati in Italia contro la loro volontà. Si è in presenza, dunque, di una nuova e inedita tratta di schiavi, di un disgustoso e veramente vomitevole schiavismo consumato anche con la complicità della UE, che offende la coscienza umana e che va combattuto con ogni mezzo.
Augusto Sinagra
PER LE ANIME BELLE
A proposito di quel che ho scritto il 18 giugno con il titolo “Matteo Salvini ha ragione”, dopo aver dato sfogo a numerosi commenti e dopo aver dato tempo di riflettere sulla questione del regime giuridico delle navi in navigazione in alto mare, diverse anime belle mi hanno mosso alcune osservazioni.
1. La prima è che io avrei avuto l’intenzione di fare da supporter al Ministro @matteosalvini e così confondendo la appartenenza partitica con l’onestà intellettuale e la difesa dei legittimi interessi nazionali.
Rispondo: politicamente non “appartengo” alla Lega, diverse sono le mie convinzioni politiche, ma se un Governo, un Ministro, svolge positivamente le sue funzioni e difende gli interessi nazionali (e Salvini lo sta facendo), si ha il dovere morale, prima ancora che politico, di riconoscerlo.
2. Alcuni (in realtà pochi) sono intervenuti in argomento svolgendo qualche critica, pur non sapendo nulla di diritto internazionale. Ad essi non rispondo per ovvie ragioni.
3. Altri (ancor più pochi) hanno elevato al cielo alti lai in nome della sacralità della vita (ciò che è fuori discussione) e di un “buonismo” tanto peloso quanto contrastante con le loro corrispondenti scelte di vita e i conseguenti doveri civili, e pur ad essi non merita rispondere.
4. Altri (ancora di meno) e solo perché in possesso di patente nautica per la conduzione di piccole barche a vela, hanno evocato il giuridico obbligo del soccorso in mare, sempre e comunque e in qualsiasi luogo e momento, di chi è in pericolo.
È evidente che tale assunto è tanto vero quanto inconsistente nella verifica dei presupposti che giustificherebbero l’obbligo in questione.
Premesso che non è il caso di evocare il Regolamento “Dublino” o la Convenzione di Montego Bay sulla navigazione marittima o altre Convenzioni internazionali in materia, basta una semplice osservazione: come ho detto, è fuori discussione l’obbligo dell’intervento – dovunque e comunque – in soccorso di chi è in pericolo, ma il punto è proprio questo: si deve dare la prova della situazione di pericolo e anche indipendentemente da chi l’abbia provocata (è il caso, da ultimo, della “Lifeline”, nave da diporto che ha fatto salire a bordo 230 “profughi”!!!). Non sembra che si siano verificate situazioni di pericolo che avessero giustificato l’obbligo del soccorso. Basta vedere, per esempio, le immagini contrastanti a bordo della “Aquarius”. Basta considerare, a proposito di questa nave, che il Comandante, avvicinato da unità militari italiane, rifiutò viveri, medicine e medici e rifiutò il trasbordo di donne e minori. Se vi è una situazione di emergenza, non si tengono spenti i trasponder! Non ci si collega a mezzo radiotelefono con i delinquenti scafisti per concordare luogo e orario di consegna della “merce” umana! Se vi fossero ragioni di emergenza, i porti più vicini e più “sicuri” sarebbero gli stessi porti libici, quelli tunisini, quelli maltesi e quelli egiziani. Potrei continuare a lungo ma se non si da prova di situazioni di pericolo che impongono il soccorso, ogni altra critica è oggettivamente rivolta a favorire la commissione di reati, e chi lo fa è complice nei i delitti commessi dagli scafisti, dai trasportatori di “schiavi” (le navi delle ONG), dai gestori dei centri di accoglienza (gestiti anche dalla Chiesa cattolica) che lucrano in modo infame sul business dei cosiddetti “migranti”. A questa schiera di delinquenti vanno aggiunti i delinquenti francesi che favoriscono e sollecitano il passaggio verso il nord della Libia ai confini meridionali di questa di moltitudini di genti africane.
Per quanto riguarda la falsa esposizione sulla nave della bandiera di uno Stato di non riferimento (è il caso dell’Olanda), ribadisco che si tratta di navi “pirata” che vanno sequestrate anche con la forza, e il relativo Comandante ed equipaggio vanno arrestati.
Perchè @matteosalvini ha ragione? Perché ha messo l’Unione europea con le spalle al muro, perché ha fatto abbassare la cresta a Macron, alla Merkel e a Sanchez e soci, perché ha messo allo scoperto la criminosità di questo nuovo commercio di schiavi, perché ha posto un freno a questa invasione di nuovi schiavi, perché ha posto l’Italia al centro delle “preoccupazioni” dell’Unione europea dicendo ben chiaramente che non s’intende subire ulteriori prepotenze, perché ha difeso i legittimi interessi nazionali anche attraverso opportuni accordi e disponibilità di mezzi navali al Governo di Tripoli. Perché, infine, la sua politica è proprio rivolta a ridurre il numero dei morti in Mediterraneo.
Mi pare, allora, di poter dire ancora che Matteo Salvini ha ragione. 
Augusto Sinagra
tratti da facebook
Fonte: http://italiaeilmondo.com
Link: http://italiaeilmondo.com/2018/06/29/matteo-salvini-ha-ragione-di-augusto-sinagra/

Ci hanno fregato: farsa europea sui migranti

L'intesa in dodici punti lascia molti dubbi: l'Italia torna a casa con nulla in mano. Ecco cosa non torna nell'accordo
Altro che vittoria. È stata una grottesca debacle. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte arrivato a Bruxelles sventolando una promettente bozza di programma torna a casa con un pugno di mosche. E concede a Macron quelle piattaforme in territorio europeo che rischiano di trasformare l'Italia in un campo profughi.


