ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 27 luglio 2018

Non sanno né che si stanno trastullando, né che Roma sta bruciando.

Il Cardinale cacciatore di uomini

Faceva degli  uomini che volevano essere sacerdoti le sue prede. Poi è diventato un cardinale. È lungo e intenso lo scoop del New York Times sul Cardinale McCarrick, il prelato più alto in gerarchia incappato in uno scandalo sessuale che lo vede protagonista in prima persona.
Il quotidiano nuovayorchese racconta la storia del cardinale molestatore – storia che riguarda miriadi di persone – a partire dalla testimonianza di un giovane ex-sacerdote, Robert Ciolek

«Come giovane che studiava per diventare sacerdote negli anni ’80, Robert Ciolek fu lusingato quando il suo brillante e carismatico vescovo di Metuchen, NJ, Theodore E. McCarrick, gli disse che era una stella splendente, fatto per studiare a Roma e salire alto nella chiesa».
Il vescovo McCarrick iniziò ad invitarlo a fare viaggi notturni, a volte da solo e a volte con altri giovani che venivano formati per diventare preti.
«Lì, il vescovo avrebbe spesso assegnato al signor Ciolek la sua stanza in condivisione, che aveva solo un letto. I due uomini a volte dicevano insieme preghiere notturne, prima che il vescovo McCarrick facesse una richiesta – “vieni qui e stropicciami un po’ le spalle” – che si estendeva in un contatto indesiderato a letto».
Ciolek, che all’epoca aveva 20 anni, dice di non essere stato in grado di dire di no, in parte perché è stato vittima di abusi sessuali da parte di un insegnante nel suo liceo cattolico, un trauma che ha condiviso con il vescovo.
«“Mi sono fidato di lui, l’ho confidato, l’ho ammirato”, ha detto Ciolek in un’intervista questo mese, la prima volta che ha parlato pubblicamente dell’abuso, che è durato per diversi anni mentre il signor Ciolek era un seminarista e in seguito un prete “Non potevo immaginare che avrebbe avuto in mente qualcosa di diverso dal mio migliore interesse”».
Colpisce che, anche quando si tratta di un adulto, i molestatori cattolici paiono
andare alla ricerca dell’innocenza, o meglio della rovina e del tradimento della fiducia del prossimo in difficoltà, oltre che degli ovvi compiti intesi nel sacerdozio. Un pattern, questo, da tenere bene a mente.
Il vescovo McCarrick ha scalato le fila della gerarchia cattolica romana, dalla testa della piccola diocesi di Metuchen all’arcivescovado di Newark e poi di Washington, dove è stato nominato cardinale. Rimase negli anni ’80 uno dei cardinali americani più riconosciuti sul palcoscenico mondiale, un mediatore del potere di Washington che partecipò a messe funebri di luminari politici come Edward M. Kennedy, per lungo tempo senatore del Massachusetts, e Beau Biden, figlio dell’ex vicepresidente Joseph R. Biden Jr.
All’improvviso, il mese scorso, il cardinale McCarrick è stato rimosso dal ministero, dopo che l’arcidiocesi di New York ha ritenuto credibile l’accusa di aver molestato un chierichetto di 16 anni quasi 50 anni fa. È il più alto funzionario cattolico degli Stati Uniti ad essere rimosso per abusi sessuali su minori.
L’articolo vuole sottolineare come la Chiesa abbia un problema non solo con la pedofilia ma con l’omosessualità più aggressiva in generale, omettendo di chiedersi se fra le due possa esservi una correlazione:
«Lo scandalo degli abusi sessuali su minori commessi dal clero ha attanagliato la Chiesa cattolica per quasi due decenni, con il risultato di miliardi spesi dalla chiesa per cause legali, insediamenti e programmi di prevenzione. Ma mentre la chiesa ha compiuto passi da gigante nel trattare l’abuso sessuale dei bambini, ha in gran parte evitato la stima delle molestie sessuali e degli abusi subiti da seminaristi adulti e giovani sacerdoti per mano dei loro superiori, inclusi i vescovi»
«Mentre la chiesa rispondeva rapidamente all’accusa secondo cui il cardinale McCarrick ha abusato di un bambino, alcuni funzionari della chiesa sapevano da decenni che il cardinale era stato accusato di molestare sessualmente e toccare inappropriamente gli adulti, secondo interviste e documenti ottenuti dal New York Times».
I casi di molestie del cardinale erano noti al punto da essere già passate per studi di avvocati ed aule di tribunali:
«Tra il 1994 e il 2008, diversi rapporti sulle trasgressioni del cardinale con studenti del seminario per adulti sono stati fatti a vescovi americani, il rappresentante del papa a Washington e, infine, papa Benedetto XVI. Due diocesi del New Jersey hanno segretamente pagato gli accordi stragiudiziali, nel 2005 e nel 2007, a due uomini, uno dei quali era il signor Ciolek, per le accuse contro l’arcivescovo. Per tutto il tempo, il cardinale McCarrick ha svolto un ruolo prominente pubblicizzando la nuova politica di tolleranza zero della chiesa contro gli abusi sui bambini».
In pratica, molestava facendo campagna contro le molestie. Un esempio piuttosto perfetto di doppia morale elitaria.
