ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 26 giugno 2018

Un unico volto

NASA RICOSTRUISCE IL VERO VOLTO DI GESÙ ATTRAVERSO LA SINDONE

Con tecniche avanzatissime hanno calcolato come potesse essere il volto Sindonico senza sofferenze.

Così, ad ogni “progresso”, ovvero ad ogni piaga o tumefazione tolta, hanno fotografato e immortalato il suo volto. All’ottavo scatto, é stato possibile ricostruire un volto con occhi aperti e senza ferite: Il risultato é sorprendente.
Gesù é proprio di un volto mansueto e coinvolgente, santo e illibato. Come ci hanno tramandato i vangeli e l’arte Cristiana nei secoli, Egli appare proprio come il Buon Pastore inviato dal Padre per proporre la conversione all’umanità. 
Per una volta dunque scienza e teologia paiono concordare: Gesù ha il volto che la Scienza ha ricostruito e la fede prega instancabilmente…
Meglio di così!

ECCO GLI UNICI TRE SUDARI AL MONDO VENERATI COME RELIQUIE DI CRISTO


web3-torino-sindone-shrine-sacred-shutterstock

Sindone, Oviedo e Volto Santo sono i tre veli su cui sarebbero impressi il volto e il corpo di Gesù

Per ora quelli venerati come reliquie di Cristo sono tre in tutto il mondo. Due in Italia e uno in Spagna. Stiamo parlando dei sudari su cui sarebbero riprodotti il volto e il corpo di Gesù.
Il condizionale è d’obbligo perché le indagini scientifiche compiute in tutti e tre i casi hanno rilasciato dati contrastanti tra loro.

Il primo: la Sindone




Wikipedia

Il più importante è il lino della Sindone di Torino. La Sindone è un lenzuolo tessuto a spina di pesce delle dimensioni di circa m. 4,41 x 1,13, contenente la doppia immagine accostata per il capo del cadavere di un uomo morto in seguito ad una serie di torture culminate con la crocifissione.
L’immagine è contornata da due linee nere strinate e da una serie di lacune: sono i danni dovuti all’incendio avvenuto a Chambéry nel 1532.
Secondo la tradizione si tratta del Lenzuolo citato nei Vangeli che servì per avvolgere il corpo di Gesù nel sepolcro. Questa tradizione, anche se ha trovato numerosi riscontri dalle indagini scientifiche sul Lenzuolo, non può ancora dirsi definitivamente provata.
Vi è una sostanziale concordanza tra il racconto dei Vangeli sulla Passione di Cristo e le informazioni che riusciamo a ricavare dalla Sindone.
Dall’efferata flagellazione, prima di una crocifissione (sono stati ipotizzati 60 colpi di frusta) alla coronazione di spine; dall’assenza di crurifragium, la frattura delle gambe inflitta per accelerare la morte (A Gesù non vennero spezzate le gambe come ai due ladroni perché morì in maniera insolitamente rapida, tanto che Pilato se ne stupì) alla ferita al costato inferta dopo la morte (un fatto raro) (Aleteia, 20 aprile 2014)

Il secondo: il Sudario di Oviedo




Flickr

Il Sudario di Oviedo, un drappo di lino di cm 85 x 52, sarebbe stato utilizzato da Giuseppe d’Arimatea – dopo la morte del Nazareno – per far uscire dalla bocca e dal naso di Gesù il sangue accumulato. E’ conservato nella Cattedrale del capoluogo delle Asturie.
Alla luce di questi risultati, nel 1987 si creò in Spagna il CES, Centro Spagnolo di Sindonologia, e nel 1989 un nuovo esame della reliquia portò a una minuziosa ricostruzione degli eventi che causarono la formazione delle macchie sul telo. Questi studi durarono cinque anni con risultati sorprendenti. Vediamone alcuni: l’uomo aveva capelli lunghi legati sulla nuca e barba lunga, ferite nella parte occipitale, la bocca chiusa, il naso fratturato, ferite nella parte posteriore dell’occipite e nel cuoio capelluto; parte delle macchie sono composte da acqua e sangue, dovuto alla morte per edema polmonare, tipico di chi muore per asfissia, come avviene in caso di crocifissione (religiosamente.com, 4 settembre 2015).