Alla Merkel regala, invece un accordo sui movimenti secondari che ci costringerà a riprenderci migliaia di migranti irregolari. La creazione in Africa di centri dove dividere i migranti da rispedire a casa da meritevoli d'accoglienza e protezione resta una vaga promessa. E nel dimenticatoio finisce anche quella radicale revisione del Trattato di Dublino che doveva portare all'immediata redistribuzione nei vari Paesi europei di tutti migranti sbarcati in Italia irregolari compresi. Ecco i dodici punti del documento finale che segnano la sconfitta italiana.


Controllo efficace delle frontiere

Approccio globale alla migrazione, che combini un controllo più efficace delle frontiere esterne, una maggiore azione all'esterno e all'interno, in linea con principi e valori. Questa è una sfida per l'Europa nel suo insieme.
Parla di «controllo più efficace delle frontiere esterne dell'Ue» senza indicare come realizzarlo. E attribuisce alla Ue la riduzione degli sbarchi dal 2015 in poi. Ma quelli dalla Libia sono diminuiti solo grazie all'azione unilaterale dell'Italia dell'estate 17. Inoltre cita come uniche emergenze-sbarchi del Mediterraneo quelle di Grecia e di Spagna. Come dire che l'Italia non ha più bisogno d'aiuto.

Niente ritorno all'invasione 2015

Il Consiglio europeo è determinato a proseguire e rafforzare questa politica per impedire il ritorno ai flussi incontrollati del 2015 e ad arginare ulteriormente la migrazione illegale su tutte le rotte esistenti ed emergenti.
È semplicemente la continuazione del punto precedente. Si limita ad affermare la determinazione «a proseguire e rafforzare questa politica» per impedire il ritorno ai flussi incontrollati del 2015. Manca qualsiasi accenno allo spostamento verso l'Africa delle politiche di contenimento dei flussi e alla creazione di centri di raccolta. In Libia l'Italia dovrà, insomma, continuare ad agire da sola.

Collaborazione coi libici nella Sar

Per la rotta del Mediterraneo centrale, l'Ue continuerà a sostenere l'Italia e altri Stati in prima linea. Rafforzerà il suo sostegno alla regione e alla guardia costiera libica. Tutte le navi che operano devono rispettare le leggi.
Conte lo rivende come la condivisione delle politiche anti Ong. In verità il punto si limita a esplicare un lapalissiano dato di fatto. La Guardia Costiera libica opera all'interno di una Sar (zona di salvataggio) ri-assegnata a Tripoli un anno fa. Quindi ha già piena competenza su quel tratto di mare. Quanto alle Ong non serviva un Consiglio Europeo per ricordare che devono rispettare le leggi del mare.

Turchia e Spagna aiuti e sostegno

L'accordo Ue-Turchia e gli accordi bilaterali di riammissione dovrebbero essere pienamente attuati. Nel Mediterraneo occidentale l'Ue sosterrà gli sforzi di Spagna e Marocco per prevenire l'immigrazione illegale.
Promette nuovi impegni sul fronte Turchia e aiuti a Spagna e Marocco. Peccato che l'emergenza di Madrid sia poca cosa. Quest'anno la Spagna supera per la prima volta l'Italia nel numero di sbarchi con 17.781 persone contro le 16.556 del nostro Paese. Ma parliamo di numeri assolutamente inferiori alle tendenze degli anni scorsi quando l'Italia accoglieva, nel disinteresse totale, 150mila migranti all'anno.

Hotspot futuri anche in Africa

Esplorare rapidamente la possibilità di piattaforme di sbarco regionali, in stretta cooperazione con i paesi terzi interessati e con l'Unhcr e l'Oim. Nel pieno rispetto del diritto internazionale e senza creare fattore di attrazione.
L'invito a «esplorare rapidamente la possibilità di piattaforme di sbarco regionali, in cooperazione con i Paesi terzi» è l'unico vago e indeterminato accenno ai centri di identificazione e rimpatrio in Africa, vero nocciolo duro nel documento presentato da Conte. Ma la loro creazione resta indefinita nei tempi e nelle modalità visto che non si spiega neppure dove attuarli. E la Libia non è neanche menzionata.

