Ancora sui migranti
Questa storia dei migranti non smette – inevitabilmente - di interessare un po’ tutti, ma soprattutto continua ad essere oggetto di discussioni, dibattiti, innumerevoli articoli e continui interventi della gerarchia cattolica, Papa in testa, al solo scopo di assuefare la gente ad un fenomeno che è entrato prepotentemente nella vita di ognuno di noi. Ovviamente, lo scopo principale di chi fomenta questa sorta di indottrinamento è quello di convincere tutti che l’immigrazione in atto sia la cosa più normale del mondo.
Siamo convinti che ormai sia chiaro a molti che questa immigrazione di massa non è un fenomeno più o meno spontaneo, ma il portato di un piano ben organizzato e ben finanziato per sbriciolare quello che resta della nostra cultura e della nostra identità di Europei. Ma questa cultura e questa identità non sono qualcosa di indifferenziato e di declamato, nonostante da diversi decenni gli stessi Europei si siano industriati per perdere ogni valore che ha contrassegnato la nascita e la crescita delle nazioni europee. Questa cultura e questa identità hanno una precisa connotazione, storica, linguistica, sociale, esistenziale e religiosa: la connotazione cristiana. Ne consegue che dovrebbero essere proprio i cristiani a contrastare questo progetto che vuole cancellarli dalla faccia delle nostre terre.
Eppure, molti cristiani manifestano un comportamento opposto: sono innumerevoli i cristiani che predicano e praticano l’accoglienza indiscriminata delle masse mosse e organizzate per produrre in Europa un cambio di etnia, costume e religione. E in questa sconsiderata attitudine troviamo in cima anche vescovi, cardinali e Papa che, invece di difendere e preservare l’identità religiosa delle nostre genti, si adoperano per distruggerla. E il colmo di questa cattiva azione è che costoro si appellano proprio alle Scritture per giustificare la loro propaganda e le loro azioni che sostengono l’immigrazione di massa volta a distruggere, se possibile, le Scritture stesse.
Ora, nell’Antico Testamento, l’unica migrazione di massa di una certa rilevanza è il trasferimento del popolo ebraico dall’Egitto alla Terra Promessa: trasferimento che venne diretto e protetto da Dio a condizione che il popolo ebraico rimanesse fedele alle Sue leggi. A questo titolo, Dio permise al popolo ebraico di sterminare tutti i popoli che incontravano e che non si convertivano a Lui. E sterminò tutti gli Ebrei che nel corso del trasferimento Lo rinnegarono e si misero al servizio dei falsi dei e degli idoli.
Del tutto ragionevolmente, quindi, la giustificazione e perfino la promozione dell’attuale migrazione di massa non può trovare appiglio nel Vecchio Testamento: essa infatti non è promossa da Dio, ma dagli uomini, soprattutto dagli uomini che oggi sono in lotta con Dio e che per questo mirano a distruggere l’identità cristiana dei popoli europei. Essa non mira ad affermare il culto del vero Dio, ma a distruggerlo.
Con quale sfacciataggine e con quale tradimento, la gerarchia cattolica invoca allora le Scritture?
Ora, nel Nuovo Testamento, non v’è una sola riga che parli di migrazione di massa, in esso si trovano solo raccomandazioni e precetti che invitano ed obbligano ad ospitare lo straniero, evidentemente parimenti credente in Dio, non ad ospitare orde di stranieri e di diversi che, non solo non credono in Dio, ma lo rifiutano in nome di falsi dei.
Prendere come appiglio il Nuovo Testamento per giustificare e promuovere l’attuale migrazione di massa, è quindi, non solo assurdo, ma blasfemo.
Dice il Signore: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestitoMt. 25, 34-37).
E ancora: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. (Mt. 25, 40).
E ancora: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito (Mt. 25, 41-43)
E ancora: Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me (Mt. 25, 45).
(
Dove sono, in questi passi del Vangelo, le masse migranti? In essi si parla solo di “miei fratelli più piccoli”, i quali, non solo sono i fratelli del Signore, cioè i credenti in Lui, ma non sono indicati come massa, ma come singoli: “Perché io ho avuto fame ”… “uno di questi miei fratelli”.
