ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 30 luglio 2018

Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»

Accoglienza, carità e morale cattolica

«Famiglia cristiana», la rivista dei Paolini, ha titolato, con il massimo risalto e con un’immagine del Ministro degli Interni con le mani sul volto, la sua copertina «Vade retro Salvini», suscitando l’ovvio scalpore. Alla spiegazione giustificativa di Vittorio Feltri, secondo il quale si sarebbe trattato unicamente di un titolo gridato nel tentativo di acquisire visibilità e, quindi, nuovi lettori, il direttore del settimanale sedicente cattolico, Don Antonio Rizzolo, ha replicato che si tratta, invece, di una ponderata scelta argomentativa e contenutistica, spiegando, poi, che accusare Salvini di essere Satana, in senso chiaramente analogico, vale a dire assumere pienamente la mentalità satanica, opponendosi in maniera diretta alla volontà di Dio, era proprio la linea editoriale che si voleva esprimere, per marcare, in maniera quanto più possibile netta, la condanna etica delle azioni, delle parole e, soprattutto, dei toni del Segretario della Lega a riguardo del tema immigrazione. Ma occorre domandarsi se «Famiglia cristiana», al di là dell’uso del linguaggio, su cui torneremo, abbia ragione nei contenuti e, quindi, esista un obbligo etico di accoglienza e, conseguentemente, chiunque sia contrario alla medesima si opponga alla morale cattolica.