Centri Ue in Stati di primo arrivo

Nell'Ue migranti trasferiti in centri controllati negli Stati membri, solo su base volontaria, per distinguere irregolari, da rimpatriare, e chi necessita di protezione internazionale. Fatta salva la riforma di Dublino.
Voluto da Macron segna il ko dell'Italia. Nascono centri d'internamento per migranti nei Paesi di primo arrivo affidati a Frontex e sottratti all'autorità dello Stato ospitante. Chi li rifiuta non può redistribuire i migranti. Ma è la Ue a decidere chi rimpatriare e chi ripartire. E l'Italia, dove solo il 7% dei migranti ha i requisiti per l'asilo, rischia di diventare un campo profughi controllato da guardie europee.

Fondo per l'Africa ecco 500 milioni

Seconda tranche per i rifugiati in Turchia e 500 milioni al Fondo fiduciario dell'Ue per l'Africa. Gli Stati sono inoltre invitati a contribuire ulteriormente al Fondo per l'Africa in vista del suo riassetto.
È l'unico, ma irrilevante successo dell'Italia. È un primo passo verso quell'approccio globale al problema Africa su cui finora solo l'Italia s'è impegnata finanziariamente versando le quote del Fondo per l'Africa. Ma 500 milioni sono una goccia nell'oceano di un disastro africano frutto delle politiche neo-colonialiste di una Cina che razzia le materie prime del Continente senza garantire lavoro alla manodopera locale.

Più fondi privati al continente nero

Partnership con l'Africa che miri a una sostanziale trasformazione socioeconomica del continente. Ciò richiederà finanziamenti, ma anche la creazione di un nuovo scenario che consenta un aumento degli investimenti privati.
È il proseguimento dell'utopia del punto precedente. Pensare a una «trasformazione socioeconomica del continente africano» è lodevole dal punto di vista degli intenti, ma non produce effetti a breve e medio termine. Per combattere nell'immediato il traffico di uomini bisogna colpire le organizzazioni che lo controllano. E questo può esser fatto solo dispiegando missioni militari e di polizia in Africa.

Strumenti rapidi e flessibili

Strumenti flessibili, a stanziamento rapido, per combattere i clandestini. La sicurezza interna, la gestione delle frontiere, i fondi per l'asilo e la migrazione dovrebbero includere componenti per la migrazione esterna.
È un punto oscuro ed enigmatico frutto probabilmente delle mediazioni e dei compromessi avvenuti nella notte. Difficile capire cosa siano gli «strumenti flessibili» e gli «stanziamenti rapidi». Di certo non sembra garantire alcun vantaggio concreto all'Italia che in questi anni ha dovuto far fronte con risorse proprie all'emergenza arrivando a preventivare per l'emergenza migranti fino a 5 miliardi annui.

Facilitare i rientri degli irregolari

Controllo efficace delle frontiere esterne col sostegno finanziario e materiale Ue e intensificare l'effettivo rientro degli irregolari. Rafforzare il ruolo di Frontex anche nella cooperazione con i Paesi terzi.
Anche qui manca qualsiasi riferimento a politiche di contenimento dei flussi sulle coste africane e alla creazione di centri d'identificazione in Libia. Positiva la richiesta di utilizzare il peso politico e finanziario della Ue per siglare accordi di rimpatrio con i Paesi africani che renderebbero molto più agevole l'espulsione delle centinaia di migliaia di irregolari presenti sul nostro territorio.

Basta movimenti secondari

I movimenti secondari dei richiedenti asilo tra Stati membri rischiano di compromettere l'integrità del sistema comune di asilo e di Schengen. Gli Stati membri adottino tutte le misure legislative e amministrative necessarie.
Era la postilla indispensabile alla Merkel per soddisfare il ministro degli interni Horst Seehofer pronto a far cadere il suo governo. L'Italia doveva concederla solo in cambio d'impegni sugli hotspot in Africa e sul cambiamento radicale del Trattato di Dublino. Conte l'ha accettata in cambio di nulla. Ora rischiamo di doverci riprendere migliaia di migranti irregolari sbarcati da noi e transitati in Germania.

Carta di Dublino, la riforma slitta

Trovare consenso sul regolamento di Dublino per riformarlo ed equilibrarlo tra responsabilità e solidarietà, considerando chi sbarca in operazioni di ricerca e salvataggio. Ulteriore esame per la proposta su procedure di asilo.
«Chi sbarca in Italia sbarca in Europa» ripeteva Conte, sottolineando la necessità di un capovolgimento del Trattato di Dublino che prevedesse non solo la ridistribuzione degli aventi diritto all'asilo, ma anche dei migranti irregolari. Invece veniamo congedati con generici impegni a un consenso sulle modifiche a Dublino. Come dire il nulla. Anche perché la prima relazione sul tema arriverà solo ad ottobre.
Gian Micalessin 
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ci-hanno-fregato-farsa-europea-sui-migranti-1547081.html

DOV’E’ LA VITTORIA? (Ci ha porto la chioma)