Nell’inchiesta ci si domanda come sia possibile che nessuno abbia agito prima:
«Poiché i vescovi hanno il controllo sui compiti dei sacerdoti e ci si aspetta una completa lealtà dalla cultura clericale della chiesa, i seminaristi e i sacerdoti possono essere particolarmente vulnerabili alle molestie sessuali dei loro superiori. “Nel mondo aziendale, ci sono modi per segnalare una cattiva condotta”, dice  Ciolek, 57 anni, nella sua casa nel New Jersey. “Hai un contatto con le risorse umane, hai un dipartimento legale, o hai rapporti anonimi, hai dei sistemi. La Chiesa cattolica ha questo? Come può un prete segnalare un abuso o un’attività sbagliata da parte del suo vescovo? Qual è il loro veicolo dichiarato per farlo? Non penso che esista”».
Pare insomma essere calata l’ombra di Harvey Weinstein sugli uomini di chiesa: quindi una versione in declinazione omosessuale del fenomeno.
«Dopo la caduta del cardinale McCarrick, alcuni cattolici stanno dicendo che la chiesa è sul punto di affrontare il proprio momento #MeToo, simile all’ondata di dolorosa verità che ha attraversato altri luoghi di lavoro, le università e Hollywood. Il reverendo Hans Zollner, membro della commissione vaticana che consiglia il papa sulla protezione dei minori, ha affermato di aver visto altre vittime farsi avanti negli ultimi mesi con resoconti di abusi sessuali nella chiesa vissuti da adulti. “Il movimento #MeToo ha creato uno slancio”, ha detto. “Ha portato un altro livello di attenzione a questo tipo di abuso nascosto”».
Il ritratto che viene dato del cardinale è per certi versi lusinghiero: prima che cacciatore di seminaristi, il cardinale era un vero pescatore di uomini:
«Con la sua presenza calorosa e socievole, il cardinale McCarrick si insinuò rapidamente tra le file della chiesa dopo essere stato ordinato sacerdote nel 1958. Come vescovo, fu orgoglioso del suo successo nel reclutare giovani uomini al sacerdozio – incluso uno che incontrò in un aeroporto, secondo i suoi colleghi».
La carriera in gerarchia fu folgorante:
«Nel 1981, il pastore newyorkese fu nominato vescovo della diocesi di Metuchen, appena creata, nel centro del New Jersey. I giovani reclutati frequentavano il seminario a Mount St. Mary’s nel Maryland, prima di essere ordinati sacerdoti per la diocesi».
Emerge quindi una ridda di informazioni logistiche sugli abusi:
«Coloro che interagivano con lui allora dissero che era amichevole con tutti i seminaristi, ma invitava qualcuno che preferiva specialmente per dei pernottamenti in una casa al mare a Sea Girt, New Jersey. Era una casa piccola e semplice, a circa sei isolati dall’oceano – un ritiro che la diocesi aveva acquistato su richiesta del vescovo McCarrick nel 1984. Circa quattro o cinque seminaristi e giovani sacerdoti alla volta andavano a in quella casa, di solito il venerdì, dove a volte cucinavano la cena o ordinavano una pizza e socializzavano bevendo birre, ha ricordato Ciolek. Prima delle luci spente, il signor Ciolek dice che il vescovo McCarrick assegnava i posti per dormire, dirigendo un seminarista a condividere la sua stanza, che aveva un grande letto. A volte, il vescovo McCarrick iniziava a massaggiare la schiena di un giovane mentre il resto del gruppo si dirigeva verso le camere da letto. Altre volte, sarebbe successo una volta che il giovane che era stato scelto per stare con il vescovo fosse da solo con lui».
Ciolek, il testimone, ricorda con ribrezzo:
«Da quello che potevo vedere la gente ne era disgustata. Ci sono stati alcuni che si sono gloriati dell’attenzione che ha portato su di loro, anche se è stata messa a dura prova. Ma non ricordo che qualcuno lo abbia accettato e sperato che di essere toccato».
Uno degli strumenti di aggancio delle vittime era l’accesso a situazioni riservate ai VIP:
«Per Ciolek c’erano circa una dozzina di viaggi fuori città con il vescovo McCarrick, incluso un campo di pesca a Eldred, New York, con altri seminaristi e una volta a Puerto Rico, dove aspettava in una hall dell’hotel mentre il suo ospite parlava con il vescovo locale. Il vescovo McCarrick lo portò pure alle partite degli Yankees [la squadra di Baseball di Nuova York, NdR]. Durante una partita, il signor Ciolek dice di essere stato seduto sul palchetto di George Steinbrenner tra il proprietario della squadra e Henry Kissinger, in quello che ha descritto come uno dei momenti salienti della sua giovane vita. Ma alla fine delle partite, il vescovo McCarrick a volte lo portava in un piccolo appartamento al piano superiore di un ospedale che usava per i pernottamenti in città, e ordinava a Ciolek di dividere il suo letto».
Il Ciolek dice che, anche se voleva solo essere un parroco, il vescovo McCarrick faceva spesso notare come avrebbe dovuto andare a Roma e scalare la gerarchia ecclesiastica.