Vero è che “uno di questi miei fratelli” può essere visto nel migrante che viene nelle nostre terre, ma è ancor più vero che si dovrà trattare di un migrante che crede in Gesù Cristo, altrimenti non potrà essere considerato un “fratello”.
Vero è che la quarta opera di misericordia corporale recita: alloggiare i pellegrini, ma il migrante che viene nelle nostre terre non è un pellegrino, ma uno che pretende di lucrare da noi una vita agiata e gratuita, un approfittatore, per non dire un invasore.
Eppure, tanti cristiani pensano che sia loro dovere “accogliere” i migranti che si riversano in massa nelle nostre terre, e per questo si appellano impropriamente al Vangelo e alle opere di misericordia.
Il fatto che si tratti, per questi cristiani, vescovi e papi compresi, di un atteggiamento che è loro dettato dal mondo e dalla propaganda pro immigrazione che mira a distruggere i nostri costumi e la nostra religione, lo si capisce facilmente dalla constatazione, penosa, che nessuno dei vescovi e papi che si appellano alla quarta opera di misericordia, pratica minimamente nei confronti dei migranti la seconda e la terza opera di misericordia spirituale: insegnare agli ignoranti e ammonire i peccatori. Al contrario: essi invitano i cristiani ad accogliere questi migranti insieme ai loro costumi e alle loro religioni.
Non c’è modo migliore per imbastardire la nostra gente e per demolire ciò che resta della nostra cultura e della nostra religione.
Quando poi ci si appella alla “cultura dell’incontro”, come fa papa Bergoglio, si viola palesemente il comando del Signore che ha lasciato il mandato di convertire tutte le genti e di battezzarle.
Tra le tante sconsideratezze che abbiamo letto c’è quella che usa l’immagine del “ponte” – sempre di bergogliana suggestione - sul quale dovrebbero venirsi reciprocamente incontro i credenti nel vero Dio e i credenti nei falsi dei. Una solenne castroneria, poiché la Verità non può andare incontro all’errore, e viceversa, entrambi possono solo escludersi a vicenda. La prima escluderà e combatterà il secondo, trionfando, e il secondo proverà a fare lo stesso, fallendo miseramente.
Come un vero credente in Cristo potrà mai andare incontro ad un musulmano o ad un indù, se non per convertirlo? E se il compito di “convertire” l’errante venisse trascurato o negletto per amore dell’incontro sui ponti, l’unica cosa che potrebbe risultarne è la contaminazione dall’errore, prima, e la condivisione dell’errore poi.
Cristiani irresponsabili! L’unico ponte vero e sacrosanto c’è già: ed è il ponte tra la terra e il Cielo, la Chiesa, voluta da Nostro Signore per la salvezza delle anime.
Se davvero si avesse a cuore il bene dei migranti che arrivano da noi, li si dovrebbe condurre tutti su questo solo vero ponte, per il quale potrebbero salvare le loro anime, che è l’unica cosa che conta mentre siamo ancora in questa valle di lacrime.
E invece, i cristiani moderni si sbracciano solo per assicurare a costoro il benessere e l’agiatezza su questa terra… incuranti del loro bene che è la salvezza delle loro anime.
E questo innesca un processo che attira da noi sempre più migranti, abbacinati dalla prospettiva di una vita comoda, laddove spesso nelle nostre terre non c’è sufficiente sostentamento neanche per noi stessi.
Il risultato è la realizzazione di una mentalità rapace che porta i migranti ad esigere tutto da noi e, al limite, a togliere a noi per soddisfare le loro voglie e realizzare i loro miraggi.