Conte è stato sconfitto? È  stato raggirato  da Merkel e Macron, come dice la Meloni? Non ha ottenuto niente, anzi meno di quel che ottenevano Gentiloni e Renzi, secondo Minniti?
La vittoria, se la vogliamo guardare in faccia, c’è. Evidente e  chiara. Consiste nel prendere coscienza che  non esiste “soluzione europea”  al problema dei migranti. E nemmeno a nessun altro problema che  ci riguardi. Che l’”Europa”non è che una accolta di furbastri che,  mentre tu tratti duramente ma lealmente, fanno accordi sottobanco in piccole riunioni bilaterali di cui non ti dicono nulla. Dunque ecco la vittoria: capire che la cosiddetta Unione Europea è un sistema metodico di arbitrio, prepotenza, slealtà ed oppressione.
La  Grecia  ha accettato, poveretta , di accogliere i migranti “secondari”, che la Baviera caccerà,  perché la Merkel  consente a Tsipras – in cambio   – di rimandare sine die il rincaro dell’IVA  che la BCE, e Bruxelles, gli imponevano con tanta insistenza (come lo impongono a noi). Tsipras spera così di vincere le elezioni. Quanto a Sanchez, ha accettato di prendersi i profughi cacciati dalla Germania perché il debito pubblico e  privato della Spagna è stato contratto con l’estero – è schiacciata dalla Negative International InvestmentPosition (NIIP), dunque dipende dalla  Germania molto più di noi, che gran parte del nostro debuito pubblico lo abbiamo in Italia, e debito privato quasi non ne abbiamo.
Con questi espedienti degradanti  – per i servi – la Merkel ci “ha isolato”  e forse raggirato. Per salvare il suo governicchio.

La UE non esiste, e si è visto

Se Merkel e Macron ti raggirano, non c’è istanza superiore a cui possa appellarti: dunque non esiste l’Unione. Esiste la  cosca dei due paesi in combutta per spogliare l’Italia e riempirla di negri, tutto qui. Basta prenderne atto. Noterete che, durante la trattativa, Juncker è scomparso. La Mogherini  non è scomparsa, perché non c’è mai stata – il suo robot è stato visto  in Albania e Macedonia, dove il teatrino di carta chiamato Bruxelles vuole far entrare anche questi due. Scomparsi tutti a Bruxelles. Vittoria! S’è scoperto il trucco.  Che “Bruxelles” non esiste se non come teatrino di carta della Germania e degli arbitrii di Macron, un teatrino che al bisogno viene ripiegato e sparisce in un cassetto.  C’è chi risponderà che questo è avvenuto  perché il vertice è un incontro intergovernativo,  per questo è stato un inganno,  e che  ciò dimostra che ci vuole “più  Europa”,  cedere  altra sovranità. Spero che nessuno ci caschi, ormai. Non c’è soluzione europea, e dobbiamo fare da soli, prendere in Libia le iniziative  per fermare i migranti, come già abbiamo cominciato a fare:
E’ chiaro che in Europa, abbiamo dei nemici. Nemici veri, da stato di guerra. Come era  stato previsto: l’euro, invece di avvicinare i popoli, li avrebbe resi  ostili l’uno all’altro. In questo stato di guerra – ibrida, naturalmente,  come si fa oggi: senza dichiarazione leale, senza justus hostis,  dove gli alleati sono i nemici, usano i civili come arma,  dove ti strangolano con  la finanza prima di  bombardarti  le fabbriche – e non le bombardano, le comprano gratis –   non è che siamo messi benissimo. Ciò perché non abbiamo un esercito ( mi ricordo la gioia di  tutti, finalmente niente leva! La democrazia morì allora), niente banca centrale  indipendente  – dipendiamo dalla banca centrale nemica – niente moneta; e in più ci siamo legati dalle mille pastoie  con cui l’Europa ci ha legato come  in catene, persino il Regno Unito non riesce ad uscire. Rendiamoci conto che dobbiamo cominciare la lotta di liberazione, e sarà dura e forse sanguinosa.




Il Muro costruito in Turchia contro i profughi siriani, che la Merkel ci fa pagare 3 miliardi a Erdogan. Dopo il vertice Merkel ha invocato “uno sforzo nazionale” per “accelerare le espulsioni”.
http://www.spiegel.de/international/world/death-strip-on-border-between-turkey-and-syria-a-1124706.html

Ma restare nella prigione dei popoli, sarà peggio: una spoliazione continua senza prospettive, fino alla morte del paese sotto la demografia africana.
La prossima spoliazione l’ha già descritta l’eurodeputato Marco Zanni: avete visto che DeutscheBank è prossima al collasso – e sarà un enorme buco per tutti . “Guarda caso”, scrive Marco Zanni, proprio adesso “la Germania chiede di usare il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) come  fondo unico di risoluzione delle banche”.
Il MES, detto il Fondo Salva-Stati, deve diventare il Fondo Salva-Deutsche Bank. In altre parole, Berlino vuol farci pagare il salvataggio del  suo buco nero, come atto di solidarietà europea. Come abbiamo già fatto quando abbiamo “salvato la Grecia” ossia le banche francesi e tedesche che avevano prestato incautamente troppo ad Atene, spendendoci 40 miliardi dei contribuenti italiani.  Adesso, il MES andrà rifinanziato: ha “salvato”  (leggi: indebitato)  Irlanda, Portogallo, Spagna , e “rischiava di esaurirsi solo per garantire i depositi  di una banchetta cipriota” di cui non si ricorda il nome. Per salvare la Deutsche, quanto ci vorrà?  Basta leggere  i testi: “Uno stato della zona euro, in difficoltà finanziaria, può richiedere un prestito a questo fondo. E chi ce lo mette il contante? Secondo il trattato, ogni stato aderente al MES dovrà corrispondere una certa quota di capitale allo stesso: si va dai 190 miliardi della Germania, passando per i 142 della Francia, fino ai 125 dovuti dall’Italia”.
L’Italia a cui l’Europa chiede di non spendere in investimenti, perché deve pagare i suoi debiti,  in questo caso può allegramente garantire 125 miliardi: che non ha. Niente di male, ce li prestano, e pagheremo gli interessi sul nuovo debito. Sicché poi Berlino ci rimprovererà di  avere un debito pubblico eccessivo,di vivere sopra i nostri mezzi, quindi tagliare e tagliare, svendere, obbedire al vincolo esterno…Non vi basta ancora? Pagherete per la Deutsche Bank?