Coincidenti

La Sindone di Torino e il Sudario di Oviedo (Spagna) «hanno avvolto, con quasi totale sicurezza, il cadavere della stessa persona». È la conclusione a cui è giunta un’indagine che ha paragonato le due reliquie mediante uno studio basato sull’antropologia forense e la geometria.
Il lavoro è stato realizzato dal dottore in Belle Arti e docente di Scultura dell’Università di Siviglia Juan Manuel Miñarro all’interno di un progetto del Centro Spagnolo di Sindonologia (CES), entità con sede a Valencia (Aleteia, 8 aprile 2014).

Il terzo: il Volto Santo di Manoppello




Wikipedia

Il Volto Santo è un’immagine conservata a Manoppello (PE), nella Basilica del Volto Santo. Si tratta di un velo tenue che ritrae l’immagine di un volto, un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande, da alcuni ritenuto essere quello di Cristo (in particolare c’è chi lo fa coincidere con il “velo della Veronica”.
I fili orizzontali del telo sono ondeggianti e di semplice struttura; l’ordito e la trama, visibili ad occhio nudo, si intrecciano a formare una normale tessitura. Le misure del panno sono cm 17 x 24. E’ l’immagine di un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande. Caso unico al mondo in cui l’immagine è visibile identicamente da ambedue le parti. Le tonalità del colore sono sul marrone, le labbra sono di colore leggermente rosse, sembrano annullare ogni aspetto materiale. Non sono riscontrabili residui o pigmenti di colore.
Le due guance sono disuguali: l’una, più arrotondata dell’altra, si mostra considerevolmente rigonfia. Gli occhi guardano molto intensamente da una parte e verso l’alto. Perciò si vede il bianco del globo oculare sotto l’iride. Le pupille sono completamente aperte, ma in modo irregolare. Nel mezzo, sopra la fronte si trova un ciuffo di capelli, corti e mossi a mo’ di vortice (voltosanto.net).

Un unico volto

Secondo uno studio del sacerdote Enrico Sammarco e suor Blandina Paschalis Schlömer sul Volto di Manoppello, la sovrapposizione di queste tre reliquie fatta in modo cronologico darebbe vita ad unico Volto.
Se sopra il volto raffigurato nella Sindone, quindi, sovrapponiamo il lino di Oviedo e infine il Volto Santo, tutto sembra coincidere: ferite, parti anatomiche, proporzioni del viso, segni della passione. A parte il gruppo AB sanguigno coincidente con la Sacra Sindone, le macchie ematiche combaciano perfettamente con quelle del Sudario di Oviedo e con le tracce che troviamo nel Volto santo (Tv 2000, 23 giugno).
tratto da  https://it.aleteia.org/2018/06/23/sudari-gesu-cristo-sindone-oviedo-volto-santo
 Gelsomino Del Guercio | Giu 23, 2018

https://benedettoxviblog.wordpress.com/2018/06/26/ecco-gli-unici-tre-sudari-al-mondo-venerati-come-reliquie-di-cristo/


Monaco buddista risorge, afferma che Gesù è l'unica verità e vede Buddha tra le fiamme dell'Inferno!




"Nel 1998 morì un monaco Buddista. Alcuni giorni dopo, si tenne il suo funerale durante il quale doveva essere cremato. Dall’odore, era ovvio che il suo corpo aveva già cominciato a decomporsi – egli era molto chiaramente morto!", secondo il rapporto dell’agenzia missionaria Asian Minorities Outreach: "Noi abbiamo cercato di verificare questa notizia che ci è giunta da diverse fonti, ed ora siamo convinti che essa è esatta", scrivono. "Centinaia di monaci e parenti del morto parteciparono al funerale. Proprio quando il corpo stava per essere bruciato, il monaco morto improvvisamente si mise a sedere, gridando: ‘E’ tutta una menzogna! Io ho visto i nostri antenati bruciare ed essere torturati in una sorta di fuoco. Io ho visto anche Buddha e molti altri santi uomini Buddisti. Essi erano tutti in un mare di fuoco! Noi dobbiamo dare retta ai Cristiani’ - continuò vigorosamente il protagonista - 'loro sono i soli che conoscono la verità!'