I prelati, supposti preparati e responsabili, che non capiscono questo – o non vogliono capirlo – si rendono complici della loro stessa distruzione. E a nulla vale che si crogiolino nei cattivi insegnamenti del Vaticano II, perché Dio si serve solo in un modo, quello indicato da Lui, per il quale l’unica vera religione di Dio è la religione cattolica, mentre tutte le altre sono religioni del demonio: dall’islamismo e dall’ebraismo attuale alla religione del Nuovo Ordine Mondiale e alla nuova religione predicata da Bergoglio e dai suoi vescovi e cardinali. E l’immigrazione di massa rientra esattamente in queste due ultime categorie.
Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele? Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? (2 Corinti, 6, 14-16).
Siamo convinti che ormai sia chiaro a molti che questa immigrazione di massa non è un fenomeno più o meno spontaneo, ma il portato di un piano ben organizzato e ben finanziato per sbriciolare quello che resta della nostra cultura e della nostra identità di Europei. Ma questa cultura e questa identità non sono qualcosa di indifferenziato e di declamato, nonostante da diversi decenni gli stessi Europei si siano industriati per perdere ogni valore che ha contrassegnato la nascita e la crescita delle nazioni europee. Questa cultura e questa identità hanno una precisa connotazione, storica, linguistica, sociale, esistenziale e religiosa: la connotazione cristiana. Ne consegue che dovrebbero essere proprio i cristiani a contrastare questo progetto che vuole cancellarli dalla faccia delle nostre terre.
Eppure, molti cristiani manifestano un comportamento opposto: sono innumerevoli i cristiani che predicano e praticano l’accoglienza indiscriminata delle masse mosse e organizzate per produrre in Europa un cambio di etnia, costume e religione. E in questa sconsiderata attitudine troviamo in cima anche vescovi, cardinali e Papa che, invece di difendere e preservare l’identità religiosa delle nostre genti, si adoperano per distruggerla. E il colmo di questa cattiva azione è che costoro si appellano proprio alle Scritture per giustificare la loro propaganda e le loro azioni che sostengono l’immigrazione di massa volta a distruggere, se possibile, le Scritture stesse.
Ora, nell’Antico Testamento, l’unica migrazione di massa di una certa rilevanza è il trasferimento del popolo ebraico dall’Egitto alla Terra Promessa: trasferimento che venne diretto e protetto da Dio a condizione che il popolo ebraico rimanesse fedele alle Sue leggi. A questo titolo, Dio permise al popolo ebraico di sterminare tutti i popoli che incontravano e che non si convertivano a Lui. E sterminò tutti gli Ebrei che nel corso del trasferimento Lo rinnegarono e si misero al servizio dei falsi dei e degli idoli.
Del tutto ragionevolmente, quindi, la giustificazione e perfino la promozione dell’attuale migrazione di massa non può trovare appiglio nel Vecchio Testamento: essa infatti non è promossa da Dio, ma dagli uomini, soprattutto dagli uomini che oggi sono in lotta con Dio e che per questo mirano a distruggere l’identità cristiana dei popoli europei. Essa non mira ad affermare il culto del vero Dio, ma a distruggerlo.
Con quale sfacciataggine e con quale tradimento, la gerarchia cattolica invoca allora le Scritture?
Ora, nel Nuovo Testamento, non v’è una sola riga che parli di migrazione di massa, in esso si trovano solo raccomandazioni e precetti che invitano ed obbligano ad ospitare lo straniero, evidentemente parimenti credente in Dio, non ad ospitare orde di stranieri e di diversi che, non solo non credono in Dio, ma lo rifiutano in nome di falsi dei.
Prendere come appiglio il Nuovo Testamento per giustificare e promuovere l’attuale migrazione di massa, è quindi, non solo assurdo, ma blasfemo.
Dice il Signore: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestitoMt. 25, 34-37).
E ancora: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. (Mt. 25, 40).
E ancora: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito (Mt. 25, 41-43)
E ancora: Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me (Mt. 25, 45).
(E ancora: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. (Mt. 25, 40).
E ancora: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito (Mt. 25, 41-43)
E ancora: Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me (Mt. 25, 45).