Pare che con ciascuna delle vittime il cardinale avessa una politica della molestia diversa, personalizzata. Sostiene Ciolek che «con le molestie il vescovo McCarrick sembrava avere una linea che non avrebbe attraversato con lui. Il contatto sarebbe rimasto sopra la vita, evitando i genitali, disse. Non c’era nessun bacio, nessuna mano in mano».
Un secondo ex sacerdote, che ha ricevuto un insediamento dalle diocesi del New Jersey per abuso di McCarrick, non ha descritto un limite del genere al contatto fisico. Questo sacerdote, che ha rifiutato di essere intervistato dal New York Times e il cui dossier è stato fornito al quotidiano a condizione che il suo nome non fosse usato, era anche un membro della ristretta cerchia di seminaristi del vescovo McCarrick.
Nel 1986, Mons. McCarrick era stato promosso da Papa Giovanni Paolo II per un lavoro molto più grande: l’Arcivescovo di Newark, una delle più grandi diocesi del Paese con più di un milione di cattolici.
Tuttavia le molestie continuarono indisturbate. Anzi, vi si aggiungono curiosi particolari di perversione:
«Nell’estate del 1987, questo ex sacerdote presumibilmente, l’arcivescovo McCarrick lo portò in un ristorante italiano a New York, e poi nel piccolo appartamento sopra l’ospedale. (Il signor Ciolek ha descritto la stanza in termini simili). Lì, l’arcivescovo McCarrick chiese al seminarista di mettersi una camicia da marinaio a righe e un paio di pantaloncini che aveva a disposizione, e lo raggiunse nel letto, secondo il racconto scritto del seminarista. “Mi ha abbracciato e ha avvolto le sue gambe tra le mie”».
L’anonimo afferma inoltra che una volta ha visto l’arcivescovo McCarrick fare sesso con un giovane prete in una capanna al campo di pesca di Eldred, e che l’arcivescovo lo ha invitato ad essere «il prossimo».
«Nell’archivio di questo ex sacerdote c’erano lettere scritte a mano che l’arcivescovo gli aveva scritto quando era ancora studente, alcune firmate “zio Ted” e “zio T.” A volte si rivolgevano a lui come “nipote”, un termine che il signor Ciolek dice era usato dall’arcivescovo per riferirsi ai giovani che intraprendevano i viaggi notturni. Una lettera fu scritta nel 1987 mentre l’arcivescovo McCarrick era a bordo di un aereo in Polonia in missione per il Vaticano. “Volevo solo dirti quanto sono felice che abbiamo avuto la possibilità di stare insieme questa estate”, ha scritto l’arcivescovo allo studente di 26 anni. “Non è così spesso come avrei voluto, ma so quanto sia ‘social’ mio nipote”».
Il viaggio in Polonia dell’arcivescovo McCarrick fu un segno della sua crescente importanza. I suoi fratelli vescovi negli Stati Uniti lo elessero presidente delle loro commissioni su migrazione, politica internazionale e aiuti per la chiesa nell’Europa centrale e orientale. Incontrò Fidel Castro nel 1988.
«La prima denuncia documentata sul cardinale McCarrick arrivò al più tardi nel 1994, quando il secondo prete scrisse una lettera al nuovo vescovo di Metuchen, Edward T. Hughes, dicendo che l’arcivescovo McCarrick aveva toccato in modo inappropriato lui e altri seminaristi negli anni ’80, secondo i documenti. Il sacerdote fece una confessione preoccupante, i documenti mostrano. Disse al vescovo Hughes che egli sarebbe venuto in avanti perché credeva che gli abusi sessuali ed emotivi subiti dall’arcivescovo McCarrick, così come molti altri sacerdoti, lo avessero lasciato traumatizzato al punto  da indurlo a toccare in modo inappropriato due ragazzi di 15 anni».
La diocesi di Metuchen mandò il prete in terapia e poi lo trasferì in un’altra diocesi. Ma la statura dell’arcivescovo McCarrick rimase intatta; gli fu anche concesso l’onore di ospitare Giovanni Paolo II in una visita a Newark nel 1995 e di condurre lì una grande messa pubblica per il papa.
Intorno al 1999, Ciolek fu chiamato dall’ex segretario dell’arcivescovo McCarrick a Metuchen, mons. Michael J. Alliegro, che conosceva i viaggi con i seminaristi, incluso la condivisione dei letti. Chiese al signor Ciolek, che aveva lasciato il sacerdozio nel 1988 per sposare una donna, se avesse progettato di citare in giudizio la diocesi, e poi menzionò il nome dell’Arcivescovo McCarrick. “Ho letteralmente riso, e ho detto, no”, ha detto il signor Ciolek, aggiungendo che il monsignore aveva risposto con un sospiro di sollievo.
Nel 2000, Papa Giovanni Paolo II promosse l’arcivescovo McCarrick alla guida dell’arcidiocesi di Washington DC, uno dei posti più prestigiosi della Chiesa cattolica in America. Fu elevato al cardinale tre mesi dopo.
Qualcuno tentò di opporre una resistenza.