Questi avvenimenti scossero l’intera regione. Più di 300 monaci diventarono Cristiani e cominciarono a studiare la Bibbia. L’uomo risorto continuò ad avvertire tutti di credere in Gesù, perché lui è il solo vero Dio. Audiocassette del resoconto del monaco furono distribuite in ogni parte del Myanmar. La gerarchia Buddista e il governo furono presto allarmati, e arrestarono il monaco. Da allora non è stato più visto, e si teme che sia stato ucciso per farlo stare zitto. Adesso è un crimine serio ascoltare le audiocassette, perché il governo vuole soffocare la sensazione".

Tratto da: Dawn 2000, 09

"Noi sentimmo parlare per la prima volta degli avvenimenti da un certo numero di conduttori di chiese del Burma, che investigarono le notizie e non hanno nessun dubbio sulla loro autenticità. Il monaco, Athet Pyan Shintaw Paulu, ha cambiato la sua vita, e soffre e rischia molto per raccontare la sua storia. Nessuno sopporterebbe tale avversità per niente. Egli ha già condotto centinaia di monaci a Gesù, è stato imprigionato, disprezzato dai suoi parenti, amici e colleghi, ed è stato minacciato di morte se non addolcisce le notizie. Attualmente non si sa con certezza dove sta: una fonte Burmese afferma che egli sia in prigione e può essere stato ucciso, un’altra fonte dice che egli è libero e sta predicando" (Asian Minorities Outreach).

Il resoconto personale dell’ex monaco

"Mi chiamo Athet Pyan Shintaw Paulu, sono nato nel 1958 in Bogale nel Irrawaddy Delta, Myanmar del Sud (Burma). Quando raggiunsi 18 anni, i miei genitori Buddisti mi mandarono come novizio in un monastero. A 19 anni, io diventai un monaco, entrando nel monastero di Mandalay Kyaikasan Kyaing, dove fui istruito da U Zadila Kyar Ni Kan Sayadaw, probabilmente il più famoso insegnante buddista del tempo, che morì in un incidente stradale nel 1983. Quando entrai nel monastero mi fu dato un nome nuovo; U Nata Pannita Ashinthuriya. Io cercai di sacrificare i miei propri pensieri e desideri egoistici: persino quando le zanzare si posavano sul mio braccio, io invece di cacciarle via gli permettevo di morsicarmi.

Mi ammalai molto gravemente, e i medici diagnosticarono una combinazione di Malaria e Febbre Gialla. Dopo un mese in ospedale, essi mi dissero che non potevano fare altro per me, e mi dimisero dall’ospedale in modo che potessi prepararmi a morire. Di ritorno al monastero, io diventai sempre più debole, e alla fine persi i sensi. Io scoprii che ero morto solo più tardi: il mio corpo cominciò a imputridirsi e odorava di morte, il mio cuore aveva cessato di battere. Il mio corpo fu fatto passare attraverso i riti di purificazione del Buddismo.