Innanzitutto occorre dire che non esiste nessun obbligo di giustizia che ci obblighi ad accogliere i migranti, vale a dire che essi non hanno fatto nulla per avere il diritto di pretendere da noi l’accoglienza. Detto ciò, rimane da vedere se esista un obbligo di carità all’accoglienza, obbligo che, qualora esistesse, obbligherebbe noi, ma non darebbe ai migranti alcun diritto a pretendere l’adempimento di tale dovere. I doveri di carità, infatti, non sono, a differenza di quelli di giustizia, obblighi diretti nei confronti dei destinatari, ma obblighi nei confronti di Dio, di cui le persone interessate sono unicamente beneficiari, ma, come dicevamo, privi di ogni diritto all’esecuzione.
La carità è l’amore riconoscente che l’uomo deve nutrire nei confronti di Dio; in senso stretto, non esiste un originario obbligo di carità nei confronti del prossimo, ma questo discende dall’amore verso Dio e ne è uno strumento privilegiato. «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti»[1] dice Gesù, dopo aver affermato: vi «do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri». L’amore verso il prossimo, quindi, non è assoluto e totale, ma è parte dell’obbedienza dovuta Dio, che, a sua volta, è parte dell’amore verso Dio; ne consegue che la carità fraterna non può mai condurci alla disobbedienza nei confronti dell’Altissimo e neppure porsi, anche minimamente, in contrasto con l’amore dovuto all’Onnipotente.
L’amore verso il prossimo, di cui l’accoglienza dei migranti è parte, non può mai porsi in contrasto con l’affermazione della regalità sociale di Nostro Signore Gesù Cristo su tutte le nazioni, a partire da quelle di più antica tradizione cristiana. Ecco che l’«ero forestiero e mi avete ospitato»[2] di Gesù non può significare accoglienza indiscriminata, a costo di mettere a serio rischio quel che rimane della civiltà cristiana in Europa.
L’interpretazione del passo evangelico che dà «Famiglia cristiana» è una lettura politica ed anticristiana. Questo, come tutti i comandamenti cristiani, non comporta mai un obbligo nei confronti di una generalizzata porzione di umanità, ma sempre la calda attenzione per la singola persona. Il cristiano è, quindi, chiamato ad accogliere il singolo forestiero, non a favorire bibliche migrazioni, con la conseguente prospettiva di creare in Europa una società dilaniata da conflitti culturali, religiosi ed etnici. Asservire un comandamento evangelico, distorcendolo, ad un disegno satanicamente anticristiano, come fa «Famiglia cristiana», è quanto di più blasfemo ci possa essere. Ed ha perfettamente ragione Francesca Donato, Presidente del progetto €urexit, quando ha affermato che il titolo di «Famiglia cristiana» e, a maggior ragione, le parole di rivendicazione e di orgogliosa riaffermazione del suo direttore non offendevano tanto Matteo Salvini, ma lei, in quanto cattolica, e, conseguentemente tutti i cattolici, poiché rappresentano un’offesa a Nostro Signore Gesù Cristo.
Anche lo stesso passo evangelico scelto da «Famiglia cristiana» per il suo violento attacco a Matteo Salvini e, per suo tramite, a tutti coloro che si oppongono all’immigrazionismo selvaggio dimostra, se letto nella sua integralità, come Nostro Signore riservi la Sua massima durezza nei confronti di Pietro, quando egli, lasciandosi trasportare dall’amore umano nei confronti di Gesù, perde di vista la dimensione spirituale soprannaturale per legarsi ad un terreno senso di giustizia umana: «lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»[3]. Che cosa aveva detto di così grave, da meritarsi l’ira di Dio, il Principe degli Apostoli?
Egli aveva semplicemente protestato contro la Passione che il Salvatore aveva preannunciato agli Apostoli, non riuscendo ad accettare il dolore, la sofferenza e la morte ignominiosa non solo dell’innocente, ma del Giusto per eccellenza. Implicitamente, accusava Dio di ingiustizia, poiché avrebbe punito il giusto per salvare i peccatori. Vengono, a questo proposito, alla mente le blasfeme parole dell’infelicemente regnante Pontefice a Manila, quando, di fronte alla richiesta di spiegazioni sul perché Dio abbia permesso tutto il dolore di cui era intrisa la sua vita da parte di una bambina di strada, ebbe ad affermare che nemmeno Gesù poteva comprendere la sua sofferenza prima di salire sulla Croce: «lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»[4]. Ma a Papa Francesco non riusciamo a riconoscere le attenuanti oggettive (quelle soggettive le può giudicare solo Nostro Signore) che si debbono riconoscere a Pietro prima della Pentecoste.
E la medesima durezza Nostro Signore la può volgere a tutti coloro che, come «Famiglia cristiana» ed il suo direttore, pretendono di insegnare la morale cattolica e, di fatto, ragionano secondo il politicamente corretto del momento, dimenticando la dimensione essenzialmente verticale e spirituale dell’etica portataci da Gesù Cristo. Sono coloro che hanno addirittura la pretesa di essere più buoni di Nostro Signore, attenuandone l’intransigenza dei comandi, dialogando con coloro verso i quali Egli dice: «scuotete la polvere di sotto i vostri piedi, a testimonianza per loro»[5]
Chiunque difenda l’idea di un diritto soggettivo dei migranti ad essere accolti, indipendentemente da ogni altra considerazione, e, soprattutto, coloro che cercano di gabellare questa infamia per comando di Nostro Signore ed obbligo dell’etica cristiana si guadagna il durissimo rimprovero di Gesù a Pietro, poiché l’immigrazionismo è una dottrina anticristiana tesa alla distruzione della civiltà che 2000 anni di cristianesimo hanno prodotto e tesa al trionfo del disegno di un’umanità denazionalizzata, soggetta a forze oscure. Questo, ovviamente, senza entrare nella dimensione soggettiva della coscienza di ciascuno, dimensione di cui nulla conosciamo e nulla possiamo, dunque, dire; ma errore pubblico comporta pubblica correzione, come colpa pubblica richiede pubblico castigo: non avevamo, quindi, il diritto di tacere di fronte alle affermazioni contrarie alla dottrina di sempre della Chiesa, fatte da chi si professa cattolico, anche se, di fatto, essendo modernista, non lo è, «per la contradizion che nol consente»[6].
.[1] Gv 14,15
[2] Mt 25,35
[3] Mt 16,23.
[4] Mt 16,23.
[5] MC 6,11.
[6] Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, XXVII, 120.
Carlo Manetti