«Almeno un prete mise in guardia il Vaticano contro la promozione. Il reverendo Boniface Ramsey dice che quando era in facoltà presso il Seminario dell’Immacolata Concezione della Seton Hall University nel New Jersey dal 1986 al 1996, gli fu detto dai seminaristi sugli abusi sessuali dell’arcivescovo McCarrick nella casa al mare. Quando l’arcivescovo McCarrick fu nominato a Washington, padre Ramsey parlò al telefono con il rappresentante del papa nella capitale della nazione, l’arcivescovo Gabriel Montalvo, il nunzio apostolico, e seguendo il suo incoraggiamento inviò una lettera in Vaticano sulla storia dell’arcivescovo McCarrick».
Padre Ramsey, ora sacerdote a New York, ha detto di non aver mai ricevuto una risposta. L’ascesa del cardinale McCarrick a quel punto sembrava inarrestabile, data la sua importanza per la chiesa. Fu un prolifico fund-raiser; come membro fondatore e presidente della Papal Foundation, ha radunato donatori profondi per destinare 1 milione di dollari alle cause personali del papa.
Quando papa Giovanni Paolo II lo nominò arcivescovo di Washington e cardinale, il papa era in declino per il morbo di Parkinson.
«Non stava seguendo da vicino queste cose a causa della sua salute, e i suoi aiutanti non erano inclini a portare casi particolari alla sua attenzione» dice John Thavis, un corrispondente di vecchia data del Vaticano e autore di Vatican Diaries.
Thavis sottolinea che Giovanni Paolo II ha anche ignorato diversi avvertimenti su un altro famigerato predatore sessuale, il reverendo Marcial Maciel, fondatore della Legione di Cristo nonché dell’Università Pontifica Regina Apostolorum, che tutt’ora riveste il ruolo di ganglio centrale per l’insegnamento della bioetica a livello mondiale.
La chiesa di Wojtyla, in pratica, mise la volpe a guardia del pollaio:
«Nel 2002, quando il tumulto nella chiesa sullo scandalo sugli abusi sessuali su minori era al culmine, il cardinale McCarrick era tra i cardinali convocati dal papa per aiutare a gestire la crisi. Il cardinale McCarrick ha votato nel conclave pontificio nel 2005, eletto Papa Benedetto XVI, e ha partecipato alle riunioni dei cardinali del 2013 che hanno portato all’elezione di Papa Francesco. Si è ritirato come capo dell’arcidiocesi di Washington nel 2006 a 75 anni, l’età pensionabile standard per i vescovi».
«La “Carta per la protezione dell’infanzia e dell’adolescenza “, adottata dai vescovi americani al culmine dello scandalo sugli abusi sessuali su minori nel 2002, non copre le vittime di età superiore ai 18 anni. La carta dei vescovi non conteneva procedure per ritenere responsabili i vescovi diverso dalla “correzione fraterna” da parte di altri vescovi. Il cardinale McCarrick ha contribuito a redigere la carta».
Le molestie perpetrate dal McCarrick errano tragicamente note ad ogni livello:
«Per molti anni, il signor Ciolek, che divenne avvocato dopo aver lasciato il sacerdozio, non raccontò a nessuno delle sue esperienze. Poi, nel 2004, dopo aver iniziato a ricevere consulenza, presentò una richiesta di risarcimento dalla chiesa e ricevette $ 80.000 dalle diocesi di Trenton, Metuchen e Newark. Due anni dopo, la chiesa pagò un acconto di $ 100.000 all’altro prete che accusava un abuso. Quel prete era stato costretto a dimettersi nel 2004 sotto i nuovi protocolli di tolleranza zero della chiesa contro gli abusi sui minori, basato sulla sua confessione sul contatto di due ragazzi un decennio prima. Padre Ramsey ha detto che ha continuato a mettere in guardia i dirigenti della chiesa sul cardinale McCarrick. Nel 2008, ha affermato, ha sollevato la questione con il cardinale Edward Egan, l’arcivescovo di New York, ma il cardinale Egan lo ha interrotto rapidamente. Padre Ramsey ha detto di essere rimasto turbato nel 2015 dal vedere il cardinale McCarrick al servizio della messa funebre per il cardinale Egan, così ha scritto al cardinale Seán O’Malley di Boston, che era stato nominato da Papa Francesco per guidare una commissione sull’abuso sessuale dei bambini. “Ho denunciato per 30 anni senza arrivare da nessuna parte”, afferma p. Ramsey di recente».
«Richard Sipe, un ex prete che è un’autorità in materia di abusi sessuali del clero, ha affermato che i seminaristi hanno iniziato a confidarsi con lui sulle notti della casa sulla spiaggia mentre era professore al St. Mary’s Seminary and University di Baltimora negli anni ’80. Ha detto di aver scritto una lettera a Papa Benedetto nel 2008, dicendogli che i viaggi illeciti verso la riva del mare “erano stati ampiamente conosciuti da diversi decenni”. “Avrebbe potuto essere rimosso dall’incarico – certamente non avrebbe dovuto essere avanzato”, ha detto mons. Kenneth Lasch, un avvocato canonico e sacerdote in pensione nel New Jersey che funge da avvocato delle vittime».