Dove sono, in questi passi del Vangelo, le masse migranti? In essi si parla solo di “miei fratelli più piccoli”, i quali, non solo sono i fratelli del Signore, cioè i credenti in Lui, ma non sono indicati come massa, ma come singoli: “Perché io ho avuto fame ”… “uno di questi miei fratelli”.
Vero è che “uno di questi miei fratelli” può essere visto nel migrante che viene nelle nostre terre, ma è ancor più vero che si dovrà trattare di un migrante che crede in Gesù Cristo, altrimenti non potrà essere considerato un “fratello”.
Vero è che la quarta opera di misericordia corporale recita: alloggiare i pellegrini, ma il migrante che viene nelle nostre terre non è un pellegrino, ma uno che pretende di lucrare da noi una vita agiata e gratuita, un approfittatore, per non dire un invasore.
Eppure, tanti cristiani pensano che sia loro dovere “accogliere” i migranti che si riversano in massa nelle nostre terre, e per questo si appellano impropriamente al Vangelo e alle opere di misericordia.
Il fatto che si tratti, per questi cristiani, vescovi e papi compresi, di un atteggiamento che è loro dettato dal mondo e dalla propaganda pro immigrazione che mira a distruggere i nostri costumi e la nostra religione, lo si capisce facilmente dalla constatazione, penosa, che nessuno dei vescovi e papi che si appellano alla quarta opera di misericordia, pratica minimamente nei confronti dei migranti la seconda e la terza opera di misericordia spirituale: insegnare agli ignoranti e ammonire i peccatori. Al contrario: essi invitano i cristiani ad accogliere questi migranti insieme ai loro costumi e alle loro religioni.
Non c’è modo migliore per imbastardire la nostra gente e per demolire ciò che resta della nostra cultura e della nostra religione.
Quando poi ci si appella alla “cultura dell’incontro”, come fa papa Bergoglio, si viola palesemente il comando del Signore che ha lasciato il mandato di convertire tutte le genti e di battezzarle.
Tra le tante sconsideratezze che abbiamo letto c’è quella che usa l’immagine del “ponte” – sempre di bergogliana suggestione - sul quale dovrebbero venirsi reciprocamente incontro i credenti nel vero Dio e i credenti nei falsi dei. Una solenne castroneria, poiché la Verità non può andare incontro all’errore, e viceversa, entrambi possono solo escludersi a vicenda. La prima escluderà e combatterà il secondo, trionfando, e il secondo proverà a fare lo stesso, fallendo miseramente.
Come un vero credente in Cristo potrà mai andare incontro ad un musulmano o ad un indù, se non per convertirlo? E se il compito di “convertire” l’errante venisse trascurato o negletto per amore dell’incontro sui ponti, l’unica cosa che potrebbe risultarne è la contaminazione dall’errore, prima, e la condivisione dell’errore poi.
Cristiani irresponsabili! L’unico ponte vero e sacrosanto c’è già: ed è il ponte tra la terra e il Cielo, la Chiesa, voluta da Nostro Signore per la salvezza delle anime.
Se davvero si avesse a cuore il bene dei migranti che arrivano da noi, li si dovrebbe condurre tutti su questo solo vero ponte, per il quale potrebbero salvare le loro anime, che è l’unica cosa che conta mentre siamo ancora in questa valle di lacrime.
E invece, i cristiani moderni si sbracciano solo per assicurare a costoro il benessere e l’agiatezza su questa terra… incuranti del loro bene che è la salvezza delle loro anime.
E questo innesca un processo che attira da noi sempre più migranti, abbacinati dalla prospettiva di una vita comoda, laddove spesso nelle nostre terre non c’è sufficiente sostentamento neanche per noi stessi.
Il risultato è la realizzazione di una mentalità rapace che porta i migranti ad esigere tutto da noi e, al limite, a togliere a noi per soddisfare le loro voglie e realizzare i loro miraggi.