Vogliono farci pagare per Deutsche Bank

Nei sacri statuti, se la Germania vuole attingere al MES per salvare la Deutsche Bank, come minimo dobbiamo ricordare (e ricordarle) che quando uno stato si rivolge al MES, deve accettare  la Troika, l’agente pignoratore per l’amministrazione controllata.
Vi sembra che Berlino accetterà la Troika? Berlino che non ha accettato di sottoporre alla sorveglianza della BCE  le sue banche regionali in dissesto enorme, occulto e opaco?
Però  il governo italiano, dovrà pretenderlo: aiuti dal MES? Allora la Troika a Berlino! Come Berlino minaccia per noi!  Reciprocità!
Ovviamente  ci sputeranno in faccia, rifiuteranno con arroganza e derisione, fra i cachini di gioia dei nostri nemici interni. Bene, è la vittoria: la prova che nella UE la legge non è uguale per tutti. Che  è l’orwelliana Fattoria degli Animali, dove tutti gli animali sono uguali, ma i maiali sono più uguali degli altri. Vedete in che situazione ci siamo cacciati: credevamo di entrare nella civiltà, e ci hanno incastrato in una dittatura oscura senza nome, di cui non conosciamo neppure i limiti, perché probabilmente limiti non ha. Il dispotismo orientale del Califfo, era più civile, conosceva qualche limite, almeno si poteva provare ad ottenere giustizia con la supplica alla Sublime Porta.
La vittoria consiste in questo. Nel capire che dobbiamo far da soli  anche in regime monetario, perché non c’è “soluzione europea” del nostro debito pubblico, perché l’Europa non ci proporrà mai altro che punizione,  recessione e deflazione permanente, disoccupati di massa e di lunga durata.
Una volta realizzato che  dobbiamo far da soli  – l’Italia è contributore netto presso  della UE, mica ha bisogno –   la vittoria  italiana è a portata di mano.
Possiamo farcela perché:
1 Gli italiani hanno una ricchezza finanziaria pro capite superiore ai tedeschi
2  Abbiamo un trilione di euro in conti  bancari e 3 trilioni in attivi liquidi
3  L’Italia ha un attivo primario di  2,6% del Pil,  E tutto ciò, si badi, senza aver fatto le vere riforme strutturali che dobbiamo fare.
Ciò significa, secondo il chief investment officer Manish Singh (già  UBS e Societé Générale), che “L’Italia non solo può sopravvivere all’Italexit, ma prosperare”.  Manish Singh è uno dei tanti investitori  internazionali che, se l’Italia esce dall’euro e opera con una sua moneta svalutata, sono pronti ad investire, ossia a indebitarci di nuovo, perché siamo ridiventati solvibili. E’ l’industria francese che sarà schiacciata dal nostro export in lire.
Anche  il Nobel Stigliz  illustra (per l’ennesima volta) la convenienza d’Italia di uscire dall’euro, in un articolo apparso su”Politico”  del 26 giugno:
Di fronte all’ostinazione tedesca di non riformare l’euro, l’Italia  ha la possibilità di fare una scelta diversa dalla Grecia. I benefici per l’Italia di abbandonare l’euro sono chiari, diretti e considerevoli”.
“Il cambio basso consentirà all’Italia di esportare di più. I consumatori adotteranno beni fatti in Italia invece di beni importati. I turisti troveranno il Paese ancora più attraent, per i suoi prezzi bassi. Tutto ciò stimolerà la domanda e accrescerà gli introiti dello Stato. La crescita prenderà piede, e con essa l’alto livello di disoccupazione (11,3%, quella giovanile al 33,1%) scenderà”.
E Stigliz ci spiega anche come fare: l’Italia può creare “script”,titoli di  debito pubblico, con cui permetterà di pagare le tasse e i mutui.  La perdita di valore di questi “script”   sarà  l’equivalente di una svalutazione,  con il che l’Italia recupera la sua politica monetaria efficace” . E’ il piano B.
Naturalmente, continua Stigliz, “la creazione di una moneta infomale sarà accolta da urli e strilli da parte degli altrimembri della zona euro. Sicuramente una moneta parallela  infrange  le regole e lo spirito dell’eurozona. A questo punto, l’Italia lascerà agli altri membri dell’eurozona di espellerla”.
Non vi sfugga l’ironia. Gli altri membri che ci espellono, si sparano sull’alluce da soli.  Pensate solo come si troverebbe l’industria francese, a restare sola con l’euro ormai tedesco, rivalutato del 30%. Sarebbe schiacciata. Macron avrebbe i giorni contati.  E già ora, la Le Pen sta superandolo nei sondaggi.
Vedete che si può vincere. Occorre coraggio e polso fermo,  come in guerra. I miei dubbi non sono su questo governo. Sono sulle quinte colonne che invocano lo straniero perché ci punisca, e  stringa le nostre catene.
Perché sono loro che strillano che Conte è stato sconfitto; e Gentiloni dice che  gli europei “si vendicheranno sulle nostre banche”. Ma le ONG sono di un parere contrario, visto che sono molto,molto arrabbiate.
Per Haaretz, ad essere isolata è la Mutti:
SeguiSegui @haaretzcom
Merkel has gone from leader of Europe to near isolation | Analysis
Ed anche Le Figaro ritiene che Conte non abbia perso, perché “L’Italia può  continuare la sua politica di fermezza migratoria,  avendo ottenuto una specie di carta bianca da parte del consiglio europeo. Politicamente è una vittoria”:
Prendere in parola: carta bianca. Fermezza. Senza bisogno di fare pubblicità, molto si può  fare in “fermezza”.
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I barbari si scatenano nel cimitero-Europa

