ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 7 agosto 2018

Una sorta di banco di prova?

Il misterioso caso del numero 2358


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Dopo che il papa ne ha cambiato il testo a proposito della pena di morte, in questi giorni si sta parlando molto del Catechismo della Chiesa cattolica. E alcuni osservatori si sono chiesti: la nuova redazione del n. 2267, relativa appunto alla pena capitale, potrebbe essere un primo passo verso altri cambiamenti? Una sorta di banco di prova?
L’ipotesi non appare troppo campata per aria alla luce di quello che si può ben definire un mistero che riguarda un altro punto del Catechismo: il n. 2358 riguardante l’omosessualità.

Partiamo. Se facciamo clic su Catechism of the Catholic Church, in internet ci troviamo subito nella pagina ufficiale del Vaticano in inglese. Eccola: http://www.vatican.va/archive/ENG0015/_INDEX.HTM
Se poi vogliamo conoscere l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità, dobbiamo andare alla sezione sui dieci comandamenti, scegliere il sesto e quindi fare clic sulla sezione The Vocation to Chastity (La vocazione alla castità): http://www.vatican.va/archive/ENG0015/__P85.HTM
Noterete subito una particolarità. Per gran parte della pagina lo sfondo è diverso: non il solito color seppia, ma bianco. Come se qualcuno ci avesse lavorato sopra, senza però ripristinare lo sfondo usuale.
Bene. Andiamo ora al numero 2358. Che cosa leggiamo? Ecco il testo: «The number of men and women who have deep-seated homosexual tendencies is not negligible. This inclination, which is objectively disordered, constitutes for most of them a trial. They must be accepted with respect, compassion, and sensitivity. Every sign of unjust discrimination in their regard should be avoided. These persons are called to fulfill God’s will in their lives and, if they are Christians, to unite to the sacrifice of the Lord’s Cross the difficulties they may encounter from their condition». Traduzione: «Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione».
Il mistero riguarda la frase «This inclination, which is objectively disordered, constitutes for most of them a trial», ovvero «Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova»).
Se infatti al link suddetto (lo ripeto: http://www.vatican.va/archive/ENG0015/__P85.HTM) togliete un trattino basso, trasformandolo in http://www.vatican.va/archive/ENG0015/_P85.HTM, vi ritrovate nell’Intra Text e al numero 2358 vi appare un altro testo (questa volta tutto sul normale sfondo color seppia). Eccolo: «The number of men and women who have deep-seated homosexual tendencies is not negligible. They do not choose their homosexual condition; for most of them it is a trial. They must be accepted with respect, compassion, and sensitivity. Every sign of unjust discrimination in their regard should be avoided. These persons are called to fulfill God’s will in their lives and, if they are Christians, to unite to the sacrifice of the Lord’s Cross the difficulties they may encounter from their condition». Traduzione: «Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Essi non scelgono la loro condizione omosessuale; per la maggior parte di loro è una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione».
Il mistero, come vedete, riguarda la frase che ho evidenziato. Al posto di «This inclination, which is objectively disordered, constitutes for most of them a trial», abbiamo «They do not choose their homosexual condition; for most of them it is a trial». Dunque, al posto di «Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova», abbiamo ora «Essi non scelgono la loro condizione omosessuale; per la maggior parte di loro è una prova».
Risultato? È completamente sparito il riferimento all’inclinazione che è «oggettivamente disordinata». E al suo posto abbiamo l’affermazione che «Essi non scelgono la loro condizione omosessuale».
Che sta succedendo? È chiaro che nel sito ufficiale del Vaticano ci sono due versioni del n. 2358. Una è quella in vigore, ma poi ce n’è un’altra, che è come lì in attesa, pronta per essere usata al posto dell’attuale.
Si può notare che la versione, chiamiamola così, «fantasma», ricalca pari pari il pensiero del padre gesuita James Martin, attivista Lgbt molto quotato in Vaticano (è consigliere del dicastero vaticano delle comunicazioni sociali ed è stato invitato a intervenire quale relatore ufficiale al prossimo Incontro mondiale delle famiglie a Dublino) il quale nel suo libro Building a Bridge: How the Catholic Church and the LGBT Community Can Enter Into a Relationship of Respect, Compassion and Sensitivity (HarperCollins), scrive a proposito del n. 2358: «The phrase relates to the orientation, not the person, but it is still needlessly hurtful. Saying that one of the deepest parts of a person — the part that gives and receives love — is ‘disordered’ in itself is needlessly cruel» (pp. 46-47). Ovvero: «La frase si riferisce all’orientamento, non alla persona, ma è ancora inutilmente dolorosa. Dire che una delle parti più profonde di una persona – la parte che dà e riceve amore – è “disordinata” di per sé è inutilmente crudele».