Scatta a settembre il complottazzo del Nazzareno


“Nel giro di pochi mesi questo governo finirà”, ha  profetizzato Silvio ai suoi residui parlamentari radunati a Montecitorio.  Cambia  nome al partito, ora si chiamerà “Altra Italia”.  “Ci  aspetta un nuovo inizio!”, li ha rassicurati. Da dove ricava tanto ottimismo, col suo 8 per cento scarso rimasto? Il punto  che Matteo Renzi ha detto la stessa cosa: “Salvini? Non reggerà alle pressioni politiche e giudiziarie”, ha ai suoi, in una circostanza paurosamente simili a quella di Berlusconi:  ha radunato  i suoi in un ristorante romano per rianimarli. «Basta piagnistei. Non abbiamo nessun motivo per essere sconfortati. Il governo cadrà presto.  Dobbiamo farci trovare pronti”.

Pronti a che?  A  Roma, città che “tutto sa e nulla tace” (diceva Tacito),   del complotto sembrano al corrente in tanti, che le vociferazioni sono fedelmente riprese da  Dagospia.  La quale   ha definito “un pizzino” di Renzi quello che   il fiorentino piddino ha twittato:  «Una sentenza – ha scritto – dice che la Lega deve restituire 49 milioni agli italiani. Salvini ha detto che lui, ministro e leader della Lega, Non intende farlo. Lui, ministro della Legalità, annuncia che non seguirà la sentenza che gli impone di restituire i soldi. Siamo all’ illegalità più sfacciata. E non risponde. Salvini annuncia, ma non risponde».
La  strategia è dunque  delineata:  si tratta dei 49 milioni della Lega,   cui  la magistratura  sta “dando la caccia”  anche all’estero. C’è una sentenza. C’è anche un ricorso, e “sul caso il Tribunale del Riesame di Genova si pronuncerà il 5 settembre. Per l’ ex presidente del Consiglio la bomba potrebbe esplodere quindi alla ripresa dei lavori parlamentari. E tra i suoi, nei conversari tra il dolce il caffè, c’ è addirittura chi ha ipotizzato anche un possibile avviso di garanzia in arrivo per Salvini”.
Un amico mi assicura: “E’ tutto già pianificato.  A settembre parte l’attacco: dei “mercati” e dei giudici”.
Attacco coordinato  e  simultaneo. Sui mercati che “disciplineranno il governo populista”   profetizzano molti  media esteri, ben istruiti da Bruxelles e Francoforte. Sui giudici, il sistema  può fare sempre conto  quando è in pericolo estremo. E’ la magistratura che ha archiviato come “suicidio”  l’omicidio di David Rossi del Monte Dei Paschi – e quando un impressionante servizio delle Jene ha  costretto a riaprire il caso, ha mandato la causa dove? Alla procura di Genova, che sul caso ha aperto “un  fascicolo per abuso d’ufficio a carico di ignoti”. Il fatto che il tribunale del riesame di Genova debba decidere sulla plausibilità  della sentenza che  condanna Salvini a restituire i 49 milioni, ci tranquillizza. Abbiamo inconcussa fiducia nella magistratura.
Ma gli avvocati della Lega devono averne meno, perché hanno presentato a Genova “una denuncia per appropriazione indebita contro Francesco Belsito, l’ex tesoriere del Carroccio”. Con questa mossa, la Lega di Salvini si chiara “parte lesa”, quindi vittima di Belsito (e Bossi): se i giudici che “danno la caccia” ai fantomatici   49 milioni  li trovano, dovrebbero   restituirli alla Lega, cui sono  stato sottratti.
Almeno se i giudici si comportassero come si sono comportati col PD, come ha spiegato in un onesto  articolo Luca Telese: “Anche il Pd (come la Lega) è stato truffato da un suo senatore – Luigi Lusi – che secondo i pm quando era tesoriere della Margherita aveva sottratto 27 milioni di euro. In quel caso la sentenza aveva considerato il partito “parte lesa”. Nel caso di Salvini, invece “ lo considera di fatto “complice”. C’è una bella differenza, e infatti il sequestro diventa punitivo, mentre nel caso Lusi i magistrati imposero la restituzione dei beni sequestrati al partito”.