Casi di questo livello sono rari ma vi sono stati:
«Il Vaticano ha rimosso dai loro incarichi  i vescovi che hanno avuto rapporti con donne e uomini; Il cardinale Keith O’Brien, il leader della chiesa in Scozia, si è dimesso sotto pressione vaticana nel 2013 dopo le rivelazioni della sua cattiva condotta sessuale con seminaristi e sacerdoti. Ma tali pene sono rare e vengono decise caso per caso dal Vaticano».
 – di Redazione

Scandalo McCarrick, segnale d'allarme per la Chiesa

Le scioccanti rivelazioni sulla condotta omosessuale e sugli abusi commessi dall'importante cardinale americano Theodore McCarrick, unite ai clamorosi scandali già scoppiati in Cile e Honduras, segnano l'inizio di una nuova crisi nella Chiesa, che travolge i vescovi e minaccia anche Roma.
Il cardinale McCarrick
Si racconta che il famoso filosofo politico Leo Strauss abbia detto una volta che i teorici politici moderni sono peggiori dell'antico imperatore romano Nerone. Perché contrariamente al vecchio detto, loro non sanno né che si stanno trastullando, né che Roma sta bruciando.
I vescovi degli Stati Uniti hanno tenuto il loro incontro annuale di giugno a Fort Lauderdale alcune settimane fa e, a giudicare dai resoconti, hanno trascorso gran parte del loro tempo insieme discutendo le attuali politiche e le modifiche da apportare alla guida per i votanti in vista delle elezioni di medio termine.
A Roma, intanto, p. Antonio Spadaro sj, direttore della pubblicazione semi-ufficiale vaticana La Civiltà Cattolica, insieme a Marcelo Figueroa, un presbiteriano scelto personalmente da papa Francesco come direttore dell'edizione argentina de L'Osservatore Romano, ha pubblicato un altro lungo saggio che attacca un fenomeno religioso americano: "The Prosperity Gospel: Dangerous and Different" (Il vangelo della prosperità: pericoloso e diverso).
A differenza del precedente lavoro, in cui sostenevano che la collaborazione tra evangelici e cattolici conservatori fosse un "ecumenismo dell'odio", questo articolo ha attirato poca attenzione. Il che non è sorprendente.
Sebbene i predicatori del vangelo della prosperità abbiano legami con il presidente Trump - che sembra essere il vero obiettivo del saggio - pochi tra quanti hanno familiarità con la religione negli Stati Uniti considererebbero particolarmente rilevante quella denominazione che fa parte dei nostri differenziati gruppi di fede. In realtà, tra la maggior parte delle persone religiose, sia di sinistra che di destra, essa è considerata una sorta di eccentrica setta cristiana.
Nel frattempo, sta emergendo una minaccia internazionale alla Chiesa, in diversi paesi contemporaneamente: una crisi di fiducia nella leadership cattolica e nella stessa Chiesa che potrebbe far sembrare un mero trastullarsi queste altre preoccupazioni, che in fin dei conti sono piuttosto marginali per la vita e la missione della Chiesa,.
In America, molte persone sono rimaste scioccate nello scoprire che il cardinale Theodore McCarrick - uno dei più importanti prelati cattolici degli Stati Uniti negli ultimi due decenni e il volto pubblico della Chiesa dopo lo scoppio nel 2002 della crisi degli abusi sacerdotali - fosse egli stesso responsabile di abusi.
Inizialmente, sono emerse storie sulle sue relazioni con uomini adulti, due dei quali hanno ricevuto risarcimenti economici dalle diocesi di Metuchen e Newark, dove McCarrick era stato vescovo e arcivescovo rispettivamente. Quelle storie confermarono quello che si vociferava ormai da molti anni, ovvero che "lo zio Ted" aveva l’abitudine di fare pressione sui seminaristi e altri per creare situazioni sessuali.
Ma ora un uomo si è fatto avanti con storie di abusi da parte di McCarrick iniziati quando egli aveva undici anni. E senza dubbio, a giudicare da quello che già sappiamo, dobbiamo aspettarci molte altre rivelazioni.
Questo ha portato a ulteriori rivelazioni da parte di altri che sono stati abusati da preti e vescovi, alcuni in modo scioccante, e dal fatto disgustoso che praticamente nessuno in posizione di autorità ha agito, specialmente là dove erano coinvolti i vescovi. Chi riesce a sopportare i dettagli, che a volte sono blasfemi e letteralmente diabolici, può avere un'idea della natura del problema quiquiqui e in particolarequi.
Non sorprende dunque che un'ondata di sdegno stia crescendo in America proprio ora, anche tra fedeli cattolici. A sentire molte delle persone con cui sono regolarmente in contatto e che conoscono abbastanza bene queste cose, potremmo essere proprio all'inizio di un'altra ondata di esame di coscienza nella Chiesa, questa volta per le lamentele non tanto sui preti, ma sui vescovi che avrebbero dovuto fare qualcosa per altri vescovi e persone in posizioni di autorità.