Dunque, se lui potesse cambiare il testo del Catechismo, che cosa suggerirebbe? Ecco la risposta data dal padre Martin alla rivista dei gesuiti America (https://www.americamagazine.org/faith/2018/04/06/what-official-church-teaching-homosexuality-responding-commonly-asked-question): «To that end, it’s important to state that in the eyes of the church simply being gay or lesbian is not a sin—contrary to widespread belief, even among educated Catholics. That may be one of the most poorly understood of the church’s teachings. Regularly I am asked questions like, “Isn’t it a sin to be gay?” But this is not church teaching. Nowhere in the catechism does it say that simply being homosexual is a sin. As any reputable psychologist or psychiatrists will agree, people do not choose to be born with any particular sexual orientation. But when most people ask questions about “church teaching” they are referring not to this question, but to restrictions on homosexual, or same-sex, activity as well as the prohibition on same-sex marriage. Homosexual acts are, according to the catechism, “intrinsically disordered” and “contrary to natural law.” (The bulk of the catechism’s attention to homosexuality is contained in Nos. 2357-59.) Consequently, the homosexual orientation (and by extension, any orientation other than heterosexuality) is regarded as “objectively disordered”».
Ovvero: «A tal fine, è importante affermare che agli occhi della Chiesa il semplice essere gay o lesbiche non è un peccato, contrariamente alla credenza diffusa anche tra i cattolici istruiti. Questo potrebbe essere uno degli insegnamenti della Chiesa meno comprensibili. Mi vengono poste regolarmente domande come: “Non è peccato essere gay?” Ma questo non è insegnamento della Chiesa. Da nessuna parte nel Catechismo si dice che essere omosessuali è un peccato. Come ogni psicologo o psichiatra stimabile può spiegare, le persone non scelgono di nascere con un particolare orientamento sessuale. Ma quando la maggior parte delle persone si interroga sull’insegnamento della Chiesa, si riferisce non a questa domanda, bensì alle restrizioni sull’attività omosessuale, o dello stesso sesso, così come al divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso. Gli atti omosessuali sono, secondo il Catechismo, “intrinsecamente disordinati” e “contrari alla legge naturale”. (La maggior parte dell’attenzione del Catechismo circa l’omosessualità è contenuta nei numeri 2357-59). Di conseguenza, l’orientamento omosessuale (e per estensione qualsiasi orientamento diverso dall’eterosessualità) è considerato come “oggettivamente disordinato”».
Ho messo in evidenza la frase che, come si può vedere, ricalca quella contenuta nella versione «fantasma» del n. 2358.
Ho fatto lo stesso percorso nella versione italiana del Catechismo(http://www.vatican.va/archive/ITA0014/_INDEX.HTM), sono andato nella parte dedicata alla vocazione alla castità (http://www.vatican.va/archive/ITA0014/__P84.HTM) e ho trovato la versione tradizionale del n. 2358: «Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione».
Poi ho tolto un trattino basso al link (http://www.vatican.va/archive/ITA0014/_P84.HTM2358), sono entrato nell’Intra Text e… Ecco qua: «Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione».
Visto? In italiano non c’è alcuna differenza. La versione «fantasma» non esiste.
Purtroppo non ho il tempo di passare al setaccio l’intero Catechismo nelle diverse lingue, per vedere se il mistero riguarda solamente la versione inglese.
Resta la domanda dalla quale siamo partiti: il cambiamento del n. 2267 sulla pena di morte è una sorta di prova generale in vista di altre redazioni?
Infine, a chi si sta chiedendo se sono diventato improvvisamente un giornalista investigativo (non lo sono mai stato!), preciso che tutta quanta la vicenda della sezione fantasma l’ho presa dal sito del mitico Padre John Zuhlsdorf (http://wdtprs.com/blog/2018/08/the-mysterious-case-of-ccc-2358-on-objectively-disordered-homosexual-inclinations/), dove, gustandola in inglese, vi potrete sentire proprio nei panni di Sherlock Holmes.
Aldo Maria Valli

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