Il motivo (o il pretesto) sarà il ritardo con cui Salvini ha presentato la denuncia contro Belsito (e Bossi). Telese spiega anche questo: “Salvini non si è costituito contro Bossi” da subito, “ non perché il quel momento fosse suo amico, ma proprio perché in realtà il Senatùr era in quel momento il suo principale nemico politico nel partito. Siccome i due si stavano dando battaglia nella Lega  se il nuovo leader avesse combattuto Bossi anche con gli strumenti giudiziari, lo avrebbe trasformato in una vittima. Ha scelto invece (e con successo) un doppio binario: ti rispetto come fondatore del movimento, ma ti combatto sul piano politico”.
Quindi anche noi  nel nostro piccolo, come Renzi e Berlusconi, possiamo profetizzare che a settembre Salvini sarà considerato complice nella sparizione di 49 milioni,  i media che ben conosciamo faranno la loro parte di iene e sciacalli, i “mercati” la loro, cessando di comporre i titoli pubblici italiani  (ho già spiegato altrove che “i mercati” non esistono, essendo la sola BCE a comprare questi si titoli – sul mercato secondario, ossia da banche che li comprano al solo scopo d rivenderli a Draghi  con un profitto..).
“Tenersi pronti!”, ha detto Renzi ai suoi, profetizzando un  ritorno anticipato alle urne.
Noi ci limitiamo a notare che il Patto del Nazzareno  – il progetto di governo PD-Forza Italia – è ancora vivo e attivo, fresco come prima.   Alcuni a  Roma lo chiamano “Il Mattareno”, non so dirvi perché.  Avevano già indicato un presidente della RAI “di garanzia” come dice la badante di Berlusca: la Lucia Annunziata. Per questo la rabbia idrofoba dei media contro il nome di Foa, che sarà probabilmente silurato insieme a tutto  il governo.
A nome della Mummia, la Gelmini ha fatto sapere che i membri di FI in commissione RAI non voteranno Foa perché “serve figura di garanzia”.  Al che Barra Caracciolo, il giurista: “Garanzia di che? Dell’intangibilità dell’indirizzo politico-mediatico che ha perso le elezioni?”.
Ma così sarà. La trappola è pronta e sta per scattare.
Sarà istruttivo  constatare come Berlusconi, che tanto deve alla magistratura, adesso  si faccia complice e  del cambio di regime per via giudiziaria di cui dovrebbe  avere orrore. Il personaggio supera ogni giorno se stesso in bassezza. “Sarà un nuovo inizio!”, è chiaro che riferisce cose che qualcuno gli ha detto.
Per noi, italiani, questo sarà  il ritorno delle centinaia di migliaia di” migranti”, scaricati dalle navi delle ONG straniere tornare a fare il nostro bene   a nostre spese. Sarà  il commissariamento, la Troika per  farci pagare i debiti,  visto che viviamo al disopra dei nostri mezzi.   Sarà la fine di ogni speranza di liberazione e di ripresa. Per  via giudiziaria. Il nostro futuro è questo:

E se vi avanza tempo, leggete l’intervista (di AVvenire!) a Moavero Milanesi, il ministro degli Esteri: un europeista fedele, , uno che è stato nel governo con Monti, non certo un anti-sistema –  che sta nel nuovo governo “sovranista” per vera convinzione, visto quel che è diventata la UE.

Parla il ministro degli Esteri.Moavero: l’Europa sia solidale o vacilla

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