Abbiamo visto come la malagestione di accuse simili riguardo al passato in Cile abbia rovinato il viaggio del Papa in quel paese all'inizio di quest'anno. Due cardinali cileni, uno facente parte del Consiglio dei nove scelto personalmente dal Papa, sono implicati negli insabbiamenti e forse nelle informazioni sbagliate trasmesse a Francesco. Proprio nei giorni scorsi, le autorità cilene hanno annunciato che stanno indagando su 158 membri della Chiesa che sono sospettati di essere violentatori o di aver coperto gli abusi.
Un altro dei più stretti collaboratori del papa, il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga dell'Honduras, è stato accusato di corruzione finanziaria. Ma potenzialmente ancora più grave è che il suo vice, il vescovo Juan José Pineda Fasquelle, che guida l'arcidiocesi durante le lunghe assenze di Maradiaga, abbia dovuto dimettersi dopo le rivelazioni di numerosi casi di abusi sessuali sui seminaristi, simili a quelli di McCarrick.
Ma il caso McCarrick è insolito in quanto abbiamo un cardinale attivo, ora giudicato dalle autorità competenti per aver commesso reati per molti anni, che rimane un cardinale. Papa Francesco deve fare qualcosa per questo, e per coloro che hanno lasciato fare McCarrick.
Perché nonostante le smentite, molti vescovi americani hanno ricevuto lamentele su McCarrick e non hanno fatto nulla. Roma stessa doveva essere informata dei risarcimenti per gli abusi precedenti (sappiamo che una delegazione di laici è andata a Roma per cercare di fermare la nomina di McCarrick a Washington proprio a causa delle sue note inclinazioni sessuali).
Persino il Washington Postche in passato si era disinteressato delle voci su McCarrick, ha osservato: "Molti osservatori ecclesiastici pensano che questo sia un momento decisivo per Francesco a causa della statura di McCarrick e del fatto che le crisi sugli abusi sessuali clericali cattolici stanno esplodendo in Cile e Honduras".
Il nostro amico Phil Lawler ha scritto un saggio fondamentale, pubblicato dal sito di First Things. Indagare su come McCarrick sia riuscito ad abusare di bambini e adulti per così tanto tempo, egli afferma, è una questione importante per proteggere le future vittime, ma questo «è meno drammatico della domanda su come la sua carriera ecclesiastica abbia potuto progredire, malgrado le voci sulle sue attività omosessuali crescessero impetuose. Perché McCarrick è stato nominato arcivescovo di Washington e ha ricevuto la berretta rossa da cardinale? Perché gli fu permesso di far fare carriera ai suoi protetti, di prestare speciali incarichi diplomatici per il Vaticano, di influenzare la selezione dei vescovi e persino l'elezione di un Romano Pontefice, dopo che le sue bizzarrie da casa sulla spiaggia erano ormai diventate di pubblico dominio?
Scoprire come ciò sia stato possibile richiederà una dolorosa autocritica sia negli Stati Uniti che a Roma. Ma l'alternativa sarebbe continuare il business come al solito. Ma quel business ora è a rischio bancarotta.
(Versione originale pubblicata su The Catholic Thing il 25 luglio 2018)
Robert Royal




La domanda ce la dobbiamo porre. Perché i casi si sprecano davvero.
Un paio di settimane fa lo scandalo a Selva, nel Veronese: il sacerdote Giuliano Costalunga fugge con un uomo conosciuto all’Ospedale San Raffaele (da cosa si curavano?). Lo «sposa» alle Canarie – le TV mostrano un video allucinante con sua madre che lo porta all’ «altare» – e poi torna in patria per rendere pubblica la follia e farla digerire alla Chiesa. Il Vescovo Zenti ci casca pure: dovrebbe ringhiargli ma invece alla storia viene consegnata una foto in cui il successore degli apostoli in terra scaligera abbraccia il sacerdote sodomita.
Risultato il titolo sul giornale: «Adesso sogno un figlio».
Negli USA prende sempre più quota il caso del Cardinale Theodore E. McCarrick. Si tratta del più potente caso di omosessualità (e pedofilia) nella gerarchia cattolica: mai prima d’ora un Cardinale era stato sollevato dall’incarico dalla Santa Chiesa, anche se, a quanto consta, non ancora è stato «sberrettato», cosa che invece magari rischiano Burke e i dubitatores sopravvissuti (pochi).
Casi rivoltanti
La storia di McCarrick è piuttosto rivoltante: si portava i seminaristi alle partite di baseball, dove li faceva sedere vicino ad Henry Kissinger in modo da farli sentire importanti. Poi abusava di loro in un appartamento sopra un ospedale, in viaggi a Puerto Rico, o in un campeggio a Eldred (Stato di Nuova York) dove li sodomizzava in serie. «Tu sei il prossimo!», disse ad un seminarista che lo sorprese mentre era in intimità contronaturale con un altro).
Alla sequela di seminaristi e di chierichetti (di sedici anni), le recentissime cronache hanno aggiunto la tragedia di un bambino di 11 anni, per il quale McCarrick era amico di famiglia, molestato poi per 20 anni filati.
Molti sapevano, le denunzie tra il 1994 e il 2008 furono numerose. Invece McCarrick fece una carriera pazzesca, venne eletto arcivescovo di Newark, quindi arcivescovo della capitale Washington D.C., infine Wojtyla lo creò cardinale.