I prelati, supposti preparati e responsabili, che non capiscono questo – o non vogliono capirlo – si rendono complici della loro stessa distruzione. E a nulla vale che si crogiolino nei cattivi insegnamenti del Vaticano II, perché Dio si serve solo in un modo, quello indicato da Lui, per il quale l’unica vera religione di Dio è la religione cattolica, mentre tutte le altre sono religioni del demonio: dall’islamismo e dall’ebraismo attuale alla religione del Nuovo Ordine Mondiale e alla nuova religione predicata da Bergoglio e dai suoi vescovi e cardinali. E l’immigrazione di massa rientra esattamente in queste due ultime categorie.
Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele? Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? (2 Corinti, 6, 14-16).
di Giovanni Servodio
sinistri, era meglio non insistere.
Padre di Daisy Osakue arrestato per prostituzione? Cresce la polemica in rete
Rispunta un articolo del 2002 con “Iredia Osakue” di Moncalieri arrestato in una retata contro la prostituzione. L’età coincide, carabinieri confermano
Nel caso di Daisy Osakue che ha fatto gridare al razzismo spunta un nuovo sviluppo, tutto da dimostrare, ma comunque piuttosto clamoroso.
Su un articolo di Repubblica del 17 gennaio 2002, riesumato nottetempo da vari tweet di James The Bond, ripreso da Davide Romano sul Primato Nazionale, il tutto poi confermato in un post su facebook dalla giornalista e opinionista Laura Tecce, si racconta della retata dell’Arma dei carabinieri nell’ambito della quale “a Moncalieri i militari hanno arrestato due «maman» nigeriane, Odion Obadeyi, 28 e Lovely Albert, 30 anni, il convivente di quest’ ultima,Iredia Osakue, 29 anni, tutti e tre clandestini e Silvano Gallo, 50 anni, di Nichelino che aveva formato una gang specializzata nello sfruttamento di decine di prostitute di colore il cui ingresso clandestino in Italia era favorito da un «phone center» di San Salvario”.
Vediamo i dati: Iredia Osakue è anche il nome del papà dell’atleta colpita all’occhio dal lancio di un uovo da una macchina in corsa. Moncalieri è la città in cui risiede con la famiglia. La madre si chiama Magdalyne Albert (stesso cognome della donna dal soprannome “Lovely”, “amabile”, arrestata nel 2002 e citata nell’articolo). Iredia Osakue ha 45 anni e l’uomo arrestato nel 2002 aveva 29 anni all’epoca, quindi ora ne avrebbe esattamente 45.
Tutto è ancora da dimostrare, e siamo certi che si tratta di un semplice caso di omonimia fino a prova contraria, ma è sicuro che gli indizi sono piuttosto numerosi così come le coincidenze.
In attesa di conferme o smentite da parte degli interessati, seguiremo gli sviluppi del caso e informeremo tempestivamente i lettori dell’esito di questa inattesa polemica nel caso che sta infiammando l’estate italiana e che ha catapultato nell’occhio del ciclone le politiche del ministro dell’Interno Matteo Salvini, addirittura accusato, da molti esponenti di Sinistra, di essere il “mandante morale” del ferimento della giovane Daisy.
EDIT: In un clamoroso scoop della giornalista Laura Tecce sul suo post facebook, leggiamo che “il comando dei carabinieri di Moncalieri, che all’epoca eseguì l’arresto, mi ha confermato che l’uomo arrestato per sfruttamento della prostituzione di donne nigeriane nel 2002 è Iredia Osakue, padre di Daisy Osakue“.
Il breve testo dell’ottima giornalista Laura Tecce:
Ops! Guardate un po’ che ho scoperto: in un articolo di Repubblica datato 2002 si parla di una retata dei carabinieri di Moncalieri in cui furono arrestati per SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE DI CONNAZIONALI NIGERIANE Odion Obadeyi, 28, Lovely Albert, 30 anni, il convivente di quest’ ultima, Iredia Osakue, 29 anni, tutti e tre clandestini e Silvano Gallo, 50 anni, di Nichelino che aveva formato una gang specializzata nello sfruttamento di decine di prostitute di colore il cui ingresso clandestino in Italia era favorito da un «phone center» di San Salvario”. Ora, si da il caso che la madre di Daisy Osakue, la ragazza di origine nigeriana vittima della banda dell’uovo, si chiami Magdalyne Albert e il padre , che dichiara di essere arrivato in Italia 24 anni fa e attualmente è titolare di un centro pratiche per immigrati nonché mediatore culturale in una cooperativa che gestisce l’accoglienza, si chiami appunto Iredia Osakue e ha oggi 45 anni.
