SPADARO, SALVINI: LA CHIESA HA DIALOGATO ANCHE CON ATTILA. PERÒ! F. C. E OSSERVATORE “SITI NON SICURI”…:-)))
Ad agosto – sabato 11 – fa caldo, e ci permettiamo un paio di sorrisi. Il primo ce lo regala un assiduo frequentatore del blog. Che si è accorto che il sito di Famiglia Cristiana è considerato “non sicuro” dalle Divinità del Web. Come potete vedere dall’immagine.
Come potete vedere dalla seconda immagine…
Cinque minuti, e giunge un’altra mail: questa volta ancora più clamorosa! Anche l’Osservatore Romano è considerato “non sicuro”!
Questa poi…Deve esserci stato un colpo di Stato silenzioso ai vertici di Google, guidato da fedeli alla Chiesa e alla Dottrina pre-franceschiane…
Ma passiamo a una delle abituali fonti di diletto gratis e allegria di Stilum Curiae e dei suoi lettori, e cioè a padre Antonio Spadaro. Che ha scritto un articolo per quel sito poco sicuro che è Famiglia Cristiana.
Il titolo non è per nulla pretenzioso: “Ridare un’anima a un’Italia sfiatata”. Nei tweet con cui lo ha pubblicizzato il Direttore di Civiltà Cattolica e assiduo frequentatore dell’ultimo piano pontificio a Santa Marta esorta al dialogo (si suppone con Salvini & C.) ricordando – che lievità di tocco! Ah questi gesuiti, maestri di finezze! – che papa Leone incontrò Attila!
Noi non siamo raffinati come i gesuiti, ma a occhio e croce non mi pare che abbia fatto un complimento. Però saggiamente dice che la colpa non è di un solo uomo politico…ma dai!
Vuoi vedere che hanno letto i sondaggi – l’ultimo lo trovate qui – che vedono il governo al 60 per cento del gradimento popolare? E che vedono in crollo il partito con la Chiesa italiana, e i vertici vaticani hanno amoreggiato negli ultimi anni, chiudendo occhi e bocca su alcuni pessimi provvedimenti (non dimentichiamo la legge sulle unioni civili Galantino-Cirrinà…)? . Dopo le misure anti-sbarchi, anti-traffico e anti carità pelosa, anzi pelosissima, messe in atto dall’esecutivo. Puro buon senso e normalità, direte voi; ma assolutamente rivoluzionari nell’impero massmediatico, nella Cultura e nella Chiesa della demagogia fintamente umanitaria. Ma realisticamente interessati a soldi e affari.
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