C’è il caso del parroco di Brooklyn padre Peter Miqueli, che ruba un milione di dollari alla parrocchia, vi assume il suo amante culturista per poi dar sfogo alle perversioni più oscene: tra droghe, bottiglie di scotch da 300 dollari, e una casa nel New Jersey comprata per diventare una sorta di tempio sadomasochista. La fidanzata dell’amante del sacerdote dichiara che il suo ragazzo «usava padre Miqueli come una toilette», e mostra un messaggio del sacerdote al muscoloso ragazzo: «Maestro, non mi piace molto bere il tuo piscio, ma lo faccio perché lo so che ti piace».
La ragazza racconta tutto a Dolan, compresa la perversione che ci sconvolge di più: «Keith [il ragazzo]  mi ha detto che Miqueli ha una grande fantasia. Essere portato da Keith Boro Park di Brooklyn, nella zona degli ebrei ortodossi per essere umiliato in pubblico, davanti a una bella ragazza ebrea… Quando Keith gli disse che sono [Gudin] ebrea, i tentativi perversi di Miqueli si intensificarono».
E poi ancora: qualcuno ricorda Don Seppia? E il dossier dell’avvocato escort di più di 1000 pagine? E il Rave party per preti gay? E lo scandalo dei carmelitani scalzi? E l’abate pederasta a Montecassino?
Quanto potremmo andare avanti ancora?
Ribaltiamo la domanda al lettore: quanti sacerdoti effeminati vi è capitato di vedere?
Poniamoci sul serio la domanda: perché la Chiesa è così piena di omosessuali?
«Il godimento nel poter dominare gli altri»
A dare una risposta plausibile ci ha provato uno psicoanalista di origine olandese, Gerard J. M. van den Aardweg.
Van der Aardweg è peraltro quello che dichiarò pubblicamente che una «ispirazione omosessuale è soggiacente alla Relazione Provvisoria
Una tesi condivisa anche sulle pagine di Riscossa Cristiana e spiegata con forza da Elisabetta Frezza: la questione dei divorziati risposati, al Sinodo e nell’Amoris Laetitia, era solo uno specchietto per le allodole, un diversivo. La vera manovra riguardava invece lo sdoganamento della sodomia.
Van der Aardweg ha scritto un libro illuminante, The Battle for Normality: A Guide for (Self-) Therapy for Homosexuality (1997)A pubblicarlo è Ignatius Press, una casa editrice cattolica conservatrice di San Francisco, il cui personale organizza peraltro ogni anno la fortunata Walk for Life, una sorta Marcia per la Vita nella Costa Ovest degli Stati Uniti che si tiene ogni gennaio proprio nella capitale mondiale dell’omosessualismo.
Il dottor Aardweg scrive con grande chiarezza.
Alla domanda sul perché «così tanti protestanti e cattolici omosessuali» siano «interessati alla teologia» e «perché non di rado vogliono essere ministri e sacerdoti», van den Aardweg indica «il loro infantile bisogno di simpatia e contatto» e «il godimento nel poter dominare gli altri».
«Questi interessi derivano in gran parte, quindi, da un’immaginazione infantile egocentrica e hanno poco a che fare con i contenuti oggettivi della Fede Cristiana. Ciò che alcuni omosessuali considerano la loro “chiamata” al sacerdozio è un’attrazione per uno stile di vita emotivamente gratificante, ma egocentrico».
Il lavoro del sacerdote, insomma, è scelto dall’omossessuale per coprire determinate pulsioni egoiche, più che essere una vera e propria chiamata a servire il divino: è l’esatto contrario del servizio di Dio, è il servizio dell’io.
La falsa chiamata e la distruzione del Padre
«Queste sono vocazioni autoimmaginate o “false” [che] tendono a creare una sottocultura omosessuale all’interno delle chiese. Lì rappresentano indubbiamente una sottile minaccia per l’ortodossia e minano l’unità della Chiesa con l’abitudine di formare cricche sovversive che non si sentono responsabili verso la comunità ufficiale della Chiesa… Altrimenti, generalmente mancano sull’equilibrio e sulla forza di carattere necessaria per dare una guida paterna» (p. 86).
Tali sacerdoti non sono «padri», né lo possono diventare: sono solo membri di gang di pervertiti che più che guidare il gregge lo vogliono, forse in uno strano atto di nevrotica vendetta, pervertire.
Il «padre», l’uomo a cui affidare la guida, è per l’esattezza quello che è venuto a mancare nello sviluppo psichico di tanti omosessuali. Non è quindi una coincidenza il fatto che proprio la figura di Dio Padre sia oggetto di un attacco senza requie da parte dei teologi modernisti.
Il Padre, del resto, è il bersaglio principale del Caduto, che con evidenza sa scegliersi bene gli alleati sulla terra.
Ma continuiamo con l’analisi dello studioso olandese.
«Gli omosessuali – scrive van den Aardweg – possono cercare o promuovere situazioni in cui possono sperimentare se stessi come eroi tragici. Le loro fantasie suicidarie assumono talvolta la forma di drammatiche “proteste” contro gli altri» (p. 64).
Davanti a questa semplice osservazione si possono comprendere, d’un tratto, tantissime cose: la preminenza dell’omosessualità fra gli uomini di teatro.