+++++ il comando dei carabinieri di Moncalieri, che all’epoca eseguì l’arresto, mi ha confermato che l’uomo arrestato in flagranza di reato e condotto in carcere per sfruttamento della prostituzione di donne nigeriane nel 2002 è Iradie Osakue, padre di Daisy Osakue++++++
P.s. Ho anche la sentenza di condanna. E non finisce qui.
Chiunque condivida deve citare la FONTE. Per prima io ho avuto la sentenza e ho verificato. Non ipotesi. Verifiche concrete.
Uova piddine
ANSA) – ROMA, 2 AGO – Non solo “nessun razzismo”, ma “pare che uno dei ‘lanciatori’ sia il figlio di un consigliere comunale del PD!!!” Lo scrive su Fb in merito alla vicenda di Daisy il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
“Pazzesco! – si legge nel post del ministro – L’informazione ‘ufficiale’ ha occupato pagine di giornali e ore di telegiornali per denunciare l’emergenza Razzimo, alimentata da quel cattivone di Salvini. E invece… Grazie alle indagini dei carabinieri, a cui vanno i miei complimenti, sono stati presi i cretini lanciatori di uova di Moncalieri, che erano mossi non da razzismo ma da semplice stupidità”. “P.s. – aggiunge Salvini – Vi aggiungo un dettaglio che ancora non troverete in giro: pare che uno dei “lanciatori” sia figlio di un consigliere comunale del Pd!!! Avete capito bene!!! Scommettiamo che i tigí faranno fatica a dare la notizia? Per fortuna c’è la rete, e per fortuna gli italiani non sono scemi. Non godo per questo, ma hanno montato una cagnara. C’è qualcuno che deve chiedere scusa”.
“Pazzesco! – si legge nel post del ministro – L’informazione ‘ufficiale’ ha occupato pagine di giornali e ore di telegiornali per denunciare l’emergenza Razzimo, alimentata da quel cattivone di Salvini. E invece… Grazie alle indagini dei carabinieri, a cui vanno i miei complimenti, sono stati presi i cretini lanciatori di uova di Moncalieri, che erano mossi non da razzismo ma da semplice stupidità”. “P.s. – aggiunge Salvini – Vi aggiungo un dettaglio che ancora non troverete in giro: pare che uno dei “lanciatori” sia figlio di un consigliere comunale del Pd!!! Avete capito bene!!! Scommettiamo che i tigí faranno fatica a dare la notizia? Per fortuna c’è la rete, e per fortuna gli italiani non sono scemi. Non godo per questo, ma hanno montato una cagnara. C’è qualcuno che deve chiedere scusa”.
ABBIAMO UN PROBLEMA COI NIGERIANI….
Altro
Nigeriano violenta una 13enne. Poi massacra il cuginetto che la difende. Orrore a Battipaglia. L’immigrato con regolare permesso di soggiorno si è abbassato i pantaloni e ha palpeggiato una 13enne. Poi ha picchiato il cuginetto che ora è in ospedale.
Il presidente nigeriano: “Troppi di noi in cella, difficile farsi accettare”
L’ammissione di Buhari, leader della Nigeria: colpa nostra la cattiva reputazione all’estero
Paolo Bracalini, Il Giornale
In Nigeria sono perfettamente consapevoli che in Europa gli immigrati nigeriani abbiano una reputazione negativa. Non per razzismo, ma per un dato di fatto: molti immigrati nigeriani finiscono in prigione.