DI DMITRY ORLOV
cluborlov.blogspot.com
In tutto il mondo, sono in pochi a capirci qualcosa della reazione europea alla crisi dei rifugiati. Da parte dei migranti vediamo accanite dimostrazioni di barbarie, fanatismo e violenza, da parte degli Europei c’è la spregevole paura di apparire… intolleranti. In un contesto ormai fuori controllo, dove ci si aspetterebbe che la gente si organizzasse, protestasse, facesse blocchi stradali e votasse in massa per i partiti nazionalisti, dobbiamo invece assistere al ridicolo spettacolo di docili ed effeminati Europei che, in abbigliamento unisex, scrivono col gesso sui marciapiedi “No al terrorismo!” La maggior parte delle persone, in tutto il mondo, vede in questo un’ostentata dimostrazione di nullità antropologica. “E’ morta l’Europa?”, si chiedono ad alta voce.
Nel caso pensiate che questa opinione sia politicamente scorretta, priva di tatto o in qualche modo marginale, invece che ampiamente condivisa (sappiate che) il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, statista russo di provata esperienza, nonchè “diplomatico dei diplomatici” ha dichiarato, in forma ufficiale, che l’Unione Europea sta “commettendo un suicidio” lasciandosi invadere dalle orde che arrivano dal Medio Oriente e dal Nord Africa.
Siamo di fronte all’arrivo di un flusso continuo di persone, la maggior parte maschi giovani e renitenti alla leva nei paesi d’origine, di questi, abbastanza pochi hanno le caratteristiche per poter richiedere asilo. La maggior parte non ha qualifiche per nessun genere di lavoro all’interno dell’UE in quanto analfabeti, senza istruzione o etica professionale. Molti di loro non sarebbero comunque addestrabili, perchè provengono da popolazioni dove la selezione viene fatta dalla forza fisica e dalla resistenza alle malattie, piuttosto che dall’intelligenza.
Parecchi sono islamici radicalizzati, che si considerano colonizzatori a tutti gli effetti, molti altri non hanno scrupoli a rapinare gli Europei e a stuprare le Europee. Qualche migliaio sono dei veri terroristi, che si infiltrano in attesa di ricevere ordini. Per la maggior parte di loro, sbarcare in Europa e fare gli scrocconi fa parte di una bellissima avventura, molto più eccitante che pascolare bestiame o coltivare miglio nei villaggi natii.
Le ONG europee li forniscono di gommoni e giubbotti di salvataggio e li mandano alla deriva al largo della costa libica o in Adriatico. Le navi delle ONG europee li raccolgono e li sbarcano nei porti italiani, greci o spagnoli. E poi scroccano, per mesi interi, mentre altre ONG li assistono per le domande di permesso e intasano i tribunali con le azioni legali che intentano a loro favore.
Sono sicuro che molti Europei potrebbero pensare che sono una persona crudele, per aver fatto un così poco lusinghiero quadro della situazione. Ma c’è una standard assai più elevato della pura generosità per valutarla: corrisponde al vero? La verità è spesso crudele e dolorosa e tuttavia, senza la verità (che ci fa capire le vere conseguenze delle nostre azioni) non saremmo altro che agnelli destinati al macello.
Rifiutarsi di guardare in faccia la realtà, nascondendosi dietro un logoro ed ipocrita velo di “gentilezza”, non è altro che vigliaccheria. Certo, la codardia si vede spesso in Europa, nascosta dietro un altro consunto velo, quello della “sicurezza.” Quando l’ISIS aveva fatto esplodere le bombe all’aereoporto di Brussels, il re del Belgio Philippe e la sua regale consorte erano stati evacuati in tutta fretta. Nel Medioevo un simile comportamento codardo sarebbe costato al monarca la corona, probabilmente accompagnata dalla testa. Ma ora è perfettamente normale, per una nazione vigliacca, avere un re vigliacco.
E’ abbastanza difficile capire il razionale che sta dietro ad una simile codardia imposta dall’alto. Perchè le elites europee insistono così tanto ad ingozzare di “tolleranza” i loro cittadini e a sostituirli con barbari d’importazione? Che cosa è successo allo spirito di quegli imperi assetati di sangue, che per secoli hanno svenato il mondo intero, accumulando tesori inestimabili?
Ciò che è successo, credo, è che gli Europei stanno troppo bene. Certamente, hanno avuto qualche momento difficile nelle due guerre mondiali, ma questo non è nulla in confronto a quello che hanno passato molte altre nazioni, sopratutto Russia e Cina. Quando la vita è una lotta, l’esperienza è vivida, le gioie semplici rappresentano sensazioni profonde, le scelte intelligenti sono essenziali alla sopravvivenza e gli atti di eroismo sono necessari e tenuti nella massima considerazione. Quando la vita è confortevole, la gente diventa sazia e difficile da soddisfare, i gusti si fanno decadenti e leziosi, i problemi della sicurezza vengono demandati agli specialisti e i gesti individuali e spontanei di eroismo e di coraggio arrivano ad essere trattati come sintomi di disadattamento sociale.