E che cos’è un sacerdote se non un eroe tragico, un uomo che si fa vertice dell’attenzione drammatica di tutto un popolo?
Quanto alle fantasie suicidarie: quanto spesso abbiamo sentito delle minacce di quei seminaristi che, rifiutati da quei pochi seminari che ancora rifiutano gli invertiti, estorcono con la minaccia di suicidio l’ordinazione?
Cricche sovversive
Tuttavia, torniamo un secondo a quanto Van der Aardweg scrive sulle «cricche sovversive»  che l’omosessuale divenuto sacerdote pare voler formare per automatismo psicosociale.
Cioè: il prete invertito va diretto a fare parte della sua lobby.
Nel suo saggio sulla «Omoeresia», Padre Dariusz Oko, sacerdote dell’Arcidiocesi di Cracovia e Assistant Professor presso la Pontificia Università Giovanni Paolo II di Cracovia, scriveva che i sacerdoti omosessuali «sanno bene (…) che possono essere esposti e imbarazzati, quindi si proteggono reciprocamente offrendo un sostegno reciproco. Costruiscono relazioni informali che ricordano una cricca o addirittura la mafia, mirano a tenere in particolare quelle posizioni che offrono potere e denaro. Quando raggiungono una posizione decisionale, cercano di promuovere e promuovere soprattutto quelli la cui natura è simile alla loro, o almeno che sono noti per essere troppo deboli per opporvisi. In questo modo, le posizioni guida nella Chiesa possono essere detenute da persone che soffrono di profonde ferite interne».
Proprio così: i malati hanno ora il comando della Chiesa.
«Una specie di setta segreta»
«Non posso confutare l’affermazione che esiste un network omosessuale» disse al quotidiano svizzero Schweiz am Sonntag l’ex kommandant Elmar Theodor Mäder, che ha prestato servizio nella Guardia Svizzera per dieci lunghi anni (1998-2008). «Un ambiente di lavoro in cui la stragrande maggioranza è costituita da uomini non sposati è di per sé una calamita per gli omosessuali, che cerchino consciamente o inconsciamente di seguire impulso. La Curia romana è certamente di questo tipo di ambiente. Così come non sorprende che i pedofili si possano trovare in molti ambienti come scuole o società sportive».
Le affermazioni dell’ex Guardia Svizzera divengono quindi esplosive quanto inquietanti: «Ho imparato che molti omosessuali tendono ad essere leali l’uno con l’altro piuttosto che con altre persone o istituzioni. Se questa lealtà arriva al punto di diventare un network, o anche una specie di società segreta, allora secondo me non potrebbe essere più tollerata. Mi sembra che in Vaticano ci siano persone con ruoli decisivi che in questo momento la pensino in questi modo».
Che comandi la mafia gay in Vaticano, che essa terrorizzi e manipoli chiunque, financo il vertice della Chiesa (che appena eletto ammise davanti ad un gruppo di sudamericani l’esistenza della lobby sodomita) dubbio non può esservene alcuno.
È certo qualcosa di autoevidente in un’era in cui un Monsignore finito sulla copertina di un settimanale come «Prelato della lobby gay», scandalo dopo scandalo, invece che essere allontanato viene premiato da Bergoglio con un ruolo di responsabilità allo IOR, che, a differenza di quello di uno come – nome a caso – il Cardinale Pell, pare essere inscalfibile dalle miriadi di scandali che hanno toccato l’istituto in questi anni.
Gli orrori di Santa Marta
Per chi non avesse capito di chi parliamo, è Battista Ricca, l’uomo per cui Bergoglio disse «chi sono io per giudicare?». Sì, la domanda della giornalista brasiliana Ilze Scamparini, posta nel famoso volo di ritorno dalla GMG a Rio de Janeiro (2013), riguardava Ricca, non gli omosessuali in generale: la volontà di coprirlo è tale che ogni vecchio pudore ecclesiastico può essere gettato alle ortiche.
Ricca, come noto, è il direttore di Santa Marta, la residenza eletta da Bergoglio come sua casa. Un luogo attorno a cui talvolta accadono cose brutte e inspiegabili: Miriam Wuolou, 34 anni, italiana, originaria dell’Eritrea, receptionist di Santa Marta, viene trovata priva di vita nel suo appartamento romano. Il cadavere rinvenuto dai carabinieri «era quasi in stato di decomposizione». Miriam era incinta al settimo mese: i morti quindi sono due. I giornali parlano di diabete. Qualcuno poi aggiunge che il figlio probabilmente era di un addetto alla sicurezza del Vaticano, che però al momento della morte era in viaggio in Messico con Bergoglio.
«Perchè – si chiedono gli investigatori – nonostante Miriam fosse malata di diabete e in gravidanza, non aveva qualche parente o comunque qualcuno che la assistesse? Come mai i familiari hanno fatto passare alcuni giorni prima di dare l’allarme della sua scomparsa?»
Il mistero rimane, così come una certezza. In Vaticano, su questo come su mille altri enigmi, c’è quella cosa chiamata omertà.
Sappiamo bene ora anche di quale mafia si tratta.
– di Roberto Dal Bosco


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