A spiegarlo, in una intervista al britannico Telegraph, è stato nientemeno che il presidente della Repubblica Federale di Nigeria, l’ex generale Muhammadu Buhari. «Alcuni nigeriani dicono che la vita nella loro patria sia troppo difficile, ma è anche vero che hanno reso difficile farsi accettare dagli europei e dagli americani, a causa del numero di nigeriani detenuti in carcere in tutto il mondo accusati di traffico di droga o di traffico di esseri umani» spiega il capo di stato. Che prosegue: «Non penso che i nigeriani abbiano qualcuno da incolpare: possono rimanere a casa loro, dove possono rendersi utili per ricostruire il paese».
[….] Il presidente sa di cosa parla: una recente statistica pubblicata dal quotidiano Vanguard (sede a Lagos) parla di 170mila nigeriani detenuti all’estero. «La maggior parte è in carcere per traffico di stupefacenti e di esseri umani e vari reati di immigrazione» scrive il giornale nigeriano. A questi vanno aggiunte più 10mila donne forzate a prostituirsi in Europa, spesso costrette a vendersi dalle proprie stesse famiglie.
[….. ] E proprio la Nigeria è il paese di provenienza in cima alle classifiche dei richiedenti asilo in Italia (ma a meno del 5% viene poi riconosciuto lo status di rifugiato).
…coi nostri media…
GIORNALISTA CONFESSA: “NASCONDIAMO I CRIMINI DEGLI IMMIGRATI, LA GENTE NON DEVE SAPERE”
Nel suo blog sul sito del Fatto quotidiano la Zanardo, giornalista femminista, accusa i suoi di coprire i crimini degli immigrati: “Una donna è stata violentata e picchiata brutalmente in Puglia qualche giorno fa. La donna versa in gravi condizioni in ospedale. Da più parti mi viene consigliato di non diffondere questa notizia: perché? Contrariamente a quanto accade solitamente, quando cioè le notizie che riguardano stalking e violenze vengono commentate e diffuse sui social network da molte donne e anche uomini, in questo caso la notizia è stata riportata solo da qualche quotidiano e diffusa pochissimo. […] La reticenza di molti gruppi femministi e giornalisti è dovuta al fatto che la violenza sia stata commessa da un ragazzo rifugiato di un centro Cara. Questa e solo questa la ragione dell’occultamento del fatto”
….Con l’intelligenza dei giovani italioti…
Milano: Marocchino ubriaco stupra 17nne al Parco
L’uomo aveva conosciuto la ragazza occasionalmente la sera prima e hanno trascorso la serata insieme. A tarda notte, quasi l’alba, insieme si sono diretti al parco….
… e il problema dei giudici
Condannato e subito liberato: migrante pesta l’autista e accoltella un militare
Il 28enne del Burkina Faso processato per direttissima il 28 giugno per lesioni, aveva patteggiato una pena di nove mesi
La violenza si è verificata a Pordenone […] Poco più di un mese fa, l’extracomunitario era già stato fermato e processato, con rito direttissimo, per gli stessi reati commessi in questo episodio. E lui aveva patteggiato una condanna a 9 mesi, venendo però subito liberato.
Il 28enne africano è stato allora riarrestato con l’accusa di lesioni aggravate, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Il tutto si è verificato a bordo del mezzo pubblico, dove l’uomo – come rende noto il Messaggero Veneto di Pordenone – ha iniziato dal nulla a prendere a calci e pugni la corriera stessa, venendo richiamato dall’autista, che si è trovato così costretto a fronteggiare una situazione di pericolo, l’ennesima in Italia per la categoria degli autisti e dei controllori, di bus e treni, quasi quotidianamente presi di mira da soggetti violenti e malinenzionati.
Monza, rissa in stazione: aggressore già fermato per tentato stupro
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Arrestato per la rissa in stazione: pochi giorni prima aveva tentato di stuprare una ragazza
L’uomo era stato arrestato e liberato nel giro di qualche giorno. I dettagli
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Niente custodia cautelare per nigeriano violento
E’ che i nostri magistrati e il nostro codice sono culturalmente arretrati nel diritto penale africano. Là ci sono le Pene Alternative. Ecco come opera la giustizia efficace su un ladro preso a Soweto-
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