Se c’è abbastanza sicurezza e benessere, queste condizioni diventeranno fini a se stesse, e saranno gli standard a cui rapportare tutto il resto. Quelli che godono di minor sicurezza e meno benessere saranno considerati meno vincenti e meno alla moda, e diventeranno meno popolari, in una gara di perenne predominio. Al contrario, quelli che non si saranno fatti sedurre dalla sicurezza e dal benessere e sono desiderosi di battersi per dei principi più elevati della sola tolleranza e gentilezza, non verranno compresi; dopo tutto, che cos’altro c’è al di fuori della sicurezza e del benessere? Ma questa è solo una messa in scena per la prossima discesa verso il basso, perché sicurezza e benessere non sono equiparabili a certezze.
La sicurezza non può essere garantita sempre e dovunque, gli incidenti capitano. Potreste prendervi un pugno in faccia da un ubriaco bellicoso, essere molestati da un migrante assatanato, morire in un attacco terroristico per un Allah akbar o, più facilmente, rompervi il collo cadendo dalla bicicletta. Dal momento che non siete più i responsabili della vostra sicurezza personale (ora è compito di professionisti retribuiti), non potete incolpare voi stessi. Potete, naturalmente, dare la colpa ai professionisti retribuiti, ma, come sapete, loro stanno facendo del loro meglio… L’unica possibilità rimasta è quella di fare la vittima. Il vittimismo è diventato un prodotto assai apprezzato ed una medaglia al merito. L’enorme importanza e l’assistenza profusa alle vittime di tutti i generi, che vengono incoraggiate ad organizzarsi e a farsi valere collegialmente, rassicura tutti gli altri sull’importanza della loro sicurezza. Si può essere vittime, ma non si può essere vittime della propria stupidità.
A proposito di stupidità, rendersi conto di essere stupidi non è piacevole, ma tutti, anche gli stupidi, devono sentirsi sempre a loro agio. Dato che la metà esatta della popolazione è di intelligenza inferiore alla media, tutto questo è abbastanza difficile da realizzare. Affermare che metà della popolazione è vittima della stupidità non risolverebbe realmente il problema, una tale sovrabbondanza di vittime vanificherebbe la promessa di un conforto universale. E neanche si può affrontare il problema imponendo un sistema meritocratico generalizzato, basato sui diritti del singolo: gli intelligenti si comporterebbero meglio dei non-intelligenti, creando a questi ultimi un notevole disagio.
La soluzione è abbandonare il principio di meritocrazia. Invece di garantire diritti ed opportunità individuali, basati su capacità e rendimento, noi lotttiamo per la parità di risultato: a tutti vengono garantiti un premio di partecipazione e un po’ di soldi, basta essere obbedienti ed educati, con l’entità del premio e la somma di denaro accuratamente calibrate al proprio livello di vittimismo. A questo ci si riferisce talvolta con il termine stranamente riadattato di “equità”. Dal momento che non è semplice organizzare una distribuzione di “equità” a livello individuale, le persone vengono suddivise in una miriade di gruppuscoli e ciascuno di questi viene valutato in rapporto agli altri. Se sei una lesbica disabile di colore, puoi spuntare subito tre caselle nella lista del vittimismo e ti verrà dato lo stesso premio di un maschio eterosessuale bianco normodotato. Ora, stranamente, si fa riferimento a tutto questo chiamandola “giustizia sociale”, come se ce fosse qualche altro tipo.
Questo nuovo genere di persona, nata dapprima in Europa, diffusasi poi in tutto l’Occidente ed oltre, assomiglia molto ad una forma degenerata di umanità: priva di grandi passioni e mete ambiziose, senza nessun chiaro vincolo o preferenza etnico-sociale, fissata sul benessere e sulla sicurezza, scarsa sia di mascolinità che di femminilità: una sorta di eunuco civilizzato, imprigionato in un campo di concentramento LGBTQ a quattro stelle. Tutto questo può sembrare fortemente negativo, ma il lato positivo è che questo tipo di persona è per lo più inoffensivo. In questo momento, mezzo miliardo di individui popolano, senza crearsi grossi pericoli a vicenda, una piccola penisola dell’Eurasia Occidentale che, fino a non molto tempo fa, era stata teatro di interminabili conflitti armati. (Queste persone) non distruggono il materiale artistico ma sembra che lo raccolgano e investano nel consumismo e nelle comodità. Una cosa del genere, e molti saranno d’accordo, si chiama progresso.