Ma il mio spirito era completamente sveglio. Io mi trovai in una potente tempesta che faceva volare via tutto. Non un singolo albero, niente rimase in piedi. Io ero in una pianura vuota. Dopo qualche tempo, io attraversai un fiume, e vidi un terribile lago di fuoco. Ero confuso, perché il Buddismo non conosce una tale cosa. Io non sapevo che fosse l’Inferno fino a che non incontrai Yama, il Re dell’Inferno. La sua faccia era quella di un leone, i suoi piedi erano come serpenti, ed egli aveva molte corna sulla sua testa. Quando chiesi il suo nome, egli disse: ‘Io sono il Re dell’Inferno, il Distruttore’. Io poi vidi gli abiti color zafferano dei monaci di Myanmar nel fuoco, e guardando più da vicino io vidi la testa rasata di U Zadila Kyar Ni Kan Sayadaw. ‘Perché lui è nel lago di fuoco?’, domandai. ‘Egli era un insegnante molto bravo; la sua audiocassetta ‘Sei un essere umano o un cane?’ ha aiutato migliaia di persone a riconoscere che essi valgono più di un cane’. ‘Sì, era un bravo insegnante’, disse Yama, ‘Ma lui non credette in Gesù Cristo. Ecco perché è all’Inferno!’

Mi fu poi mostrato un altro uomo, con dei capelli lunghi legati in un gomitolo sulla parte sinistra della sua testa. Egli indossava anche un abito, e quando domandai chi egli fosse, mi fu detto: ‘Gautama, che voi adorate (Buddha)’. Fui sconvoltoBuddha all’Inferno, con tutta la sua etica e tutto il suo carattere morale?’ ‘Non è importante quanto egli fosse buono. Egli non credette nell’Eterno Dio, e così è all’inferno’, rispose il Re dell’Inferno. Io vidi anche Aung San, il capo rivoluzionario. ‘Egli è qui perché perseguitò e uccise i Cristiani, ma principalmente perché egli non credette in Gesù Cristo’, mi fu detto. Un altro uomo era molto alto, indossava un’armatura e portava una spada e uno scudo. Egli aveva una ferita sulla sua fronte. Egli era più grosso di chiunque altro io potessi vedere, era alto circa otto piedi [1 piede = 30,48 centimetri]. Il Re dell’Inferno mi disse: ‘Quello è Goliath, che è all’Inferno perché egli schernì l’eterno Dio e il suo servo Davide’. Io non avevo mai sentito parlare né di Goliath e né di Davide. Un altro ‘Re dell’Inferno’ si avvicinò a me e mi domandò: ‘Stai andando anche tu nel lago di fuoco?’ ‘No, io dissi, io sono qui solo per guardare’. ‘Hai ragione’, mi disse la creatura, ‘Tu sei venuto solo per guardare. Io non riesco a trovare il tuo nome. Tu dovrai tornare là da dove sei venuto’.

Sulla strada di ritorno, io vidi due vie, una larga e una stretta. La via stretta, che io seguii per circa un’ora, fu presto fatta di puro oro. Io potevo vedere perfettamente la mia propria immagine riflessa! Un uomo di nome Pietro mi disse: ‘Ora torna indietro per dire alle persone che adorano Buddha e altri dii che essi finiranno all’inferno se non cambiano. Essi devono credere in Gesù. Egli poi mi diede un nome nuovo: Athet Pyan Shintaw Paulu (Paolo, che ritornò in vita). La cosa successiva che sentii fu mia madre che gridava: ‘Figlio mio, perché ci lasci ora?!’ Io compresi che giacevo in una bara. Quando mi spostai, i miei genitori gridarono: ‘E’ vivo!’, ma gli altri che erano attorno non credettero loro. Quando essi mi videro, essi furono agghiacciati dalla paura e cominciarono a gridare: ‘E’ un fantasma!’ Io notai che stavo seduto in mezzo a tre coppe e mezzo di un liquido odoroso che doveva essere venuto dal mio corpo mentre io giacevo nella bara. Mi fu detto che stavano per cremarmi. Quando un monaco muore, il suo nome, la sua età, e il numero degli anni del suo servizio da monaco sono incisi nella bara. Io ero già stato iscritto come morto, ma come voi potete vedere, io sono vivo!’

Fonte:

www.lalucedimaria.it/monaco-buddista…

Si veda anche il video qui in cui è riportata la testimonianza del converito con maggiori integrazioni:

www.youtube.com/watch

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.