L’ultima, grande sfida a questo modo di essere si era presentata al momento dell’integrazione dell’Europa Orientale, dove le passioni sono ancora molto forti. Il problema era stato facilmente risolto trovando un capro espiatorio, la Serbia, condannata per l’assenza di tolleranza e multiculturalismo e bombardata fino allo sfinimento. Questo, almeno per ora, ha spaventato e immobilizzato tutti gli altri nell’Europa dell’Est. Ma adesso, la migrazione di massa si presenta come un problema di dimensioni completamente differenti, e ha provocato la rivolta di Polonia, Ungheria ed ora anche dell’Italia contro l’assalto degli immigrati.
Questi nuovi arrivati provengono sopratutto da culture che sono all’opposto della tolleranza e della gentilezza. Sono per lo più caratterizzati da crudeltà, passione, fedeltà alla tribù e fanatismo politico-religioso. Vogliono vivere proprio qui e adesso, darsi ai piaceri più bestiali della natura umana e considerano l’Europa una cassa del tesoro da saccheggiare. Le loro culture rievocano un periodo antico della storia europea, quando grandi folle si raccoglievano nelle piazze delle città per vedere gente squartata o bruciata viva.
Gli Europei avevano vinto la loro natura medioevale, ma l’hanno reimportata. Questo nuovo, demascolinizzato Uomo Occidentale Europeo è incapace di opporvisi, e neanche ci riescono i suoi governi, i cui leaders sono obbligati ad attenersi alle stesse identiche regole di tolleranza, correttezza politica e gentilezza coatta. Ma l’Uomo Orientale Europeo, costretto solo temporaneamente a comportarsi in modo tollerante ed effeminato, non reggerà questa situazione ancora per molto. La sua natura medioevale è ancora abbastanza vicina alla superficie, mentre i suoi vicini occidentali l’hanno già relegata nei musei e nelle altre trappole per turisti. Questo è già evidente: c’è stato un recente summit dell’UE sull’immigrazione: gli Europei dell’Est non hanno nenche fatto la fatica di presentarsi.
Guardando alla situazione da ancora più lontano, dalla Russia europea e dal resto della massa continentale eurasiatica, c’è un profondo senso di tristezza nel vedere l’Europa che muore. Una grossa parte di storia dell’umanità sta per essere travolta e saccheggiata. Avendo dedicato diversi decenni al recupero del Cristianesimo Orientale, dopo i danni causati dai barbari bolscevici, guardano con costernazione le reliquie e le rovine del Cristianesimo Occidentale venire sommerse da una nuova ondata di barbari. Gli abitanti dell’Europa Occidentale non varranno poi molto, ma possono ancora essere utili come guardiani di musei e guide turistiche.
Che l’Europa si stia trasformando in un museo era già chiaro a Dostoevsky 150 anni fa, quando scriveva (facendo parlare Versilov):
“Per un Russo l’Europa è preziosa proprio come la Russia, ogni sua pietra è affascinante e cara. L’Europa è la nostra Madrepatria, tanto quanto la Russia…Oh, quanto preziose sono per noi Russi queste vecchie pietre straniere, questi miracoli di un antico mondo devoto, questi frammenti di miracoli santi; ci sono molto più cari degli stessi Europei!”
E poi, questa volta con la voce di Ivan Karamazov, con ancora più passione:
“…Voglio viaggiare in Europa e così farò. Certo, so che andrò solo a visitare un cimitero. E allora? I cadaveri che vi giacciono sono preziosi, ogni lapide racconta la storia di una grande vita, di una appassionata fede per le gesta eroiche, per le proprie verità, per la propria lotta. So già che cadrò a terra, bacerò queste pietre e piangerò su di esse, anche se dentro di me sarò assolutamente convinto che tutto questo era già diventato un cimitero molto tempo fa e non è nulla di più.”
[Ispirato da E. Kholmogorov]

Dmitry Orlov
Fonte: cluborlov.blogspot.com
Link: http://cluborlov.blogspot.com/2018/06/barbarians-rampage-through-europes.html#more
26.06.2018
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

Giulietto Chiesa: Requiem per L’Europa
30/06/2018 by adalberto gianuario
Succede a volte che eventi di grande portata storica avvengano senza che i contemporanei ne comprendano tutta la portata. E’ quanto sta avvenendo riguardo all’ultimo vertice di Bruxelles.
https://www.pandoratv.it/giulietto-chiesa-requiem-per-leuropa/

IN AFRICA A SPESE NOSTRE, MA PER GLI AFFARI LORO? – ControRassegna Blu #20
https://www.byoblu.com/2018/06/28/controrassegna-blu-20/

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